29654 - RELIGIONI DEL MONDO CLASSICO (1) (LM)

Anno Accademico 2025/2026

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso lo studente/la studentessa conosce i principali strumenti teorici, metodologici e tecnici delle discipline storico-religiose delle scienze sociali che affrontano lo studio della storia delle religioni del mondo antico con padronanza di metodi e contenuti interdisciplinari. Sa valutare i fenomeni e i dinamismi religiosi in contesti socio-culturali locali e globali, sa individuare connessioni, sviluppi, persistenze e trasformazioni dei fenomeni religiosi e dell’interazione tra gruppi nelle società complesse. Ha una comprensione della rilevanza degli studi storico-culturali per l’indagine storica e sa individuare il contributo specifico che le scienze storiche possono apportare nell'affrontare temi e problemi di interesse per la collettività, quali la promozione critica del valore delle differenze religiose e del pluralismo religioso. Anche attraverso il coinvolgimento diretto in attività di tipo seminariale su qualche argomento monografico (lettura e analisi personale di testi antichi e di studi moderni), possiede conoscenze sulle fonti e sui problemi legati allo studio delle religioni del mondo classico e sui caratteri generali del politeismo. Sa usare in modo corretto il linguaggio e gli strumenti specifici della disciplina. È in grado di aggiornare le proprie conoscenze ed elaborare prospettive di analisi autonome, applicando le metodologie di indagine a problemi e documenti specifici e tenendo conto del dibattito scientifico e internazionale relativo alla disciplina.

Contenuti

Agency semi-divine: la figura e gli spazi del daimon/ demone dall'antichità al Medio Evo tra religione, cultura e società. Analisi e discussione delle testimonianze letterarie e delle rappresentazioni iconografiche.

 

Il corso si concentra essenzialmente sull’analisi della presenza, all’interno dei sistemi religiosi antichi, di agency o entità a metà strada tra la sfera del divino e quella del sensibile a cui si riconosceva il potere di influenzare gli uomini e il destino stesso degli uomini. Nel ripercorrere le tappe evolutive del concetto di demone, si prenderanno necessariamente le mosse dall’alto arcaismo greco, dove il demone riveste il ruolo di agente sul destino umano e, a partire da Esiodo, già assume alcune caratteristiche che saranno poi veicolate fino al Medioevo. Tali caratteristiche, come la corporeità rarefatta, o la natura semi-divina, investono le entità demoniache di capacità o qualità fuori dall’ordinario, come quella della preveggenza (determinata non tanto da una effettiva conoscenza delle cose future, ma dalla capacità di intuizione legata appunto a una sensorialità particolarmente sviluppata); di conseguenza, i demoni sviluppano presto uno stretto legame con la mantica e i contesti oracolari. Tale legame è rafforzato dalla credenza che, per la loro natura rarefatta, i demoni potessero penetrare nel corpo umano e possederlo.

Nei primi secoli dell’Era cristiana, prende avvio il processo di stigmatizzazione delle figure demoniache e, con la progressiva diffusione delle dottrine cristiane, si assiste anche a una fase di allontanamento dagli oracoli, che “cominciavano a rimanere in silenzio”. Il caso messo in luce da Plutarco rappresenta un momento chiave dell’evoluzione del concetto di demone: come si legge nel De defectu oraculorum, il progressivo silenzio degli oracoli era causato dalla morte degli antichi dèi pagani e di conseguenza dalla scomparsa dei demoni. Il problema della mantica, insieme a quello della possessione demoniaca dei vati, sarà uno degli elementi di discussione più accesi nel periodo tardo antico, in particolare nell’opera dei padri della Chiesa da cui derivano anche le prime descrizioni di pratiche esorcistiche (vedi Michele Psello, De operatione daemonum). La possessione diventa così un argomento prezioso a favore della stigmatizzazione cristiana di feste e ritualità pagane, la cui natura idolatrica espone gli uomini alla volontà dei demoni. Entro una tale congerie culturale verrà a prendere forma anche la figura del Diavolo, la cui prima attestazione si ritrova nel libro di Giobbe. Demoni e diavoli arrivano così a sovrapporsi e confondersi e lo stesso termine “demone” finirà per assumere sfumature di significato negative fino all’uso sinonimico per “diavolo”, durante tutto il Medioevo. Nel periodo medievale, inoltre, il demone giocherà un ruolo chiave nell’educazione dei cristiani. Immagini di creature mostruose cominciano a popolare le sacre rappresentazioni in modo da suscitare paura e ribrezzo nei fedeli che si imbattevano presso gli edifici di culto.

Partendo, dunque, dal mondo classico, in cui l’aspetto del demone era mutevole e arbitrario per sua stessa natura, la figura del demone arriverà a concretizzarsi in corpi mostruosi che prenderanno spunto dall’iconografia del Vicino Oriente relativa a dei e Djinn.

 

ARTICOLAZIONE DEL CORSO:

1. Lezione introduttiva (2 ore)

2. I demoni nel mondo antico (Parte I). Tra demoni e dèi: prime elaborazioni concettuali della figura del daimon (Esiodo ed Omero) (12 ore)

3. I demoni nel mondo antico (Parte II). Dagli antesignani storici nel Mediterraneo antico all'eredità platonica: sviluppi funzionali e risemantizzazioni tra Grecia, Roma e primo cristianesimo (dal genio minoico al daimonion socratico all'agathos daimon e sviluppi ulteriori della demonologia platonica) (12 ore)

4. Tra trickster e diabolos: la concettualizzazione del demonio in un percorso per immagini dal VI al XIV secolo (2 ore)

5. Aspetti iconografici del “bestiario del Maligno” (2 ore)


Periodo di svolgimento delle lezioni:

Quarto periodo didattico

Testi/Bibliografia

Studenti frequentanti:

- J.B. RUSSELL, Il diavolo nel mondo antico, Laterza, Roma-Bari 1989 [reperibile in biblioteca: Sezione di STORIA ANTICA - coll. REL. 69].

- L. PASQUINI, Diavoli e inferni nel Medioevo: origine e sviluppo delle immagini dal VI al XIV secolo, Il Poligrafo, Padova 2015 [reperibile in biblioteca: Umanistica RAIMONDI - coll. AR I 0625].

 

Due saggi a scelta tra quelli elencati di seguito:

- F. BLAKOLMER, The Many-faced "Minoan Genius" and his iconographical prototype Taweret. On the character of Near Eastern religious motifs in Neopalatial Crete, in: There and Back Again – the Crossroads II (Proceedings of an International Conference Held in Prague, September 15–18, 2014), edited by Jana Mynářová, Pavel Onderka and Peter Pavúk, Charles University in Prague Faculty of Arts 2015, pp. 197-219.

- C. SCHICK, Il concetto dell’anima presso gli indo-europei attraverso la terminologia greca, «Rivista di Storia della Filosofia», 3/3(4), 1948, pp. 213-236.

- M. UNTERSTEINER, Il concetto di daimon in Omero, Libreria Editrice Aseq, Roma 1939.

- C. MAGGI, Il Demiurgo e l'Anima demiurgica. Platone, gli gnostici e Plotino, in Epinomide. Studi sull'opera e sua ricezione, a cura di Francesca Alesse e Franco Ferrari, Bibliopolis, Napoli 2012, pp. 395-424.

- G.F. GIANOTTI, Tra Platone e Iside: per una rilettura dell’undicesimo libro delle Metamorfosi di Apuleio, «Atti Sc. Mor.» 148, 2014, pp. 51-103.

- E. PACHOUMI, The religious-philosophical concept of personal daimon and the magico-theurgic ritual of systasis in the Greek Magical Papyri, in «Philologus» 157, 2013, pp. 46-69.

- P. BORGEAUD, The Death of the Great Pan. The Problem of Interpretation, in «History of Religions», 22(3), 1983, pp. 254-283. 

 

* I testi di cui non è specificata la collocazione sono disponibili on-line (https://virtuale.unibo.it/). In generale, i volumi e gli articoli citati in questa sezione sono tutti disponibili on-line (sulla piattaforma “virtuale”).

 

Studenti non frequentanti:

- J.B. RUSSELL, Il diavolo nel mondo antico, Laterza, Roma-Bari 1989 [reperibile in biblioteca: Sezione di STORIA ANTICA - coll. REL. 69].

- L. PASQUINI, Diavoli e inferni nel Medioevo: origine e sviluppo delle immagini dal VI al XIV secolo, Il Poligrafo, Padova 2015 [reperibile in biblioteca: Umanistica RAIMONDI - coll. AR I 0625].

 

Un volume monografico a scelta tra quelli elencati di seguito:

- A. PANAINO (a cura di), Vendidad: la legge di abiura dei demoni dell'Avesta zoroastriano, tradotto da Francesco Adolfo Cannizzaro; con un saggio sulla storia dello zoroastrismo di Antonio Panaino, Mimesis, Milano 1990 [reperibile in biblioteca: GIORGIO R. FRANCI - coll. IR. 00109].

- J.-C. SCHMITT, Medioevo superstizioso, 2a ed., Laterza, Roma-Bari 1997 [reperibile in biblioteca: Medievistica - coll. MAN 104].

- A. NICOLOTTI, Esorcismo cristiano e possessione diabolica tra II e III secolo, Brepols, Turnhout 2011 [reperibile in biblioteca: Campus di Ravenna (disponibile al prestito) - coll. BIBLIO 265.94 NICA].

- T. BRACCINI, Prima di Dracula: archeologia del vampiro, Il Mulino, Bologna 2022 [reperibile in biblioteca: Universitaria - coll. T 947 /762347].

- L. PASQUINI, Il diavolo. Storia iconografica del male, Carocci, Roma 2024.

 

Studenti Erasmus o Internazionali che abbiano difficoltà linguistiche con i saggi scientifici, i manuali o i materiali proposti per lo studio possono concordare con la docente una bibliografia alternativa, in inglese, con dovuto anticipo rispetto alla data prevista per l’esame.

 

Bibliografia di inquadramento e conoscenze pregresse

I temi che saranno trattati a lezione presuppongono una conoscenza di base della configurazione e del funzionamento dei sistemi religiosi del Mediterraneo antico. Per gli studenti che non abbiano già sostenuto l'esame di Religioni del mondo classico erogato per il CdL triennale in ARCO (12 CFU, Moduli 1 e 2) e in Storia (6 CFU, Modulo 1) come mutuato, al fine di colmare eventuali lacune inerenti l'inquadramento di temi e problemi storico-religiosi di carattere più generale, si consiglia la consultazione del manuale di C.O. Tommasi, Religioni. Una storia globale, Le Monnier Università (Gruppo Mondadori), Milano 2024, Cap. 3. "Le religioni di ascendenza indoeuropea" (pp. 129-278) e Cap. 7. "Conversione: l'età tardoantica e l'affermarsi del cristianesimo" (pp. 439-498).

Questa bibliografia di inquadramento è diretta soprattutto agli studenti che non hanno conoscenze preliminari in questo ambito: è utile per una migliore comprensione dei temi che saranno trattati a lezione e soprattutto per lo studio consapevole dei materiali bibliografici indicati per la preparazione all’esame, ma non sarà direttamente oggetto della verifica finale.



 

Metodi didattici

Le lezioni si svolgono esclusivamente in presenza e non vengono registrate.

Il corso si articola in una serie di lezioni frontali di inquadramento e analisi del tema indicato supportate da presentazioni in Power Point e in diversi momenti di lettura, traduzione, interpretazione individuale, da parte degli studenti, di testi e documenti (letterari e iconografici) segnalati a lezione, seguita da discussione collettiva in aula.

 

Per gli studenti frequentanti è prevista anche la redazione - in forma individuale o in gruppo di lavoro - di una tesina su uno degli argomenti affrontati a lezione. La tesina dovrà avere una lunghezza compresa tra le 15.000 e 18.000 battute (caratteri) spazi inclusi, equivalenti a 5/6 cartelle (pagine) A4 in formato word, con caratteri in Times New Roman (12 punti), corredate da note a piè di pagina (in Times New Roman, 10 punti) e Bibliografia finale, oltre al Titolo, Nome dello/a studente/ssa e numero di matricola; argomento della tesina sarà la lettura, analisi e contestualizzazione storico-religiosa di uno dei testi seguenti: PLUTARCO, De defectu oraculorum oppure De Iside et Osiride (tratti dai Moralia, qualsiasi edizione in traduzione italiana possibilmente con testo a fronte); MICHELE PSELLO, De operatione demonum (qualsiasi edizione in traduzione italiana possibilmente con testo a fronte), APULEIO, De Platone et eius dogmate (edizione italiana a cura di Elisa Dal Chiele, Bononia University Press, 2016) o comunque un aspetto o autore o testo particolarmente significativo inerente alla demonologia antica e tardo-antica da concordare col docente durante il corso. in base al numero di studenti frequentanti si deciderà se dedicare una o due lezioni alla presentazione in aula delle tesine (mediante power-point) o se optare per la discussione delle tesine in sede d'esame (in questo caso la tesina dovrà essere consegnata tassativamente almeno una settimana prima dell'appello d'esame a cui lo/a studente/ssa intende iscriversi). 

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

È considerato frequentante lo studente che partecipa almeno al 75% delle lezioni.

Il corso prevede un esame finale di verifica orale nel corso del quale gli studenti devono dimostrare di possedere una approfondita conoscenza della bibliografia segnalata, capacità di ragionamento e analisi critica del materiale studiato, attitudine all’elaborazione e/o individuazione di nessi concettuali e collegamenti intertestuali, proprietà di linguaggio. L’esame finale consiste in una serie di domande (da tre a sei) volte a verificare il corretto studio dei testi bibliografici (segnalati nell'apposita sezione) e una efficace comprensione delle principali questioni tematiche affrontate a lezione, oltre che introdotte nei testi di riferimento.

In caso di elaborazione della tesina scritta (vedi alla sezione "Metodi didattici") una delle domande avrà per oggetto l'esposizione della tesina stessa.

 

Scala di valutazione, con relativa corrispondenza di voto in trentesimi:

Nell'assegnazione del voto si terrà conto dei seguenti livelli di valutazione:

  • sarà formulato un giudizio di eccellenza (30 e lode) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze solide, criticamente acquisite e solidamente argomentate, ricchezza dell'articolazione discorsiva e proprietà espressiva;
  • il giudizio sarà ottimo (30) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze complete e adeguate, ben articolate ed espresse correttamente;
  • il giudizio sarà buono (29-27) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze più che soddisfacenti, espresse in maniera corretta;
  • il giudizio sarà discreto (26-24) laddove lo studente dimostri di possedere le conoscenze di base nelle linee essenziali, ma non del tutto esaurienti e/o non articolate con la dovuta correttezza;
  • il giudizio sarà sufficiente (23-21) laddove lo studente dimostri di possedere conoscenze generali ma acquisite in modo superficiale, espresse in maniera non sempre appropriata e articolate in modo confuso;
  • il giudizio sarà appena sufficiente (20-18) laddove le conoscenze acquisite siano espresse e articolate in modo confuso, disorganico e/o lacunoso;
  • il giudizio sarà al di sotto della sufficienza (<18) laddove le conoscenze dovessero risultare assenti o estremamente lacunose e lo studente dovesse mostrare mancanza di orientamento nella disciplina.

 

Per l’a.a. 2025/26 saranno previsti 8 appelli, calendarizzati tra la terza e quarta settimana dei mesi di maggio, giugno, luglio, ottobre, novembre, dicembre, gennaio e marzo.

Le date precise saranno pubblicate nel sito docente> didattica>appelli [https://www.unibo.it/sitoweb/giuseppina.viscardi/didattica?tab=appelli] e / o nell'applicazione Alma-esami

Strumenti a supporto della didattica

Le presentazioni in Power Point proiettate in classe e le copie in PDF della documentazione riportata alla sezione Testi/Bibliografia saranno rese disponibili online (virtuale.unibo.it).

* Gli studenti e le studentesse che per ragioni dipendenti da disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) necessitino di strumenti compensativi o dispensativi devono innanzitutto prendere contatto con l'apposito ufficio: https://site.unibo.it/studenti-con-disabilita-e-dsa/it/per-studenti: sarà sua cura proporre agli/lle studenti/sse interessati/e eventuali adattamenti, che dovranno comunque essere sottoposti, con un anticipo di 15 giorni, all’approvazione del/la docente, che ne valuterà l'opportunità anche in relazione agli obiettivi formativi dell'insegnamento.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Giuseppina Paola Viscardi

SDGs

Istruzione di qualità Parità di genere Ridurre le disuguaglianze Partnership per gli obiettivi

L'insegnamento contribuisce al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.