00947 - STORIA DEL TEATRO E DELLO SPETTACOLO (A-L)

Anno Accademico 2023/2024

  • Docente: Enrico Pitozzi
  • Crediti formativi: 12
  • Lingua di insegnamento: Italiano

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso lo studente acquisisce lineamenti generali della storia del teatro e dello spettacolo ed è in grado di individuare i criteri drammaturgici e performativi che accomunano le esperienze storiche a quelle attuali; comprende specifici metodi d'analisi e la loro applicazione diretta su circoscritti campi d'indagine.

Contenuti

inizio lezioni: 26 settembre 2023

[pausa dal 30 ottobre al 08 novembre]

fine lezioni: 15 dicembre 2023

GIORNI/ORARI

Martedì | giovedì | venerdì 15h-17h

Aula: Aula III – Via Zamboni 38

 

La frequenza in presenza è fortemente consigliata. È possibile sostenere l’esame con il programma da frequentanti soltanto qualora si superi la soglia del 80% di frequenza di ogni modulo, pari a 24 ore. Qualora non si raggiunga tale soglia o non si abbia la possibilità di frequentare il corso, è necessario sostenere l’esame con il programma da non frequentanti (dettaglio nella sezione dedicata).

Passaggio di lettera (A-L => M-Z; M-Z => A-L)

L’insegnamento di Storia del Teatro e dello Spettacolo è suddiviso in due corsi a seconda della lettera del cognome (A-L; M-Z). Il passaggio da una lettera all’altra è possibile unicamente in presenza di: (i) sovrapposizione con altro corso; (ii) comprovate esigenze lavorative. In entrambi i casi, è necessario prendere contatto con il docente del corso di destinazione e motivare la richiesta di cambiamento producendo adeguata documentazione.

 

 Titolo del corso: Principio meraviglia

Modulo 1 (6 CFU)

Il teatro nasce grande. Il suo cominciamento occidentale in ambito greco non è l’incerto preludio ad un più maturo sviluppo del pensiero e delle sue pratiche, bensì sancisce i principi fondamentali del suo intero decorso storico, che influenzeranno tutta la storia del teatro.

La Meraviglia (thauma) che Platone e Aristotele pongono a fondamento della filosofia, è un principio che riguarda anche il teatro: la meraviglia è desiderio di conoscenza che si prova di fronte al darsi delle cose del mondo. È la ricerca costante e senza sosta del perché le cose sono così come sono; è qui che il teatro diviene un modo attraverso il quale esprimere, dunque sotto forma di rappresentazione, ciò che ci sta di fronte e di cui non si vede immediatamente la causa, che si tratti dell’origine dell’universo, del senso dell’umano o di altro ancora poco importa.

Il corso, in questa sezione storico-critica, intende dunque ripercorrere la storia del teatro e delle sue forme sceniche alla luce del principio meraviglia, mettendo così in luce – fin dall’etimologia – questa sua inequivocabile radice, proponendo così una chiave di lettura inedita per la storia del teatro in dialogo con la filosofia. La permanenza del principio meraviglia, o per lo meno di alcuni suoi tratti, attraversa infatti l’intera storia del teatro – si pensi al Medioevo e alle forme sceniche elaborate dai padri della chiesa, in cui la nozione greca di «meraviglia» tramuta in «ammirazione» per le forme del creato; alla declinazione rinascimentale o, ancora, a Calderon de la Barca e a Shakespeare; al teatro Barocco o alle declinazioni che avvicinano la «meraviglia» al sublime in Wagner e nelle prassi novecentesche – e giunge a noi come un fiume carsico e lo ritroviamo trasfigurato sulla scena di Thierry Salmon, Eimuntas Nekrošius, Jan Fabre, Romeo Castellucci o Dīmītrīs Papaïōannou.

 

Titolo Modulo 2 (6 CFU): Le forme dello splendore

Questa sezione di carattere laboratoriale è la naturale continuazione, in termini operativi, della precedente sezione storico-critica. Essa tende a sviluppare in modo laboratoriale, dunque con il coinvolgimento degli studenti, in forma individualmente o di gruppo, nella visione e nell’analisi dei processi creativi adottati da alcuni artisti nella composizione di opere che richiamano le tematiche sviluppate e discusse nella sezione storico-teorica. Nello specifico – e alla luce del tema del tragico e del dionisiaco – andremo a decostruire il processo creativo adottato da alcuni registi nel comporre le immagini sceniche come punto di caduta della rappresentazione. In questo senso compiremo una vera e propria analisi contestuale degli elementi compositivi, sia di natura scenica che extra-scenica (letterari, iconografici ecc.), così da riconoscere e contestualizzare i processi compositivi e drammaturgici di una messa in scena, a partire dall’analisi di fonti dirette e indirette.

Alcune delle opere sulle quali ci concentreremo sono:

Tadeusz Kantor, La classe morta, 1975.

Peter Brook, Mahābhārata, 1985.

Thierry Salmon, Le troiane, 1988.

Eimuntas Nekrosius, Hamletas, 1999.

Mario Martone, Edipo re, 2000.

Compagnia Lombardi-Tiezzi, Caldèron, 2016.

Romeo Castellucci, Parsifal, 2014.

Shiro Takatani, ST/LL, 2015.

Testi/Bibliografia

Modulo 1 (6 CFU) STORIA DEL TEATRO. ISTITUZIONI (1) (A-L)

1)- O. Brockett, Storia del teatro, Venezia, Marsilio, (edizioni dal 2016 in avanti).

 

Modulo 2 (6 CFU) PROCESSI E FORME DELLA CREAZIONE SCENICA. LABORATORIO (1) (A-L)

1)- H-T. Lehmann, Il teatro postdrammatico, Imola, Cuepress, 2017.

2)- E. Montanari, E. Pitozzi, Cellula. Anatomia dello spazio scenico, Macerata, Quodlibet, 2021.

 

Gli studenti non frequentanti porteranno anche:

E. Fischer-Lichte, Estetica del performativo, Roma, Carocci, 2014.

 

Metodi didattici

Lezioni frontali, con analisi e approfondimento dei concetti trattati, analisi guidate delle opere audiovisive della scena teatrale.

Il corso mette in gioco il contributo teorico, analitico e critico-operativo del docente e degli studenti e si svilupperà secondo lezione frontali.

Altre indicazioni bibliografiche, in lingua straniera, verranno fornite e discusse durante lo svolgimento del corso, così da inquadrare le problematiche sollevate in una più ampia cornice analitica.

Approfondimenti e letture critiche, nonché una scheda con l'indicazione dei materiali discussi durante ogni lezione, saranno caricate sulla piattaforma "Virtuale" dell'insegnamento.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

La valutazione del corso avverrà secondo i modi, i tempi e le direttive stabilite dal corso di studi. Si baserà su un colloquio orale.

Nella valutazione della prova si terrà conto, in particolare, della capacità dello studente di sapersi orientare all'interno del materiale bibliografico d'esame al fine di trarre le informazioni utili che gli permetteranno di illustrare temi e problemi e di saperli collegare tra loro.

Si valuteranno quindi:

- La padronanza dei contenuti

- La capacità di sintesi e di analisi dei temi e dei concetti

- La capacità di sapersi esprimere adeguatamente e con linguaggio appropriato alla materia trattata

Il raggiungimento da parte dello studente di una visione organica dei temi affrontati a lezione congiuntamente alla loro utilizzazione critica, un’ottima padronanza espressiva e di linguaggio specifico saranno valutati con voti di eccellenza (30 e lode e 30).

Il raggiungimento da parte dello studente di una visione organica dei temi e una loro lettura critica, una buona padronanza espressiva e di linguaggio specifico saranno valutati con voti di buoni (29-27).

Una conoscenza mnemonica della materia, unitamente a capacità di sintesi e di analisi articolate in un linguaggio corretto, ma non sempre appropriato, porteranno a valutazioni discrete (26-24).

Lacune formative e/o linguaggio poco preciso – seppur in un contesto di conoscenze minimali del materiale d'esame – condurranno a voti sufficienti (23-21).

Lacune formative e/o linguaggio impreciso – seppur in un contesto di conoscenze minimali del materiale d'esame – condurranno a voti appena sufficienti (20-18).

Lacune formative, linguaggio inappropriato, mancanza di orientamento all'interno dei materiali bibliografici saranno valutati negativamente (<18).

Strumenti a supporto della didattica

Materiali audiovisivi, archivi digitali, piattaforme e siti web.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Enrico Pitozzi

SDGs

Istruzione di qualità Partnership per gli obiettivi

L'insegnamento contribuisce al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.