90102 - ANTROPOLOGIA DEL PATRIMONIO

Anno Accademico 2022/2023

  • Docente: Valentina Gamberi
  • Crediti formativi: 6
  • SSD: M-DEA/01
  • Lingua di insegnamento: Italiano
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza
  • Campus: Ravenna
  • Corso: Laurea in Società e culture del Mediterraneo: istituzioni, sicurezza, ambiente (cod. 5696)

    Valido anche per Laurea in Beni culturali (cod. 9076)

Conoscenze e abilità da conseguire

Il corso si propone di presentare criticamente i molteplici oggetti che consideriamo “patrimonio”, siti storici, memoriali, musei, parchi (includendo anche il paesaggio), per osservare i differenti modi che, società differenti, hanno scelto per costruire e gestire iI patrimonio, a volte anche in contrapposizione alla Convezione e ai valori UNESCO, secondo una prospettiva comparativa tipica dell’approccio antropologico. Il corso si propone anche di rendere contro del patrimonio come fenomeno globale e dell’industria che lo accompagna e di presentare una serie di concetti utili per studiarlo. Al termine del corso lo studente acquisisce la capacità di individuare i siti di patrimonio e leggerne i significati e le implicazioni, di utilizzare le varie definizioni di patrimonio, a partire da quelle “ufficiali” fino a quelle “locali”, di gestire istanze e processi di riconoscimento del valore in termini di patrimonio di elementi materiali e immateriali, di cogliere le motivazioni politiche e di consumo che spesso spingono le logiche di patrimonializzazione nel mondo contemporaneo.

Contenuti

Panoramica del corso

Il concetto di patrimonio culturale si è sviluppato a partire dal consolidamento degli stati-nazione europei alla fine del Settecento. In quanto tale, il patrimonio culturale è una nozione che comprende una fitta rete di dinamiche politico-sociali atte alla creazione di un senso identitario che faccia da collante all’interno di un gruppo sociale e che sia anche riproducibile nel corso del tempo, trasmissibile alle generazioni successive. In quanto tale, il patrimonio culturale consiste in una precisa politica di memorializzazione che enfatizzi determinati valori, pratiche e manufatti culturali, presentandoli come intimamente connessi, “naturalmente” parte di una comunità. Un’antropologia del patrimonio culturale, quindi, deve evidenziare come determinati gruppi sociali inneschino pratiche culturali-identitarie per affermare le proprie necessità e mire politiche del presente.

Un esempio di pratiche di patrimonializzazione sono i musei. Nati per celebrare i progressi delle scienze e della tecnica dello stato-nazione, i musei presentano i manufatti culturali secondo determinate narrative tese ad enfatizzare particolari aspetti storici e culturali degli artefatti a discapito di altre caratteristiche. Non è un caso che, in epoca coloniale, popolazioni assoggettate alle nazioni europee siano state descritte in sede museale come soggettività subalterne e scientificamente “arretrate” rispetto ai colonizzatori, proprietari e fautori delle esposizioni museali.

Con l’avvento del postcolonialismo, i processi di patrimonializzazione conoscono una radicale messa in discussione dei loro principi egemonici, aprendo il raggio d’azione a gruppi che fino ad allora erano stati dipinti in posizione subalterna. In parallelo, tuttavia, si creano organismi super-nazionali, come l’UNESCO, che, in nome di un universale concetto di umanità, attuano politiche patrimoniali che entrano in risonanza o in conflitto con tali gruppi subalterni.

Il corso si prefigge di analizzare i patrimoni culturali come oggetti etnografici derivati da processi di fabbricazione e rappresentazione circoscrivibili temporalmente, geograficamente e politicamente. Il corso, in particolare, si interroga su due temi cardine dell’antropologia del patrimonio: il processo di invenzione di una tradizione (Hobsbawn e Ranger), ovvero come determinati tratti culturali vengano ancorati alla temporalità profonda di un gruppo sociale, e il concetto di intimità culturale (Herzfeld), ovvero l’identificazione e il rispecchiamento dello stesso gruppo sociale nel “suo” patrimonio culturale.

Una volta spiegate le dinamiche di fondo dei processi di patrimonializzazione, il corso affronterà le trasformazioni sia disciplinari, sia storiche riguardanti i patrimoni culturali negli ultimi decenni. In particolare, si metteranno in luce gli elementi critici dell’antropologia del patrimonio così come emersi nel dibattito dei cosiddetti critical heritage studies. Questi ultimi hanno messo in evidenza come il concetto di patrimonio culturale sia stato declinato da nazioni non-europee nell’epoca post-coloniale e da soggetti culturali specifici secondo filosofie e pratiche sviluppate prima della dominazione coloniale. La docente farà riferimento, in particolare, ai casi della Cina continentale e di Taiwan, dove si può assistere a nuove forme di patrimonializzazione che si discostano dalla matrice culturale europea.

Accanto a questi casi extra-europei, si presenterà un quadro critico della situazione museale europea, all’interno della quale si è cercato di porre a critica i presupposti egemonici e coloniali delle collezioni etnografiche. Da un lato, si presenterà il caso del Tropenmuseum di Amsterdam, dove le collezioni coloniali sono state rivisitate con le lenti critiche di artisti e studiosi afferenti alle culture “colonizzate”, e il fenomeno recente dell’abbattimento di statue raffiguranti personaggi rilevanti del colonialismo. In questo modo, nel corso si rifletterà sul patrimonio culturale “scomodo” (dissonant e difficult heritage), ovvero appartenente a gruppi egemonici ed oppressivi del passato. Dall’altro lato, si descriveranno esempi di musei spontanei tesi a rappresentare strati sociali generalmente ignorati dalla museografia tradizionale attraverso il riutilizzo di materiali di scarto e di oggetti d’uso quotidiano, come nel caso del Museo Guatelli di Ozzano Taro (PR). La presentazione di questi temi, studi di caso e dibattiti sarà completata da una ricognizione degli strumenti metodologici propri dell’antropologia museale e patrimoniale, utili per successive ricerche nell’ambito dei beni culturali.

Obiettivi formativi

Alla fine del corso, gli studenti avranno uno sguardo critico nei confronti dei processi patrimoniali e potranno inserire il loro percorso di studio nell’ambito dei beni culturali all’interno del dibattito antropologico sui musei etnografici, il patrimonio culturale, i processi identitari, la memoria culturale e il postcolonialismo. Inoltre, il corso fornirà strumenti metodologici di base per fare ricerche e lavori antropologici con le collezioni museali e altri beni culturali.

Prerequisiti

Agli studenti è richiesta una preparazione di base sull’antropologia culturale e una buona conoscenza della lingua inglese.

Programma del corso 

I° settimana

-Nascita storica del concetto di patrimonio e il concetto di invenzione della tradizione

-Concetti di egemonia e memoria culturale

-Concetto di intimità culturale: presentazione e discussione di gruppo del testo di Michael Herzfeld

II° settimana

-Avvento dell’UNESCO: evoluzione storica delle diverse Convenzioni ed implicazioni politico-antropologiche

-Patrimonio materiale e immateriale: definizioni, differenze e politiche ad essi connessi

-Presentazione e discussione del testo L’UNESCO e il campanile

III° settimana

-Concetti di dissonant e difficult heritage: presentazione del dibattito accademico esistente

-Presentazione del caso di Documenta

-Presentazione di una ricerca condotta sulla memorializzazione del Vajont

IV° settimana

-I musei: nascita e dinamiche caratteristiche

-Musei e colonialismo

-Concetto di object-lesson: presentazione e discussione della ricerca di Emma Martin sul collezionista Charles Bell ed altri esempi di ricerca su collezioni coloniali

-Caso studio delle collezioni coloniali italiane e dei musei missionari: presentazione e discussione di gruppo

V° settimana

-Musei e pratiche patrimoniali extra-europee: un quadro d’insieme

-Il caso della Cina continentale e di Taiwan

-Musei spontanei e “subalterni” in Europa e Italia: presentazione e discussione di gruppo sui testi in programma

VI° settimana

-Museumanalyse: metodologie di analisi dei musei e dei processi di patrimonializzazione

-Contestualizzazione storica del museo oggetto di sopralluogo etnografico

-Visita a un museo etnografico (TBD)

 

Testi/Bibliografia

Bibliografia per studenti frequentanti

  1. *una dispensa che riunisce testi oggetto di discussione e presentazioni durante il corso. La dispensa sarà frazionata settimana per settimana in modo da consentire agli studenti la lettura, anche sommaria, dei testi che poi saranno discussi a lezione. Le varie parti della dispensa saranno sia caricati in forma digitale sul portale del corso, sia depositati in biblioteca. Le sei sezioni della dispensa saranno poi utilizzate in toto ai fini dell'esame finale*
  2. Un testo a scelta tra: a) Herzfeld, Michael (2003). Intimità culturale. Antropologia e nazionalismo. Napoli: L’Ancora del Mediterraneo; b) Palumbo, Berardino (2006). L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali. Milano: Meltemi
  3. *testi di approfondimento [facoltativi] forniti o consigliati dalla docente da concordare a fine corso sulla base delle tematiche affrontate con la tesina d’esame. Si vedano anche i testi a scelta per gli studenti non-frequentanti per eventuali approfondimenti*

Bibliografia d’esame per studenti non frequentanti

  1. Harrison, Rodney (2020). Il patrimonio culturale. Un approccio critico. Ediz Mylab.
  2. Un testo a scelta tra: a) Herzfeld, Michael (2003). Intimità culturale. Antropologia e nazionalismo. Napoli: L’Ancora del Mediterraneo; b) Palumbo, Berardino (2006). L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali. Milano: Meltemi
  3. Un testo a scelta tra:

Clemente, Pietro (1996). Graffiti di museografia antropologica italiana. Siena: Protagon Editori.

Clifford, James (2008). Strade. Viaggio e traduzione alla fine del secolo XX. Torino: Bollati Boringhieri.

Exell, Karen e Sarina Wakefield (2016). Museums in Arabia. Transnational Practices and Regional Processes. London: Routledge.

Grechi, Giulia (2021). Decolonizzare il museo. Mostrazioni, pratiche artistiche, sguardi incarnati. Milano: Mimesis.

Guermandi, Maria Pia (2021). Decolonizzare il patrimonio. L'Europa, l'Italia e un passato che non passa. Roma: Lit Edizioni.

Herzfeld, Michael (2016). Siege of the Spirits: Community and Polity in Bangkok. Chicago, IL: University of Chicago Press.

Kreps, Christina Faye (2003). Liberating Culture: Cross-Cultural Perspectives on Museums, Curation, and Heritage Preservation. London: Routledge.

Lusini, Valentina (2004). Gli oggetti etnografici tra arte e storia l'immaginario postcoloniale e il progetto del Musée du quai Branly a Parigi. Torino: L’Harmattan Italia.

MacDonald, Sharon (2009). Difficult Heritage: Negotiating the Nazi Past in Nuremberg and Beyond. Abingdom: Routledge.

Modern Italy, Vol. 24 Issue 2 (2019), Special Issue, The Difficult Heritage of Italian Fascism

Palumbo, Berardino (2009). Politiche dell’inquietudine: passioni, feste e poteri in Sicilia. Firenze: Le Lettere.

Tuuli Lähdesmäki, Luisa Passerini, Sigrid Kaosik.Krogerus, e Iris van Huis (a cura di) (2019). Dissonant Heritages and Memories in Contemporary Europe. Palgrave Studies in Cultural Heritage and Conflict.

Zhu, Yujie e Christina Maags (a cura di) (2020). Heritage Politics in China. The Power of the Past. London: Routledge.

 

Testi letterari consigliati: 

De Waal, Edmund (2010). Un'eredità d'avorio e d'ambra. Torino: Bollati Boringhieri.

Wiener, Gabriela (2022). Sanguemisto. Roma: La Nuova Frontiera.

 

*La docente può mettere a disposizione la sua copia dei testi in esami, qualora gli studenti non riuscissero a trovare i titoli in biblioteca. Vi è inoltre il prestito interbibliotecario per i titoli che sono presenti al Campus di Bologna: https://www.unibo.it/it/campus-ravenna/biblioteca/prestito-interbibliotecario-e-fornitura-articoli *

**I testi in dispensa discussi nella prima settimana di lezione saranno disponibili in dipartimento a partire dal 3 Novembre**

***Nel caso di studenti internazionali che avessero difficoltà a leggere in italiano, la docente accetta anche la versione in inglese dei titoli presenti in bibliografia***

Metodi didattici

Le lezioni saranno sia a carattere frontale che seminariale. Ogni tema sarà introdotto dalla docente con la presentazione di un caso studio specifico suffragato dalla proiezione di materiale multimediale. A partire dalla quarta settimana di lezione, gli studenti frequentanti si prepareranno su una parte specifica della dispensa fornita ad inizio corso per discuterla in aula a livello collegiale e con la docente. Compatibilmente con la situazione pandemica, le ultime due settimane di lezione prevederanno un'escursione in un museo etnografico presenti sul territorio, molto probabilmente il Museo degli Sguardi di Rimini. La visita prevedono interviste e dibattiti con i curatori dei tre musei e un laboratorio di osservazione ed analisi museale.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

Agli studenti frequentanti sarà richiesta una breve presentazione orale dei testi in dispensa nel corso delle sedute seminariali, sia individuale che di gruppo, a partire dalla quarta settimana di lezione. Al termine delle lezioni, si richiederà la redazione di una tesina di non più di dieci pagine su un tema a scelta dello studente che rifletta criticamente sulla letteratura, su dibattiti scaturiti durante il corso delle lezioni, e sulla visita-laboratorio etnografico nel museo. Si consiglia di scegliere uno dei 6 temi affrontati ogni settimana durante il corso, iniziando con un inquadramento teorico, sulla scorta dei contenuti espressi nei testi in esame, per poi dedicare il resto della tesina su un caso etnografico o dei beni culturali specifico. La docente è a disposizione nel concordare con e fornire testi di approfondimento agli studenti a seconda dei temi delle tesine.

Ai non frequentanti sarà richiesta una prova orale per accertarsi della comprensione e della rielaborazione critica dei testi in esame e della presentazione ed approfondimento di un caso etnografico a scelta tra quelli forniti nell'elenco dei possibili testi d'esame.

 

La valutazione finale si atterrà alle seguenti indicazioni:

- voto insufficiente: carenza delle conoscenze di base e incapacità di produrre un'interpretazione corrette dei testi e/o dei problemi -

- voto sufficiente (18-22): possesso delle conoscenze di base; interpretazione prevalentemente corretta, ma condotta con imprecisione e scarsa autonomia.

- voto buono (23-27): possesso di conoscenze di livello intermedio; interpretazione pienamente corretta, ma non sempre precisa e autonoma.

- voto eccellente (28-30 e lode): possesso di conoscenze di livello elevato; interpretazione dei problemi non solo corretta ma condotta con autonomia e precisione. Ottima capacità di espressione orale.

Strumenti a supporto della didattica

Materiale fotografico delle ricerche condotte dalla docente; materiale audiovisivo

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Valentina Gamberi