28017 - STORIA DELLA FILOSOFIA ANTICA (1) (LM)

Anno Accademico 2019/2020

  • Docente: Carlotta Capuccino
  • Crediti formativi: 6
  • SSD: M-FIL/07
  • Lingua di insegnamento: Italiano

Conoscenze e abilità da conseguire

Tre obbiettivi principali: filologico: fornire gli strumenti indispensabili per lo studio della filosofia antica greca e romana, in particolare attraverso manuali di filologia filosofica come i Problemi di Filologia Filosofica di Mario Untersteiner (1980) e l'Introduzione alla Filosofia Antica di Livio Rossetti (1998), e un seminario di lettura lenta di un testo filosofico antico nella lingua originale; dialettico: addestrare alla discussione di un problema filosofico attraverso l'esame delle soluzioni antiche confrontate con altre soluzioni, in particolare della filosofia moderna e contemporanea; retorico: offrire un metodo di scrittura filosofica in vista della redazione dell'esercitazione scritta di filosofia antica prevista dal programma d'esame.

Contenuti

L’Etica della Felicità: Il Contributo di Aristotele al Dibattito Contemporaneo

Le lezioni si terranno martedì (h 15-17), giovedì (h 11-13) e venerdì (h 11-13) in aula C (via Zamboni, 34), a partire da martedì 1 ottobre 2019.

 

The moments of happiness – not the sense of well-being,

Fruition, fulfilment, security of affection,

Or even a very good dinner, but the sudden illumination –

We had the experience but missed the meaning.

T. S. Eliot, Four Quartets, III: The Dry Salvages

 

È da sempre opinione condivisa che la felicità sia qualcosa della massima importanza, se non la cosa più importante in assoluto: così pensava Platone («grazie al possesso di ciò che è buono sono felici le persone felici e non c’è più bisogno di chiedere in aggiunta: “A che scopo vuol essere felice colui che vuole esserlo?” Ma si direbbe che la risposta sia definitiva», Smp. 204e-205a); così Ludwig Wittgenstein a molti secoli di distanza («E se ora domando a me stesso: ma perché dovrei vivere felicemente?, ecco che questa di per sé mi sembra una domanda tautologica: la vita felice sembra giustificarsi da sé, sembra che sia l’unica vita giusta», Quaderni 1914-191, 30.7.16). Tuttavia, almeno a prima vista, sembra valere per il concetto di felicità quello che Agostino diceva a proposito del tempo: «Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più» (Conf. XI xiv 17). Tutti noi abbiamo sperimentato nel corso della nostra vita qualcosa che, se ce lo domandassero, chiameremmo ‘felicità’, per esempio dicendo che abbiamo vissuto momenti felici, un periodo o un anno felice, ecc., facendo quindi un uso assolutamente comune dell’aggettivo ‘felice’. Ma se ci domandassero ‘Che cos’è la felicità?’, forse non saremmo così pronti a rispondere o, nel tentativo di farlo, ci accorgeremmo di quanto sia difficile dare una risposta, e ancor più dare una risposta univoca. La felicità è una di quelle cose che credi di sapere cosa siano finché nessuno te lo domanda e che nel momento in cui te lo domandano ti accorgi invece di non sapere. Questo tipo di domanda solleva quello che Wittgenstein riteneva un problema eminentemente filosofico. Ma questo problema filosofico sembra avere anche un côté pratico: se non so cosa esattamente sia la felicità pur ritenendola una delle cose più importanti della vita – se non la più importante – come faccio a perseguirla? Come oriento la mia ricerca senza rincorrere falsi obiettivi che potrebbero compromettere irrimediabilmente la qualità della mia vita?

Gli antichi greci non parlavano di felicità ma di eudaimonia, qualcosa di analogo alla nostra felicità ma insieme di profondamente diverso. Aristotele ha fondato per primo un’intera etica a partire da questo concetto, dandone una definizione che per il nostro senso comune è quanto di più lontano e paradossale. Ciò nonostante, le tesi aristoteliche sono state e sono tuttora al centro del dibattito contemporaneo sul tema, influenzando soprattutto quell’orientamento dell’etica normativa che prende il nome di Virtue Ethics, e in particolare di Eudaimonistic Virtue Ethics, distinguendosi dalla deontologia e dall’utilitarismo. Scopo di queste quindici lezioni è dunque raccogliere una duplice sfida: mostrare in che misura l’analisi aristotelica dell’eudaimonia sia anche una buona analisi del concetto o dei concetti odierni di felicità, suggerendoci una più chiara via da percorrere per essere felici; e insieme restituire alla voce di Aristotele un ruolo nel dibattito contemporaneo che non sia soltanto strumentale, attraverso la lettura lenta di alcuni passi significativi dell’Etica Nicomachea.

 

Testi/Bibliografia

  • Aristotele, Etica Nicomachea, a cura di Carlo Natali, Roma-Bari: Laterza, 1999.
  • Capuccino, Carlotta, Aristotele e l’etica della felicità: Etica Nicomachea I, «Philosophia», XII-XIII (2015) 1-2, pp. 23-75.
  • Sumner, L. Wayne, Happiness Now and Then, in L. J. Jost, R. A. Shiner (a cura di), Eudaimonia and Well Being: Ancient and Modern Conceptions, Kelowna, BC: Academic Printing & Publishing, 2002, pp. 22-39.
  • Tatarkiewicz, Wladyslaw, Analisi della felicità (1976), trad. it. di S. Melani, Napoli: Guida, 1985.

* La bibliografia sarà integrata durante il corso.

Metodi didattici

CORSO DI LEZIONI FRONTALI (12 lezioni)

Metodi adottati:

  • Lettura lenta delle fonti in lingua originale e attraverso un confronto di traduzioni.
  • Analisi linguistica e dei campi semantici.
  • Analisi argomentativa e brevi componimenti (pensum).

SEMINARIO DI SCRITTURA FILOSOFICA (3 lezioni)

  • Norme di redazione.
  • Saggio di lettura di un'opera antica: forma e contenuti.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

L’esame (6 cfu) prevede (1) una esercitazione scritta di 10/15 pagine standard, da redigere secondo le indicazioni del seminario di scrittura che si terrà durante le ultime tre lezioni del corso, e (2) un colloquio orale. Lo scritto andrà consegnato circa un mese prima di ogni appello nella data di volta in volta indicata; i colloqui individuali si svolgeranno secondo un calendario che sarà pubblicato sulla pagina web docente una settimana prima dell’appello e prevederanno una discussione dell’esercitazione scritta e lo studio degli argomenti trattati durante il corso attraverso un elenco di 10 quesiti distribuito alla fine delle lezioni. Gli studenti che nella loro carriera non hanno mai sostenuto un esame di Storia della Filosofia Antica dovranno concordare in aggiunta lo studio di un profilo storico-filosofico adeguato.

È possibile sostenere un esame da 12 cfu frequentando in aggiunta al corso di lezioni di SFA (1) LM le 30 ore del seminario di lettura di un’opera antica tenuto dal Prof. Walter Cavini tra aprile e giugno (SFA [2] LM). La frequenza al seminario, previo colloquio individuale in data da definirsi, richiede una partecipazione attiva e costante, che consisterà nella presentazione di una seduta del seminario, con preparazione del relativo handout, e nel contributo alla discussione comune di ogni seduta. L’esame orale resterà invariato; l’esercitazione scritta potrà essere svolta sui temi del corso o su quelli del seminario a scelta dello studente e andrà consegnata nella data prevista insieme a una copia riveduta e corretta del proprio handout.

PROGRAMMA PER STUDENTI NON FREQUENTANTI

Gli studenti che per motivate ragioni non possono frequentare dovranno concordare per tempo un programma alternativo durante le ore di ricevimento.

Strumenti a supporto della didattica

  • Handout con i passi tratti dalle fonti.
  • Diagrammi di partizione e mappe concettuali.
  • Dispense: (1) Norme di redazione per un saggio breve; (2) Seminario di scrittura filosofica.

* Tutti i materiali saranno proiettati durante le lezioni e messi a disposizione degli studenti in formato .pdf.

  • Pagine web.
  • Banche dati e repertori bibliografici.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Carlotta Capuccino