Guglielmo Marconi

Inventore, Imprenditore, Senatore del Regno d’Italia, Premio Nobel per la Fisica (Bologna, 25 aprile 1874 – Roma, 20 luglio 1937).

L’abilità di Guglielmo Marconi, che lo condusse al premio Nobel per la Fisica, a 16 lauree honoris causa e a svariati riconoscimenti internazionali, sta nella sperimentazione di un giovane autodidatta, che dalla sua villa di campagna presso Bologna, riuscì per primo a intuire la portata imprenditoriale dei segnali radio.

Guglielmo MarconiGuglielmo Marconi nacque nel 1874 a Bologna, in via IV Novembre, una delle antiche strade del centro storico costellate nel Medioevo dalle dimore dei professori universitari e dalle loro scuole.

Il padre Giuseppe era un proprietario terriero, mentre la madre, Anne Jameson, era figlia di un ricco distillatore irlandese.

Come era ancora d’uso, Guglielmo ricevette l’istruzione elementare in casa, intraprendendo in seguito studi tecnici in maniera discontinua, prima a Firenze e poi a Livorno. 

Si ritirò quindi nella villa paterna di Pontecchio (BO), dove da autodidatta intraprese i suoi primi esperimenti.

Informandosi attraverso la letteratura scientifica internazionale e stringendo rapporti di collaborazione con importanti scienziati dell’Alma Mater Studiorum, come il fisico Augusto Righi, sviluppò in senso pratico le verifiche empiriche che si stavano effettuando attorno alla teoria del campo elettromagnetico formulata nel 1873 dello scozzese James Maxwell.

Nel 1895 fu finalmente pronto a trasmettere il primo segnale a distanza mediante onde radio.

Nel febbraio dell’anno seguente, accompagnato dalla madre, il ventiduenne sbarcò a Londra, dove presentò la prima richiesta provvisoria di brevetto (5 marzo 1896) e successivamente quella definitiva (2 giugno 1896), ottenendo risposta positiva solo il 2 luglio del 1897.

Dopo aver dato prova della sua invenzione, con abili capacità imprenditoriali, Marconi fondò la Wireless Telegraph Trading Signal Company (poi Marconi Wireless Telegraph Company). La sua fama giunse anche ai sovrani inglesi che gli permisero la prima sperimentazione senza fili sul mare: dalla residenza della regina Vittoria a Ballycastle il segnale giunse allo yacht del principe del Galles.

Poco più tardi si capì empiricamente l’importanza dei segnali marittimi, quando avvenne la prima richiesta di soccorso da un battello in avaria.

Le distanze coperte dai segnali radio si fecero sempre più estese fino al 1901, quando tra Poldhu, in Cornovaglia, e St. John’s, in Terranova, fu trasmessa la prima comunicazione senza fili transoceanica. Avvalendosi di strumentazioni fino ad allora inimmaginate dai fisici accademici, Marconi credeva di sfruttare la curvatura della superficie terrestre per indirizzare il segnale radio su spazi vastissimi, senza sapere che in realtà a permettere l’arrivo delle onde elettromagnetiche sono gli strati ionizzati dell’atmosfera, sui quali esse rimbalzano.

Il successo fu immediato e nel 1902 l’Alma Mater Studiorum, attraverso la Scuola d’Applicazione per gli Ingegneri, gli conferì la laurea honoris causa. Nello stesso anno Marconi cedette gratuitamente i suoi brevetti al Ministero delle Poste e dei Telegrafi italiano, vincolando le stazioni nazionali a usare solo apparecchi di sua produzione.

Bologna continuò a esaltare il suo cittadino più illustre, dedicandogli la prima sala cinematografica stabile della città, attiva dal 1904 al 1914 nel Mercato di Mezzo, e il nuovo Istituto Tecnico ad indirizzo commerciale inaugurato nel 1906.

Nel frattempo, Marconi aveva iniziato a collaborare con la Marina italiana, collaudando per essa antenne trasmettitrici impiegate per comunicare anche con le colonie africane.

Nel 1907 lo scienziato collaudò un sistema regolare di comunicazioni transoceaniche che venne gestito dalla Marconi Corporation, la cui rilevanza venne ‘pubblicizzata’ nel 1909 dall’eclatante soccorso navale che salvò 1700 passeggeri del transatlantico ‘Republic’, speronato accidentalmente dal piroscafo ‘Florida’.

Ciò contribuì non poco alla sua vittoria, nello stesso anno, del premio Nobel per la Fisica, condiviso col fisico Carl Ferdinand Braun. Marconi era già stato più volte candidato ma attorno a lui era cresciuto il malcontento del mondo accademico e così, dopo la notorietà del salvataggio, si era arrivati al compromesso di conferire sia a lui, sia al più ortodosso professore tedesco, l’ambito titolo.

Un altro soccorso, questa volta meno fortunato ma immortalato dalla storia, quello del Titanic, consolidò la sua notorietà soprattutto in America (Marconi stesso e la sua famiglia erano stati invitati a partecipare alla crociera, ma per motivi vari, fortunatamente, avevano declinato l’invito).

L’Italia non poteva perdere l’occasione di avere tra le fila del suo sistema politico un personaggio tanto in vista e così, nel 1914 Marconi venne nominato senatore a vita, arruolandosi pochi mesi più tardi, nel 1915, nel Regio Esercito, prima come tenente poi come capitano. Infine, divenne Capitano della Regia Marina, inaugurando nel 1916 quello che sarebbe stato un continuo e formidabile avanzamento di grado.

Durante il primo conflitto mondiale Marconi capì la necessità di sviluppare un sistema più efficiente di comunicazione, non più basato su onde lunghe, ma costituito da onde corte, capaci di transitare attraverso un fitto sistema di ponti radio.

Alla fine della guerra, in rappresentanza dell’Italia, venne mandato alla Conferenza di pace di Parigi (1919), ritornando con l’amarezza e la delusione per la vittoria mutilata’. Quando infatti lo si incaricò di convincere d’Annunzio a lasciare la presa di Fiume (1920), non ci volle molto da parte del Vate a farlo aderire alle cause istriane e fargli diramare messaggi radio in favore dell’impresa.

Il sentimento patriottico e nazionalista lo coinvolse poi nella politica fascista. Nel 1927 venne nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel 1930 presidente della Regia Accademia d’Italia (ne era socio dal 1912), e nel 1933 presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Ricevette quindi il titolo ereditario di Marchese dal re Vittorio Emanuele III.

Nonostante la carriera romana e i successi internazionali, nel 1933, quando Marconi mostrò ad alcuni alti ufficiali il funzionamento di un primitivo radar, le cui sperimentazioni erano iniziate dieci anni prima, non venne sostenuto e dovette abbandonare il progetto.

Fu invece sempre acclamato dalla sua Bologna con la quale mantenne uno stretto rapporto di appartenenza. Nel 1926 tenne in Archiginnasio un discorso a braccio nel quale raccontò la vita delle sue sperimentazioni, dichiarandosi ancora legato ai suoi primi passi bolognesi.

L’Università gli concesse in seguito, nel 1934, una seconda laurea ad honorem, questa volta in Fisica, proclamata dall’allora rettore Alessandro Ghigi e concessa da Quirino Majorana, direttore dell’Istituto di Fisica, subentrato nel 1921 ad Augusto Righi, primo grande sostenitore del giovane autodidatta.

Tra le ultime imprese di Marconi va infine ricordata la collaborazione con la BBC londinese che, grazie al suo sistema elettronico EMI Television, potette inaugurare, nel 1936, il primo servizio televisivo regolare al mondo.

Il 20 luglio del 1937 Marconi morì a Roma e alla notizia le stazioni radio di tutto il mondo sospesero le trasmissioni per due minuti. Per volere dello stesso, i funerali si celebrarono a Bologna, nella basilica di San Petronio, e il feretro venne deposto nel cimitero monumentale della Certosa. Nel 1941, la salma venne poi riesumata e sepolta nel mausoleo marconiano, costruito dall’architetto Marcello Piacentini presso la villa Griffone di Pontecchio, dove l’ingegnoso Guglielmo aveva collaudato i suoi primi esperimenti.

Nel 1938 in onore del loro più illustre cittadino il paese e il suo comune assunsero il suo nome: Pontecchio Marconi e Sasso Marconi. Nello stesso anno villa Griffone divenne Fondazione, destinata a ospitare dal 1966 il Centro per lo studio e la ricerca nel campo delle radiocomunicazioni.

A Bologna intanto, nel 1949, venne rinominata in suo onore la centrale via Roma, sulla quale, per ironia della sorte si affaccia tutt’oggi la casa natale di Luigi Galvani. Il medico dell’elettricità animale e il fisico delle onde radio comunicano così nel cuore della città.

Non poteva, infine, che essere dedicato a lui, il nuovo Aeroporto cittadino, inaugurato nel 1963.

In un mondo globale, dove le informazioni sono divenute primaria fonte di potere, ma anche fattore indispensabile di integrazione e progresso, Marconi può essere a giusto merito insignito del titolo di imprenditore della modernità.

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