Graziano

Monaco camaldolese, giurista e maestro di Arti Liberali, nonché autore del Decretum Gratiani e fondatore del Diritto canonico (Chiusi o Ficulle, 1075 ca. – Bologna, 1145 ca.).

Se Irnerio ha poggiato la sua Scuola di Diritto romano sul testo giustinianeo del Corpus Iuris Civili, Graziano, fondatore della Scuola di Diritto Canonico, non aveva un così strutturato riferimento storico. Fu lui stesso a creare le basi del futuro Corpus Iuris Canonici, raccogliendo nel suo Decretum e impartendo ai suoi scolari un patrimonio giuridico ecclesiastico millenario e mai analizzato prima con rigore.

GrazianoVerosimilmente originario di Chiusi, nella Tuscia matildica (fonti posteriori lo vogliono di Ficulle in provincia di Terni), Graziano insegnò Arti Liberali come monaco camaldolese (forse addirittura come vescovo) nel complesso episcopale dell’importante cattedrale cittadina.

La diocesi chiusina a quei tempi era scossa da accese faide legate alla Lotta per le Investiture, essendo stata in parte ceduta dall’imperatore Enrico V a papa Pasquale II (1111), e trovandosi quindi a metà tra il Marchesato toscano e lo Stato della Chiesa. Graziano probabilmente comprese, anche grazie a questi disordini, l’importanza del Diritto e la necessità di risolvere i precari equilibri di potere attraverso un nuovo ordinamento legale.

Durante lo scisma per le elezioni papali del 1130, Graziano si schierò col papa filo-imperiale Innocenzo II, seguendolo fino in Francia come suo consulente (compare al Concilio di Reims del 1131). In quell’occasione incontrò vari illustri pensatori, tra cui Pietro Abelardo, precursore della Scolastica, ed ebbe modo di approfondire la conoscenza di alcuni assunti teologali d’oltralpe.

Fu allora che intraprese la stesura del suo Decretum (Concordia discordantium canonum): un insieme di canoni e decretali raccolti e spiegati in maniera innovativa, con moderna e autonoma scientificità giuridica.

Tra il 1132 e il 1133 iniziò a insegnare a Bologna nei monasteri di S. Felice e Naborre, S. Procolo e S. Stefano, fondando la Scuola di Diritto Canonico, nella quale per la prima volta la materia giuridica venne separata da quella teologale.

Ebbe modo anche di avvicinarsi alla locale Scuola dei Glossatori apprendendo numerose nozioni di Diritto romano, che andarono ad arricchire il Decretum.

Tra i suoi tanti allievi vi fu anche Rolando Bandinelli, futuro papa Alessandro III, col quale, nel 1139, si recò a Roma per assistere al Concilio Lateranense II: occasione questa per la rielaborazione del Decretum.

Morì verosimilmente nel 1145, affidando la sua opera alla Scuola dei Decretisti, responsabile del continuo studio e aggiornamento dei testi in essa trattati.

Il Decretum rimase testo fondamentale nell’insegnamento delle Arti Liberali in tutta Europa e nella Scuola bolognese di Diritto Canonico, ma anche manuale pratico in ogni tribunale ecclesiastico.

Fu promulgato ufficialmente, dopo numerose rivisitazioni, dal papa bolognese Gregorio XIII (al secolo Ugo Boncompagni), solo nel 1580, due anni prima di essere posto come pietra angolare del Corpus Iuris Canonici, testo normativo capitale della Chiesa cattolica in uso fino al 1917.

Il prestigio di Graziano venne riconosciuto universalmente e ricordato nel X Canto del Paradiso, dove San Tommaso d’Aquino presenta a Dante il giurista canonico come spirito sapiente nel luminoso Cielo del Sole:

Quell’ altro fiammeggiare esce del riso
di Grazïan, che l’uno e l’altro foro
aiutò sì che piace in paradiso.