Felice Battaglia

Giurista, Filosofo, Rettore dell’Alma Mater Studiorum, Professore di Filosofia morale e di Filosofia del Diritto, Direttore dell’Istituto di Filosofia, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Presidente del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione (Palmi (RC), 23 maggio 1902 – Bologna, 28 marzo 1977).

Un alto senso di responsabilità sociale e intellettuale lo ha sempre contraddistinto, tanto nel suo ruolo di docente, quanto in quello di rettore universitario. Con lui l’Ateneo è risorto dai drammi della Seconda guerra mondiale ed è entrato pienamente nella stagione del boom economico e della partecipazione studentesca.

Felice Battaglia Felice Battaglia nacque a Palmi (Reggio Calabria) nel 1902. A seguito del terremoto di Messina del 1908, si trasferì con la famiglia a Roma, dove compì i suoi studi universitari, laureandosi in Giurisprudenza nel 1925 con una tesi su Marsilio da Padova, pubblicata nel 1928. Parallelamente alla formazione giuridica, seguì corsi di Lettere e Filosofia, presso maestri come Vittorio Emanuele Orlando, Gaetano Mosca e Giorgio Del Vecchio. Quest’ultimo fu decisivo nell’introdurlo alle correnti del neokantismo e dell’idealismo. Proprio questa sintesi fra diritto e filosofia avrebbe costituito il fulcro della sua futura speculazione teorica.

Nel 1927, Battaglia ottenne la libera docenza in Filosofia del Diritto, avviando così la sua carriera accademica, pur mantenendo, per necessità familiari, un impiego anche presso il Ministero della Pubblica Istruzione fino al 1932, anno nel quale gli venne assegnata la cattedra all’Università di Siena.

Pochi anni più tardi, nel 1938, si trasferì a Bologna, nel cui Ateneo avrebbe insegnato per il resto della vita. Per decenni ricoprì il duplice ruolo di docente di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia (1938-1972) e di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza (1939-1945 e 1958-1963), rappresentando un ponte tra i due ambiti accademici.

Battaglia si distinse non solo per la riflessione teorica, ma anche per l’impegno istituzionale.

Quando Bologna venne liberata, il 21 aprile 1945, fu a lui che si diede l’incarico di Commissario dell’Alma Mater, decaduto il ruolo rettorale di Goffredo Coppola. Fu un ruolo delicatissimo, che durò solo alcuni giorni, fino al 5 maggio, quando il pre-rettorato prima e il rettorato poi vennero assegnati a Edoardo Volterra, giurista precedentemente allontanato dalla docenza a causa delle Leggi razziali fasciste.

Battaglia fu quindi Preside della Facoltà di Lettere dal 1945 al 1950 e Direttore dell’Istituto di Filosofia per quasi un ventennio, dal 1960 al 1977. Tuttavia, il vertice della sua carriera universitaria fu raggiunto con la nomina a Rettore dell’Università di Bologna, carica che ricoprì in due distinti periodi: dal 1950 al 1956 e nuovamente dal 1962 al 1968. In tali anni, contribuì in modo determinante al rilancio dell’Ateneo bolognese nel secondo dopoguerra, promuovendo un clima culturale di apertura e innovazione, coerente con la sua visione liberal-spiritualistica anche riferita all’ambito universitario, inteso come luogo di libera elaborazione del pensiero.

Il suo secondo mandato rettorale, però, si concluse in un clima di tensione. In un contesto segnato da profonde trasformazioni sociali e studentesche, Battaglia rassegnò le dimissioni dalla carica di Rettore il 22 marzo 1968. Le dimissioni furono inizialmente sospese, ma segnarono comunque l’epilogo della sua presenza ai vertici dell’Ateneo. Le ragioni di tale passo furono probabilmente da ricondurre tanto alla conflittualità crescente del periodo quanto alla coerenza morale e intellettuale che aveva sempre contraddistinto il suo agire: rifiutava una gestione autoritaria, ma non poteva accettare neppure il venir meno delle condizioni minime di autorità accademica fondata sul dialogo.

Battaglia fu membro di importanti organismi nazionali, tra cui il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, la Consulta didattica nazionale e la Commissione per la riforma della scuola.

A livello culturale, fu tra i fondatori e animatori del Centro di studi filosofici di Gallarate, punto di riferimento per il pensiero spiritualista italiano. La sua produzione intellettuale, ampia e articolata, toccò i temi fondamentali del diritto, della morale, della storia e della politica, offrendo una originale sintesi fra idealismo, storicismo e spiritualismo cristiano. Tra i suoi scritti principali si annoverano “Diritto e filosofia della pratica”, “Il valore nella storia”, “I valori fra la metafisica e la storia” e “Economia, diritto, morale”.

Felice Battaglia morì a Bologna il 28 marzo 1977, lasciando un’eredità accademica e speculativa che si riflette nella formazione di allievi di rilievo, come Nicola Matteucci, Guglielmo Forni Rosa e Enzo Melandri.

L’Università di Bologna gli ha dedicato la sezione di Filosofia della Biblioteca di Filosofia e Comunicazione, mentre il Comune ha a lui intitolato una via, omaggiando così un intellettuale che ha fatto della riflessione e del servizio universitario la cifra di un’intera esistenza.

Aiutaci a migliorare il sito