03607 - DIRITTO PENALE COMMERCIALE

Anno Accademico 2009/2010

  • Docente: Elio Carletti
  • Crediti formativi: 8
  • SSD: IUS/17
  • Lingua di insegnamento: Italiano
  • Moduli: Elio Carletti (Modulo 1) Marco Sforzi (Modulo 2)
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 1) Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 2)
  • Campus: Bologna
  • Corso: Laurea Magistrale in Economia e professione (cod. 0900)

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso lo studente ha acquisito le conoscenze relative al diritto penale applicabile in caso di svolgimento di attività imprenditoriali, specie se collettive.

Contenuti

L'insegnamento concerne il composito settore del diritto penale complementare che ha ad oggetto l'esercizio dell'impresa commerciale. La disciplina, tradizionalmente qualificata come “Diritto penale commerciale”, si è progressivamente estesa dagli originari settori del diritto penale fallimentare (artt. 216 e ss. D.Lgv. n. 267/1942, c.d. “Legge fallimentare”) e del diritto penale societario (artt. 2621 e ss. c.c.), entrambi di matrice ottocentesca, ad altri aspetti dell'attività economica o dei suoi effetti fino a generare ulteriori sotto-sistemi dotati di relativa autonomia: diritto penale tributario, bancario, valutario, del lavoro, del mercato finanziario e dell'ambiente; tutti comunque riconducibili, attraverso il “contesto” nel quale gli illeciti sono normalmente realizzati, all'attività d'impresa.

La complessità della materia e la difficoltà di individuarne la precisa estensione sono attestate anche dalla diversa definizione dei corsi universitari che se ne occupano: dal “Diritto penale commerciale" al "Diritto penale dell'impresa”, dal “Diritto penale degli affari” al “Diritto penale dell'economia”.

Nel nostro Paese e in larga parte dell'Unione europea, gli ultimi anni del Novecento e i primi di questo secolo sono stati connotati dal tentativo di rielaborare le diverse materie al fine di armonizzarne gli effetti sul piano dell'incidenza applicariva e dell'impatto sanzionatorio, oltre che per adeguare le norme più risalenti ai principi di garanzia e all'evoluzione della scienza penale. Notevole e determinante pressione in tal senso è dovuta ai frequenti interventi degli organi CEE e poi dell'UE diretti ad omologare le diverse discipline degli stati membri sia per tutelare gli interessi comunitari in quanto tali, sia per eliminare quelle differenze di normazione nazionale facilmente utilizzabili dagli operatori – perfettamente in grado di sfruttare i margini di relativa impunità eventualmente offerti dai diversi ordinamenti – per eludere le regole vigenti nel Paese di residenza.

Detto progetto di riforma e di omologazione è tutt'altro che riuscito, quanto meno in Italia e fino ad oggi, anche perché le commendevoli aspirazioni di coordinamento e di modernizzazione del diritto penale commerciale sono state costrette a confrontarsi, per un verso, con l'introduzione di nuove fattispecie dotate di scarsissima effettività rispetto a quelle sostituite; per l'altro, con novellazioni all'evidenza ispirate dall'allarme sociale provocato dai ricorrenti default societari e dalle colossali frodi finanziarie ormai all'ordine del giorno, quindi straordinariamente “aperte” nella loro formulazione e dotate di sanzioni sia detentive che pecuniarie di notevolissimo (se non irragionevole) rilievo, in assoluta contraddizione con la pur condivisa esigenza di un diritto penale minimo, dell'eliminazione delle sanzioni criminali pecuniarie oltre che della necessaria riduzione di quelle detentive. Nel nuovo e contraddittorio sistema di controllo sociale così adottato si è altresì introdotto un nuovo protagonista, l'illecito amministrativo, per l'occasione dotato di pesanti sanzioni pecuniarie e interdittive oltre che di misure accessorie e cautelari profondamente invasive. E' stato così apprestato un “sistema non-penale" orientato a colpire, per così dire “in parallelo”, la persona fisica autrice dell'illecito e la persona giuridica “di riferimento”; tale nuovo sistema talvolta si affianca a quello propriamente penale e alla relativa sanzione irrogata alla persona fisica che ha commesso il fatto di reato (come nel diritto penale del mercato finanziario), in altri è applicabile se il fatto non attinga rilievo penale (come nel caso nel quale le false comunicazioni sociali non superino le soglie quantitative previste dalla norma incriminatrice), in altri ancora è destinato alle sole persone giuridiche e agli enti sul presupposto dell'avvenuta consumazione, da parte di un Insider, di una determinata (ma singolarmente variegata) tipologia di delitti che siano stati commessi nell'interesse o a vantaggio dell'ente di appartenenza.

Ciò che impone un'attenta riflessione sull'assetto sanzionatorio dell'attuale diritto penale commerciale, particolarmente al fine di ri-valutare la congruità o meno del ricorso all'illecito amministrativo (strettamente sanzionatorio) in vicarietà della (o, addirittura, insieme alla) fattispecie penale, poste le garanzie sostanziali e processuali di gran lunga più flebili assicurate dall'ordinamento per il primo, in ragione del fatto che la relativa sanzione non attingerebbe il bene fondamentale della la libertà personale.

Il riscontro delle applicazioni giurisprudenziali in tema di responsabilità amministrativa “da reato” delle persone giuridiche - introdotta dal D. Lgv, n. 231/2001 e progressivamente ampliata anche con riferimento a più settori del diritto penale dell'economia e dell'impresa - e l'analisi delle nuove tipologie di illecito amministrativo a carico delle persone fisiche inserite nell'ordinamento “in parallelo” o in alternativa rispetto alle corrispondenti fattispecie penali (come nel caso delle novellate norme sull'Insider Trading e sulla «manipolazione del mercato» finanziario introdotte dalla «Legge comunitaria 2004», L. n. 62/2005, e del testo vigente degli artt. 2621 e 2622 c. c., novellato dalla L. n. 262/2005) offriranno la possibilità di considerare – insieme alla coerenza di tali forme di responsabilità rispetto al “sistema” – quale ruolo competa, nel controllo sociale della criminalità di impresa, alle sanzioni non-penali e al loro elevato impatto patrimoniale e interdittivo.

Le novellazioni normative dell'ultimo decennio hanno investito significativamente il diritto penale societario, totalmente riformato nel 2002, quello concernente il mercato dei titoli quotati e, seppure in misura marginale – almeno per ora – il diritto penale fallimentare; sicché anche i settori tradizionali del diritto penale commerciale rappresentano un oggetto di studio privilegiato al fine di valutare le prospettive di sviluppo dell'intero “sistema” del controllo sociale tramite la sanzione punitiva. Infatti, esso pare oggi trovare, proprio nella materia che ci interessa, una sorta di “laboratorio” di sperimentazione la cui creazione è stata certamente favorita dall'allarme sociale (effettivo o indotto che sia) provocato dai recenti, sempre più rilevanti negli effetti, scandali societari e finanziari.

Solamente due fattispecie del diritto penale fallimentare sono state modificate: una - l'art, 223, 2° comma, n. 1 - nel 2002, “a traino” della riforma del diritto penale societario; l'altra - l'art. 218 - con la L. n. 262/2005, peraltro nella quanto meno apparente assenza di coordinamento con le altre norme vigenti in tema di ricorso abusivo al credito. L'intera disciplina penale delle procedure concorsuali è stata oggetto di diversi progetti di riforma nell'ambito di un contrastato processo, avviato già nel 1999 e connotato dalla periodica presentazione di disegni di legge via via dichiarati di imminente approvazione, poi altrettanto improvvisamente scomparsi dall'agenda dei lavori parlamentari. Allo stato, il frutto di tale andamento “carsico” si è sedimentato nella sola modifica di buona parte degli istituti processuali e civilistici concorsuali.

Il corso si propone quindi di orientare gli studenti alla conoscenza dei delicati rapporti fra i principi e gli istituti del diritto penale generale e alcuni settori del diritto penale extra-codicistico connotati da una funzione tendenzialmente sussidiaria rispetto ai “rami” extra-penali dell'ordinamento ai quali accedono. Il discente potrà così constatare la difficile opera che si impone all'interprete per adattare i principi costituzionali in materia penale e gli istituti del diritto penale generale al descritto rapporto fra le fattispecie criminali del diritto complementare e il sistema di norme extra-penali di riferimento. Il risultato perseguito dall'insegnamento è quindi quello di fare acquisire allo studente conoscenze e indicazioni metodologiche utilizzabili nei diversi “sotto-sistemi” del diritto penale commerciale, ove – al cospetto quasi sempre pluri-personale e comunque pre-organizzato (a fini leciti) della struttura d'impresa – il diritto penale generale, fortemente condizionato dall'impostazione strettamente individualistica che lo connota, stenta non poco ad adattarsi.

Il confronto fra le posizioni dottrinali e gli orientamenti giurisprudenziali sulle fattispecie oggetto del corso potrà offrire inoltre la possibilità di verificare – “sul campo” e in una materia oggetto di accese dispute, non solo sul piano strettamente giuridico – la tensione esistente fra l'elaborazione teorica e il c.d. diritto vivente.

Infine, occorrerà dare conto di quel rilevante fenomeno che è stato acutamente definito come “l'esplosione del controllo societario”, consistente nella creazione di nuove articolazioni della funzione di Auditing interno all'impresa esercitata in forma societaria, sostanzialmente sovrapposte a quelle più tradizionali, nonché del ruolo e dell'attività delle Autorità di Vigilanza esterne; tenendo conto che il primo fenomeno ha dato luogo a non sopite discussioni sulla creazione di nuove “posizioni di garanzia” (con il correlato obbligo di impedimento di fatti di rilievo penale o comunque illeciti) e che il secondo – già sedimentato nell'esperienza sia normativa che pratica – ha prodotto numerose fattispecie "di disobbedienza”, difficilmente compatibili con il principio costituzionale di riserva assoluta di legge in materia penale.

Il corso sarà condotto affondando alcune “sonde” nella descritta materia alla ricerca di una metodologia tendenzialmente unitaria che – ove possibile –permetta di orientare il discente nell'approccio interpretativo all'intero diritto penale commerciale, dunque anche rispetto a quelle parti dell'ampio “sotto-sistema” che non saranno oggetto di specifica trattazione; come anche nel caso nel quale intervengano nella materia ulteriori modifiche, peraltro da tempo annunciate.

Ciò che impone a chi insegna e agli studenti di dare e di avere a disposizione un compendio perfettamente aggiornato delle norme che si esamineranno, come anche di mantenere la più stretta attenzione agli organi di informazione specializzata disponibili.

Obiettivo dell'insegnamento è dunque quello di permettere agli studenti di avere un quadro consapevole della disciplina legislativa di riferimento, nella prospettiva di coltivarne l'analisi aggiornata anche al termine degli studi per indirizzare i fruitori della loro attività professionale alla creazione di una struttura imprenditoriale idonea ad impedire e a prevenire la consumazione di reati (e degli illeciti amministrativi sanzionatori che li affiancano) da parte di soggetti intranei e a promuovere una “cultura d'impresa” rispettosa dell'ordinamento che conduca ad escludere la configurabilità di un addebito per “colpa di organizzazione”.

Testi/Bibliografia

Programmi/Contenuti/Testi di studio consigliati:

DIRITTO PENALE

- Principi costituzionali e istituti di parte generale

Testo consigliato: T. Padovani, Diritto penale, Giuffrè, 2008, pp. 1 - 395.

DIRITTO PENALE COMMERCIALE

- Principi e soggetti. La responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche e degli enti:

testo consigliato: Ambrosetti-Mezzetti-Ronco, Diritto penale dell'impresa, Zanichelli, 2009, pagg. 1-97.

- Diritto penale societario (artt. 2621-2641 cod. civ.).

Testo consigliato: Ambrosetti-Mezzetti-Ronco, op. cit., pagg. 99-205.

- Diritto penale del mercato finanziario (artt. 180-187 quinquiesdecies D.Lgs. n. 58/1998 e ss. mm.):

Testo consigliato: Ambrosetti-Mezzetti-Ronco, op. cit., pp. 206-241

- Diritto penale fallimentare (artt. 216-240 R.D. n. 267/1942 e ss. mm.).

Testo consigliato: Ambrosetti-Mezzetti-Ronco, op. cit., pagg. 242-341

- Diritto penale bancario (artt. 130-137 D.Lgs. n. 385/1993 e ss. mm.).

Testo consigliato: Ambrosetti-Mezzetti-Ronco, op. cit., pagg. 342-371.

- Diritto penale tributario (artt. 1-19 D.Lgs. n. 74/2000 e ss. mm.).

Testo consigliato: Ambrosetti-Mezzetti-Ronco, op. cit., pagg. 372-445.

Testi di studio alternativi e letture consigliate potranno essere indicati agli studenti nel corso delle lezioni.

Metodi didattici

Didattica integrativa

In aprile e maggio 2010 si terranno riunioni seminariali interne al corso aventi ad oggetto alcuni profili della responsabilità da reato delle persone giuridiche (a cura del Dott. Roberto Rella, Università di Lecce ) ) e degli illeciti in materia di mercato mobiliare (a cura del Dott. Tommaso Guerini, Università di Bologna).

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

L'esame di profitto verterà sulla parte generale del diritto penale, sui principi e sui soggetti del diritto penale commerciale, sulla responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche e degli enti, sui reati societari e sui reati fallimentari nonchè, a scelta dello studente, su una fra le seguenti discipline: diritto penale del mercato finanziario, diritto penale bancario o diritto penale tributario. L'esame si svolgerà in forma orale.

Programmi e modalità di svolgimento dell'esame diversificati potranno essere concordati con gli studenti Erasmus/Socrates e con i frequentanti che partecipino attivamente ai seminari interni al corso.

Si ricorda che le lezioni saranno tenute nel II° semestre e che coloro che otterranno l'attestazione di frequenza nell'A.A. 2009 - 2010 potranno sostenere l'esame solo a partire dal mese di maggio 2010.

Tesi di laurea

Si segnala l'opportunità che gli studenti che intendono chiedere una tesi di laurea in Diritto penale commerciale abbiano un piano di studi orientato verso le materie giuspubblicistiche e giuscommercialistiche. I laureandi in Diritto penale commerciale dovranno partecipare ai seminari interni al corso.


Strumenti a supporto della didattica

A lezione e durante i seminari interni al corso saranno distribuiti, illustrati e commentati provvedimenti giudiziari e/o delle autorità di vigilanza di recente pubblicazione in tema di applicazione della normativa oggetto di trattazione.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Elio Carletti

Consulta il sito web di Marco Sforzi