Abstract
Il conflitto in corso in Ucraina e il sostegno fornito da alcuni Stati ai belligeranti attraverso la fornitura di armi e aiuti finanziari non solo alimentano l’attuale dibattito politico, accademico e pubblico; ma metta anche in luce alcune questioni politicamente sensibili di diritto internazionale: la legittimità della fornitura di armi ai belligeranti, l’efficacia dell’attuale regime di regolamentazione del commercio internazionale di armi e il suo rapporto con altri strumenti di diritto internazionale, come quelli sulla protezione degli investimenti diretti esteri e sugli obblighi di diligenza in tema di diritti umani delle imprese, nonché il collegamento tra pace e sviluppo sostenibile. In questo contesto, il progetto ArPeSu si propone di sviluppare le seguenti linee di ricerca: 1. L’applicazione del ius ad bellum e del diritto di neutralità al commercio di armi: secondo l’interpretazione tradizionale della neutralità, lo Stato neutrale ha il diritto di rimanere estraneo al conflitto e di non esserne influenzato negativamente, e di conseguenza ha il dovere di non partecipare e di mantenere imparzialità. Ciò che significano oggi “non partecipazione” e “imparzialità” rappresenta una questione aperta, che richiama l’applicazione di un insieme di norme di diritto internazionale, tra cui: ius ad bellum, diritto umanitario internazionale, diritti umani, regole di trattato internazionale che presiedono al commercio di armi. Questa prima linea di ricerca definirà il contenuto attuale della neutralità e i limiti degli obblighi degli Stati in questo ambito. 2. La regolamentazione del commercio di armi e il ruolo delle imprese: le società rappresentano uno degli attori principali nel contesto del commercio di armi, agendo sia come entità private che svolgono attività commerciali e investimenti diretti esteri, sia come strumenti di interessi consolidati degli Stati. La seconda linea di ricerca esplorerà se e in che misura le norme di diritto internazionale e interno sul commercio di armi interagiscono con il diritto internazionale degli investimenti; la natura della relazione tra Stati e imprese e il suo impatto sulla responsabilità degli Stati in base alle norme di neutralità; l’effetto dei nuovi strumenti sulla due diligence in materia di diritti umani e ambientali delle imprese nel settore delle armi. 3. La connessione tra commercio di armamenti, pace e sostenibilità: lo svantaggio e i conflitti sono strettamente collegati, e società pacifiche sono essenziali per uno sviluppo sostenibile. Il trasferimento di armi influisce sulla capacità degli Stati di mantenere pace e sicurezza, e sulla “sostenibilità” sociale e ambientale dei conflitti esistenti. Da questo punto di vista, questa linea di ricerca indagherà se l’attuale quadro normativo sulla protezione ambientale in relazione ai conflitti armati sia adeguato a prevenire, mitigare e riparare i danni ambientali; se regimi giuridici, come quelli sui minerali da conflitto e sui “blood diamonds”, possano prevenire l’insorgere di conflitti; se l’uso di armi influenzate dall’intelligenza artificiale possa contribuire (o meno) a rendere meno dannosi i conflitti; e se l’uso (o la minaccia di usarle) di armi nucleari sia compatibile con l’attuale diritto internazionale.
Dettagli del progetto
Responsabile scientifico: Gian Maria Farnelli
Strutture Unibo coinvolte:
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Coordinatore:
Università degli Studi di Trento(Italy)
Contributo totale Unibo: Euro (EUR) 15.038,00
Durata del progetto in mesi: 24
Data di inizio
30/11/2023
Data di fine:
28/02/2026