I Centri al Centro - Il Centro di ricerca “Gina Fasoli” per la storia delle città

Conoscere la storia delle città medievali è una opportunità per riscoprire il nostro passato e per ottenere risultati concreti nel presente. L'intervista a Rosa Smurra, responsabile del Centro di ricerca “Gina Fasoli”.

Cartografia storica Museo Correr

Il Centro “Gina Fasoli” ha recentemente contribuito con i suoi studi storici alla preparazione della documentazione che ha permesso, nel 2021, l'iscrizione dei Portici di Bologna tra i siti Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Rosa Smurra, responsabile scientifica del Centro, risponde ad alcune domande per illustrare le caratteristiche di questa significativa realtà del nostro Ateneo. 

Che cos'è, quando è stato istituito e quali sono gli obiettivi del Centro “Gina Fasoli” per la storia delle città?  

Fondato nel 2003 per iniziativa di Francesca Bocchi, il Centro “Gina Fasoli” per la storia delle città è un centro di ricerca specializzato nello studio della storia delle città che affianca alla metodologia storica, l’utilizzo delle tecnologie digitali. L’obiettivo è costruire una serie di strumenti per la ricerca e l’insegnamento come, per esempio, la produzione di atlanti storici delle città italiane, le ricostruzioni virtuali di paesaggi urbani, nonché strumenti e metodi per fornire l’accesso on-line a fonti documentarie utili allo studio della storia delle città. Il Centro è impegnato inoltre in attività di divulgazione, al fine di coinvolgere un pubblico ampio e avvicinarlo al mondo della ricerca storica. 

Il Centro è dedicato a Gina Fasoli. Ci può riassumere l'importanza di questa studiosa e perché il centro è stato intitolato a lei? 

Gina Fasoli (1905-1992) è stata la prima donna italiana a ricoprire una cattedra di storia medievale. Ha iniziato la sua carriera di docente all’Università di Catania per approdare poi, nel 1957, all’Università di Bologna, dove ha insegnato sino al 1980. Dall’inizio della sua attività di ricerca si è dedicata alla storia medievale delle città italiane. Non si limitò però agli aspetti giuridico-istituzionali delle città, come si faceva allora ma prese in considerazione le componenti politiche, sociali e culturali insieme alla materialità del paesaggio urbano. Questa impostazione metodologica, nuova, ha segnato in maniera determinante e irreversibile la storiografia italiana e europea da lì in avanti. 

Quali sono i temi di ricerca del Centro? 

Oltre all’interesse per la “città di pietra” che riguarda lo studio della genesi e le trasformazioni della struttura materiale degli organismi urbani (piazze, mura, edilizia pubblica e privata, edilizia religiosa, infrastrutture idrauliche ecc..), vengono presi in considerazione temi legati alla società, all’economia e alla fiscalità. Lo studio di componenti fisiche, come nel caso della presenza millenaria di strade porticate, è orientato a evidenziare il riflesso sociale che tale situazione architettonica ha determinato.  

Il Centro si occupa anche di attività didattiche, in che modo? 

La didattica universitaria è centrata sulla storia delle città italiane e europee. con particolare attenzione alla storia delle città universitarie europee, il cui insegnamento è erogato anche in lingua inglese. 

Il Centro si rivolge anche al territorio partecipando all’organizzazione di corsi e di uscite didattiche per favorire l’apprendimento della storia delle città attraverso la diretta esperienza della fisicità di documenti e luoghi. 

Portici di Bologna

Quali sono i progetti che il Centro sta portando avanti e quali risultati sono stati raggiunti?  

Il Centro, che fornisce supporto scientifico anche a enti territoriali come il Comune di Bologna, ha recentemente contribuito con studi storici alla stesura del dossier che ha consentito di giungere nel 2021 all'iscrizione dei Portici di Bologna nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco.  

Alcuni progetti del Centro hanno visto anche la collaborazione con il Dipartimento di Architettura del nostro Ateneo e con l’Università IULM di Milano, come nel caso di EXPO 2015. Partendo dall'analisi approfondita delle fonti documentarie e narrative, sono state realizzate le ricostruzioni virtuali di alcune piazze italiane e di mercati alimentari nell’età di Dante. Il docufilm con le ricostruzioni virtuali è stato presentato al Padiglione Italia in occasione di EXPO 2015. Il progetto è stato selezionato fra le Eccellenze Universitarie dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). 

La fruttuosa collaborazione con l’Archivio di Stato di Bologna ha consentito la realizzazione del piano “Medieval Sources Online Project”. Un archivio digitale, contenente più di 20 mila immagini, realizzato attraverso la digitalizzazione di più di 10.000 unità documentarie fiscali medievali, con creazione di metadati che descrivono i documenti fiscali dei cittadini bolognesi del Duecento. I metadati includono informazioni testuali (dati anagrafici, attività professionale, dati patrimoniali ecc..) e accompagnano la riproduzione fotografica ad alta risoluzione dei documenti. È una risorsa importante a servizio dei ricercatori che facilita e incoraggia lo studio di questo fondo di enorme interesse.  

Il Centro ha collegamenti anche con importanti istituti e associazioni culturali internazionali come per esempio l’International Commission for the History of Towns. Nel quadro della collaborazione con tale organismo, il Centro produce gli Atlanti storici delle città italiane.

 

Pubblicato il: 26 novembre 2021