30138 - STORIA DEL TEATRO E DELLO SPETTACOLO (LM)

Anno Accademico 2024/2025

  • Docente: Enrico Pitozzi
  • Crediti formativi: 6
  • SSD: L-ART/05
  • Lingua di insegnamento: Italiano

Conoscenze e abilità da conseguire

Lo studente acquisisce i lineamenti della storia del teatro e dello spettacolo; individua i criteri drammaturgici e performativi che accomunano le esperienze storiche a quelle attuali

Contenuti

Inizio corso: 17 settembre 2024
Fine corso: 20 dicembre 2024


Le lezioni si tengono in via Azzo Gardino 23, Aula A

Orario I e II periodo


Martedì 15h-17h

Giovedì 15h-17h

Venerdì 15h-17h

 

La frequenza in presenza è fortemente consigliata. È possibile sostenere l’esame con il programma da frequentanti soltanto qualora si superi la soglia del 80% di frequenza di ogni modulo, pari a 24 ore. Qualora non si raggiunga tale soglia o non si abbia la possibilità di frequentare il corso, è necessario sostenere l’esame con il programma da non frequentanti (dettaglio nella sezione dedicata).

Passaggio di lettera (A-L => M-Z; M-Z => A-L)

L’insegnamento di Storia del Teatro e dello Spettacolo è suddiviso in due corsi a seconda della lettera del cognome (A-L; M-Z). Il passaggio da una lettera all’altra è possibile unicamente in presenza di: (i) sovrapposizione con altro corso; (ii) comprovate esigenze lavorative. In entrambi i casi, è necessario prendere contatto con il docente del corso di destinazione e motivare la richiesta di cambiamento producendo adeguata documentazione.

Titolo del corso: Teatro, sogno, illusione.

Modulo 1 (6 CFU)

Il teatro nasce grande. Il suo cominciamento non è l’incerto preludio ad un più maturo sviluppo del pensiero e delle sue pratiche, bensì sancisce i principi fondamentali del suo intero decorso storico.

Il corso scaturisce da una necessità del pensiero e pone il tema della conoscenza a partire dallo studio dello strumento conoscitivo usato: il Teatro. Pensare il Teatro equivale dunque a pensarne i fondamenti, coltivarli a partire dall’etimologia ch’esso dischiude. Fare l’opposto sarebbe come scartare le radici per coltivare i rami. Per questa ragione il corso si rivolge al Teatro e non ai teatri: pensare il Teatro non dà luogo a una disciplina specialistica, né a una visione del mondo o a un «valore culturale», bensì mette in campo un radicale domandare che trasforma l’uomo, nel suo esistere, dalle fondamenta. È qui che si delinea l’incontro originario tra il Teatro e la Filosofia come aspetto caratterizzante del corso: essi sono due predicati della conoscenza, due modi di interrogare radicalmente il mondo.

Fin dall’origine di questo domandare, il mondo stesso è concepito come rappresentazione, forma visibile di qualcosa che visibile non è, le cui manifestazioni sono simili ad illusioni, visioni che appaiono come in sogno. Di questa natura ci parlano i segni depositati nelle caverne, forme di teatro in attesa del nome che lo dice – così come il velo di Dioniso che permea la scena nella Grecia arcaica; o ancora sogno di un sogno, come sembra dirci il yaśāstra – il più importante testo teorico sul teatro classico indiano, attribuito a Barata e composto intorno al 200 a.C.

Spazio aperto nel tessuto del mondo, il teatro ne lascia affiorare la consistenza illusoria, la stessa materia del sogno di cui ci parlano Calderon de la Barca o Shakespeare in una linea ininterrotta e carsica che giunge fino a Romeo Castellucci e Robert Wilson, passando per Richard Wagner, Peter Brook e Tadeusz Kantor, solo per citarne alcuni.

Se il teatro, come dice la sua etimologia, è il luogo della visione, la questione è qui quella di capire cosa si vede in scena, da che punto di vista gli uomini di teatro hanno concepito mostrato il lavoro in ombra dell’esistenza, a quale livello di risoluzione hanno mostrato le cose. Il teatro, la materialità della scena, è il punto di caduta di queste visioni, uno scarto leggero, quasi inavvertibile, uno sfasamento che produce une «sospensione» del fin qui visto e del fin qui sentito. Uno scarto che mostra il «reale» come puro fulgore.

Titolo Modulo 2 (6 CFU): Forme della visione

Questa sezione di carattere laboratoriale è la naturale continuazione, in termini operativi, della precedente sezione storico-critica. Essa tende a sviluppare in modo laboratoriale, dunque con il coinvolgimento degli studenti, in forma individualmente o di gruppo, nella visione e nell’analisi dei processi creativi adottati da alcuni artisti nella composizione di opere che richiamano le tematiche sviluppate e discusse nella sezione storico-teorica. Nello specifico – e alla luce del tema dell’illusione e del sogno – andremo a decostruire il processo creativo adottato da alcuni registi nel comporre le immagini sceniche come punto di caduta della rappresentazione. In questo senso compiremo una vera e propria analisi contestuale degli elementi compositivi, sia di natura scenica che extra-scenica (letterari, iconografici ecc.), così da riconoscere e contestualizzare i processi compositivi e drammaturgici di una messa in scena, a partire dall’analisi di fonti dirette e indirette.

Nello specifico, alcune delle opere sulle quali ci concentreremo sono:

Valter Malosti, Poemetti (2024)

Societas Raffaello Sanzio, Tragedia Endogonidia (2002-2004).

Romeo Castellucci, Parsifal (2014).

Antonin Artaud, Pour en finir avec le juogement de dieu (1947)

Carmelo Bene, Riccardo III (1977).

Carmelo Bene, Manfred (1979).

Bob Wilson Philip Glass Einstein on the Beach (1976 - ripresa nel 2014)

Bob Wilson e Arvo Pärt, Adam’s Passion, 2015.

Shiro Takatani, ST/LL (2015).

Studenti/esse con DSA o disabilità temporanee o permanenti: si suggerisce di mettersi subito in contatto con l’ufficio di Ateneo responsabile e con il docente, per cercare insieme le strategie più efficaci nel seguire le lezioni e/o nel preparare l’esame.

 

 

 

Testi/Bibliografia

Modulo 1 (6 CFU) 96364 - STORIA DEL TEATRO. ISTITUZIONI (1) (A-L)

O. Brockett, Storia del teatro, Venezia, Marsilio, (edizioni dal 2016 in avanti).

 

Modulo 2 (6 CFU) 96365 - PROCESSI E FORME DELLA CREAZIONE SCENICA. LABORATORIO (1) (A-L)

un volume a scelta tra:

a)-  H-T. Lehmann, Il teatro postdrammatico, Imola, Cuepress, 2017.

b)- V. Di Bernardi, Mahābhārata. L’epica indiana e lo spettacolo di Peter Brook, Roma, Bulzoni, 1989 + V. Valentini, Eimuntas Nekrosius, Catanzaro, Rubettino, 2000.

c)- M. De Marinis, Ripensare il Novecento Teatrale. Paesaggi e spaesamenti, Roma, Bulzoni, 2018.

d)- E. Fischer-Lichte, Estetica del performativo, Roma, Carocci, 2014.

Gli studenti non frequentanti porteranno anche:

L. Mango, La scrittura scenica, Roma, Bulzoni, 2003.

Metodi didattici

Lezioni frontali, con analisi e approfondimento dei concetti trattati, analisi guidate delle opere audiovisive della scena teatrale.

Il corso mette in gioco il contributo teorico, analitico e critico-operativo del docente e degli studenti e si svilupperà secondo lezione frontali.

Altre indicazioni bibliografiche, in lingua straniera, verranno fornite e discusse durante lo svolgimento del corso, così da inquadrare le problematiche sollevate in una più ampia cornice analitica.

Approfondimenti e letture critiche, nonché una scheda con l'indicazione dei materiali discussi durante ogni lezione, saranno caricate sulla piattaforma "Virtuale" dell'insegnamento.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

La valutazione del corso avverrà secondo i modi, i tempi e le direttive stabilite dal corso di studi. Si baserà su un colloquio orale.

Nella valutazione della prova si terrà conto, in particolare, della capacità dello studente di sapersi orientare all'interno del materiale bibliografico d'esame al fine di trarre le informazioni utili che gli permetteranno di illustrare temi e problemi e di saperli collegare tra loro.

Si valuteranno quindi:

- La padronanza dei contenuti

- La capacità di sintesi e di analisi dei temi e dei concetti

- La capacità di sapersi esprimere adeguatamente e con linguaggio appropriato alla materia trattata

Il raggiungimento da parte dello studente di una visione organica dei temi affrontati a lezione congiuntamente alla loro utilizzazione critica, un’ottima padronanza espressiva e di linguaggio specifico saranno valutati con voti di eccellenza (30 e lode e 30).

Il raggiungimento da parte dello studente di una visione organica dei temi e una loro lettura critica, una buona padronanza espressiva e di linguaggio specifico saranno valutati con voti di buoni (29-27).

Una conoscenza mnemonica della materia, unitamente a capacità di sintesi e di analisi articolate in un linguaggio corretto, ma non sempre appropriato, porteranno a valutazioni discrete (26-24).

Lacune formative e/o linguaggio poco preciso – seppur in un contesto di conoscenze minimali del materiale d'esame – condurranno a voti sufficienti (23-21).

Lacune formative e/o linguaggio impreciso – seppur in un contesto di conoscenze minimali del materiale d'esame – condurranno a voti appena sufficienti (20-18).

Lacune formative, linguaggio inappropriato, mancanza di orientamento all'interno dei materiali bibliografici saranno valutati negativamente (<18).

Studenti/esse con DSA o disabilità temporanee o permanenti: si raccomanda di contattare per tempo l’ufficio di Ateneo responsabile: sarà sua cura proporre agli/alle studenti/esse interessati/e eventuali adattamenti, che dovranno comunque essere sottoposti, con un anticipo di 15 giorni, all’approvazione del docente, che ne valuterà l'opportunità anche in relazione agli obiettivi formativi dell'insegnamento.

Strumenti a supporto della didattica

Materiali audiovisivi, archivi digitali, piattaforme e siti web.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Enrico Pitozzi