29424 - SEMINARI (1) (LM) (G.C)

Anno Accademico 2020/2021

  • Docente: Pietro Cingolani
  • Crediti formativi: 6
  • Lingua di insegnamento: Italiano
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza
  • Campus: Bologna
  • Corso: Laurea Magistrale in Antropologia culturale ed etnologia (cod. 0964)

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del seminario lo studente acquisisce capacità critica su tematiche specifiche relative alle discipline antropologiche o comunque utili al progredire della sua formazione (mediante il contatto con studiosi o esperti dei diversi settori disciplinari).

Contenuti

Nel seminario si propone un percorso che interseca la prospettiva della ricerca socio-antropologica sui temi migratori – con gli apparati teorici e metodologici suoi specifici – alla prospettiva espressa da documentaristi e fotografi che negli anni recenti si sono confrontati con questi stessi temi.

Il linguaggio audiovisivo riveste un ruolo fondamentale nella comunicazione politica e nella formazione dell’opinione pubblica e per questo dovrebbe essere centrale anche nella formazione e nella divulgazione accademica su temi cruciali come quelli delle migrazioni e dell’incontro culturale.

Il documentario sociale, il cinema e la fotografia sono strumenti molto utili per contrastare immaginari distorti e per promuovere una riflessione critica e polifonica.

Il percorso proposto sarà incentrato sull’analisi dei processi migratori, letti come fenomeni culturali, sociali, ed economici complessi che interessano i contesti di partenza. Verrà cioè adottata una prospettiva consolidata negli studi antropologici, che capovolge quella più usuale e normativa focalizzata sui processi di integrazione e di assimilazione nei contesti di arrivo.

Il seminario si articola in diverse tappe, nelle quali si affronteranno i temi teorici e metodologici centrali, con riferimento a casi etnografici specifici: transnazionalismi e regimi di mobilità, viaggi, culture della migrazione, famiglie e comunità transnazionali, la dimensione materiale dell’emigrazione, le migrazioni di ritorno e i rimpatri, il nesso tra migrazioni e sviluppo.

In preparazione di ciascun incontro saranno indicati ai partecipanti un prodotto audiovisivo da visionare, che sarà poi discusso e analizzato durante l’incontro, oltre a materiale bibliografico di approfondimento.

Testi/Bibliografia

Primo incontro: Introduzione. I principali nodi teorici e metodologici (lunedì 10 maggio, ore 10)

Presentazione dei partecipanti. Presentazione del seminario e dei principali temi teorici e metodologici: dalla prospettiva transnazionale al paradigma della mobilità; il nesso tra mobilità geografica e mobilità sociale; lo studio dei regimi di mobilità e del rapporto tra mobilità e immobilità; il rapporto tra ricerca etnografica e linguaggio audiovisivo.

Bibliografia:

- Riccio, B. (2019). “Introduzione”, in Riccio, B. (a cura di), Mobilità. Incursioni etnografiche, Mondadori, 2-21.

Secondo incontro: Viaggi (venerdì 14 maggio, ore 10)

Il viaggio è una delle dimensioni centrali della pratica etnografica ed è anche dimensione costitutiva dell’esperienza migratoria. Si discuterà come le forme del viaggiare, tanto per gli antropologici, quanto per il resto dell’umanità, siano profondamente cambiate negli ultimi anni. Allo stesso tempo, nel mondo contemporaneo, le possibilità di viaggiare, i costi, i tempi e le modalità legali sono sempre più distribuite in maniera diseguale tra la popolazione. Ci si focalizzerà non solo sui viaggi di emigrazione, ma anche sui viaggi di ritorno, sui viaggi di rimpatrio, sui viaggi di re-emigrazione e sulle intersezioni tra diverse tipologie di viaggio (viaggi turistici, viaggi per lavoro, viaggi di fuga da conflitti o povertà). Trasmissione radiofonica:

Senza Confine – Puntata 2 Viaggio, di Ugo Fabietti, https://tinyurl.com/vpybwdcs

Documentario: - “Midnight traveler” di Hassan Fazili, Stati Uniti/Qatar/Canada/Regno Unito, 2019, 86’

Bigliografia:

- Sheller, M. (2018). “Theorising mobility justice”, Tempo Social, 30(2), 17-34

Terzo incontro: Le culture della migrazione (lunedì 17 maggio, ore 10)

Il concetto antropologico di cultura della migrazione si riferisce agli insiemi di significati e di valore che danno senso e ordine alle pratiche di mobilità. Ci permette di capire come l’evento migrazione sia culturalmente rilevante, come venga integrato ed elaborato nel sistema di significati locali e quali forme culturali nuove produca. La cultura della migrazione si manifesta in forme materiali ma rimanda anche a dimensioni simboliche e immaginative. Questa immaginazione sociale è inoltre profondamente differenziata all’interno dei contesti di partenza.

Documentario:

- "Notes on Migration” di Andrea Borgarello, 53’

Bibliografia:

- Degli Uberti, S. (2014). “Culture delle migrazioni”, in Riccio, B. (a cura di). Antropologia e migrazioni, CISU, 21-34.

- Gaibazzi, P. (2010). “Qui, nell’Altrove: giovani, migrazione e immaginazione geo-sociale nel Gambia rurale”, Mondi Migranti, 3, 117–29.

Quarto incontro: Famiglie transnazionali e ruoli di genere (venerdì 21 maggio, ore 10)

In questa lezione si riflette sulle relazioni tra i membri migranti e non migranti all’interno dell’unità famigliare e sul modo in cui cambiano a causa della migrazione. L'approccio metodologico transnazionale aiuta a considerare la simultaneità delle pratiche e delle transazioni tra i migranti e coloro che non sono migrati, in quanto fornisce una migliore visione delle relazioni e delle dinamiche tra i membri della famiglia. I membri di una famiglia transnazionale vivono per la maggior parte del tempo separati gli uni dagli altri, ma creano comunque un sentimento di benessere e unità collettiva. I membri della famiglia possono inoltre maturare ed esprimere visioni differenti, non aderire a ciò che si creda possa portare benefici al gruppo, ma realizzare invece le proprie ambizioni individuali. Inoltre la migrazione può portare sia alla riproduzione dei ruoli di genere, che alla loro trasformazione, che alla resistenza ai loro cambiamenti.

Documentario:

- “Village of women”, di Tamara Stepanyan, Armenia/Francia 2019, 92’

Bibliografia:

- Fiałkowska, K. (2019). “Remote fatherhood and visiting husbands: seasonal migration and men’s position within families”, Comparative Migration Studies, 7(1), 1-17.

- Giuffrè, M. (2014). “Genere”, in Riccio, B. (a cura di). Antropologia e migrazioni, CISU, 21-34.

Quinto incontro: Le case della migrazione (lunedì 24 maggio, ore 10)

Le case dei migranti nei paesi di origine sono un indicatore visibile dell'emigrazione. Casi di studio da diversi contesti geografici hanno esplorato le loro funzioni. Queste case, pur essendo radicate in luoghi specifici, collegano la dimensione locale e quella transnazionale delle vite dei migranti. Le case possono essere considerate da diversi punti di vista: come simboli di migrazione; come investimenti economici; come strutture fisiche che necessitano di essere mantenute; come seconde case per le vacanze o come rimando ad una migrazione di ritorno.

- Progetti fotografici:

"Brave new world", The Museum of European Cultures and Romanian Cultural Institute, Berlin, 2021 : http://bravenewworld.komsoe.eu/

“Pride and concrete”, di Petrut Calinescu, Romania, 2010, http://prideandconcrete.com/index.php

Bigliografia:

- Boccagni, P. & Bivand Erdal, M. (2021). “On the theoretical potential of ‘remittance houses’: toward a research agenda across emigration contexts”, Journal of Ethnic and Migration Studies, 47(5), 1066-1083.

- Grimaldi, G. (2020). “Oltre il ritorno: le case della diaspora come infrastrutture della mobilità”, in Riccio, B. (a cura di), Mobilità. Incursioni etnografiche, Mondadori, 94-113.

Sesto incontro: Ritorni, riconfigurazioni e conflitti (venerdì 28 maggio, ore 10)

Le migrazioni di ritorno sono processi complessi nei quali si ridefiniscono rapporti e ruoli. Coloro che tornato, specialmente le donne, faticano a riconciliare le aspettative rispetto alle relazioni di genere specifiche di società differenti. Le decisioni rispetto al ritorno, le rimesse, le esperienze dopo il ritorno sono tra loro legate. Molti studi mettono in luce come le donne acquistino maggiore potere negoziale all’interno della famiglia con l’accresciuto accesso alle risorse economiche; tuttavia finché le strutture di potere continuano a confermare l’autorità maschile, i miglioramenti nello status femminile vengono vanificati.

Documentario:

- “A working mum”, di Limor Pinhasov e Yaron Kaftori, Israele, 2006, 78’

Bibliografia:

- Vlase, I. (2013). “’My husband is a patriot!’: gender and Romanian family return migration from Italy”, Journal of Ethnic and Migration Studies, 39(5), 741-758.

Settimo incontro: Ritorni involontari (lunedì 31 maggio, ore 10)

Il ritorno, molto di più rispetto alla partenza, rappresenta per i migranti un momento di discontinuità forte e di rottura di equilibri tra individuo e comunità d’origine. Gli studi hanno messo in luce come vi siano profonde differenze tra i migranti che tornano volontariamente e quelli che tornano perché espulsi. Mentre i primi sono al centro di una celebrazione collettiva, i secondi sono stigmatizzati e vivono una condizione di emarginazione a casa. I paradossi di questa condizione emergono ancora di più quando ad essere rimpatriati sono giovani emigrati da bambini o addirittura nati all’estero e che per questo non hanno mai conosciuto il paese nel quale si ritrovano a vivere.

Documentario:

- “Trapped by law”, di Sami Mustafa, Germania 2015, 82’

Bibliografia:

- Maitilasso, A. (2012). Il ritorno costruito: storie di reinserimento dei migranti in Mali tra vecchi modelli e nuove rappresentazioni. Archivio Antropologico del Mediterraneo, 14(2), 55-64.

Ottavo incontro: Generazioni (venerdì 4 giugno, ore 10)

Cosa significa vivere la giovinezza e diventare adulti in un contesto d’emigrazione? Diversi antropologici hanno analizzato la relazione tra il ciclo di vita e la mobilità nei contesti di partenza, adottando il punto di vista dei giovani. In molte società la mobilità geografica può rivestire un ruolo centrale durante la difficile transizione all'età adulta e può costituire uno dei principali strumenti a disposizione dei giovani per il raggiungimento dell'autonomia. Questa transizione comporta sempre una dimensione conflittuale, una fase di allontanamento dal mondo adulto, seguita poi dal reincorporamento al suo interno. Tale processo è ancora più complesso e drammatico quando le famiglie vivono da generazioni in campi profughi, in una condizione di sospensione protratta nel tempo, come avviene per i rifugiati palestinesi nei campi libanesi.

Documentario:

- “A world not ours”, di Mahdi Fleifel, Regno Unito 2012, 93’

Bibliografia:

- Cingolani, P. (2017). “Transitions to adulthood in Romania: a diachronic and intergenerational approach to mobility regimes”, New Diversities, 3, 59-74.

- Doraï, M. K. (2002). “The meaning of homeland for the Palestinian diaspora: revival and transformation” in Sadig, A.N e Koser, K. (eds.). New approaches to migration? : transnational communities and the transformation of home, Routledge, 87-95.

- Anderson, S. (2015). “The Smugglers are Vampirs”, Foreign Policy, October 5, https://tinyurl.com/8af7cdce.

Nono incontro: Migrazioni e sviluppo (lunedì 7 giugno, ore 10)

Il rapporto tra migrazioni e sviluppo è complesso e va oltre la semplice contrapposizione tra visioni pessimistiche e ottimistiche. La recente enfasi sulla diaspora come agente di sviluppo dal basso ha messo in ombra i vincoli strutturali e politici che condizionano le azioni dei singoli. E’ fondamentale de-essenzializzare il concetto di "diaspora" e problematizzare l'idea di "sviluppo". La diaspora può diventare un agente di co-sviluppo solo quando le idee portate dai migranti sono accettate nel contesto di origine e sono coerenti con quelle di altri attori politici e istituzionali e quando sono soddisfatte specifiche condizioni.

Bibliografia:

- De Haas, H. (2010). “Migration and development: A theoretical perspective”, International migration review, 44(1), 227-264.

- Cingolani, P., Vietti, F. (2019). “Social remittances and local development in the Republic of Moldova. A critical analysis of migrants as agents of change”, Southeast European and BlackStudies.

Decimo incontro: Epilogo (venerdì 11 giugno, ore 10)

Una riflessione collettiva sul percorso svolto, a partire dalle seguenti domande:

Quali sono i nessi teorici ed etnografici tra i vari casi studio presentati?

Quali gli apporti specifici del linguaggio audiovisivo allo studio dei fenomeni sociali descritti?

Come si possono trasferire le conoscenze acquisite allo studio di altri contesti?

Quali sono le linee emergenti e più promettenti per lo studio futuro dei contesti d’emigrazione?

Metodi didattici

Lo scopo delle lezioni è quello di avvicinare gli studenti ai temi, fornire materiali di approfondimento, e stimolare ulteriori ricerche. In ogni incontro si definiscono le domande teoriche centrali, si offrono analisi aggiornate, si fornisce una guida alla lettura dei testi e alla fruizione del materiale audiovisivo.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

Gli studenti sono tenuti a presentare una relazione finale (massimo 3.000 parole), a partire dai principali argomenti e riflessioni sviluppate durante il corso. Il termine per la presentazione del rapporto finale è il 30 giugno 2021.

Strumenti a supporto della didattica

Documentari, fotodocumentari, siti web, articoli scientifici e capitoli di volumi. I materiali saranno messi a disposizione di volta in volta e resi accessibili, attraverso password, esclusivamente agli studenti iscritti.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Pietro Cingolani