Dottorato in Patrimonio culturale nell'ecosistema digitale

Anno accademico 2023-2024
Area tematica Scienze Umanistiche
Ciclo 39
Coordinatore Prof.ssa Francesca Tomasi
Lingua Inglese, Italiano
Durata 3 anni

Scadenza: 20/06/2023 ore 23:59 (Scaduto)

Bando d'Ateneo (con borse finanziate su fondi Next Generation EU - PNRR ex D.M. 117/2023 e 118/2023 e altri finanziamenti)

Immatricolazione: Dal 24/07/2023 al 02/08/2023

Data inizio corso: 01/11/2023

39°  - Bando PNRR
Sede dottorato
Bologna
Struttura proponente
Dipartimento di Filologia classica e Italianistica - FICLIT
Strutture concorrenti
Dipartimento di Beni culturali - DBC
Dipartimento delle Arti - DARvipem
Dipartimento di Architettura - DA
Dipartimento di Filosofia – FILO
Dipartimento di Interpretazione e Traduzione - DIT
Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne - LILEC
Dipartimento di Informatica - Scienza e Ingegneria - DISI
Dipartimento di Scienze dell'Educazione "Giovanni Maria Bertin" - EDU
Dipartimento di Scienze economiche - DSE
Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari" - PSI
Dipartimento di Storia Culture Civiltà – DiSCi
Temi di ricerca

Il corso è focalizzato sulle tematiche relative allo studio del patrimonio culturale, fatto di oggetti, azioni e tecnologie, ed inteso nel suo più ampio e multiforme significato: testi e relativi supporti di trasmissione, documenti storici e contemporanei, artefatti e oggetti materiali, beni musicali, produzioni relative alle arti visive e performative, monumenti, architetture e luoghi storici, paesaggi e risorse immateriali, tangibili e intangibili. Il cuore della ricerca è la valorizzazione di tale patrimonio eterogeneo attraverso metodologie e tecniche digitali, ma il corso si concentra anche sulla cultura digitale in una più ampia prospettiva critico-epistemologica. Le tematiche riguardano allora gli ambiti di ricerca che si riferiscono al patrimonio culturale – dall’antichità al contemporaneo –, innovando attraverso metodi computazionali e digitali in un contesto fatto di trasversalità dei saperi e trans-disciplinarità. 

In particolare, sulla base dei settori scientifico-disciplinari tradizionali, contemplati nell’ampio e sfaccettato dominio delle discpline umanistiche assieme alle discipline informatiche, vengono individuate le seguenti metodologie e tecniche applicative: Digital Humanities; Digital Cultural Heritage; Cultural Heritage Studies and Management; Digital Museology; Media Art; Information Science; Computational Thinking; Open Science; Scholarly Digital Editing; Digital Libraries; Citizen Science; Critical Archaeology and Heritage; Personal Digital Memories; Digital Cultural Communication; Transmedia Storytelling; Virtual Environments; Augmented Reality; Gamification; Virtual Reality; Virtual Museums; Virtual Exhibitions; Social Media Ethnography.

Sbocchi professionali e potenziali settori di impiego del dottorato di ricerca
Il profilo altamente interdisciplinare, e dal respiro internazionale, di chi consegue questo titolo, può trovare riscontro, e occupazione, in:
1. Soprintendenze, musei ed altre istituzioni culturali nazionali ed internazionali (biblioteche, archivi e centri culturali in generale), agenzie non governative legate alla gestione del patrimonio culturale, organizzazioni internazionali per lo studio e conservazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e suoi organi consultivi;
2. Il profilo di alto livello che si immagina di creare può trovare impiego nell'editoria, non solo per azioni tradizionali di "editing", ma presso quelle case editrici che vogliano sperimentare nuovi approcci alla produzione della conoscenza attraverso forme di pubblicazione di contenuti culturali innovativi e transmediali, come sistemi di “data stories” e nuove narrazioni per la trasmissione del sapere;
3. Aziende private che lavorano nei beni culturali, e in particolare per la realizzazione di ambienti e infrastrutture, anche Web-based, per la valorizzazione di risorse culturali, anche in ottica di fruizione da parte di utenze profilate, tanto per “user personas” quanto per "device" di accesso;
4. Agenzie di comunicazione, organizzazioni non-profit per la produzione di strategie culturali trasversali e progetti artistici, industria del turismo, industrie culturali e creative (ICC);
5. Ricerca universitaria, che sempre più richiede competenze interdisciplinari e ibridazione di saperi fra ambiti e aree disciplinari diverse, anche a partire dalle azioni di ricerca e terza missione portate avanti dai centri di ricerca coinvolti nel progetto formativo: ADLab, DH.ARC, FRameLab, ARCE, OpenAire nexus, LUDI, CRICC, Clust-ER CreAte di ARTER.
Commissione esaminatrice

Nominata con Decreto Rettorale n. 709/2023 Prot n. 149534 del 02/06/2023

Cognome e Nome Ateneo / Ente Ruolo email
Cipriani Luca Università di Bologna Membro effettivo luca.cipriani@unibo.it
Guidobaldi Nicoletta Università di Bologna Membro effettivo nicoletta.guidobaldi@unibo.it
Iacono Francesco Università di Bologna Membro effettivo francesco.iacono5@unibo.it
Mambelli Francesca Università di Bologna Membro effettivo francesca.mambelli6@unibo.it
Modesti Maddalena Università di Bologna Membro effettivo maddalena.modesti3@unibo.it
Tomasi Francesca Università di Bologna Membro effettivo francesca.tomasi@unibo.it
Iannucci Alessandro Università di Bologna Membro supplente alessandro.iannucci@unibo.it
Pano Alaman Ana Università di Bologna Membro supplente ana.pano@unibo.it
Peroni Silvio Università di Bologna Membro supplente silvio.peroni@unibo.it
Obiettivi formativi del dottorato

Nello scenario della transizione digitale, le tecniche e le metodologie della gestione di dati e informazioni, oggetti e temi del patrimonio culturale, nel loro intero ciclo vitale, rappresentano un ambito di ricerca fecondo, in cui saperi e discipline tradizionali si incrociano con i nuovi approcci delle digital humanities. Obiettivo del dottorato è quello di favorire la crescita e lo sviluppo di nuove competenze specialistiche in cui gli strumenti digitali producano rinnovati approcci interpretativi e di analisi e, allo stesso tempo, consentano la creazione del sapere (anche in dimensione sociale e collaborativa), nella direzione di un'innovativa e più ampia valorizzazione, disseminazione e fruizione pubblica del patrimonio, anche attraverso l’interazione meta-disciplinare di studiosi provenienti da ambiti diversi e il dialogo con tutte le realtà attive nel campo dei beni culturali. 

Tipologia dell'attività svolta dai dottorandi

I dottorandi dovranno seguire un percorso formativo, articolato secondo il seguente modello:

  1. Frequentare le lezioni che saranno erogate ad hoc rispetto alle discipline (trasversali) di riferimento e ai metodi digitali e computazionali necessari alla costruzione dell’identità dei dottorandi, così come disegnata dal corso;
  2. Frequentare alcuni insegnamenti attivi presso altre realtà della formazione superiore (e.g. corsi di laurea LM), che andranno concordati con il supervisore e che saranno utili a colmare le lacune in entrata, potenzialmente determinate dalla formazione (LM conseguita), o che si renderanno necessari per il progetto di ricerca che ogni dottorando intende portare avanti;
  3. Frequentare le lezioni che saranno tenute dai colleghi invitati dai membri del Collegio o dalla Commissione Didattica del Dottorato.

I dottorandi saranno anche tenuti a:

  1. Partecipare a convegni, seminari, iniziative culturali nazionali e internazionali che concorderanno con il supervisore;
  2. Partecipare alle attività dei centri di ricerca in cui sono coinvolti i docenti del Collegio;
  3. Svolgere attività pratiche di laboratorio;
  4. Svolgere opzionalmente, e in base al proprio percorso di ricerca, un’attività, nella forma dello stage/tirocinio, in una delle realtà aziendali individuate dal collegio.
Attività di formazione alla ricerca previste per i dottorandi in coerenza con gli obiettivi formativi del dottorato

L’attività didattica, così come delineata, sarà organizzata per garantire conoscenze e competenze necessarie a governare il variegato dominio dei beni culturali materiali e immateriali, innestando sopra di esso le azioni per acquisire la necessaria consapevolezza critica del “workflow” dei sistemi digitali, ovvero anche del “lifecycle” degli oggetti del patrimonio (acquisizione o cattura, creazione, arricchimento, analisi, interpretazione, conservazione, disseminazione).
Per arricchire la formazione disciplinare, saranno erogati corsi per l'acquisizione di competenze trasversali sui temi di: e.g. gestione di progetti; data management plan; cultura e creatività; autoimprenditorialità; public speaking; comunicazione; lavoro a progetto; lavoro collaborativo; critical thinking; dialogical literacy; community engagement.

Elementi di internazionalizzazione del dottorato

Il corso si qualifica per una proposta di percorso altamente interdisciplinare, tanto nella scelta delle tematiche, quanto nella selezione dei membri del Collegio, in linea con gli orientamenti internazionali della ricerca sul tema beni culturali nell’ecosistema digitale. Alcuni parametri identificano gli orientamenti dell’internazionalizzazione del Dottorato: 

  1. La stretta collaborazione con il consorzio Una Europa (Dottorato Europeo sul tema Cultural Heritage), già coinvolgendo fra i membri del collegio colleghi afferenti agli Atenei del Consorzio;
  2. Un’offerta intesa come una naturale prosecuzione della formazione su campi interdisciplinari già frequentati da studenti che provengono dall'estero, dove una formazione trasversale rispetto alle discipline è il valore aggiunto del profilo;
  3. I rapporti personali dei membri del Collegio con colleghi internazionali, con i quali è già in essere una collaborazione; e quindi ancora convenzioni e scambi Erasmus già attivi; ma anche contatti con centri di ricerca internazionali: e.g. per le DH, le Associazioni EADH e ADHO, l’infrastruttura DARIAH, il Center for e-humanities (Colonia), il Department of Digital Humanities del King’s College (London), ITEM (Parigi), Octet (Oxford), Mundaneum (Mons), Bibliotheca disciplinata Forum internazionale (Brazil), Center for the Fine Print (University of West England – Bristol), WAB (University of Bergen), University of Haifa, The Stirling Center for Publishing and Communication (Stirling Univ.), South African Department of Computer Science. 
  4. Il prezioso e vasto patrimonio culturale conservato in Italia, facendo leva sul suo elevato livello di interesse in ambito internazionale;
  5. Lo sviluppo di innovativi metodi di ricerca e modelli di digitalizzazione, potenzialmente replicabili in altri paesi, disegnando nuovi sistemi, ambienti, soluzioni, nel solco della "FAIRification", che siano ad ampio riuso in un contesto di Open Science. 
Prodotti e risultati attesi dalle attività di ricerca dei dottorandi

I dottorandi saranno tenuti ad esporre al Collegio i risultati del loro lavoro anno per anno, durante un incontro congiunto di Collegio e Commissione Didattica.
I dottorandi saranno inoltre incentivati all’organizzazione di seminari interni per la condivisione di progetti, linee di ricerca, orientamenti disciplinari e potenziali output.
Il lavoro finale dei dottorandi consisterà nella scrittura di un elaborato, in lingua italiana o in inglese, preferibilmente di carattere sperimentale e che possa prevedere anche ricadute pratiche - come la modellazione, lo sviluppo, l’implementazione o la prototipazione di ambienti, tool, modelli, architetture o applicazioni.
I dottorandi sono tenuti anche: 1) alla partecipazione ad almeno un convegno come relatori a partire dal secondo anno di dottorato; 2) alla scrittura di almeno due paper scientifici nell'arco del triennio, preferibilmente come articoli a) in atti di convegno oppure b) in riviste di Fascia A / I-II quartile Scimago rispetto all’ssd di riferimento; 3) ad un soggiorno all'estero della durata minima di tre mesi presso un ente, un'istituzione o un centro concordato con il supervisore.