A distanza di un anno dalla pubblicazione della prima edizione del Bilancio di Genere del nostro Ateneo, sono lieto di poter presentare all’intera nostra comunità la sua seconda edizione. Un ringraziamento iniziale e doveroso va al Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni nel lavoro, Comitato che ringrazio nella figura della sua Presidente, Professoressa Tullia Gallina Toschi, e di tutte/i le/i suoi componenti, per aver voluto fortemente, in forma autonoma, questo documento che è un’importante testimonianza.
Interrogarsi con cadenza annuale sulle disparità di genere che ancora sussistono nel nostro Ateneo è un atto dovuto. Rappresenta un’importante occasione per chiederci quanta strada dobbiamo ancora percorrere affinché le e gli appartenenti alla nostra comunità, siano studentesse o studenti, docenti o componenti dell’ambito tecnico-amministrativo, possano sentirsi riconosciute e valorizzate al meglio, indipendentemente dal loro genere.
Alle cifre che nel Bilancio di Genere sono contenute si accompagna, ed è sufficiente scorrere i commenti ai vari grafici per rendersene conto, la coscienza di un inesorabile cambiamento in atto nelle nostre mentalità, e la certezza che la strada, seppur impervia, è comunque già tracciata. Le difficoltà e la constatazione che non può darsi una brusca inversione di tendenza non devono allora apparire ostacoli, ma incentivo a fare sempre meglio, partendo, magari, anche dalle piccole cose.
Le azioni che l’attuale governo del nostro Ateneo ha messo in campo hanno avuto una risposta positiva: l’intera comunità, a partire dalle studentesse e dagli studenti, ha dimostrato che è vivo un grande desiderio di discutere, di riflettere sulle differenze affinché siano stimolo, ricchezza, e non diventino fonte di disuguaglianza.
Sono profondamente convinto dell’importanza del Bilancio di Genere, della sua utilità nell’attestare l’esigenza di un cambiamento, nel documentare un movimento in atto, e infine nel dimostrare convinzione e fiducia in un’università più equa, perciò di maggior valore.
Francesco Ubertini
Magnifico Rettore