È con piacere che presento la decima edizione del Bilancio di Genere dell’Alma Mater (Rapporto 2025), che si conferma uno strumento essenziale per integrare la prospettiva di genere in tutte le politiche del nostro Ateneo.
Il Bilancio di Genere è un documento prezioso che ci permette di cogliere la complessità della nostra comunità nelle differenze che la contraddistinguono e, soprattutto, nei divari che ancora l’attraversano, consentendoci di articolare e progettare politiche mirate e iniziative che contribuiscono a concretizzare uno dei quattro principi cardine del Piano Strategico 2022-2027, e cioè «favorire in ogni ambito l’equità, la sostenibilità, l’inclusione e il rispetto delle diversità».
Il Bilancio di quest’anno continua a testimoniare la ricchezza e l’estensione delle attività che sono state introdotte per favorire l’equità e l’inclusione. Prime fra tutte, quelle volte al contrasto e alla sensibilizzazione nei confronti della violenza di genere, tese a costruire e promuovere un ambiente accademico sempre più rispettoso e sicuro per tutte/i coloro che in Ateneo studiano e lavorano. Sul fronte della comunicazione, sono state inoltre avviate molteplici attività supportate da numerose iniziative di sensibilizzazione, volte a perseguire un cambiamento culturale e il contrasto degli stereotipi di genere.
Questo Bilancio ci fornisce però, e soprattutto, dati relativi al divario di genere del nostro Ateneo. Si tratta di dati che ci parlano di un graduale, seppur lento, miglioramento, nonostante sia ancora necessario prodigare il nostro impegno in molte direzioni, tradurlo in attività capaci di superare pregiudizi, disposizioni e atteggiamenti che tutt’ora impediscono una riduzione decisiva delle iniquità e delle diseguaglianze, come dimostrano i numeri che ci parlano della presenza femminile nei percorsi di carriera.
Il Bilancio di Genere 2025 rileva, nel complesso, il permanere dell’effetto della cosiddetta leaky pipeline, ossia la “conduttura che perde”, un fenomeno complesso che ci deve spingere a intervenire nelle tappe del percorso accademico e in quelle aree scientifico-disciplinari dove avviene la progressiva riduzione della componente femminile. Rimane invece pressoché invariata la dimensione della “segregazione orizzontale”, soprattutto nella comunità studentesca, che si manifesta con una netta prevalenza maschile nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) e femminile nei campi degli Studi umanistici e arti e dell’Istruzione.
Nella comunità studentesca la presenza femminile, oltre a essere quantitativamente predominante, si distingue per maggiore regolarità, acquisizione di crediti formativi in minor tempo rispetto alla componente maschile, e conseguimento di migliori votazioni, documentabili anche in termini di voto di laurea. Questa tendenza alla migliore riuscita accademica da parte delle studentesse si sta tuttavia riducendo e i risultati dei prossimi anni consentiranno di stabilire se questa tendenza alla riduzione del divario si confermerà.
Per quanto riguarda i dati relativi al personale tecnico-amministrativo, dove prevale il genere femminile (66%), la segregazione verticale è piuttosto contenuta. Invariato è il maggiore impegno femminile nelle attività di cura e assistenza dimostrato, per esempio, dal numero di congedi e assenze dovute a malattie dei figli richiesti da donne.
Il nostro Ateneo è dunque ancora attraversato da disuguaglianze tra donne e uomini, dovute certo a ulteriori aspetti “esogeni”, quali il lavoro di cura che ricade prevalentemente sulle donne, ma anche ad aspetti che toccano la nostra cultura istituzionale. Dobbiamo dunque continuare a elaborare strumenti e sviluppare conoscenze critiche, a sostenere diritti vecchi e nuovi, e ad ascoltare. E dobbiamo continuare ad assumerci la responsabilità delle ricadute che i nostri principi, se efficacemente tradotti in azioni concrete, possono portare sul territorio, nella vita di coloro che formiamo, nella e per la sostenibilità del nostro futuro comune.
È con questo impegno condiviso che vi lascio ai dati del Bilancio di Genere 2025 dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
Giovanni Molari
Rettore Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Vedi anche
- Archivio bilanci di genere Pubblicato
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