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Claudio Galli

Professore Alma Mater

Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Professore a contratto a titolo gratuito

Dipartimento di Architettura

Temi di ricerca

RESTAURO DELLE EMERGENZE ARCHITETTONICHE DISTRUTTE DA EVENTI SISMICI: CORRELAZIONI FRA INDAGINI STORICO-COSTRUTTIVE E  CINEMATISMI DI ROTTURA REALI

La ricerca, dopo una prima fase di carattere generale, relativa all'impostazione del problema miglioramento sismico in ambito monumentale,  intende sviluppare le correlazioni che intercorrono fra lo studio storico-costruttivo della fabbrica e le cause dei dissesti statici e dei cinematismi di rottura reali.

Per quanto le modalità di approccio al consolidamento e al miglioramento sismico siano state recepite dalle normative di settore ormai da tempo, sembra emergere una frattura culturale fra assunti teorici e modalità di analisi dovute all'approccio generico dei tecnici, basato più sulle metodologie delle strutture elastiche che sull'approfondimento del dato storico-costruttivo.

L'esito positivo dell'azione e il conseguimento del ‘minimo intervento' sono basati sul dato storico e costruttivo; questi ultimi devono essere approfonditi in modo circostanziato con capacità di analisi e con alle spalle esercizio e preparazione per confinare lo studio, e il conseguente intervento, nelle giuste dimensioni e nella consapevolezza che certi modelli matematici non sono ancora sufficientemente rappresentativi della realtà costrutttiva alla quale devono essere necessariamente subordinati. Gli sviluppi futuri della ricerca devono proseguire nella ferma convinzione che le linee normative sono anzitutto il risultato di un atteggiamento culturale conseguito grazie ad un cambiamento radicale nei confronti del costruito di natura storica.

L'applicazione delle indagini tematiche, basilari per definire aspetti storici, figurativi del manufatto nel restauro e la sua evoluzione nel tempo, deve essere estesa al consolidamento divenendo un atto di normale prassi operativa per definire i rapporti fra cronologia stratigrafica (archeologia in elevato) e processo evolutivo della fabbrica e fra cronologia stratigrafica e cronologia sismica e/o quadro fessurativo. I primi sono utili per comprendere la formazione dell'impianto costruttivo e i suoi cambiamenti che hanno determinato nel corso della storia criticità comportamentali al sistema costruttivo; i secondi per verificare il comportamento ai sismi storici e alle riparazioni effettuate e a comprendere gli attuali cinematismi reali che, spesso, sono differenti da quelli attesi.

La discussione di due casi di studio rappresenta l'occasione per esplicitare un virtuoso percorso di analisi progettuale fondato su criteri condivisi e per riaffermare la centralità di una disciplina, il restauro, che comprende anche il consolidamento come parte integrante del progetto di conservazione, delineando in questo modo una disciplina rigorosamente scientifica ma al contempo storica e fondamentalmente critica. I casi che verranno esplicitati sono la chiesa di san Domenico a Ravenna in cui, per comprendere la natura dei dissesti ben evidenti dal quadro fessurativo, si è fatto doverosamente ricorso allo studio dei cambiamenti subiti dalla fabbrica nel corso dei secoli, mediante indagini archivistiche che hanno evidenziato che i dissesti non erano dovuti al recente sisma, nè al precedente consolidamento che aveva fatto uso di micropali su una sola parte della chiesa; il duomo di Mirandola in cui i cinematismi reali, conseguenti al recente sisma sono stati disattesi rispetto a quelli teorici a seguito degli interventi di rafforzamento incongruo operati sulle murature e sulla fabbrica medesima nel corso dei secoli.

Risultati conseguiti

I risultati conseguiti concernano l'impostazione di una metodologia consapevole per affrontare le tematiche relative al miglioramento sismico in edifici sottoposti a vincolo di tutela. Nello specifico hanno riguardato lo studio delle fase di approccio al problema consolidamento, conoscenza costruttiva del manufatto e modalità di comprensione dei cinematismi di primo e secondo modo.

Pubblicazioni 

C. Galli, Precedenti storici e orientamenti della normativa sismica dei beni culturali. Regole dell'arte, intuizioni e calcolo numerico, in XV convegno ANIDIS 2013, L'ingegneria sismica in Italia, Padova 30 giugno-4 luglio 2013, sessione P: Sicurezza sismica del costruito storico tra tradizione ed innovazione, P7, ISBN 978-88-97385-59-2

Nuovi studi

I nuovi studi riguardano l'individuazione delle correlazioni fra indagini storico-costruttive - indagini tematiche - e meccanismi di danno reali che spesso sono differenti rispetto a quelli attesi a causa delle modificazioni avvenute nel corso del tempo e di interventi messi in atto a seguito di sismi storici.

ATLANTE DELL'ARCHITETTURA

Premessa

Prosegue la ricerca relativa alla redazione di un atlante dell'architettura bolognese che si colloca nell'ambito dei “manuali del recupero” prodotti sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso e attivati sotto il coordinamento di Paolo Marconi.


Il nuovo atlante affronta in modo sistematico lo studio degli elementi costruttivi dell'architettura storica bolognese secondo una concezione “geografica” del problema che indaga il lessico costruttivo dell'architettura locale in forma dinamica e “sempre aperta” ai fini di proporre soluzioni di intervento sulle parti degradate coerenti e consapevoli.

Il valore dell'atlante non risiede nella semplice rappresentazione di casi di studio specifici, ma in quanto descrive un metodo di approccio all'analisi degli elementi costruttivi intesi non come soluzioni tecniche standardizzate e ripetitive ma quali prodotti di metodi costruttivi attribuibili alla cultura materiale locale. Di conseguenza l'intervento  restaurativo è concepito non più come un repertorio di soluzioni standardizzate e riproducibili, ma come il risultato di una ricerca che aderisce alle specificità del singolo caso e al suo stato di degrado.

Risultati conseguiti

Sulla scorta delle ricerche svolte negli anni precedenti si è sviluppata una sintesi conclusiva sulle due tematiche dell'architettura storica bolognese: terrecotte e solai.

Per quanto concerne le terrecotte la ricerca si è avvalsa di contributi interdisciplinari (storia dell'architettura, rilievo e chimica del restauro) al fine di individuare un legame tra forma (stile dell'ornamento in terracotta), produzione artigiana (elementi forgiati per stampo e elementi scalpellinati) e periodo storico (medievale, periodo di transizione, rinascimento e Cinquecento). Di seguito si elencano i relativi prodotti della ricerca:

 

·        C. Galli, F. Conserva, L'apparato decorativo in cotto a Bologna: caratteri geometrico-costruttivi, in G. Vezzalini, P. Zannini, a cura di, Atti del congresso A.I.Ar. 2012, 22-24 febbraio 2012, Patron Editore, Bologna, pp. 150-178.

·        C. Galli, F. Conserva, Assessment of architectural terracotta friezes in Bologna. Analysis to enhance historical understanding and improve treatment responses, Journal of Architectural Conservation, Donhead, July 2012, pp. 41-60.

Per quanto concerne lo studio dei portici bolognesi è stato presentato un contributo scientifico relativo alle procedure di restauro delle pavimentazioni dei portici, affette da degrado statico e fisico (vibrazioni da traffico, cedimenti terreni e solai sottostanti, dilatazioni termiche, umidità, ecc...) e relativo alla valorizzazione come rivelazione (art.9, Carta Internazionale del Restauro di Venezia, 1964) e facilitazione alla lettura (art.4, Carta del Restauro M.P.I., 1972) per conferire continuità al paesaggio urbano.

- C.Galli, F. Naldi,   The porticoes of  Bologna: methodology for sustainable restoration, International Conference on Vernacular Erithage, Sunstaibility and Eatthen Arquitechture, 11-09-2014, Valencia, in corso di stampa

Relativamente ai solai gli studi sono conclusi e lo scrivente con l'ing. Conserva sta predisponendo un contributo scientifico per la rivista internazionale di classe A, Journal of Architectural Conservation in cui vengono riassunti i dati conseguiti con la ricerca. In specie vengono esaminate le differenti tipologie di solai presenti nella realtà costruttiva bolognese e vengono esaminate tecniche di intervento "consapevoli" relative a restauri eseguiti su Palazzo Poggi (sede del Rettorato), su Palazzo Malvezzi Campeggi (sede della facoltà di Giurisprudenza), su Palazzo Fava Ghisilieri  (sede del Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna).  

Caratteristica peculiare che contraddistingue i solai bolognesi è quella di essere ornati con un ricco apparato decorativo, molto più sviluppato e ricercato rispetto alle tecniche e modalità costruttive del solaio medesimo; queste ultime sono caratterizzate da elementi costruttivi di base che, generalmente, rimangono costanti nel tempo. 

Nuovi studi

La ricerca attuale analizzerà, seguendo i criteri delineati per i temi già conclusi, i seguenti elementi costruttivi:

PORTALI;

COLONNE E PORTICI;

TRATTAMENTI SUPERFICI ARCHITETTONICHE, nello specifico studio delle lavorazioni dei mattoni in vista (puntinatura, bocciardatura, rigatura, ecc...) dei trattamenti superficiali, quali sagramature e scialbature.

 

ALFONSO RUBBIANI: NUOVI INDIRIZZI DI RICERCA 

La ricerca, già condotta si presenta come strumento per arricchire la visione critica sul pensiero e l'attività di Alfonso Rubbiani proponendo tra le sue finità principali quella di trasmetttere aggiornati indirizzi di ricerca non ancora sufficientemente approfonditi. Nello specifico gli studi condotti, in ambito di restauro urbano,  mettono in luce che Alfonso Rubbiani è stato un precursore della tutela del paesaggio urbano, anticipando gli studi condotti in tale senso da Gustavo Giovannoni; inoltre mette in luce la sensibilità di Rubbiani agli aspetti di conservazione dei tessuti storici in linea con le avanguardie delle culture europee dell'epoca (Camillo Sitte, Giuseppe Stubben). La ricerca intende proseguire nello studio degli aspetti innovativi introdotti da Alfonso Rubbiani nel campo del restauro architettonico e decorativo: emanazione nel 1902 di una carta del restauro denominata "Avvertenze d'Arte", relativa alle superfici architettoniche, a completamento della Carta del Boito del 1883 e messa a punto di uno dei fondamentali principi  del restauro, la "distinguibilità" che viene messo in atto dagli artisti della Gilda che afferivano a Rubbiani in diversi edifici (San Francesco a Bologna, Palazzo del Canton dei Fiori a Bologna, S. Antonio a Padova).

Risultati conseguiti

I risultati conseguiti relativamente alla tutela del paesaggio urbano e al restauro delle superfici architettoniche sono in corso di pubblicazione: 

- C.Galli, Le origini della tutela del paesaggio urbano: Alfonso Rubbiani a Bologna, in corso di stampa

- C.Galli, Le avvertenze d'arte di Alfonso Rubbiani, documento integrativo alla carta italiana del restauro del 1833


Nuovi studi

I nuovi indirizzi di ricerca riguardano l'inquadramento di Alfonso Rubbiani nel contesto culturale bolognese e un'apertura di insieme sul contesto nazionale ed europeo. Si intende con ciò inserire la figura di Rubbiani nel quadro degli studi su un'intera generazione di architetti restauratori attivi nell'Italia post unitaria tra cui spiccano Camillo Boito, Alfredo d'Andrade e Luca Beltrami. Inoltre i restauri condotti da Rubbiani devono essere letti e valutati come espressione della cultura bolognese dell'epoca (Accademia di Belle Arti, Soprintendenza, Università, Comune, ecc..) e inquadrati nei pregressi storici del restauro (Palazzo d'Accursio, Palazzo del Podestà, Complesso di S.Stefano, ecc..). Una nuova linea di ricerca riguarda l'influenza esercitata da Rubbiani sugli allievi, Guido Zucchini, Edoardo Collamarini, ecc...

 



RESTAURO DELLE EMERGENZE ARCHITETTONICHE DISTRUTTE DA EVENTI SISMICI: CORRELAZIONI FRA INDAGINI STORICO-COSTRUTTIVE E  CINEMATISMI DI ROTTURA REALI

La ricerca, dopo una prima fase di carattere generale, relativa all'impostazione del problema miglioramento sismico in ambito monumentale,  intende sviluppare le correlazioni che intercorrono fra lo studio storico-costruttivo della fabbrica e le cause dei dissesti statici e dei cinematismi di rottura reali.

Per quanto le modalità di approccio al consolidamento e al miglioramento sismico siano state recepite dalle normative di settore ormai da tempo, sembra emergere una frattura culturale fra assunti teorici e modalità di analisi dovute all'approccio generico dei tecnici, basato più sulle metodologie delle strutture elastiche che sull'approfondimento del dato storico-costruttivo.

L'esito positivo dell'azione e il conseguimento del ‘minimo intervento' sono basati sul dato storico e costruttivo; questi ultimi devono essere approfonditi in modo circostanziato con capacità di analisi e con alle spalle esercizio e preparazione per confinare lo studio, e il conseguente intervento, nelle giuste dimensioni e nella consapevolezza che certi modelli matematici non sono ancora sufficientemente rappresentativi della realtà costrutttiva alla quale devono essere necessariamente subordinati. Gli sviluppi futuri della ricerca devono proseguire nella ferma convinzione che le linee normative sono anzitutto il risultato di un atteggiamento culturale conseguito grazie ad un cambiamento radicale nei confronti del costruito di natura storica.

L'applicazione delle indagini tematiche, basilari per definire aspetti storici, figurativi del manufatto nel restauro e la sua evoluzione nel tempo, deve essere estesa al consolidamento divenendo un atto di normale prassi operativa per definire i rapporti fra cronologia stratigrafica (archeologia in elevato) e processo evolutivo della fabbrica e fra cronologia stratigrafica e cronologia sismica e/o quadro fessurativo. I primi sono utili per comprendere la formazione dell'impianto costruttivo e i suoi cambiamenti che hanno determinato nel corso della storia criticità comportamentali al sistema costruttivo; i secondi per verificare il comportamento ai sismi storici e alle riparazioni effettuate e a comprendere gli attuali cinematismi reali che, spesso, sono differenti da quelli attesi.

La discussione di due casi di studio rappresenta l'occasione per esplicitare un virtuoso percorso di analisi progettuale fondato su criteri condivisi e per riaffermare la centralità di una disciplina, il restauro, che comprende anche il consolidamento come parte integrante del progetto di conservazione, delineando in questo modo una disciplina rigorosamente scientifica ma al contempo storica e fondamentalmente critica. I casi che verranno esplicitati sono la chiesa di san Domenico a Ravenna in cui, per comprendere la natura dei dissesti ben evidenti dal quadro fessurativo, si è fatto doverosamente ricorso allo studio dei cambiamenti subiti dalla fabbrica nel corso dei secoli, mediante indagini archivistiche che hanno evidenziato che i dissesti non erano dovuti al recente sisma, nè al precedente consolidamento che aveva fatto uso di micropali su una sola parte della chiesa; il duomo di Mirandola in cui i cinematismi reali, conseguenti al recente sisma sono stati disattesi rispetto a quelli teorici a seguito degli interventi di rafforzamento incongruo operati sulle murature e sulla fabbrica medesima nel corso dei secoli.

Risultati conseguiti

I risultati conseguiti concernano l'impostazione di una metodologia consapevole per affrontare le tematiche relative al miglioramento sismico in edifici sottoposti a vincolo di tutela. Nello specifico hanno riguardato lo studio delle fase di approccio al problema consolidamento, conoscenza costruttiva del manufatto e modalità di comprensione dei cinematismi di primo e secondo modo.

Pubblicazioni 

C. Galli, Precedenti storici e orientamenti della normativa sismica dei beni culturali. Regole dell'arte, intuizioni e calcolo numerico, in XV convegno ANIDIS 2013, L'ingegneria sismica in Italia, Padova 30 giugno-4 luglio 2013, sessione P: Sicurezza sismica del costruito storico tra tradizione ed innovazione, P7, ISBN 978-88-97385-59-2

Nuovi studi

I nuovi studi riguardano l'individuazione delle correlazioni fra indagini storico-costruttive - indagini tematiche - e meccanismi di danno reali che spesso sono differenti rispetto a quelli attesi a causa delle modificazioni avvenute nel corso del tempo e di interventi messi in atto a seguito di sismi storici.

ATLANTE DELL'ARCHITETTURA

Premessa

Prosegue la ricerca relativa alla redazione di un atlante dell'architettura bolognese che si colloca nell'ambito dei “manuali del recupero” prodotti sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso e attivati sotto il coordinamento di Paolo Marconi.


Il nuovo atlante affronta in modo sistematico lo studio degli elementi costruttivi dell'architettura storica bolognese secondo una concezione “geografica” del problema che indaga il lessico costruttivo dell'architettura locale in forma dinamica e “sempre aperta” ai fini di proporre soluzioni di intervento sulle parti degradate coerenti e consapevoli.

Il valore dell'atlante non risiede nella semplice rappresentazione di casi di studio specifici, ma in quanto descrive un metodo di approccio all'analisi degli elementi costruttivi intesi non come soluzioni tecniche standardizzate e ripetitive ma quali prodotti di metodi costruttivi attribuibili alla cultura materiale locale. Di conseguenza l'intervento  restaurativo è concepito non più come un repertorio di soluzioni standardizzate e riproducibili, ma come il risultato di una ricerca che aderisce alle specificità del singolo caso e al suo stato di degrado.

Risultati conseguiti

Sulla scorta delle ricerche svolte negli anni precedenti si è sviluppata una sintesi conclusiva sulle due tematiche dell'architettura storica bolognese: terrecotte e solai.

Per quanto concerne le terrecotte la ricerca si è avvalsa di contributi interdisciplinari (storia dell'architettura, rilievo e chimica del restauro) al fine di individuare un legame tra forma (stile dell'ornamento in terracotta), produzione artigiana (elementi forgiati per stampo e elementi scalpellinati) e periodo storico (medievale, periodo di transizione, rinascimento e Cinquecento). Di seguito si elencano i relativi prodotti della ricerca:

 

·        C. Galli, F. Conserva, L'apparato decorativo in cotto a Bologna: caratteri geometrico-costruttivi, in G. Vezzalini, P. Zannini, a cura di, Atti del congresso A.I.Ar. 2012, 22-24 febbraio 2012, Patron Editore, Bologna, pp. 150-178.

·        C. Galli, F. Conserva, Assessment of architectural terracotta friezes in Bologna. Analysis to enhance historical understanding and improve treatment responses, Journal of Architectural Conservation, Donhead, July 2012, pp. 41-60.

Per quanto concerne lo studio dei portici bolognesi è stato presentato un contributo scientifico relativo alle procedure di restauro delle pavimentazioni dei portici, affette da degrado statico e fisico (vibrazioni da traffico, cedimenti terreni e solai sottostanti, dilatazioni termiche, umidità, ecc...) e relativo alla valorizzazione come rivelazione (art.9, Carta Internazionale del Restauro di Venezia, 1964) e facilitazione alla lettura (art.4, Carta del Restauro M.P.I., 1972) per conferire continuità al paesaggio urbano.

- C.Galli, F. Naldi,   The porticoes of  Bologna: methodology for sustainable restoration, International Conference on Vernacular Erithage, Sunstaibility and Eatthen Arquitechture, 11-09-2014, Valencia, in corso di stampa

Relativamente ai solai gli studi sono conclusi e lo scrivente con l'ing. Conserva sta predisponendo un contributo scientifico per la rivista internazionale di classe A, Journal of Architectural Conservation in cui vengono riassunti i dati conseguiti con la ricerca. In specie vengono esaminate le differenti tipologie di solai presenti nella realtà costruttiva bolognese e vengono esaminate tecniche di intervento "consapevoli" relative a restauri eseguiti su Palazzo Poggi (sede del Rettorato), su Palazzo Malvezzi Campeggi (sede della facoltà di Giurisprudenza), su Palazzo Fava Ghisilieri  (sede del Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna).  

Caratteristica peculiare che contraddistingue i solai bolognesi è quella di essere ornati con un ricco apparato decorativo, molto più sviluppato e ricercato rispetto alle tecniche e modalità costruttive del solaio medesimo; queste ultime sono caratterizzate da elementi costruttivi di base che, generalmente, rimangono costanti nel tempo. 

Nuovi studi

La ricerca attuale analizzerà, seguendo i criteri delineati per i temi già conclusi, i seguenti elementi costruttivi:

PORTALI;

COLONNE E PORTICI;

TRATTAMENTI SUPERFICI ARCHITETTONICHE, nello specifico studio delle lavorazioni dei mattoni in vista (puntinatura, bocciardatura, rigatura, ecc...) dei trattamenti superficiali, quali sagramature e scialbature.

 

ALFONSO RUBBIANI: NUOVI INDIRIZZI DI RICERCA 

La ricerca, già condotta si presenta come strumento per arricchire la visione critica sul pensiero e l'attività di Alfonso Rubbiani proponendo tra le sue finità principali quella di trasmetttere aggiornati indirizzi di ricerca non ancora sufficientemente approfonditi. Nello specifico gli studi condotti, in ambito di restauro urbano,  mettono in luce che Alfonso Rubbiani è stato un precursore della tutela del paesaggio urbano, anticipando gli studi condotti in tale senso da Gustavo Giovannoni; inoltre mette in luce la sensibilità di Rubbiani agli aspetti di conservazione dei tessuti storici in linea con le avanguardie delle culture europee dell'epoca (Camillo Sitte, Giuseppe Stubben). La ricerca intende proseguire nello studio degli aspetti innovativi introdotti da Alfonso Rubbiani nel campo del restauro architettonico e decorativo: emanazione nel 1902 di una carta del restauro denominata "Avvertenze d'Arte", relativa alle superfici architettoniche, a completamento della Carta del Boito del 1883 e messa a punto di uno dei fondamentali principi  del restauro, la "distinguibilità" che viene messo in atto dagli artisti della Gilda che afferivano a Rubbiani in diversi edifici (San Francesco a Bologna, Palazzo del Canton dei Fiori a Bologna, S. Antonio a Padova).

Risultati conseguiti

I risultati conseguiti relativamente alla tutela del paesaggio urbano e al restauro delle superfici architettoniche sono in corso di pubblicazione: 

- C.Galli, Le origini della tutela del paesaggio urbano: Alfonso Rubbiani a Bologna, in corso di stampa

- C.Galli, Le avvertenze d'arte di Alfonso Rubbiani, documento integrativo alla carta italiana del restauro del 1833


Nuovi studi

I nuovi indirizzi di ricerca riguardano l'inquadramento di Alfondo Rubbiani nel contesto culturale bolognese e un'apertura di insieme sul contesto nazionale ed europeo. Si intende con ciò inserire la figura di Rubbiani nel quadro degli studi su un'intera generazione di architetti restauratori attivi nell'Italia post unitaria tra cui spiccano Camillo Boito, Alfredo d'Andrade e Luca Beltrami. Inoltre i restauri condotti da Rubbiani devono essere letti e valutati come espressione della cultura bolognese dell'epoca (Accademia di Belle Arti, Soprintendenza, Università, Comune, ecc..) e inquadrati nei pregressi storici del restauro (Palazzo d'Accursio, Palazzo del Podestà, Complesso di S.Stefano, ecc..). Una nuova linea di ricerca riguarda l'influenza esercitata da Rubbiani sugli allievi, Guido Zucchini, Edoardo Collamarini, ecc...