RESTAURO DELLE EMERGENZE ARCHITETTONICHE DISTRUTTE DA
EVENTI SISMICI: CORRELAZIONI FRA INDAGINI STORICO-COSTRUTTIVE E
CINEMATISMI DI ROTTURA REALI
La ricerca, dopo una prima fase di carattere generale, relativa
all'impostazione del problema miglioramento sismico in ambito
monumentale, intende sviluppare le correlazioni che
intercorrono fra lo studio storico-costruttivo della fabbrica e le
cause dei dissesti statici e dei cinematismi di rottura reali.
Per quanto le modalità di approccio al consolidamento e al
miglioramento sismico siano state recepite dalle normative di
settore ormai da tempo, sembra emergere una frattura culturale fra
assunti teorici e modalità di analisi dovute all'approccio generico
dei tecnici, basato più sulle metodologie delle strutture elastiche
che sull'approfondimento del dato storico-costruttivo.
L'esito positivo dell'azione e il conseguimento del ‘minimo
intervento' sono basati sul dato storico e costruttivo; questi
ultimi devono essere approfonditi in modo circostanziato con
capacità di analisi e con alle spalle esercizio e preparazione per
confinare lo studio, e il conseguente intervento, nelle giuste
dimensioni e nella consapevolezza che certi modelli matematici non
sono ancora sufficientemente rappresentativi della realtà
costrutttiva alla quale devono essere necessariamente subordinati.
Gli sviluppi futuri della ricerca devono proseguire nella ferma
convinzione che le linee normative sono anzitutto il risultato di
un atteggiamento culturale conseguito grazie ad un cambiamento
radicale nei confronti del costruito di natura storica.
L'applicazione delle indagini tematiche, basilari per definire
aspetti storici, figurativi del manufatto nel restauro e la sua
evoluzione nel tempo, deve essere estesa al consolidamento
divenendo un atto di normale prassi operativa per definire i
rapporti fra cronologia stratigrafica (archeologia in elevato) e
processo evolutivo della fabbrica e fra cronologia stratigrafica e
cronologia sismica e/o quadro fessurativo. I primi sono utili per
comprendere la formazione dell'impianto costruttivo e i suoi
cambiamenti che hanno determinato nel corso della storia criticità
comportamentali al sistema costruttivo; i secondi per verificare il
comportamento ai sismi storici e alle riparazioni effettuate e a
comprendere gli attuali cinematismi reali che, spesso, sono
differenti da quelli attesi.
La discussione di due casi di studio rappresenta l'occasione per
esplicitare un virtuoso percorso di analisi progettuale fondato su
criteri condivisi e per riaffermare la centralità di una
disciplina, il restauro, che comprende anche il consolidamento come
parte integrante del progetto di conservazione, delineando in
questo modo una disciplina rigorosamente scientifica ma al contempo
storica e fondamentalmente critica. I casi che verranno esplicitati
sono la chiesa di san Domenico a Ravenna in cui, per comprendere la
natura dei dissesti ben evidenti dal quadro fessurativo, si è fatto
doverosamente ricorso allo studio dei cambiamenti subiti dalla
fabbrica nel corso dei secoli, mediante indagini archivistiche che
hanno evidenziato che i dissesti non erano dovuti al recente sisma,
nè al precedente consolidamento che aveva fatto uso di micropali su
una sola parte della chiesa; il duomo di Mirandola in cui i
cinematismi reali, conseguenti al recente sisma sono stati
disattesi rispetto a quelli teorici a seguito degli interventi di
rafforzamento incongruo operati sulle murature e sulla fabbrica
medesima nel corso dei secoli.
Risultati conseguiti
I risultati conseguiti concernano l'impostazione di una
metodologia consapevole per affrontare le tematiche relative al
miglioramento sismico in edifici sottoposti a vincolo di tutela.
Nello specifico hanno riguardato lo studio delle fase di approccio
al problema consolidamento, conoscenza costruttiva del manufatto e
modalità di comprensione dei cinematismi di primo e secondo
modo.
Pubblicazioni
C. Galli, Precedenti storici e orientamenti della normativa
sismica dei beni culturali. Regole dell'arte, intuizioni e calcolo
numerico, in XV convegno ANIDIS 2013, L'ingegneria sismica in
Italia, Padova 30 giugno-4 luglio 2013, sessione P: Sicurezza
sismica del costruito storico tra tradizione ed innovazione, P7,
ISBN 978-88-97385-59-2
Nuovi studi
I nuovi studi riguardano l'individuazione delle correlazioni fra
indagini storico-costruttive - indagini tematiche - e
meccanismi di danno reali che spesso sono differenti rispetto a
quelli attesi a causa delle modificazioni avvenute nel corso del
tempo e di interventi messi in atto a seguito di sismi storici.
ATLANTE DELL'ARCHITETTURA
Premessa
Prosegue la ricerca relativa alla redazione di un atlante
dell'architettura bolognese che si colloca nell'ambito dei “manuali
del recupero” prodotti sul finire degli anni Ottanta del secolo
scorso e attivati sotto il coordinamento di Paolo Marconi.
Il nuovo atlante affronta in modo sistematico lo studio degli
elementi costruttivi dell'architettura storica bolognese secondo
una concezione “geografica” del problema che indaga il lessico
costruttivo dell'architettura locale in forma dinamica e “sempre
aperta” ai fini di proporre soluzioni di intervento sulle parti
degradate coerenti e consapevoli.
Il valore dell'atlante non risiede nella semplice
rappresentazione di casi di studio specifici, ma in quanto descrive
un metodo di approccio all'analisi degli elementi costruttivi
intesi non come soluzioni tecniche standardizzate e ripetitive ma
quali prodotti di metodi costruttivi attribuibili alla cultura
materiale locale. Di conseguenza l'intervento restaurativo è
concepito non più come un repertorio di soluzioni standardizzate e
riproducibili, ma come il risultato di una ricerca che aderisce
alle specificità del singolo caso e al suo stato di degrado.
Risultati conseguiti
Sulla scorta delle ricerche svolte negli anni precedenti si è
sviluppata una sintesi conclusiva sulle due tematiche
dell'architettura storica bolognese: terrecotte e solai.
Per quanto concerne le terrecotte la ricerca si è avvalsa di
contributi interdisciplinari (storia dell'architettura, rilievo e
chimica del restauro) al fine di individuare un legame tra forma
(stile dell'ornamento in terracotta), produzione artigiana
(elementi forgiati per stampo e elementi scalpellinati) e periodo
storico (medievale, periodo di transizione, rinascimento e
Cinquecento). Di seguito si elencano i relativi prodotti della
ricerca:
· C. Galli, F.
Conserva, L'apparato decorativo in cotto a Bologna: caratteri
geometrico-costruttivi, in G. Vezzalini, P. Zannini, a cura di,
Atti del congresso A.I.Ar. 2012, 22-24 febbraio 2012, Patron
Editore, Bologna, pp. 150-178.
· C. Galli, F.
Conserva, Assessment of architectural terracotta friezes in
Bologna. Analysis to enhance historical understanding and improve
treatment responses, Journal of Architectural Conservation,
Donhead, July 2012, pp. 41-60.
Per quanto concerne lo studio dei portici bolognesi è stato
presentato un contributo scientifico relativo alle procedure di
restauro delle pavimentazioni dei portici, affette da degrado
statico e fisico (vibrazioni da traffico, cedimenti terreni e solai
sottostanti, dilatazioni termiche, umidità, ecc...) e relativo alla
valorizzazione come rivelazione (art.9, Carta Internazionale del
Restauro di Venezia, 1964) e facilitazione alla lettura (art.4,
Carta del Restauro M.P.I., 1972) per conferire continuità al
paesaggio urbano.
- C.Galli, F. Naldi, The porticoes of
Bologna: methodology for sustainable restoration, International
Conference on Vernacular Erithage, Sunstaibility and Eatthen
Arquitechture, 11-09-2014, Valencia, in corso di stampa
Relativamente ai solai gli studi sono conclusi e lo scrivente
con l'ing. Conserva sta predisponendo un contributo scientifico per
la rivista internazionale di classe A, Journal of Architectural
Conservation in cui vengono riassunti i dati conseguiti con la
ricerca. In specie vengono esaminate le differenti tipologie di
solai presenti nella realtà costruttiva bolognese e vengono
esaminate tecniche di intervento "consapevoli" relative a restauri
eseguiti su Palazzo Poggi (sede del Rettorato), su Palazzo Malvezzi
Campeggi (sede della facoltà di Giurisprudenza), su Palazzo Fava
Ghisilieri (sede del Museo della Fondazione Cassa di
Risparmio di Bologna).
Caratteristica peculiare che contraddistingue i solai bolognesi
è quella di essere ornati con un ricco apparato decorativo, molto
più sviluppato e ricercato rispetto alle tecniche e modalità
costruttive del solaio medesimo; queste ultime sono caratterizzate
da elementi costruttivi di base che, generalmente, rimangono
costanti nel tempo.
Nuovi studi
La ricerca attuale analizzerà, seguendo i criteri delineati per
i temi già conclusi, i seguenti elementi costruttivi:
PORTALI;
COLONNE E PORTICI;
TRATTAMENTI SUPERFICI ARCHITETTONICHE, nello specifico studio
delle lavorazioni dei mattoni in vista (puntinatura, bocciardatura,
rigatura, ecc...) dei trattamenti superficiali, quali sagramature e
scialbature.
ALFONSO RUBBIANI: NUOVI INDIRIZZI DI RICERCA
La ricerca, già condotta si presenta come strumento per
arricchire la visione critica sul pensiero e l'attività di Alfonso
Rubbiani proponendo tra le sue finità principali quella di
trasmetttere aggiornati indirizzi di ricerca non ancora
sufficientemente approfonditi. Nello specifico gli studi condotti,
in ambito di restauro urbano, mettono in luce che Alfonso
Rubbiani è stato un precursore della tutela del paesaggio urbano,
anticipando gli studi condotti in tale senso da Gustavo Giovannoni;
inoltre mette in luce la sensibilità di Rubbiani agli aspetti di
conservazione dei tessuti storici in linea con le avanguardie delle
culture europee dell'epoca (Camillo Sitte, Giuseppe Stubben). La
ricerca intende proseguire nello studio degli aspetti innovativi
introdotti da Alfonso Rubbiani nel campo del restauro
architettonico e decorativo: emanazione nel 1902 di una carta del
restauro denominata "Avvertenze d'Arte", relativa alle superfici
architettoniche, a completamento della Carta del Boito del 1883 e
messa a punto di uno dei fondamentali principi del restauro,
la "distinguibilità" che viene messo in atto dagli artisti della
Gilda che afferivano a Rubbiani in diversi edifici (San Francesco a
Bologna, Palazzo del Canton dei Fiori a Bologna, S. Antonio a
Padova).
Risultati conseguiti
I risultati conseguiti relativamente alla tutela del paesaggio
urbano e al restauro delle superfici architettoniche sono in corso
di pubblicazione:
- C.Galli, Le origini della tutela del paesaggio urbano:
Alfonso Rubbiani a Bologna, in corso di stampa
- C.Galli, Le avvertenze d'arte di Alfonso Rubbiani,
documento integrativo alla carta italiana del restauro del
1833,
Nuovi studi
I nuovi indirizzi di ricerca riguardano l'inquadramento di
Alfonso Rubbiani nel contesto culturale bolognese e un'apertura di
insieme sul contesto nazionale ed europeo. Si intende con ciò
inserire la figura di Rubbiani nel quadro degli studi su un'intera
generazione di architetti restauratori attivi nell'Italia post
unitaria tra cui spiccano Camillo Boito, Alfredo d'Andrade e Luca
Beltrami. Inoltre i restauri condotti da Rubbiani devono essere
letti e valutati come espressione della cultura bolognese
dell'epoca (Accademia di Belle Arti, Soprintendenza, Università,
Comune, ecc..) e inquadrati nei pregressi storici del restauro
(Palazzo d'Accursio, Palazzo del Podestà, Complesso di S.Stefano,
ecc..). Una nuova linea di ricerca riguarda l'influenza esercitata
da Rubbiani sugli allievi, Guido Zucchini, Edoardo Collamarini,
ecc...
RESTAURO DELLE EMERGENZE ARCHITETTONICHE DISTRUTTE DA
EVENTI SISMICI: CORRELAZIONI FRA INDAGINI STORICO-COSTRUTTIVE E
CINEMATISMI DI ROTTURA REALI
La ricerca, dopo una prima fase di carattere generale, relativa
all'impostazione del problema miglioramento sismico in ambito
monumentale, intende sviluppare le correlazioni che
intercorrono fra lo studio storico-costruttivo della fabbrica e le
cause dei dissesti statici e dei cinematismi di rottura reali.
Per quanto le modalità di approccio al consolidamento e al
miglioramento sismico siano state recepite dalle normative di
settore ormai da tempo, sembra emergere una frattura culturale fra
assunti teorici e modalità di analisi dovute all'approccio generico
dei tecnici, basato più sulle metodologie delle strutture elastiche
che sull'approfondimento del dato storico-costruttivo.
L'esito positivo dell'azione e il conseguimento del ‘minimo
intervento' sono basati sul dato storico e costruttivo; questi
ultimi devono essere approfonditi in modo circostanziato con
capacità di analisi e con alle spalle esercizio e preparazione per
confinare lo studio, e il conseguente intervento, nelle giuste
dimensioni e nella consapevolezza che certi modelli matematici non
sono ancora sufficientemente rappresentativi della realtà
costrutttiva alla quale devono essere necessariamente subordinati.
Gli sviluppi futuri della ricerca devono proseguire nella ferma
convinzione che le linee normative sono anzitutto il risultato di
un atteggiamento culturale conseguito grazie ad un cambiamento
radicale nei confronti del costruito di natura storica.
L'applicazione delle indagini tematiche, basilari per definire
aspetti storici, figurativi del manufatto nel restauro e la sua
evoluzione nel tempo, deve essere estesa al consolidamento
divenendo un atto di normale prassi operativa per definire i
rapporti fra cronologia stratigrafica (archeologia in elevato) e
processo evolutivo della fabbrica e fra cronologia stratigrafica e
cronologia sismica e/o quadro fessurativo. I primi sono utili per
comprendere la formazione dell'impianto costruttivo e i suoi
cambiamenti che hanno determinato nel corso della storia criticità
comportamentali al sistema costruttivo; i secondi per verificare il
comportamento ai sismi storici e alle riparazioni effettuate e a
comprendere gli attuali cinematismi reali che, spesso, sono
differenti da quelli attesi.
La discussione di due casi di studio rappresenta l'occasione per
esplicitare un virtuoso percorso di analisi progettuale fondato su
criteri condivisi e per riaffermare la centralità di una
disciplina, il restauro, che comprende anche il consolidamento come
parte integrante del progetto di conservazione, delineando in
questo modo una disciplina rigorosamente scientifica ma al contempo
storica e fondamentalmente critica. I casi che verranno esplicitati
sono la chiesa di san Domenico a Ravenna in cui, per comprendere la
natura dei dissesti ben evidenti dal quadro fessurativo, si è fatto
doverosamente ricorso allo studio dei cambiamenti subiti dalla
fabbrica nel corso dei secoli, mediante indagini archivistiche che
hanno evidenziato che i dissesti non erano dovuti al recente sisma,
nè al precedente consolidamento che aveva fatto uso di micropali su
una sola parte della chiesa; il duomo di Mirandola in cui i
cinematismi reali, conseguenti al recente sisma sono stati
disattesi rispetto a quelli teorici a seguito degli interventi di
rafforzamento incongruo operati sulle murature e sulla fabbrica
medesima nel corso dei secoli.
Risultati conseguiti
I risultati conseguiti concernano l'impostazione di una
metodologia consapevole per affrontare le tematiche relative al
miglioramento sismico in edifici sottoposti a vincolo di tutela.
Nello specifico hanno riguardato lo studio delle fase di approccio
al problema consolidamento, conoscenza costruttiva del manufatto e
modalità di comprensione dei cinematismi di primo e secondo
modo.
Pubblicazioni
C. Galli, Precedenti storici e orientamenti della
normativa sismica dei beni culturali. Regole dell'arte, intuizioni
e calcolo numerico, in XV convegno ANIDIS 2013, L'ingegneria
sismica in Italia, Padova 30 giugno-4 luglio 2013, sessione P:
Sicurezza sismica del costruito storico tra tradizione ed
innovazione, P7, ISBN 978-88-97385-59-2
Nuovi studi
I nuovi studi riguardano l'individuazione delle correlazioni fra
indagini storico-costruttive - indagini
tematiche - e meccanismi di danno reali che spesso sono
differenti rispetto a quelli attesi a causa delle modificazioni
avvenute nel corso del tempo e di interventi messi in atto a
seguito di sismi storici.
ATLANTE DELL'ARCHITETTURA
Premessa
Prosegue la ricerca relativa alla redazione di un atlante
dell'architettura bolognese che si colloca nell'ambito dei “manuali
del recupero” prodotti sul finire degli anni Ottanta del secolo
scorso e attivati sotto il coordinamento di Paolo Marconi.
Il nuovo atlante affronta in modo sistematico lo studio degli
elementi costruttivi dell'architettura storica bolognese secondo
una concezione “geografica” del problema che indaga il lessico
costruttivo dell'architettura locale in forma dinamica e “sempre
aperta” ai fini di proporre soluzioni di intervento sulle parti
degradate coerenti e consapevoli.
Il valore dell'atlante non risiede nella semplice
rappresentazione di casi di studio specifici, ma in quanto descrive
un metodo di approccio all'analisi degli elementi costruttivi
intesi non come soluzioni tecniche standardizzate e ripetitive ma
quali prodotti di metodi costruttivi attribuibili alla cultura
materiale locale. Di conseguenza l'intervento restaurativo è
concepito non più come un repertorio di soluzioni standardizzate e
riproducibili, ma come il risultato di una ricerca che aderisce
alle specificità del singolo caso e al suo stato di degrado.
Risultati conseguiti
Sulla scorta delle ricerche svolte negli anni precedenti si è
sviluppata una sintesi conclusiva sulle due tematiche
dell'architettura storica bolognese: terrecotte e solai.
Per quanto concerne le terrecotte la ricerca si è avvalsa di
contributi interdisciplinari (storia dell'architettura, rilievo e
chimica del restauro) al fine di individuare un legame tra forma
(stile dell'ornamento in terracotta), produzione artigiana
(elementi forgiati per stampo e elementi scalpellinati) e periodo
storico (medievale, periodo di transizione, rinascimento e
Cinquecento). Di seguito si elencano i relativi prodotti della
ricerca:
· C. Galli, F.
Conserva, L'apparato decorativo in cotto a Bologna:
caratteri geometrico-costruttivi, in G. Vezzalini, P.
Zannini, a cura di, Atti del congresso A.I.Ar. 2012, 22-24 febbraio
2012, Patron Editore, Bologna, pp. 150-178.
· C. Galli, F.
Conserva, Assessment of architectural terracotta friezes in
Bologna. Analysis to enhance historical understanding and improve
treatment responses, Journal of Architectural Conservation,
Donhead, July 2012, pp. 41-60.
Per quanto concerne lo studio dei portici bolognesi è stato
presentato un contributo scientifico relativo alle procedure di
restauro delle pavimentazioni dei portici, affette da degrado
statico e fisico (vibrazioni da traffico, cedimenti terreni e solai
sottostanti, dilatazioni termiche, umidità, ecc...) e relativo alla
valorizzazione come rivelazione (art.9, Carta Internazionale del
Restauro di Venezia, 1964) e facilitazione alla lettura (art.4,
Carta del Restauro M.P.I., 1972) per conferire continuità al
paesaggio urbano.
- C.Galli, F. Naldi, The porticoes of
Bologna: methodology for sustainable restoration, International
Conference on Vernacular Erithage, Sunstaibility and Eatthen
Arquitechture, 11-09-2014, Valencia, in corso di stampa
Relativamente ai solai gli studi sono conclusi e lo scrivente
con l'ing. Conserva sta predisponendo un contributo scientifico per
la rivista internazionale di classe A, Journal of Architectural
Conservation in cui vengono riassunti i dati conseguiti con la
ricerca. In specie vengono esaminate le differenti tipologie di
solai presenti nella realtà costruttiva bolognese e vengono
esaminate tecniche di intervento "consapevoli" relative a restauri
eseguiti su Palazzo Poggi (sede del Rettorato), su Palazzo Malvezzi
Campeggi (sede della facoltà di Giurisprudenza), su Palazzo Fava
Ghisilieri (sede del Museo della Fondazione Cassa di
Risparmio di Bologna).
Caratteristica peculiare che contraddistingue i solai bolognesi
è quella di essere ornati con un ricco apparato decorativo, molto
più sviluppato e ricercato rispetto alle tecniche e modalità
costruttive del solaio medesimo; queste ultime sono caratterizzate
da elementi costruttivi di base che, generalmente, rimangono
costanti nel tempo.
Nuovi studi
La ricerca attuale analizzerà, seguendo i criteri delineati per
i temi già conclusi, i seguenti elementi costruttivi:
PORTALI;
COLONNE E PORTICI;
TRATTAMENTI SUPERFICI ARCHITETTONICHE, nello specifico studio
delle lavorazioni dei mattoni in vista (puntinatura, bocciardatura,
rigatura, ecc...) dei trattamenti superficiali, quali sagramature e
scialbature.
ALFONSO RUBBIANI: NUOVI INDIRIZZI DI RICERCA
La ricerca, già condotta si presenta come strumento per
arricchire la visione critica sul pensiero e l'attività di Alfonso
Rubbiani proponendo tra le sue finità principali quella di
trasmetttere aggiornati indirizzi di ricerca non ancora
sufficientemente approfonditi. Nello specifico gli studi condotti,
in ambito di restauro urbano, mettono in luce che Alfonso
Rubbiani è stato un precursore della tutela del paesaggio urbano,
anticipando gli studi condotti in tale senso da Gustavo Giovannoni;
inoltre mette in luce la sensibilità di Rubbiani agli aspetti di
conservazione dei tessuti storici in linea con le avanguardie delle
culture europee dell'epoca (Camillo Sitte, Giuseppe Stubben). La
ricerca intende proseguire nello studio degli aspetti innovativi
introdotti da Alfonso Rubbiani nel campo del restauro
architettonico e decorativo: emanazione nel 1902 di una carta del
restauro denominata "Avvertenze d'Arte", relativa alle superfici
architettoniche, a completamento della Carta del Boito del 1883 e
messa a punto di uno dei fondamentali principi del restauro,
la "distinguibilità" che viene messo in atto dagli artisti della
Gilda che afferivano a Rubbiani in diversi edifici (San Francesco a
Bologna, Palazzo del Canton dei Fiori a Bologna, S. Antonio a
Padova).
Risultati conseguiti
I risultati conseguiti relativamente alla tutela del paesaggio
urbano e al restauro delle superfici architettoniche sono in corso
di pubblicazione:
- C.Galli, Le origini della tutela del paesaggio urbano:
Alfonso Rubbiani a Bologna, in corso di stampa
- C.Galli, Le avvertenze d'arte di Alfonso
Rubbiani, documento integrativo alla carta italiana del restauro
del 1833,
Nuovi studi
I nuovi indirizzi di ricerca riguardano l'inquadramento di
Alfondo Rubbiani nel contesto culturale bolognese e un'apertura di
insieme sul contesto nazionale ed europeo. Si intende con ciò
inserire la figura di Rubbiani nel quadro degli studi su un'intera
generazione di architetti restauratori attivi nell'Italia post
unitaria tra cui spiccano Camillo Boito, Alfredo d'Andrade e Luca
Beltrami. Inoltre i restauri condotti da Rubbiani devono essere
letti e valutati come espressione della cultura bolognese
dell'epoca (Accademia di Belle Arti, Soprintendenza, Università,
Comune, ecc..) e inquadrati nei pregressi storici del restauro
(Palazzo d'Accursio, Palazzo del Podestà, Complesso di S.Stefano,
ecc..). Una nuova linea di ricerca riguarda l'influenza esercitata
da Rubbiani sugli allievi, Guido Zucchini, Edoardo Collamarini,
ecc...