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Maurizio Cattani

Professore associato

Dipartimento di Storia Culture Civiltà

Settore scientifico disciplinare: L-ANT/01 PREISTORIA E PROTOSTORIA

Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Archeologia e culture del mondo antico

Temi di ricerca

Parole chiave: Analisi della complessità sociale archeologia delle steppe Allevamento Archeologia dell'Arabia Mediterraneo centrale Età del bronzo Società nomadiche Archeometallurgia Italia settentrionale

I temi di ricerca vertono principalmente sullo studio delle società complesse della Preistoria e della Protostoria ed in particolare delle manifestazioni dell'età del Bronzo in varie regioni d'Europa e dell'Asia.

Le ricerche riguardano le forme di adattamento delle comunità dell'antico e medio Olocene dell'Asia con particolare riferimento alla Penisola Araba, in cui si è sviluppato inoltre l'interesse verso l'analisi delle società tribali del Sultanato d'Oman dell'età del Bronzo e verso lo studio dei sistemi economici che coinvolgono le civiltà della Mesopotamia e della Valle dell'Indo.

Con lo stesso intento si è inoltre attivata una ricerca sulle comunità dell'età dei metalli in Asia Centrale, con particolare riferimento allo studio delle comunità nomadiche e all'interazione tra questre e le società sedentarie. In particolare le ricerche effettuate sul campo in Turkmenistan e in Kazakhstan permettono di valutare i dati archeologici e di analizzare l'evoluzione delle società di nomadi allevatori nella steppa euroasiatica.

Un ulteriore tema di ricerca riguarda lo studio delle società dell'età del Bronzo in Sicilia, dove sono tuttora in corso gli scavi a Pantelleria, in Sardegna e  in Italia settentrionale. Le ricerche in Sicilia, con particolare riferimento alla realtà insulare, costituiscono l'occasione per approfondire i temi della circolazione nel mediterraneo di beni e individui, nonché dell'aggregazione di comunità a struttura sociale articolata che hanno generato situazioni archeologiche monumentali. La ricerca in Italia settentrionale verte sull'indagine del popolamento dell'età del Bronzo della pianura padana e della Romagna, caratterizzato dall'economia agro-pastorale e da società tribali a controllo territoriale. In particolare negli ultimi anni sono state condotte ricerche sul campo e approfondimenti con gruppi di lavoro sulle dinamiche del popolamento dell'età del Bronzo dell'Italia centro-settentrionale. La ricerca ha avuto il riconoscimento con l'assegnazione di un progetto finanziato PRIN 2008 dal titolo " Dinamiche di espansione nell'Età del Bronzo in Italia: rappresentazione e analisi dei processi territoriali in casi paradigmatici di crescita della complessità culturale", a cui partecipano le università di Milano e Sassari. In particolare la collaborazione con quest'ultima ha aperto prospettive di ricerca in un ulteriore ambito di particolare interesse per la linea generale della ricerca affrontando il mondo nuragico, iniziato con l'esplorazione del nuraghe Tanca Manna di Nuoro e destinato ad essere sviluppato nei prossimi anni.

Da ultimo, ma di estremo interesse, è il progetto di ricerca sulla civiltà del Mississippi, che nonostante la cronologia di riferimento (1000-1400 d.C.), costituisce un'ottima occasione per approfondire le tematiche di emergenza del chiefdom in rapporto alle dinamiche di espansione demografica e di controllo delle risorse.

 

Le ricerche sul nomadismo in Asia centrale

Nel 2001 è iniziato un progetto di ricerca in Kazakhstan, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e supportato dall'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente di Roma (Is.I.A.O.) e dal Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna. Principale Obiettivo della ricerca è lo studio e l'interpretazione della civiltà dell'età del Bronzo e della prima Età del Ferro nelle steppe, che hanno rappresentato nella storia dell'evoluzione umana momenti chiave per il passaggio verso il nomadismo pastorale. Questo "stile" di vita costituisce una cosciente forma di adattamento a particolari condizioni ambientali e culturali, che nell'arco di oltre due millenni ha condizionato la storia della regione steppica e dei territori limitrofi che si estendono dalla Cina all'Europa orientale.

Mursia - Pantelleria (TP)

L'insediamento dell'età del Bronzo di Mursia, per le sue eccezionali caratteristiche monumentali, documentate dalle capanne, dal poderoso muraglione di cinta e dalla necropoli dei Sesi, testimonianze di una società complessa, rappresenta uno dei complessi archeologici di maggiore importanza, anche e soprattutto in relazione all'eccezionale stato di conservazione, tra quelli presenti nel Mediterraneo centrale.

Snodo fondamentale di navigazioni e traffici millenari, rappresenta da sempre un crocevia di culture fin dalle più antiche civiltà. Gli obiettivi di questa ricerca, in concomitanza con la prosecuzione delle indagini di scavo, sono quelli di definire in modo dettagliato i tempi e le ragioni della fondazione e dell' abbandono dell'abitato, evidenziarne l'evoluzione della forma e della consistenza e chiarire, attraverso l'analisi dei reperti archeologi, l'origine e la natura degli apporti allogeni e di quelli “autoctoni”.

Il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell'Università di Bologna partecipa all'esplorazione del villaggio con gli scavi del settore B , il terrazzo immediatamente a monte della moderna strada perimetrale che attraversa l'abitato dell'età del bronzo. La campagna di ricerche a Mursia, che segue il progetto pluriennale della Carta Archeologica dell'isola, è stata recentemente avviata con un intervento diretto dal Prof. Sebastiano Tusa della Soprintendenza del Mare di Palermo, ed ha come obiettivo l'esplorazione, il restauro e la valorizzazione del sito archeologico. Lo scavo dell'Università di Bologna ha aperto un'area adiacente a quella scavata da Carlo Tozzi tra il 1967 e il 1971 con l'obiettivo di completare l'esplorazione di buona parte del terrazzo e indagare l'estremità meridionale del muro perimetrale. La particolare posizione del settore B ci permette di affrontare le problematiche relative al passaggio tra area abitata, dirupo naturale e muro difensivo ed indagare le modalità di percorso all'interno di questa zona di abitato e di passaggio al terrazzo più basso verso il mare (settori di scavo A, D). Tra i risultati più significativi delle campagne di scavo sono da annoverare la scoperta di numerose altre strutture residenziali e produttive, nonchè la ricostruzione della sequenza cronologica che comprende diverse fasi tra l'antica e la media età del bronzo. L'insediamento di Mursia rientra nell'ambito della cultura di Rodì-Tindari-Vallelunga, che è caratterizzata dalla presenza di una ceramica acroma con rari motivi incisi e con elaborate anse soprelevate e che è databile tra le fasi avanzate dell'età del Bronzo antica e l'inizio della media età del Bronzo (prima metà del II millennio a.C.).

L'Italia settentrionale

L'obiettivo del progetto di ricerca è la proposta di un'analisi del popolamento dell'età del Bronzo in Romagna, come finestra di approfondimento all'interno del più ampio progetto di studi sull'Italia Settentrionale. Il territorio oggetto di tale ricerca è stato, negli ultimi decenni, assai meno investigato rispetto alle limitrofe aree (padana e transpadana in particolare). Questa mancanza di informazioni ha reso necessaria una rivisitazione delle ricerche e degli studi, attraverso la costruzione di un atlante del popolamento, al fine di colmare (o quantomeno iniziare a farlo) questo vuoto. La  Romagna, per sua natura geografica, ha rappresentato un ponte di condivisione tra il mondo dell'Etruria settentrionale, il settore medio-adriatico, l'ambito padano e transpadano, ed è stata caratterizzata da diversi gradi di connessioni e penetrazioni, con valenze e tendenze diverse.

Lo studio territoriale combina la rappresentazione cartografica delle unità tematiche indagate con l'osservazione diretta, di almeno una parte della zona studiata, insieme all'osservazione indiretta, che permette il recupero e l'impiego di dati rilevati da altri.

La ricerca territoriale ha sempre lo stesso obiettivo: sostituire all'esplorazione puntuale e discontinua una visione globale, anche se l'approccio diretto sul campo resta imprescindibile. Quello che conta è la proposta di riflessioni e di sintesi su ampia scala, in cui la percezione del singolo particolare trova importanza nell'analisi estesa e, a sua volta, l'errore o la mancanza di informazioni particolari, pertinenti ad un singolo aspetto, è mediata dalla dinamica generale.

Lo studio territoriale indaga raggruppamenti, insiemi, combinazioni, la cui analisi costituisce l'oggetto stesso di studio. In particolare nell'ambito del Progetto ci si sta concentrando sul concetto di "regione" e "cultura" nell'età del Bronzo, concetti ormai di ampio utilizzo nella letteratura dedicata, ma su cui si cercherà di insistere con una più ampia riflessione "ontologica''.

Oltre all'analisi della cultura materiale, e quindi principalmente all'analisi tassonomica di forme ceramiche e metalli, sono oggetto di studio le tipologie costruttive, aspetti paleoeconomici e paleoecologici.

La prospettiva di osservazione regionale trascende la percezione diretta e parziale del territorio e sostituisce ad essa una visione artefatta, a questo scopo esiste una prassi metodologica comune per la ricerca territoriale di ambito regionale che combina tre elementi principali:

  • Rappresentazione cartografica delle unità tematiche indagate.
  • Osservazione diretta di almeno una parte della zona studiata (altrimenti senza questa operazione nulla garantirebbe la validità della rappresentazione).
  • Osservazione indiretta, che permette l'utilizzo di dati rilevati da altri.Ciò comporta rischi di errore, i dati possono non essere omogenei e quindi possono verificarsi distorsioni. In tal caso occorre mettere in atto procedure di validazione e studio di qualità sull'informazione.
Nel caso di questa ricerca, in relazione agli elementi sopra ricordati, si è proceduto alla definizione dei seguenti punti:
  • Creazione del Sistema Informativo Geografico e della sua risultante condivisibile in remoto (WebGIS) per la descrizione e localizzazione degli abitati, quali entità analizzate, ma estesa in generale a tutte le evidenze ascrivibili al concetto di sito (rinvenimento, ripostiglio, grotta, ecc.).
  • Attività di scavo e indagine dirette sul campo iniziate nell'abitato di Via Ordiere a Solarolo.
  • Costruzione di un  sistema di archiviazione e recupero di tutto il materiale edito e d'archivio sulla cultura materiale dell'area indagata.

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