I temi di ricerca vertono principalmente sullo studio delle
società complesse della Preistoria e della Protostoria ed in
particolare delle manifestazioni dell'età del Bronzo in varie
regioni d'Europa e dell'Asia.
Le ricerche riguardano le forme di adattamento delle comunità
dell'antico e medio Olocene dell'Asia con particolare riferimento
alla Penisola Araba, in cui si è sviluppato inoltre l'interesse
verso l'analisi delle società tribali del Sultanato d'Oman dell'età
del Bronzo e verso lo studio dei sistemi economici che coinvolgono
le civiltà della Mesopotamia e della Valle dell'Indo.
Con lo stesso intento si è inoltre attivata una ricerca sulle
comunità dell'età dei metalli in Asia Centrale, con particolare
riferimento allo studio delle comunità nomadiche e all'interazione
tra questre e le società sedentarie. In particolare le ricerche
effettuate sul campo in Turkmenistan e in Kazakhstan permettono di
valutare i dati archeologici e di analizzare l'evoluzione
delle società di nomadi allevatori nella steppa euroasiatica.
Un ulteriore tema di ricerca riguarda lo studio delle società
dell'età del Bronzo in Sicilia, dove sono tuttora in corso gli
scavi a Pantelleria, in Sardegna e in Italia settentrionale.
Le ricerche in Sicilia, con particolare riferimento alla
realtà insulare, costituiscono l'occasione per approfondire i temi
della circolazione nel mediterraneo di beni e individui, nonché
dell'aggregazione di comunità a struttura sociale articolata che
hanno generato situazioni archeologiche monumentali. La ricerca
in Italia settentrionale verte sull'indagine del popolamento
dell'età del Bronzo della pianura padana e della Romagna,
caratterizzato dall'economia agro-pastorale e da società tribali a
controllo territoriale. In particolare negli ultimi anni sono state
condotte ricerche sul campo e approfondimenti con gruppi di lavoro
sulle dinamiche del popolamento dell'età del Bronzo dell'Italia
centro-settentrionale. La ricerca ha avuto il riconoscimento con
l'assegnazione di un progetto finanziato PRIN 2008 dal titolo
" Dinamiche di espansione nell'Età del Bronzo in Italia:
rappresentazione e analisi dei processi territoriali in casi
paradigmatici di crescita della complessità culturale", a cui
partecipano le università di Milano e Sassari. In particolare
la collaborazione con quest'ultima ha aperto prospettive di ricerca
in un ulteriore ambito di particolare interesse per la linea
generale della ricerca affrontando il mondo nuragico, iniziato con
l'esplorazione del nuraghe Tanca Manna di Nuoro e destinato ad
essere sviluppato nei prossimi anni.
Da ultimo, ma di estremo interesse, è il progetto di ricerca
sulla civiltà del Mississippi, che nonostante la cronologia di
riferimento (1000-1400 d.C.), costituisce un'ottima occasione per
approfondire le tematiche di emergenza del chiefdom in rapporto
alle dinamiche di espansione demografica e di controllo delle
risorse.
Le ricerche sul nomadismo in Asia centrale
Nel 2001 è iniziato un progetto di ricerca in Kazakhstan,
promosso dal Ministero degli Affari Esteri e supportato
dall'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente di Roma (Is.I.A.O.)
e dal Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna.
Principale Obiettivo della ricerca è lo studio e l'interpretazione
della civiltà dell'età del Bronzo e della prima Età del Ferro nelle
steppe, che hanno rappresentato nella storia dell'evoluzione umana
momenti chiave per il passaggio verso il nomadismo pastorale.
Questo "stile" di vita costituisce una cosciente forma di
adattamento a particolari condizioni ambientali e culturali, che
nell'arco di oltre due millenni ha condizionato la storia della
regione steppica e dei territori limitrofi che si estendono dalla
Cina all'Europa orientale.
Mursia - Pantelleria (TP)
L'insediamento dell'età del Bronzo di Mursia, per le sue
eccezionali caratteristiche monumentali, documentate dalle capanne,
dal poderoso muraglione di cinta e dalla necropoli dei Sesi,
testimonianze di una società complessa, rappresenta uno dei
complessi archeologici di maggiore importanza, anche e soprattutto
in relazione all'eccezionale stato di conservazione, tra quelli
presenti nel Mediterraneo centrale.
Snodo fondamentale di navigazioni e traffici millenari,
rappresenta da sempre un crocevia di culture fin dalle più antiche
civiltà. Gli obiettivi di questa ricerca, in concomitanza con la
prosecuzione delle indagini di scavo, sono quelli di definire in
modo dettagliato i tempi e le ragioni della fondazione e dell'
abbandono dell'abitato, evidenziarne l'evoluzione della forma e
della consistenza e chiarire, attraverso l'analisi dei reperti
archeologi, l'origine e la natura degli apporti allogeni e di
quelli “autoctoni”.
Il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell'Università di Bologna partecipa
all'esplorazione del villaggio con gli scavi del settore B ,
il terrazzo immediatamente a monte della moderna strada perimetrale
che attraversa l'abitato dell'età del bronzo. La campagna di
ricerche a Mursia, che segue il progetto pluriennale della Carta
Archeologica dell'isola, è stata recentemente avviata con un
intervento diretto dal Prof. Sebastiano Tusa della Soprintendenza
del Mare di Palermo, ed ha come obiettivo l'esplorazione, il
restauro e la valorizzazione del sito archeologico. Lo scavo
dell'Università di Bologna ha aperto un'area adiacente a quella
scavata da Carlo Tozzi tra il 1967 e il 1971 con l'obiettivo di
completare l'esplorazione di buona parte del terrazzo e indagare
l'estremità meridionale del muro perimetrale. La particolare
posizione del settore B ci permette di affrontare le problematiche
relative al passaggio tra area abitata, dirupo naturale e muro
difensivo ed indagare le modalità di percorso all'interno di questa
zona di abitato e di passaggio al terrazzo più basso verso il mare
(settori di scavo A, D). Tra i risultati più significativi delle
campagne di scavo sono da annoverare la scoperta di numerose altre
strutture residenziali e produttive, nonchè la ricostruzione della
sequenza cronologica che comprende diverse fasi tra l'antica e la
media età del bronzo. L'insediamento di Mursia rientra nell'ambito
della cultura di Rodì-Tindari-Vallelunga, che è caratterizzata
dalla presenza di una ceramica acroma con rari motivi incisi e con
elaborate anse soprelevate e che è databile tra le fasi avanzate
dell'età del Bronzo antica e l'inizio della media età del Bronzo
(prima metà del II millennio a.C.).
L'Italia settentrionale
L'obiettivo del progetto di ricerca è la proposta di un'analisi
del popolamento dell'età del Bronzo in Romagna, come finestra di
approfondimento all'interno del più ampio progetto di studi
sull'Italia Settentrionale. Il territorio oggetto di tale
ricerca è stato, negli ultimi decenni, assai meno investigato
rispetto alle limitrofe aree (padana e transpadana in particolare).
Questa mancanza di informazioni ha reso necessaria
una rivisitazione delle ricerche e degli studi, attraverso la
costruzione di un atlante del popolamento, al fine di colmare
(o quantomeno iniziare a farlo) questo vuoto. La
Romagna, per sua natura geografica, ha rappresentato un ponte
di condivisione tra il mondo dell'Etruria settentrionale, il
settore medio-adriatico, l'ambito padano e transpadano, ed è stata
caratterizzata da diversi gradi di connessioni e penetrazioni, con
valenze e tendenze diverse.
Lo studio territoriale combina la rappresentazione cartografica
delle unità tematiche indagate con l'osservazione diretta, di
almeno una parte della zona studiata, insieme all'osservazione
indiretta, che permette il recupero e l'impiego di dati rilevati da
altri.
La ricerca territoriale ha sempre lo stesso obiettivo:
sostituire all'esplorazione puntuale e discontinua una visione
globale, anche se l'approccio diretto sul campo resta
imprescindibile. Quello che conta è la proposta di riflessioni e di
sintesi su ampia scala, in cui la percezione del singolo
particolare trova importanza nell'analisi estesa e, a sua volta,
l'errore o la mancanza di informazioni particolari, pertinenti ad
un singolo aspetto, è mediata dalla dinamica generale.
Lo studio territoriale indaga raggruppamenti, insiemi,
combinazioni, la cui analisi costituisce l'oggetto stesso di
studio. In particolare nell'ambito del Progetto ci si sta
concentrando sul concetto di "regione" e "cultura" nell'età del
Bronzo, concetti ormai di ampio utilizzo nella letteratura
dedicata, ma su cui si cercherà di insistere con una più ampia
riflessione "ontologica''.
Oltre all'analisi della cultura materiale, e quindi
principalmente all'analisi tassonomica di forme ceramiche e
metalli, sono oggetto di studio le tipologie costruttive, aspetti
paleoeconomici e paleoecologici.
La prospettiva di osservazione regionale trascende la percezione
diretta e parziale del territorio e sostituisce ad essa una visione
artefatta, a questo scopo esiste una prassi metodologica comune per
la ricerca territoriale di ambito regionale che combina tre
elementi principali:
- Rappresentazione cartografica delle unità tematiche
indagate.
- Osservazione diretta di almeno una parte della zona studiata
(altrimenti senza questa operazione nulla garantirebbe la validità
della rappresentazione).
- Osservazione indiretta, che permette l'utilizzo di dati
rilevati da altri.Ciò comporta rischi di errore, i dati possono non
essere omogenei e quindi possono verificarsi distorsioni. In tal
caso occorre mettere in atto procedure di validazione e studio di
qualità sull'informazione.
Nel caso di questa ricerca, in relazione agli elementi sopra
ricordati, si è proceduto alla definizione dei seguenti punti:
- Creazione del Sistema Informativo Geografico e della sua
risultante condivisibile in remoto (WebGIS)
per la descrizione e localizzazione degli abitati, quali entità
analizzate, ma estesa in generale a tutte le evidenze ascrivibili
al concetto di sito (rinvenimento, ripostiglio, grotta, ecc.).
- Attività di scavo e indagine dirette sul campo iniziate
nell'abitato di Via
Ordiere a Solarolo.
- Costruzione di un
sistema di archiviazione e recupero di tutto il materiale
edito e d'archivio sulla cultura materiale dell'area indagata.