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Marco Balboni

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Settore scientifico disciplinare: IUS/13 DIRITTO INTERNAZIONALE

Responsabile unità organizzativa di sede (UOS) Forlì — Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Temi di ricerca

L'attività di ricerca si articola attorno ad alcune tematiche principali.

La prima linea di ricerca riguarda l'applicazione del diritto dell'Unione europea (UE) da parte dei giudici nazionali degli Stati membri e mira a verificare quali effetti il giudice nazionale è tenuto ad accordare al diritto dell'UE in ambito interno. Accanto a questo una seconda linea di ricerca si concentra sul contributo dell'UE all'affermazione dei principi dello stato di diritto in ambito internazionale. Questa analisi ha lo scopo di valutare il ruolo dell'Unione europea, soprattutto nella sua dimensione esterna, ma anche interna, alla costruzione di un sistema giuridico internazionale incentrato sulla rule of law. La ricerca sulla giustizia penale internazionale mira soprattutto a verificare il ruolo assunto dall'Unione europea nella promozione di questo particolare settore del diritto internazionale. Lo stesso si deve dire del diritto dell'immigrazione, dove però è importante anche la dimensione interna della costruzione di una politica comune agli Stati membri in materia. Infine, da ultimo, l'interesse ha iniziato a concentrarsi sulle fonti del diritto europeo antidiscriminatorio, relativamente sia alle tematiche di genere che LGBT.

La prima linea di ricerca concerne il tema degli effetti diretti e indiretti del diritto comunitario (dCE). Essa ha per oggetto lo studio dell'applicazione del dCE da parte dei giudici nazionali degli Stati membri. Si tratta di verificare quali effetti il giudice nazionale è tenuto ad accordare al dCE in ambito interno quando si pone il problema della sua applicazione ai diversi casi di specie. Lo studio di questo tema è peraltro ormai giunto al termine come linea principale di ricerca.

La seconda linea di ricerca riguarda il ruolo internazionale dell'Unione europea. La Comunità europea si pone, sia rispetto all'insieme degli Stati membri, sia nei confronti della comunità internazionale, come attore che fonda la propria azione sul rispetto del principio di legalità. Tale presupposto, oltre ad assicurare una certa legittimazione della sua azione, costituisce la base di una serie di politiche e di azioni nell'ambito delle relazioni con i paesi terzi volte a promuovere e a garantire il rispetto di un complesso insieme di principi, democrazia e diritti dell'uomo. Tali azioni trovano il loro necessario complemento nonché un quadro di attuazione nei principi, istituzioni e procedure che definiscono lo Stato di diritto. Lo scopo della ricerca consiste nel valutare l'efficacia della portata e l'autonomia di queste politiche, analizzate da alcuni punti di vista privilegiati: la politica di condizionalità, tanto nell'ambito della cooperazione allo sviluppo che della politica di associazione, e l'azione dell'Unione e degli Stati membri all'interno delle Organizzazioni internazionali.

La terza linea di ricerca riguarda la giustizia penale internazionale soprattutto sotto il profilo del contributo che l'Unione europea dà alla costruzione di una Comunità internazionale basata sui principi della rule of law. Si può dire che questa terza linea di ricerca sia una componente della seconda, per quanto rilevante per dimensione. Lo stesso si deve dire del diritto dell'immigrazione, anche se però in questo caso assumono rilievo anche le dimensioni interne all'Unione, dato che quest'ultima è impegnata nella costruzione di una propria politica comune nella materia dell'immigrazione.

L'ultima linea di ricerca riguarda il diritto europeo antidiscriminatorio, che derivando da una molteplicità di fonti elaborate in contesti diversi, quali, in particolare, il Consiglio d'Europa e l'Unione europea (Ue), si inserisce in un complesso quadro giuridico che comporta numerosi problemi. Due ambiti di relazioni meritano in particolare attenzione: le relazioni tra i due sistemi europei considerati e le relazioni tra tali sistemi e gli ordinamenti degli Stati membri. Per quanto attiene al primo ambito, la Corte di giustizia si riferisce alla Corte europea dei diritti dell'uomo per stabilire il livello di protezione dei diritti dell'uomo nell'Ue. Per superare i difetti di raccordo, sia il trattato di Lisbona che il protocollo n. 14 alla Cedu hanno previsto che anche l'Ue possa divenire parte della Cedu. Non è tuttavia ancora chiaro come tale raccordo potrà concretamente avvenire, e quali effetti esso determinerà in pratica. Per quanto riguarda le relazioni tra i sistemi considerati e i sistemi nazionali, occorre considerare che ciascuno dei due sistemi europei considerati esercita effetti diversi nell'ambito degli ordinamenti nazionali. Queste divengono potenzialmente fonte di gravi difficoltà per gli operatori giuridici interni se si tiene conto della diversa funzione, del diverso ambito di applicazione e delle difficoltà di raccordo che vi sono tra i due sistemi europei considerati.