Il principale interesse di ricerca è rivolto
all'approfondimento della scrittura di viaggio (reportages, diari,
autobiografie) nella letteratura italiana del Novecento,
secondo un'ottica interpretativa che si avvale dei più recenti
contributi degli studi culturali e postcolonali. Ad esso si correla
lo studio, entro il contesto delle letterature comparate, del
concetto di “traduzione interculturale” e degli effetti
che produce sul canone della letteratura italiana anche in
relazione alla crescente produzione di letteratura della
migrazione. Un secondo fronte di studio e di ricerca riguarda la
scrittura della storia, ovvero l'intersezione tra ricostruzione
storiogrifica e costruzione finzionale nel romanzo contemporareo.
In breve si tratta di delineare il mutamento del romanzo storico in
italia e della sua contaminazione con altri generi letterari (la
detective story, il cosidetto docu-drama, la fact-fiction, ad
esempio) entro il quadro del dibattito sulla fine della storia e
sulla letteratura postmoderna.
DESCRIZIONE ESTESA 1) La rilevanza culturale della rilettura di
alcuni racconti di viaggio del Novecento consiste nella possibilità
di iscrivere lo studio della letteratura italiana entro il vasto
dibattito di rinnovamento e ridefinizione dei saperi oggi in atto.
I racconti di viaggio sono il terreno di indagine ideale per
mettere a confronto i tradizionali strumenti di analisi del testo
letterario con l'approfondito ed oramai consolidato dibattito sui
rapporti tra culture e sui rapporti tra centro e periferia, che
vede le periferie entrare in una relazione non subordinata con i
centri, mettendo in discussione questa stessa categorizzazione
assiale. Il libro edito dal Mulino analizza, in un'ottica critica,
che compenetra sguardo post-coloniale e tradizionali strumenti di
analisi del testo letterario, i reportages di viaggio in India di
Gozzano (Verso la cuna del mondo), Pasolini (L'odore dell'India),
Moravia (Un'idea dell'India) e Manganelli (Esperimento con
l'India), i quali tutti partono nutriti di letteratura europea
sull'India (condizione che Manganelli denuncerà con ironia e che
Gozzano aveva portato a esiti imprevisti), e vivono la propria
esperienza come un “andare fuori alla ricerca della differenza”. 2)
L'analisi della narrativa italiana contemporanea viene condotta a
partire dall'evidenza di un macrofenomeno osservabile nello
sviluppo del romanzo recente, che consiste nel cambiamento radicale
di atteggiamento nei confronti della cultura umanistica.
Quest'ultima che, pur attraversata da crisi, aveva considerato per
secoli fondamentale la conoscenza dei classici in funzione
dell'agire, diventa un patrimonio improduttivo, con il quale gli
scrittori non interagiscono per interpretare il passato con gli
strumenti del presente, al fine di comprenderne i presupposti
(atteggiamento filologico) o per rinnovarne il patrimonio
(atteggiamento attualizzante). Prevale invece un nuovo
atteggiamento vicino alla scelta “da catalogo”, cosicché dalla
tradizione ci si può limitare a estrarre elementi piacevoli e
riadattabili. La tradizione viene trasformata in “elenco”
potenzialmente infinito, che equipara classi e opere di minori,
senza distinzioni. Il fenomeno si può definire genericamente
postmoderno e, stando alle indicazioni di Alberto Casadei, viene
ben rappresentato sul versante della scrittura giovanilistica da
Tondelli e su quello della scrittura citatoria da Eco. 3)
L'attenzione al problema della traduzione è intesa a spostare
l'idea stessa di "incommensurabilità" sul piano culturale. Le mie
ricerche intendono affrontare questa serie complessa di problemi
sia da un punto di vista storico, sia teoretico, sia, infine,
pragmatico, prendendo in considerazione anche la necessità di
sviluppare un nuovo approccio all'insegnamento della lingua, alle
pratiche linguistiche di mediazione culturale etc. Particolarmente
rilevante, su questi argomenti, è stato il contributo di Naoki
Sakai: sia le sue riflessioni sulla differenza fra una dimensione
"omolinguistica" e una "eterolinguistica", sia la sua idea di una
"comunità non aggregata di stranieri". Da questo punto di vista,
risulta produttivo il concetto di "zona di traduzione" inteso come
luogo "in-traduzione" non appartenente alla singola lingua distinta
dalle altre, opposto alle teorie di localizzazione semantica che
sono state utilizate per tenere separate le lingue, chiuse nei
propri mondi e intraducibili. Il concetto di "zona di traduzione",
come suggerisce Emily Apter, vale per le comunità linguistiche
diasporiche, per le sfere pubbliche della stampa e dei media, per
le istituzioni di governo e e le decisioni politiche in ambito
linguistico, per i teatri di guerra e per la teoria letteraria.
Tutto questo apre nuove e interessanti prospettive alla letteratura
comparata. 4) Decostruire l'idea stessa di letteratura fondata sul
riconoscimento di un canone stabile di testi tramandati e posti a
fondamento dell'identità nazionale significa anche non smettere di
ricordare l'origine ibrida della nostra tradizione letteraria.
Significa praticare la critica quale luogo di discussione e
ridefinizione dell'identità anche alla luce di una produzione
letteraria, quella della letteratura di migrazione, che vive nelle
pieghe di una «doppia coscienza» ed è portatrice di una «doppia
prospettiva» destinata ad incrinare la nostra percezione dei
“classici” e a ricordarci che occorre uscire dal «labirinto della
testualità». La categoria che più ci soccorre nel mantenere aperta
la definizione del migrante, come di ogni altra “identità”, è
quella di coscienza critica, che altro non è se non un'attitudine.
Un'attitudine, particolarmente sintonica con una disposizione
accogliente nei confronti della differenza, che trova nella
letteratura e nella mediazione linguistica una via di comunicazione
potentemente interculturale: 5) l'intreccio tra scrittura
storiografia e romanzo si è fatto problematico a partire dalle
analisi di chi, come Hayden White ha considerato la componente
narrativa come fondante della "narrazione" della storia da parte
degli storici di professione. Sul versante letterario aisstiamo
negli anni in Italia al proliferare di riscritture della storia:
docu-drama, fact-fiction etc. Occorre allora nalizzare secondo
quali direzioni storia e finzione si intrecciano oggi nell'universo
romanzesco.