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Giuliana Benvenuti

Professoressa ordinaria

Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica

Settore scientifico disciplinare: L-FIL-LET/11 LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA

Direttrice Centro Internazionale di Studi Umanistici "Umberto Eco"

Delegata per il patrimonio culturale

Temi di ricerca

Il principale interesse di ricerca è rivolto all'approfondimento della scrittura di viaggio (reportages, diari, autobiografie) nella letteratura italiana del Novecento, secondo un'ottica interpretativa che si avvale dei più recenti contributi degli studi culturali e postcolonali. Ad esso si correla lo studio, entro il contesto delle letterature comparate, del concetto di “traduzione interculturale” e degli effetti che produce sul canone della letteratura italiana anche in relazione alla crescente produzione di letteratura della migrazione. Un secondo fronte di studio e di ricerca riguarda la scrittura della storia, ovvero l'intersezione tra ricostruzione storiogrifica e costruzione finzionale nel romanzo contemporareo. In breve si tratta di delineare il mutamento del romanzo storico in italia e della sua contaminazione con altri generi letterari (la detective story, il cosidetto docu-drama, la fact-fiction, ad esempio) entro il quadro del dibattito sulla fine della storia e sulla letteratura postmoderna.



DESCRIZIONE ESTESA 1) La rilevanza culturale della rilettura di alcuni racconti di viaggio del Novecento consiste nella possibilità di iscrivere lo studio della letteratura italiana entro il vasto dibattito di rinnovamento e ridefinizione dei saperi oggi in atto. I racconti di viaggio sono il terreno di indagine ideale per mettere a confronto i tradizionali strumenti di analisi del testo letterario con l'approfondito ed oramai consolidato dibattito sui rapporti tra culture e sui rapporti tra centro e periferia, che vede le periferie entrare in una relazione non subordinata con i centri, mettendo in discussione questa stessa categorizzazione assiale. Il libro edito dal Mulino analizza, in un'ottica critica, che compenetra sguardo post-coloniale e tradizionali strumenti di analisi del testo letterario, i reportages di viaggio in India di Gozzano (Verso la cuna del mondo), Pasolini (L'odore dell'India), Moravia (Un'idea dell'India) e Manganelli (Esperimento con l'India), i quali tutti partono nutriti di letteratura europea sull'India (condizione che Manganelli denuncerà con ironia e che Gozzano aveva portato a esiti imprevisti), e vivono la propria esperienza come un “andare fuori alla ricerca della differenza”. 2) L'analisi della narrativa italiana contemporanea viene condotta a partire dall'evidenza di un macrofenomeno osservabile nello sviluppo del romanzo recente, che consiste nel cambiamento radicale di atteggiamento nei confronti della cultura umanistica. Quest'ultima che, pur attraversata da crisi, aveva considerato per secoli fondamentale la conoscenza dei classici in funzione dell'agire, diventa un patrimonio improduttivo, con il quale gli scrittori non interagiscono per interpretare il passato con gli strumenti del presente, al fine di comprenderne i presupposti (atteggiamento filologico) o per rinnovarne il patrimonio (atteggiamento attualizzante). Prevale invece un nuovo atteggiamento vicino alla scelta “da catalogo”, cosicché dalla tradizione ci si può limitare a estrarre elementi piacevoli e riadattabili. La tradizione viene trasformata in “elenco” potenzialmente infinito, che equipara classi e opere di minori, senza distinzioni. Il fenomeno si può definire genericamente postmoderno e, stando alle indicazioni di Alberto Casadei, viene ben rappresentato sul versante della scrittura giovanilistica da Tondelli e su quello della scrittura citatoria da Eco. 3) L'attenzione al problema della traduzione è intesa a spostare l'idea stessa di "incommensurabilità" sul piano culturale. Le mie ricerche intendono affrontare questa serie complessa di problemi sia da un punto di vista storico, sia teoretico, sia, infine, pragmatico, prendendo in considerazione anche la necessità di sviluppare un nuovo approccio all'insegnamento della lingua, alle pratiche linguistiche di mediazione culturale etc. Particolarmente rilevante, su questi argomenti, è stato il contributo di Naoki Sakai: sia le sue riflessioni sulla differenza fra una dimensione "omolinguistica" e una "eterolinguistica", sia la sua idea di una "comunità non aggregata di stranieri". Da questo punto di vista, risulta produttivo il concetto di "zona di traduzione" inteso come luogo "in-traduzione" non appartenente alla singola lingua distinta dalle altre, opposto alle teorie di localizzazione semantica che sono state utilizate per tenere separate le lingue, chiuse nei propri mondi e intraducibili. Il concetto di "zona di traduzione", come suggerisce Emily Apter, vale per le comunità linguistiche diasporiche, per le sfere pubbliche della stampa e dei media, per le istituzioni di governo e e le decisioni politiche in ambito linguistico, per i teatri di guerra e per la teoria letteraria. Tutto questo apre nuove e interessanti prospettive alla letteratura comparata. 4) Decostruire l'idea stessa di letteratura fondata sul riconoscimento di un canone stabile di testi tramandati e posti a fondamento dell'identità nazionale significa anche non smettere di ricordare l'origine ibrida della nostra tradizione letteraria. Significa praticare la critica quale luogo di discussione e ridefinizione dell'identità anche alla luce di una produzione letteraria, quella della letteratura di migrazione, che vive nelle pieghe di una «doppia coscienza» ed è portatrice di una «doppia prospettiva» destinata ad incrinare la nostra percezione dei “classici” e a ricordarci che occorre uscire dal «labirinto della testualità». La categoria che più ci soccorre nel mantenere aperta la definizione del migrante, come di ogni altra “identità”, è quella di coscienza critica, che altro non è se non un'attitudine. Un'attitudine, particolarmente sintonica con una disposizione accogliente nei confronti della differenza, che trova nella letteratura e nella mediazione linguistica una via di comunicazione potentemente interculturale: 5) l'intreccio tra scrittura storiografia e romanzo si è fatto problematico a partire dalle analisi di chi, come Hayden White ha considerato la componente narrativa come fondante della "narrazione" della storia da parte degli storici di professione. Sul versante letterario aisstiamo negli anni in Italia al proliferare di riscritture della storia: docu-drama, fact-fiction etc. Occorre allora nalizzare secondo quali direzioni storia e finzione si intrecciano oggi nell'universo romanzesco.