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Elisabetta Marchetti

Associate Professor

Department of Cultural Heritage

Academic discipline: M-STO/07 History of Christianity and of Churches

Useful contents

Norme redazionali

NORME REDAZIONALI PER TESI ED ELABORATI

Norme per l’ordinamento del testo e delle note di tesi

1. Ordinamento del testo

Oltre a quanto stabilito dalle norme sulla redazione della tesi, visibili e scaricabili alla pagina laurea e prova finale [http://www.poloravenna.unibo.it/Polo+Ravenna/Studenti/Procedure+amministrative/laurea.htm] si veda quanto segue.

Devono essere rese in corsivo tutte le parole in lingua diversa rispetto a quella del testo, le citazioni dei titoli di libri e di opere di qualsiasi genere (musicali, teatrali, d’arte figurativa ecc.), nonché la citazione del titolo di capitoli, saggi articoli, ecc.

Si racchiude tra virgolette caporali « » il titolo del periodico da cui sono stati tratti capitoli, saggi ed articoli.

Ugualmente tra virgolette « » si pongono le parole o i brani citati (anche se in lingua diversa da quella del testo) che non occupino più di pochi righi (quattro o cinque), senza " a capo" rispetto al periodo. I brani lunghi riportati vengono invece scritti con un carattere di corpo inferiore rispetto a quello utilizzato normalmente. In questo caso occorre lasciare qualche interlinea sopra e sotto per separare la citazione stessa dal testo principale.

Nel caso non si citi parola per parola ma si sintetizzi CON PROPRIE PAROLE il pensiero dell'autore cui si fa riferimento, non si usano le virgolette ma si richiama in nota sempre e comunque quanto scritto con la sigla Cfr. (che vuol dire: confronta), seguito da autore, titolo del testo e pagine relative al pensiero richiamato, ad esempio:

Cfr. E. Marchetti, Ravenna attraverso le sue confraternite, Du.Press, Roma 2012, pp. 15-25.

Le virgolette alte doppie o doppi apici "..." si usano solo allorquando si dà al termine tra di esse un significato un poco diverso dall'usuale o non normale in quel contesto, oppure in caso di ulteriore citazione all'interno di una citazione già tra virgolette «...».

Si ricorda che l'appropriazione di scritti altrui, in tutto o in parte (cioè senza dichiarare l'autore, dunque la volgare copiatura), costituisce reato di plagio ai sensi dell'articolo 1 della legge 19 aprile 1925, n. 475, e come tale passibile di denunzia all'autorità giudiziaria.


2. Ordinamento delle note


Si premette che la correttezza delle note è un requisito imprescindibile per il carattere scientifico dell'elaborato.
Si prega dunque di seguire, per uniformità, i seguenti criteri:

Tutte le note vanno riportate a piè di pagina, con un corpo inferiore a quello del testo ed una inferiore interlineatura.

I richiami alle note saranno rappresentati -nel testo- da numeri cardinali in apice, secondo la apposita modalità del programma in uso. I segni di interpunzione seguono il numero di richiamo della nota; fanno eccezione il punto esclamativo ed il punto interrogativo che, invece, lo precedono.

Uno scritto a stampa si cita nel seguente modo:

iniziale maiuscola nome dell’autore, seguita dal punto (oppure nome proprio per intero senza punto), cognome dell’autore in maiuscolo o maiuscoletto, titolo in corsivo, (nel caso di traduzione in italiano inserire: trad. it., indicazione eventuale del prefatore, curatore o traduttore con il maiuscolo solo per le iniziali), editore, luogo di stampa anno di pubblicazione, eventuale numero dell’edizione, indicazione del volume in numeri romani -+in caso l’opera sia divisa in più tomi- e della pagina in cifra araba es:

E.Marchetti, Le prime traduzioni italiane delle opere di Teresa di Gesù, nel quadro dell'impegno papale post-tridentino, Lo Scarabeo, Bologna 2001.

Se gli autori di un testo sono più di uno, i cognomi (in maiuscolo, o maiuscoletto) si separano con una virgola:

E. Marchetti, I. Fernandéz Arrillaga, La Bolonia que habitaron los jesuitas hispànicos (1768-1773), Du.Press, Bologna 2012.

Se il testo ha un curatore (e contiene contributi di diversi autori) si cita in questo modo il testo generale:

Mario Rossi (a cura di),Titolo, editore, città anno, pagina/e.

Se si deve citare un saggio contenuto all'interno, la prima volta si citerà:

P. Bianchi, Titolo, in M. Rossi (a cura di) Titolo, editore, città anno, pagina/e.

Per le volte successive basta la citazione abbreviata del saggio particolare:

Bianchi, Titolo (abbreviato), pp.

Se lo scritto citato è apparso in un periodico, dopo il titolo in corsivo si cita la testata del periodico tra virgolette « », il numero dell’annata o del volume in romano, l’anno o anche il mese di pubblicazione (indicato dal numero corrispondente in cifre arabe), e le pagine citate, es:

E.Marchetti, Il Carmelo scalzo e gli Oratoriani a Rom, in ‹‹ Archivio della Società Romana di Storia Patria›› 123(2000), pp. 105-132.

Le opere già citate in precedenza nel corso della trattazione si richiamano ripetendo il cognome dell’autore per esteso, titolo o parte del titolo se troppo lungo (naturalmente non devono sorgere equivoci), oppure scrivendo in corsivo Ibidem e numero di pagina (solo se la nota immediatamente precedente riguardi lo stesso autore e lo stesso testo). Es:

Marchetti, Il Carmelo scalzo, p. 130

Ibidem, p. 115.

Tutti i suesposti elementi di una citazione vanno separati mediante virgola, più citazioni successive mediante punto e virgola.

In alternativa a tutto ciò si può usare il metodo cosiddetto “autore data”: nella nota si metterà il cognome dell’autore seguito dall’anno di pubblicazione dell’opera citata, seguito da virgola e indicazione della pagina. Si avrà cura poi, nella bibliografia, di far corrispondere al sistema autore data, sulla stessa linea separata da due punti o punto e virgola, l’indicazione bibliografica completa, cioè iniziale del nome, cognome (sempre maiuscolo o maiuscoletto), titolo in corsivo, eventuale segnalazione, “trad. it.”, eventuali volumi, luogo di stampa, editore e data. Se uno stesso autore ha più opere nello stesso anno, nella nota si farà seguire il nome da; “a”, “b”, “c”, ecc., ecc.

I titoli delle opere d’arte, quando menzionate nel testo, vanno in corsivo; la citazione dei medesimi riportata in nota deve menzionare l’iniziale del nome e il cognome per esteso dell’autore in maiuscolo, il titolo dell’opera in corsivo, l’anno di composizione, il museo o la collezione in cui si trova nonché la città relativa. Anche in tal caso tutti gli elementi della citazione vanno separati da virgola.

Altri esempi su come fare le note e la bibliografia:

Esempio di stili di citazione :

E. Marchetti, Ravenna e le sue confraternite, Du.Press, Bologna 2012.

oppure

E. Marchetti (2012), Ravenna e le sue confraternite, Bologna: Du.Press.

L'importante è che il "modello" di citazione sia lo stesso e sia coerente lungo tutta la trattazione.

Nel caso sia necessario si rediga anche una sitografia, separata dalla bibliografia.

Avvertenza:

Per quanto non contemplato si invitano gli studenti a uniformarsi alle convenzioni in uso. In ogni caso occorre che una volta scelta una convenzione questa venga mantenuta per l'intero testo. Il testo deve dunque essere uniforme.

La tesi va completata da un indice sommario che contenga:

Introduzione / la ripartizione di essa in parti, capitoli e paragrafi/ Conclusioni / Fonti e Bibliografia.

E' consigliabile un elenco delle immagini pubblicate.

L' "Introduzione", che si raccomanda di scrivere a tesi conclusa, potrà contenere considerazioni conclusive e riassuntive.