Attività di ricerca e percorso scientifico
Enti non profit, attività di impresa e disciplina della concorrenza
Tematica rilevante riguarda l'analisi dell'attività delle imprese non profit. In particolare, da un punto di vista giuridico ed economico, il settore non profit, costituito da un insieme ampio e variegato di organizzazioni che si differenziano l'una dall'altra per dimensioni, struttura organizzativa e fini istituzionali mostra aspetti peculiari. In particolare, quali princìpi organizzativi e procedimentali i soggetti non profit, in relazione ai loro compiti, mezzi finanziari, tipologia, devono adottare per agire con logiche e forme imprenditoriali in settori nei quali gli obiettivi di efficienza imprenditoriale non sono misurabili secondo i parametri dei soggetti for profit? Le finalità principali per un'analisi su questa tematica riguardano lo studio dei princìpi organizzativi che si possono applicare ai soggetti non profit traendoli dal mondo for profit e delle amministrazioni pubbliche, anche alla luce delle regole del diritto societario, specialmente quelle sulle cooperative, delle problematiche del principio di economicità delle imprese pubbliche e di quelle dei cosiddetti “costi sociali”, oltre che della riforma in senso privatistico della pubblica amministrazione, e – ad un altro livello – delle vicende della devolution.
Ordini e Collegi professionali: enti pubblici e regole di mercato
Gli Ordini e dei Collegi professionali suscitano interesse in ragione della regolamentazione in senso pubblicistico delle professioni. Infatti, l'evoluzione organizzativa subìta dall'attività professionale nei moderni ordinamenti europei di tipo continentale ha dimostrato esaurientemente che il settore in oggetto rivela spiccate note strutturali, riconducibili alla dogmatica amministrativa delle figure soggettive di organizzazione. L'aspetto maggiormente rilevante di questo fenomeno è costituito dal massiccio intervento statuale nella regolamentazione di molteplici professioni e, più specificamente, delle figure associative che organizzano, in vario modo, le diverse categorie professionali. A fronte di questo quadro, sorgono spontanei interrogativi fondamentali su quale sia oggi il ruolo degli Ordini e dei Collegi professionali e se siano ancora attuali alcune caratteristiche degli stessi in relazione al mercato e alla sua prevedibile evoluzione, con uno sguardo costante agli altri ordinamenti dell'Europa continentale e dei Paesi anglosassoni.
Servizi pubblici e profili di complessità regolatoria
In questo ambito, decisamente esteso per le innumerevoli tipologie settoriali, suscita interesse il settore dei servizi idrici, sviluppando il tema in relazione alle sue caratteristiche economiche e alle ragioni dell'ampiezza dell'intervento pubblico, analizzando in particolare le specificità e le possibili criticità di un'organizzazione di stampo pubblicistico del settore, caratterizzata da intensi profili di complessità, inadeguatezza e frammentarietà. Ciò che si osserva è un ritorno ad una visione di regolazione indipendente del mercato. Il filone di ricerca incentrato sulla tematica delle public utilities, ha spostato l'attenzione anche in altri settori, come quello dei trasporti. Infatti, il settore dei trasporti ha vissuto in quel tempo il difficile avvio della nuova Autorità e dunque, sorge spontaneo mettere in luce le difficoltà di un settore composto da numerosi ambiti dalle caratteristiche eterogenee ma anche di esaltarne le sue potenzialità. Lo studio della regolazione indipendente delle public utilities, in questo contesto, si inserisce in generale nella più ampia tematica che prende in considerazione la definizione di una politica industriale più rigorosa, sia a livello europeo, sia a livello nazionale.
La nuova finanza pubblica europea tra crisi sistemiche e implicazioni per l'ordinamento nazionale
Una delle tematiche di più grande attualità riguarda l'analisi dei principali riflessi sull'ordinamento nazionale dell'introduzione del principio di pareggio di bilancio nella Costituzione repubblicana, nel quadro più generale dell'evoluzione della disciplina di bilancio europea, che prende le sue mosse dai primi sviluppi della costruzione dell'Unione economica e monetaria e dei vincoli che ne sono derivati, sino ad arrivare alla costruzione di un sistema di regole sull'assetto di una nuova governance economica europea. Questo sviluppo, dovuto soprattutto all'avvento della crisi economica e finanziaria, ha portato alla formalizzazione, all'interno delle Costituzioni degli Stati membri, del principio del pareggio di bilancio. L'interesse si evince cercando di rinvenirne le criticità emerse sin dalla sua prima applicazione. Il tema, dunque, rappresenta un forte stimolo non solo a ragionare sull'attualità degli accadimenti del particolare momento storico che ha vissuto il nostro Paese a partire dalla crisi del 2008 fino alla crisi sanitaria del 2020, ma anche e soprattutto a ragionare sulle nuove forme del costituzionalismo inteso come progressiva ed intensiva istituzionalizzazione di limiti al potere politico. Relativamente al tema generale dei vincoli alla finanza pubblica, si è operato un approfondimento delle problematiche in relazione alle possibili ricadute sul nostro sistema di Welfare ad opera dei nuovi criteri cui deve necessariamente ispirarsi la nuova disciplina dei bilanci pubblici.
Valorizzazione del principio di iniziativa economica privata vs disuguaglianze
Questo percorso tematico, si è sviluppato lungo diverse direttrici, con particolare attenzione all'evoluzione del mercato di capitali e agli strumenti finanziari disegnati dal legislatore per le PMI che sempre più devono far fronte alle problematiche di crisi economica e finanziaria, con il tentativo di operare una ripresa; con attenzione allo studio della regolamentazione a favore delle attività produttive ed in particolare alla disciplina per l’imprenditorialità giovanile e femminile, sia nell’ordinamento europeo che in quello nazionale, con l’obiettivo di verificare se ed in quale misura possano intravedersi prospettive per una nuova valorizzazione della libertà di iniziativa economica sancita a livello costituzionale.
Divari territoriali e sviluppo economico e sociale
Questa tematica apre una lunga stagione di ricerca e si incentra sul tema degli squilibri territoriali e sulla definizione di più incisivi paradigmi di intervento pubblico volti ad affrontarli, che vedono le Istituzioni europee e nazionali in prima linea per realizzare uno sviluppo equilibrato dei sistemi economici e sociali. Si analizza da un lato l’intervento pubblico per lo sviluppo del Mezzogiorno al fine di valutare l’efficacia delle misure che da ciò sono derivate, e ne intravede le possibili prospettive. In seguito, la ricerca si è incentrata su un allargamento di visuale, evidenziando in che modo le problematiche della riduzione delle disparità territoriali incida, da un lato, sul processo di integrazione europea nel suo insieme, e da altro lato, sulla relazione tra coesione e concorrenza, e dunque tra principio di solidarietà e mercato, al fine di verificare se ed in che misura possa configurarsi un nuovo modello di intervento pubblico, sia di tipo sovranazionale sia statuale, per lo sviluppo economico e sociale dei territori e delle comunità di riferimento delle aree depresse. Un focus di questo nuovo modello riguarda l'analisi di nuovi percorsi intrapresi tanto dalla politica di coesione, quanto dal diritto della concorrenza nell’ottica di promuovere un efficace sviluppo locale. In questo senso, le Zone Economiche Speciali (ZES), che costituiscono un ulteriore focus della ricerca, rappresentano un simbolo efficace delle nuove convergenze tra i due ambiti, delineando nuovi scenari per l’intervento pubblico nell’economia. Queste, infatti, si configurano come possibili strumenti di sviluppo delle aree tradizionalmente considerate depresse, lasciando intravedere la possibilità di nuovi approcci istituzionali, come nel caso italiano; così come, l'occasione dell'attuazione del PNRR rappresenta una modalità di intervento (attraverso ad esempio l'implementazione della capacità amministrativa degli enti locali, e non solo) per la riduzione dei divari territoriali.
I diritti sociali tra Unione europea e sistemi di Welfare nazionali
Altro tema rilevante al centro del dibattito scientifico recente, e collegato anche alle questioni relative alla crisi della finanza pubblica, è relativo al futuro dell’Unione europea ponendo al centro il rilancio dei diritti sociali a un livello sovranazionale, evidenziandone il loro difficile inquadramento giuridico, anche in relazione agli strumenti che sono stati disegnati per la loro possibile esigibilità.