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Antonella Huber

Professoressa a contratto

Dipartimento delle Arti

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a.a 2020/2021 titolo del corso RADICAL MUSEOLOGY_Principi e metodi di contemporaneità dialogica

Si propone una riflessione sulla pratica del display e della nuova curatela museale intese come dispositivo critico.È possibile trasformare il ruolo di un museo e dotarlo di un mandato educativo distinto da quello dell'università? Possiamo cambiare l'imperativo consumistico del museo e riaccreditarne le proprietà architettoniche, concettuali ed economiche? Potrebbe esserci una nuova coreografia dell’inanimato per riportare in vita collezioni multidisciplinari e stratificate come quelle dei nostri musei civici? Come affrontare il cambiamento dei ruoli e delle esigenze tra conservazione, ricerca e nuova curatela? Scegliere, selezionare, narrare diventano azioni necessarie quanto tutelare e approfondire. La cultura prende forma oggi sempre più chiaramente in una sorta di “profondità della superficie” e la scienza museologica si può considerare una fenomenologia delle strategie culturali nel rapporto con il presente e con la memoria, sempre più spesso a confronto anche con aspetti disturbanti o rimossi.L’azione espositiva, dunque, non è tanto un prodotto quanto un discorso, un’azione critica, una possibile risposta o una messa in evidenza dei processi che caratterizzano, modificano o turbano la società.

Bibliografia di riferimento

  • Claire Bishop, Museologia radicale. Ovvero, cos'è «contemporaneo» nei musei d'arte contemporanea?, Johan & Levi, 2017;
  • Boris Groys, In The Flow, Postmedia Books, 2018
  • Peter Sloterdijk L’imperativo estetico. Scritti sull’arte, Raffaello Cortina , 2017;
  • Calum Storrie, Delirious Musem, Un viaggio dal Louvre a Las Vegas, Johan & Levi, 2017.