Le linee di ricerca interessano più ambiti territoriali - dal 1989,
l'Italia settentrionale; dal 1996, la regione vesuviana; dal 2006,
anche la Grecia - con progetti transdisciplinari e interuniversitari su
temi di cultura dell'abitare, uso delle immagini, archeometria,
archeografia (realtà virtuale e data management).
Filo conduttore e
peculiare è l'approccio contestuale: l'attenzione per il rapporto
fra spazi, oggetti e immagini, alla ricerca del possibile significato per i fruitori antichi.
Caratteristiche principali sono l'attenzione per la documentalistica, che come obiettivo la piena
valorizzazione del potenziale informativo delle fonti primarie,
attraverso il recupero, la collazione e l'analisi dei materiali
d'archivio, e la sperimentazione continua nel settore delle
applicazioni ICT (Information & Communication Technologies) per
i beni culturali.
Nella regione vesuviana le linee si integrano in
un ampio programma di ricerca e valorizzazione - “Vesuviana” - che,
in convenzione con la Soprintendenza Archeologica di Pompei, dal
1999 effettua lo studio e la valorizzazione di importanti complessi
edilizi di Pompei e di Ercolano.
1. Oggetto di studio sono le forme
dell'abitare in Cisalpina e nei siti vesuviani, con casi di studio a Pompei (Insulae IX 8 e IX 5), a Ercolano (insula III) e a Villa Sora (Torre del Greco).
Particolare attenzione è dedicata al rapporto fra spazi e
decorazioni.
2. Il lavoro su siti-palinsesto, complessi e
pluristratificati sia in antico sia in età moderna, ha portato
all'apertura di una linea di ricerca completamente dedicata alla
documentalistica archeologica. Questa linea, innovativa e troppo
poco sperimentata, ha come obiettivo la piena valorizzazione del
potenziale informativo delle fonti primarie(scritte e
iconografiche), attraverso il recupero, la collazione e l'analisi
dei materiali d'archivio. Alla base di questa linea, la convinzione
che lo scavo sul terreno debba essere affiancato da scavi in
archivio e in deposito.
3. L'eccezionale conservazione, in ambito
vesuviano, della pittura parietale, delle pavimentazioni musive,
degli arredi e delle suppellettili consente di studiare gli
aspetti artistici e sociali della comunicazione per immagini. La
possibilità di lavorare su contesti, se non completi, almeno molto più ricchi che altrove, articolati sia
sincronicamente –per fasi decorative- sia diacronicamente – per i
fenomeni di conservazione e selezione all'interno della domus-
consente di sviluppare una messa a punto metodologica di larga
applicabilità e di conseguire risultati estensibili anche a
contesti molto più lacunosi, così da fornire un utile repertorio di
confronti. Alle ricerche “per case” si accompagnano il rilievo
fotogrammetrico e la restituzione grafica di tutta la pittura di Ercolano e alcune
ricerche tematiche sull'intero corpus della pittura vesuviana. Per il campione ercolanese, l'obiettivo ultimo è la realizzazione di un Atlante degli apparati decorativi di Ercolano, su base fotogrammetrica.
4.
L'interesse per un approccio integrato, archeometrico e
archeologico, allo studio dell'evidenza materiale antica ha preso
forma nell'ambito del Programma Vesuviana (1997-) ed è ora il tema
principale dei progetti di ricerca in collaborazione internazionale
(Francia, CNRS, ENS-Paris, Université de Toulouse; Spagna, Universitat de Sevilla).
5. La ricostruzione virtuale degli edifici studiati,
estesa anche ai loro contesti urbani, sviluppata in collaborazione
con alcuni tra i più importanti centri di ricerca applicata in
questo settore (CINECA, in primis), costituisce uno strumento di grande efficacia
sotto molti aspetti: la verifica delle ipotesi ricostruttive, la
ricostruzione della situazione percettiva dell'involucro
architettonico, l'anticipazione dei risultati del restauro, l'uso
didattico e divulgativo. Tutte queste applicazioni vengono
realizzate con attento impegno metodologico, particolarmente
necessario per affrontare criticamente la tumultuaria diffusione
della Virtual Archaeology.
Sul versante della valorizzazione del
patrimonio archeologico, lo stretto rapporto con le Soprintendenze
consente di progettare in modo non solo teorico la tutela e la
fruizione dei complessi oggetto di ricerca. Per la domus del
Centenario di Pompei e le altre abitazioni minori dell'isolato la
Soprintendenza ha recepito sin dal 2002 le linee guida per il restauro e la
valorizzazione elaborate nel nostro progetto, per la messa in sicurezza e la progettazione di interventi di restauro. Hanno la stessa prospettiva anche il progetto ercolanese, quello condiviso con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e quello dedicato a Villa Sora, promettente esperimento di Archeologia pubblica.