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Stefania Pellegrini

Professoressa ordinaria

Dipartimento di Scienze Giuridiche

Settore scientifico disciplinare: IUS/20 FILOSOFIA DEL DIRITTO

Temi di ricerca

Parole chiave: conflitto mafia e antimafia litigiosità etica delle professioni ADR

Etica delle professioni giuridiche.

Dispute Theory, litigiosità processuale. Forme alternative di giustizia civile.

Etica delle professioni.

Analisi sociologico-giuridica del fenomeno mafioso.

Strumenti di aggressione patrimoniale del fenomeno mafioso: le misure di prevenzione patrimoniale.

Il riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati. Studio della c.d. “zona grigia”.

Infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale.

 

 

 

 



Le etiche delle professioni sono state tradizionalmente considerate come un corpo di etiche speciali scaturenti dalle peculiarità (e dalle specifiche esigenze) dei
singoli ambiti professionali. Più recentemente, tuttavia, soprattutto in area anglosassone si è cominciato a parlare di etica delle professioni (professional ethics)
come di un ambito speciale della cosiddetta "etica applicata" che analizza dottrine e concetti etici comuni ai diversi ruoli professionali. In questo contesto, è andata
emergendo, assieme a molteplici interrogativi sul contributo che differenti dottrine etiche (deontologiche, teleologiche, etiche delle virtù) possono fornire alla
definizione di un'etica professionale, una attenzione particolare per la nozione di "moralità di ruolo" considerata nelle sue relazioni problematiche con il sistema
della moralità comune, con particolare riguardo, quindi, ai "dilemmi morali" che possono insorgere per effetto dell'incompatibilità dei particolari obblighi morali
determinati dalla professione con gli obblighi della moralità ordinaria. Per quanto riguarda la moralità comune, due sono i modi in cui la letteratura
filosofico-morale interpreta l'aggettivo "comune": come "ordinario", nel senso che è moralmente comune ciò che è ampiamente riconosciuto e compreso
trasversalmente da tutte le componenti di una società, oppure come "universale" nel senso in cui tutti i precetti della moralità comune esigono di essere osservati da
parte di tutti. Il problema della moralità di ruolo, invece, sorge quando i ruoli professionali generano doveri specifici che hanno, o non hanno, controparti morali al
di fuori del ruolo stesso. La questione fondamentale, in termini di etica applicata alle professioni, è dunque riportabile al seguente interrogativo: è più fondamentale
la moralità comune o la moralità di ruolo? Tale interrogativo è cruciale dal momento che, da un lato, ogni cultura riconosce un nucleo di regole morali universali
che si applicano a tutti indipendentemente dal loro ruolo sociale e, dall'altro, ogni società riconosce ruoli sociali con corrispondenti obblighi specifici. Di qui altri
interrogativi: se diamo la preminenza alla moralità di ruolo, allora come potremo sottoporre a valutazione etica le azioni di chi agisce all'interno di un ruolo
professionale? E ancora: se è la moralità comune ad avere la priorità, come potranno coloro che si affidano alle competenze di un determinato professionista a riporre fiducia nelle sue prestazioni.

Lo studio della mafia come fenomeno sociale soffermandosi sulle diverse realtà territoriali e suule diverse modalità di fare antimafia