Patobiologia dei
linfomi T (1997-oggi)
Per meglio
comprendere la patogenesi molecolare dei linfomi a cellule
T-periferiche sono stati impiegati diversi approcci, dall'analisi
immunofenotipica allo studio del profilo di espressione genica,
dalla genotipizzazione ad alta risoluzione ai modelli funzionali in
vivo ed al sequenziamento di nuova generazione (attualemnte in
corso). Tali attività, per le quali sono stati ottenuti
finanziamenti ad hoc,
sono state svolte anche in rappresentanza di gruppi internazionali
quali lo European T-cell lymphoma study group, International T-cell
lymphoma Project ed il T-cell Project, con rilevanti contributi
sotto i profili patobiologico e clinico.
Patobiologia del
linfoma di Burkitt (2007-oggi)
Sono state
eseguite analisi molecolari di vario genere, inclusi studi del
profilo di espressione genica e di miRNA, in stretta collaborazione
con Ricercatori dell'Università di Siena e di alcune istituzioni
Africane (in primis della Makerere University in Uganda), volte a
comprendere la patogenesi del linfoma di Burkitt endemico, ossia la
variante tipica dei paesi in via di sviluppo, ed il ruolo di alcuni
virus (tra cui EBV) nell'eziologia della malattia. Sono stati
ottenuti finanziamenti specifici e, grazie ai contributi
presentati, il sottoscritto è stato invitato a far parte dell'INCTR
(International Network for Cancer Treatment and Research), l'ente
che promuove la ricerca ed il supporto delle attività cliniche nei
paesi a più basso tenore economico.
Sviluppo di nuove
terapie linfomi
Spesso sulla
base delle indicazioni ottenute dalle analisi molecolari ed
immunofenotipiche, sono stati condotti trials clinici innovativi
volti a migliorare lo standard di cura dei pazienti affetti da
linfoma non Hodgkin, in stretta collaborazione con il Prof.Zinzani
e la Fondazione Italiana Linfomi.
Nuove tecnologie
per la diagnosi ed il monitoraggio delle oncoemopatie
(2006-oggi)
Tecnologie
innovative sono state applicate allo studio dei linfomi e delle
leucemie al fine sia di caratterizzarne al meglio la patobiologia,
sia di monitorarne il decorso nel setting clinico. A tal riguardo,
il candidato è stato scelto dalla Fondazione Italiana Linfomi quale
responsabile di uno dei 4 laboratori cui fare riferimento a livello
nazionale per lo studio della malattia minima residua nei linfomi.
Tra le metodiche più utilizzate il gene e miRNA expression
profiling, il seuqneziamento di nuova generazione, gli SNP arrays,
i tissue microarrays, gli array di metilazione e la PCR
quantitativa.
Patobiologia e
terapie delle leucemie acute mieloidi (1998-oggi)
In
quest'ambito sono stati effettuati studi squisitamente clinici,
clinico-patologici (soprattutto volti alle analisi di malattia
minima residua e di caratterizzazione del sarcoma mieloide) e
patobiologici (in corso uno studio internazionale, coordinato a
Bologna, sui tumori blastici di derivazione dalle cellule
plasmacitoidi dendritiche che prevede lintegrazione di gene e miRNA
expression profiling, sequenziamento, citogenetic ed anlisi
funzionali in vivo).
Terapia mirata
nella leucemia acuta linfoblastica (1998-oggi)
Anche in
questo settore sono stati svolti studi di tipo clinico,
clinico-patologico e patobiologico, utilizzando spesso tecnologie
innovative ed introducendo nuovi farmaci nella terapia.
Significativi in questo senso gli studi sulle forme BCR/ABL1
positive e l'uso di interferone ed inibitori delle tirosin chinasi
da un lato e la caratterizzazione molecolare estensiva dall'altro.
Grazie ai contributi prodotti, il candidato è stato accolto
nell'EWALL (European Working Party on adult Acute Lymphoblastic
Leukemia), il ristrettissimo gruppo di studio creato su iniziativa
della Comunità Europea tramite lo European Leukemia Net ed ora
afferente alla European Hematology Association.
Mielofibrosi e
microambiente
L'interesse
per il ruolo del microambiente nello sviluppo e nel mantenimento
delle oncoemopatie ha condotto allo studio della mielofibrosi
primaria ed altre patologie midollari ed extramidollari. In
collaborazione con l'Università di Palermo e l'Istituto Nazionale
Tumori di Milano sono stati condotti diversi studi, mentre un trial
clinico di fase II fu condotto a Bologna con importanti
risultati.