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Massimo Bergami

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Aziendali

Settore scientifico disciplinare: SECS-P/10 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Temi di ricerca

Nel periodo 2005-2008 ho proseguito la mia attività di ricerca essenzialmente in due direzioni principali.

A) approfondimento dei processi motivazionali e, in particolare, della motivazione a partecipare;
B) analisi della base relazionale dell'identificazione con l'organizzazione e delle sue implicazioni.

A) Lo studio dei processi motivazionali si è sviluppato a sua volta in due direzioni:
A1) analisi della struttura cognitiva della motivazione, mediante l'impiego della tecnica del laddering e la sua applicazione a diversi contesti [1, 4, 10, 13, 16] come nel caso degli imprenditori e della motivazione ad aprire il capitale di rischio a fondi di private equity; questa traiettoria ha portato alla necessità di affinare la tecnica di analisi, che in passato aveva già consentito importanti pubblicazioni, e sviluppare nuove misure (riguardanti l'intensità dei legami tra motivazioni e i giudizi di probabilità sulla relazione tra motivazioni), tuttora in corso di lavorazione;
A2) approfondimento del concetto di partecipazione organizzativa che comprende ma supera la partecipazione dei dipendenti all'organizzazione di lavoro [17], considerando in senso più ampio la decisione di un attore di prender parte a un'organizzazione vista come processo; in questo senso è stata considerata la partecipazione di motociclisti ad una brand community [8, 11, 12, 20], di alti dirigenti al gruppo sociale “classe dirigente” [6], di nuclei familiari di persone in coma all'organizzazione di una struttura specialistica per la cura e il risveglio dal coma [2], di ricercatori ad una comunità virtuale [19].

B) Lo studio della base relazionale dell'identificazione intende sviluppare alcune idee che in passato portarono a un lavoro esplorativo e che oggi offrono un grande potenziale di approfondimento, come dimostrano anche le indicazioni presenti in
letteratura. L'obiettivo è quello di studiare il rapporto esistente tra posizione occupata in un network organizzativo e intensità di identificazione con l'organizzazione; al di là dello sviluppo di uno schema analitico di ricerca che colleghi relazioni e identificazione [14, 18], approfondendo anche il tema della relazione di causalità e ricorsività, oltre alle implicazioni comportamentali [15, 19], e offra la possibilità di studiare il tema empiricamente. Nel corso di questo periodo sono stati raccolti dati, attualmente in corso di elaborazione, riguardanti le relazioni e identità del gruppo manageriale di un'organizzazione complessa.

Nel corso del quadriennio ho anche dedicato attenzione a temi più generali che hanno portato alla redazione di lavori specifici [3, 5, 7, 9], oltre ad aver raccolto una mole importante di dati (in corso di analisi) relativi alle due traiettorie principali di ricerca sopra illustrate e aver progettato una nuova monografia attualmente in corso di preparazione.

I lavori pubblicati nel periodo in oggetto sono elencati di seguito, sulla base della tipologia impiegata per la valutazione dei prodotti della ricerca.

Pubblicazioni su riviste internazionali
1) Morandin G., Bergami M., Bagozzi R. P., (2006). “The hierarchical cognitive structure of entrepreneur motivation toward private equity financing”. Venture Capital, 8 (3), 253-271.

Libri nazionali
2) Bergami M., a cura di, (2008). Casa dei Risvegli Luca De Nigris: un caso di studio del modello organizzativo e gestionale. Preprint dell'Alma Mater Digital Library n°. 2387 - (volume in corso di pubblicazione).

Pubblicazioni su riviste nazionali
3) Bergami M., (2007). “Tre lezioni di Nino Andreatta”, in AREL la rivista, n. 2, pp. 24 – 26.

Capitoli di libri internazionali
4) Morandin G., Bergami M., Bagozzi R. P. (2007). The motivation of entrepreneurs toward private equity financing: a laddering approach. In B. Clarysse, J. Roure e T. Schamp (Eds.) Starting up and growing new ventures: the role of the financial community. Cheltenham (UK): Edward Elgar Publishing, pp. 77-90.

Capitoli di libri nazionali
5) Bergami M., (2007). “Le persone”. In A. Lipparini (a cura di), Economia e gestione delle imprese. Bologna: Il Mulino, pp. 403 – 433.
6) Bergami M., (2007). “La percezione del proprio ruolo da parte della classe dirigente”. In I Rapporto Luiss Generare classe dirigente. Roma: Luiss University Press, pp. 103 – 130.
7) Bergami M., (2007). “Postfazione”. In M. N. Bernabè, G. Iacobelli e F. Moroni (a cura di), A che punto è la new-economy in Italia? Milano: Franco Angeli, pp. 107 – 108.

Paper presentati a convegni internazionali
8) Bagozzi R. P., Bergami M., Marzocchi G. L., Morandin G., (2007). “Customers are members of organization, too: assessing foci of identification in a brand community”. Winter Marketing Educators' Conference - “Marketing the Organization and Its Products and Services”, “Consumer Psychology and Behavior” special session. Austin (TX), 15-18 febbraio 2008 - N.B. nuova versione del paper sub (12)
9) Morandin G., Monti M., Bergami M., (2006). “Under-stress organizations: the emotional resource”. Paper presentato al 22° Egos colloquium “The organizing society”, “Identity and technology in virtual and flexible organizing” subtheme. Bergen (Norvegia), 6 – 8 luglio.
10) Morandin G., Bagozzi R. P., Bergami M., (2005). “The motivation to participate. Disclosing cognitive schemas in a brand community”. Paper presentato al 65° annual Academy of Management meeting “A new vision of management in the 21st Century”, “Managerial and organizational cognition” division. Honolulu (Hawaii): 5 – 10 agosto.
11) Bagozzi R. P., Bergami M., Marzocchi G. L., Morandin G., (2005). “Customers are members: assessing foci of identification in a brand community”. Paper presentato al 21° Egos colloquium “Unlocking organizations”, “The unfolding of organizational identity” sub-theme. Berlino (Germania): 30 giugno – 2 luglio.
12) Marzocchi G. L., Bergami M., (2005). “Identification processes and company loyalty in brand communities”. Paper presentato al 34° annual EMAC conference “Rejuvenating marketing: contamination, innovation, integration”, “Brand management” session. Milano: 24-27 maggio.
13) Morandin G., Bergami M., Bagozzi R. P., (2004). “The hierarchical cognitive structure of entrepreneur motivation toward private equity financing”. Paper presentato al 1° specialized research workshop “Managing growth: the role of private equity”. Gate2Growth, EIASM. Barcellona (Spagna), 12 novembre.

Convegni nazionali
14) Monti A., Bergami M., Morandin G., (2007). “Strutture di network e processi di identificazione: una prospettiva integrata”. Paper accettato al 9° Workshop dei Docenti e dei Ricercatori di Organizzazione Aziendale “L'organizzazione fa la differenza”. Venezia, 7 – 8 febbraio 2008.
15) Sguera F., Bergami M., Morandin G., (2007). “Condivisione di conoscenza e successo delle ICT nelle organizzazioni: una questione tecnologica o sociale?”. Paper accettato al 9° Workshop dei Docenti e dei Ricercatori di Organizzazione Aziendale “L'organizzazione fa la differenza”. Venezia, 7 – 8 febbraio 2008.
16) Morandin G., Bergami M., (2005). “La motivazione dell'imprenditore”. Paper presentato al 6° Workshop dei Docenti e dei Ricercatori di Organizzazione Aziendale “Organizzare a misura d'uomo”. Milano, 3 – 4 febbraio.

Working papers
17) Morandin G., Bergami M., (2007). “Do motivations to join the organization influence job performance? An application of the cognitive schemas theory to call center employees”. Long abstract under review al 24° Egos Colloquium - “Upsetting Organizations”, “Organizations and careers: interactions and their implications” sub- theme. Amsterdam, 10 – 12 luglio 2008. Under review.
18) Monti A., Morandin G., Bergami M., (2007). “The relationship between multiple structures and organizational identification: a conceptual examination”. Paper presented al 68° annual Academy of Management meeting “The questions we ask”, “Organizational behavior” division. Anaheim (CA): 8-13 agosto 2008. Under review.
19) Sguera F., Bergami M., Morandin G., (2007). “A social model of knowledge sharing in internal virtual communities”. Paper under review al 68° annual Academy of Management meeting “The questions we ask”, “Organizational communication and information systems” division. Anaheim (CA): 8-13 agosto 2008. Under review
20) Morandin G., Bagozzi R. P., Bergami M., (2007). “Riding Together. Disclosing cognitive schemas to join the organization within Ducati owners”. Paper under review (Journal of Organizational Behavior).


In un ambiente economico caratterizzato: da forte competizione internazionale; da organizzazioni con strutture sempre meno gerarchiche e team-based; da un forte incremento a tutti i livelli dell'autonomia e responsabilità dei lavoratori; la performance di conportamenti discrezionari è diventata di rilevante interesse sia tra gli studiosi che tra i managers (Bolino, & Turnley, 2003; LePine, Hanson, Borman, & Motowidlo, 2000). Inoltre la rilevanza di questo tema è sottolineata dal fatto che sia l'applicazione della teoria dell'identità sociale sia gli studi sui network hanno prodotto ampie evidenze sulla capacità di questi processi di predire attitudini, intenzioni e comportamenti degli individui, come ad esempio i comportamenti prosociali (per una review si veda Brass, Galaskiewicz, Greve & Tsai, 2004; Riketta 2005). Questi risultati sono stati ad oggi prodotti quasi in totale separazione dei due framework e solo recentemente alcuni ricercatori si sono interrogati sulla possibilità di integrare queste due prospettive.

Nonostante rappresenti una delle variabili maggiormente indagate nella letteratura sul comportamento organizzativo, recentemente alcuni studiosi hanno sottolineato la necessità di approfondire la relazione tra diverse dimensioni di OCB, gli specifici antecedenti e conseguenze (Hoffman, Blair, Meriac, & Woehr, 2007; Podsakoff, MacKenzie, Paine, & Bachrach, 2000). Questo lavoro raccoglie tale appello e da un punto di vista teorico affronta il tema della relazione tra strutture di network e identificazione degli individui nell'influenzare i comportamenti di cittadinanza organizzativa (OCB; Bateman & Organ, 1983; Podsakoff et al., 2000; Smith, Organ, & Near, 1983). In particolare si vuole cercare di distinguere gli effetti delle variabili relazionali (amicizia e consiglio) e dell'identificazione con la divisione e l'organizzazione nell'influenzare la performance e i destinatari di due ampie categorie di OCB (Williams & Anderson 1991; quelli orientati ad altri individui ed all'organizzazione). In sintesi, questo lavoro propone un fine-grained framework di analisi degli OCB in cui si sostiene che:

1) social identity theory e network analysis sono teorie complementari e neccessarie alla comprensione del perché e del chi compie queste azioni e verso quali membri;

2) il grado di identificazione dei membri e la loro prototipicalità percepita rispetto ai diversi target gioca un ruolo importante nello spiegare l'attivazione e i destinatari di questi comportamenti (al di là delle variabili relazionali). Infine l'importanza teorica di questo lavoro è sottolineata dalla necessità di recuperare, nella letteratura di network, le caratteristiche individuali nell'analisi delle relazioni tra strutture di network e azioni individuali - in special modo se si vuole analizzare un aspetto rilevante e poco esplorato quale le origini dei network (Contractor, Wasserman e Faust, 2006). D'altra parte si sposta l'attenzione dall'analisi tradizionale della social identity applicata ai fenomeni inter-gruppo a ciò che accade all'interno del gruppo (Hogg & Terry, 2000).

Dal punto di vista manageriale gli OCB e in particolar modo quelli orientati ad aiutare i propri colleghi hanno una duplice importanza: da un lato sono per loro natura discrezionali (non riconosciuti e ricompensati formalmente nella propria mansione); dall'altro aumentano la produttività individuale e di gruppo, liberando risorse, il coordinamento e favoriscono un migliore clima organizzativo. Una migliore comprensione del ruolo specifico e degli effetti di interazione di ciascun processo nel determinare chi, quali comportamenti e verso quali membri sono orientate tali azioni, permetterebbe di sviluppare strumenti capaci di migliorare il disegno organizzativo, facilitandone la performance e la diffusione. Infine questi aspetti risultano particolarmente rilevanti se si considerano quelle organizzazioni caratterizzate da una complessa attività relazionale (p.e., multi-project team, sub-sudiaries in differenti Paesi) e ai cui membri è richiesta una intensa partecipazione e affiliazione organizzativa.

Da un punto di vista empirico l'esiguo numero di studi che abbiano utilizzato l'identificazione nell'analisi delle reti sociali ed il fatto che nessuno studio abbia analizzato contemporaneamente il ruolo di molteplici target di identificazione e delle varibili relazionali nell'influenzare i comportamenti di cittadinanza organizzativa giustificano l'importanza di testare il modello fornendo di riflesso un significativo contributo alla disciplina. Inoltre da un punto di vista metodologico la possibilità di analizzare la presenza (o meno) di tali meccanismi, la loro interazione e la loro forza relativa nell'influenzare i comportamenti discrezionali viene garantita dall'utilizzo di nuove specificazioni di modelli noti come Exponential Random Graph Models (Robins, Snijders, Wang, Handcock, Pattison, 2007).

In conclusione questo lavoro contribuisce ad approfondire il legame tra antecedenti e specifiche dimensioni dei comportamenti di cittadinanza organizzativa. Inoltre identificando da un punto di vista concettuale i legami e i possibili effetti di interazione tra le due teorie questo lavoro cerca di chiarire come i processi di identificazione sociale influenzano le relazioni intra-gruppo e alternativamente come le caratteristiche individuali interagiscono nell'analisi delle relazioni tra strutture di network e azioni individuali, colmando parzialmente tale gap.