Tematiche di ricerca
L'attività di ricerca è orientata al settore delle Scienze
dell'Alimentazione, della Biochimica della Nutrizione e
dell'Attività Motoria applicate alla prevenzione delle patologie
non comunicabili ed al miglioramento dello stile di vita. La
ricerca è indirizzata allo studio dei meccanismi attraverso cui
l'attività motoria e/o l'assunzione di alcuni nutrienti e composti
di origine naturale risultano in grado di promuovere il
mantenimento dello stato di salute contrastando il danno cellulare
e rallentando lo sviluppo di patologie
cronico/degenerative.
1.
Valutazione dello stile di vita, dell'alimentazione e dell'attività
fisica della popolazione.
È ormai riconosciuto come la Dieta Mediterranea, ricca di alimenti
vegetali capaci di apportare molecole ad azione nutraceutica,
contribuisca alla prevenzione di numerose patologie croniche e
degenerative. In questo contesto gli studi si sono concentrati
sulla valutazione delle richieste energetiche e dell'effetto della
supplementazione di alcuni nutrienti (acidi grassi polinsaturi) nel
modulare la capacità antiossidante in gruppi di atleti sottoposti
ad elevati carichi di esercizio fisico. L'attenzione si è, inoltre,
concentrata sul monitoraggio dello stile di vita e
dell'alimentazione nella popolazione infantile e giovanile. Le
competenze acquisite in questo settore hanno permesso di instaurare
proficue collaborazioni con studiosi coinvolti nella ricerca nel
campo della pedagogia e dell'educazione fisica. L'obiettivo delle
ricerche è volto ad individuare percorsi educativi capaci di
favorire, nei giovani, l'adozione di stili di vita salutari in
termini sia di movimento sia di alimentazione.
2.
Azione protettiva di composti nutraceutici in modelli cellulari e
di esercizio fisico nell'animale.
È noto come patologie cronico/degenerative, pur avendo
caratteristiche eziopatologiche multifattoriali, presentino alcuni
elementi causali comuni come stress ossidativo, infiammazione e, di
più recente individuazione, lo stress glicativo.
In questo ambito gli studi si sono concentrati sull'identificazione
di numerosi composti ad azione nutraceutica e nutrienti capaci di
esercitare un'azione citoprotettiva nei confronti degli stress
ossidativo, glicativo ed infiammatorio a livello cardiovascolare,
neuronale e muscolare. Gli studi hanno interessato modelli
sperimentali diversi, sia in vitro, sia in vivo in
modelli animali di esercizio fisico ed hanno permesso di
identificare non solo i composti, ma anche i meccanismi molecolari
e le vie di trasduzione del segnale coinvolti nell'azione
citoprotettiva. Tale attività di ricerca ha contribuito a
dimostrare come l'apporto di nutraceutici possa realmente
contribuire al mantenimento di un buono stato di salute a lungo
termine, prevenendo e ritardando la comparsa di patologie non
comunicabili come patologie cardiovascolari e neurodegenerative che
sono e saranno ancora per molti anni la prima causa di morte nel
mondo.
3.
Meccanismi molecolari alla base dell'invecchiamento.
L'attività di ricerca è stata indirizzata verso lo studio
dell'azione del fattore di crescita IGF-1 sul trofismo di alcuni
tessuti, nel tentativo di apportare nuove conoscenze che possano
aiutare a risolvere il complesso paradosso che vede da un lato
l'IGF-1 come un fattore capace di mantenere la funzionalità di
numerosi tessuti, anche in età avanzata, mentre dall'altro è noto
come, in modelli animali, ridotti livelli circolanti di IGF-1
correlino con un'aumentata longevità. Lo studio in vitro su
modelli cellulari diversi ha permesso di dimostrare come una
prolungata stimolazione con IGF-1 sia responsabile di una più
rapida senescenza, evidenziabile anche da un punto di vista
fenotipico, di una ridotta funzionalità mitocondriale e di una
riduzione dei biomarcatori di autofagia. La relazione tra
funzionalità mitocondriale ed autofagia emerge anche da studi
condotti in modelli cellulari di astrociti esposti a stress
infiammatorio, tipico dei processi di invecchiamento, che
suggeriscono che i mitocondri siano uno dei primi target a
rispondere all'infiammazione e come tali fenomeni si associno ad un
incremento nella produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS)
e nell'induzione di autofagia.