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Lorna Piazzi

Assegnista di ricerca

Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie

Temi di ricerca

Sfruttando la struttura eterociclica ossigenata (cumarina, xantone, flavone e analoghi) che ha dimostrato la capacità di comportarsi da efficiente carrier su cui inserire adeguati frammenti farmacoforici in grado di interagire selettivamente con vari target biologici, si sono sviluppati antitumorali e composti per il trattamento della malattia di Alzheimer. Nel campo degli antitumorali il lead acido flavonacetico è stato modificato per ottimizzarne l'attività. Inoltre, l'inserimento in posizioni diverse di un gruppo imidazolico sul nucleo eterociclico permette di direzionare l'attività su diversi citocromi P450 (aromatasi, liasi, aldosterone sintetasi).

Gli stessi scaffold sono opportunamente funzionalizzati per ottenere composti multitarget in grado di inibire molteplici attività di uno o più enzimi coinvolti nell'Alzheimer.

Una nuova linea di ricerca è stata recentemente intrapresa nell'ambito dello sviluppo di potenziali farmaci per malattie neglette quali malaria, tripanosomiasi e leishmaniosi.



La principale linea di ricerca riguarda gli inibitori dell'acetilcolinesterasi (AChE) allo scopo di trovare molecole attive per la malattia di Alzheimer (AD). È stato infatti dimostrato che l'AD è strettamente associata a disordini del sistema colinergico. Inoltre l'AChE risulta essere coinvolto, a livello del sito anionico periferico (PAS), nell'aggregazione e nel deposito della b -amiloide (A b ) che, oltre a rappresentare la caratteristica dell'AD, induce una cascata neurotossica che porta alla neurodegenerazione tipica della malattia di Alzheimer.

Il primo composto progettato per inibire sia il sito anionico centrale (AS) sia il PAS, la cui duplice attività è stata confermata dai dati sperimentali, è AP2238: 3-{4-[(Benzylmethylamino)-methyl]-phenyl}-6,7-dimethoxychromen-2-one.

Esso ha una potenza inibitoria su AChE paragonabile a quella del donepezil, il farmaco attualmente più utilizzato per il trattamento dell'AD, mentre inibisce l'azione proaggregante dell'AChE mediata dal sito periferico in misura superiore (35%). Questo composto è stato razionalmente progettato selezionando il nucleo cumarinico (chromen-2-one), in grado di interagire efficacemente con il PAS, e la porzione metilbenzilamminica, per una ottimale interazione con l'AS. Questi due gruppi sono quindi stati opportunamente distanziati da un anello aromatico in grado di interagire con i numerosi amminoacidi aromatici presenti sulle pareti della gola dell'enzima. In seguito agli incoraggianti risultati ottenuti con questo composto come agente multitarget per l'AD abbiamo estesamente modificando la struttura di AP2238 per comprenderne le relazioni struttura attività. Abbiamo inoltre introdotto ulteriori gruppi farmacoforici sul nucleo cumarinico per potenziare l'attività antiaggregante o per agire sulla BACE, un ulteriore enzima coinvolto nella aggregazione dell'A b.

Considerando l'approccio multitarget una strategia vincente in chimica farmaceutica abbiamo sviluppato composti a struttura benzofuranica in grado di inibire oltre all'attività catalitica di AChE anche l'aggregazione spontanea di Aß e con una addizionale azione neuroprotettiva.

Parallelamente a questo studio sono stati investigati composti a struttura carbammica correlati alla Xantostigmina, un inibitore dell'AChE ad attività subnanomolare. L'allungamento della catena di raccordo tra la funzione amminica, coinvolta nell'interazione con l'AS, e il nucleo xantonico ha permesso di raggiungere contemporaneamente anche il PAS. La sostituzione del gruppo xantonico con gruppi 2-arilidenbenzocicloalcanoni ha permesso di ottenere potenti agenti multitarget.

La rimozione della funzione carbammica ha portato allo sviluppo di inibitori selettivi per la butirrilcolinesterasi (BChE); studi recenti indicano infatti che questo enzima potrebbe essere un co-regolatore del neurotrasmettitore ACh, inoltre è stato evidenziato un incremento dei livelli corticali di BChE nei malati di AD. Tutto ciò rende gli inibitori selettivi della BChE degli importanti strumenti per una più completa comprensione di questa complessa patologia.

Un'altra importante linea di ricerca riguarda la progettazione, la sintesi e la valutazione dell'attività farmacologica di composti ad azione antitumorale, in particolare i derivati dell'acido flavon-8-acetico (FAA), e 5,6-dimetilxanton-4-acetico (DMXAA). Il meccanismo d'azione del FAA è prevalentemente di tipo indiretto e sembra coinvolgere sia il sistema immunitario sia la necrosi emorragica dell'endotelio vasale del tumore attraverso l'aumento della sintesi di diverse citochine. DMXAA si è dimostrato più attivo del prototipo FAA e ha mostrato una buona attività su modelli umani. È stato intrapreso un approfondito studio di SAR, basato in particolare sulla progettazione e sintesi di una serie di 3-alcossi derivati di FAA. Dalla valutazione dell'attività di questi composti sono emersi risultati molto interessanti che hanno portato alla individuazione di alcuni composti da considerarsi come i primi derivati a struttura flavonica che presentano un effetto di stimolazione delle proprietà litiche dei monociti umani. Attualmente stiamo sviluppando una serie derivati di DMXAA portanti catene alcossiamminiche in differenti posizioni.

Un altro target che abbiamo studiato nell'ambito della ricerca di composti ad azione antitumorale appartiene alla famiglia dei citocromi-P450. In questo settore abbiamo sviluppato potenti inibitori dell'aromatasi, l'enzima preposto alla biosintesi degli ormoni steroidei femminili e ampiamente coinvolto nello sviluppo dei tumori ormono dipendenti. Recentemente stiamo introducendo sullo scaffold flavonico opportuni sostituenti selezionati sulla base di uno studio CoMFA precedentemente sviluppato.

Un meccanismo spesso associato al fallimento delle terapie antitumorali è il fenomeno della resistenza multipla crociata (MDR). Inibitori della glicoproteina-P riducono questo fenomeno migliorando quindi l'efficacia dei farmaci antitumorali. Con questo scopo stiamo sviluppando dei composti a struttura pentaciclica azotata che si sono mostrati 5 volte più potenti del composto di riferimento Verapamil.

 

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