Parole chiave:
nanoincapsulazione di farmaci antitumorali
polimeri ad affinità specifica per cellule tumorali
vettori per farmaci antitumorali
polimeri auto-assemblanti
nanoincapsulazione di farmaci
gene delivery
Prima linea: sviluppo vettori micellari da polimeri vinilici,
saccaridici e peptidici per parziale sostituzione dei backbones
polimerici con sostituenti idrofili e lipofili. Obiettivo:
nanoincapsulazione di farmaci antitumorali e virus oncolitici per
il direzionamento dell'azione terapeutica verso il target tumorale.
Seconda linea basata su alta fluidità di membrana di cellule
tumorali e conseguente affinità per sistemi macromolecolari
autoassemblati termodinamicamente instabili ottenuti per
coniugazione di macromolecole viniliche, peptidiche o saccaridiche
con residui idrofobici quali alcoli grassi o vitamine liposolubili.
Interazione cellula-aggregato supramolecolare produce modificazioni
strutturali e funzionali di membrana e innesca meccanismi di morte
cellulare selettivamente in cellule tumorali. Terza linea: sviluppo
carriers policationici per trasporto derivati nucleici in
compartimenti cellulari. Scopo: abolire espressione di geni
responsabili di patologie tumorali.
Prima linea. Il direzionamento consiste nel veicolare farmaci
attraverso specifici vettori in grado di trasportarli nei tessuti
tumorali e rilasciarli solo in quelle sedi evitandone così la
distribuzione in altri compatimenti biologici liberi da malattia.
Questa specificità di rilascio consente di minimizzare gli effetti
collaterali e incrementare le dosi tollerabili di chemioterapici
allo scopo di raggiungere o quantomeno avvicinarsi alla cosiddetta
sterilizzazione dell'organismo da cellule tumorali. Fra i sistemi
utilizzati nel direzionamento di farmaci antitumorali grande
attenzione viene attualmente posta sui vettori micellari in grado
di incapsulare i farmaci nella porzione idrofobica interna
dell'aggregato micellare. Tali vettori presentano migliori
caratteristiche di caricamento, stabilità in circolo e flessibilità
strutturale rispetto ai più noti liposomi e ai sistemi
microparticellari solidi (micro-nanosfere, micro-nanocapsule). Il
gruppo proponente lavora da anni nella preparazione e valutazione
di sistemi polimerici per il controllo del rilascio e il
direzionamento di farmaci antitumorali. Ha sviluppato vari sistemi
per l'incapsulazione di doxorubicina, acido retinoico e fenretinide
e ha messo a punto nuovi polimeri auto assemblanti ad attività
antitumorale intrinseca. Attualmente sta sviluppando vettori
micellari da polimeri vinilici, saccaridici e peptidici per
parziale sostituzione dei backbones polimerici con sostituenti
idrofili e lipofili. L' obiettivo è ottenere sistemi caratterizzati
da: incrementata capacità di accumulo nei tessuti tumorali per
regolazione delle dimensioni micellari (100-200 nm), elevata
incapsulazione di farmaci antitumorali tradizionali (Doxorubicina,
Paclitaxel, Etoposide, Acido retinoico) e innovativi (Fenretinide),
efficienza di coniugazione con anticorpi monoclinali specifici.
L'incapsulazione dei farmaci viene eseguita con tecniche di
spray-drying o freeze-drying. I vettori micellari vengono
utilizzati anche per l'incapsulazione di virus oncolitici allo
scopo di modificarne le caratteristiche antigeniche di superficie e
consentirne una somministrazione sistemica direzionata. Le
caratteristiche chimico-fisiche dei sistemi farmaco-polimero sono
valutate con tecniche di light scattering dinamico e statico,
microcalorimetria, fluorescenza, elettroforesi capillare, H-NMR,
EPR etc. L'efficacia terapeutica viene valutata in vitro su colture
di cellule tumorali di neuroblastoma e melanoma e in vivo su topi
nudi atimici. Le valutazioni in vivo riguardano la biodistribuzione
dei sistemi farmaco-vettore, l'efficacia terapeutica nei confronti
dei farmaci non incapsulati e la capacità di accumulo nei tumori
solidi. Seconda linea. Ottenere sistemi terapeutici dotati di
incrementata selettività verso cellule tumorali rispetto alle
formulazioni attualmente in uso clinico. La selettività d'azione
verso cellule tumorali rappresenta attualmente l'obiettivo
principale della ricerca oncologica e la soluzione al problema
centrale della terapia antitumorale: mancata radicalità della cura
iniziale, accompagnata dalla selezione di cloni cellulari
pluriresistenti. La mancata radicalità della cura iniziale è
riconducibile alla insufficiente selettività e quindi tossicità dei
farmaci antitumorali che limita le dosi somministrabili impedendo
una “sterilizzazione” di tutti i focolai neoplastici (primitivi e/o
metastatici). Questa ricerca si basa sulla incrementata fluidità di
membrana delle cellule tumorali che le rende più interattive,
rispetto alle cellule non tumorali, verso sistemi macromolecolari
autoassemblati termodinamicamente instabili. La interazione
cellula-aggregato supramolecolare modificando struttura e
funzionalità di membrana innesca meccanismi di morte cellulare
selettivamente in cellule tumorali. I derivati autoassemblanti
termodinamicamente instabili sono ottenuti per coniugazione di
macromolecole peptidiche o saccaridiche con residui idrofobici
quali alcoli grassi o vitamine liposolubili. Le caratteristiche
chimico-fisiche e termodinamiche dei sistemi autoassemblanti sono
valutate con tecniche EPR, microcalorimetria differenziale,
spettroscopia di fluorescenza, light scattering statico e dinamico,
elettroforesi capillare. I sistemi sono testati in vitro su cellule
di neuroblastoma e melanoma e in vivo su topi nudi atimici. Terza
linea. I carriers policationici sono attualmente utilizzati per il
trasporto di derivati nucleici all'interno di compartimenti
cellulari dove intervengono e controllano l' espressione di geni
specifici. Lo scopo è correggere o abolire l'espressione di geni
responsabili di patologie quali quelle tumorali. I derivati
nucleici, ed in particolare gli oligonucleotidi, per raggiungere i
compartimenti cellulari devono essere protetti dai fenomeni
idrolitici che tendono ad inattivarli durante la loro permanenza
nei fluidi biologici. La complessazione con polimeri cationici
incrementa la loro stabilità e consente un efficace rilascio al
target biologico. Questa linea di ricerca prevede la preparazione
di derivati policationici da backbones polivinilici,
polisaccaridici o polipeptidici e la loro valutazione in vitro e in
vivo come carriers di oligonucleotidi.