Gran parte della produzione scientifica negli anni seguenti al conseguimento del titolo dottorale in Storia delle Religioni (2010) si concentra su aspetti e problemi inerenti alla strutturazione funzionale del politeismo greco e alle forme di religiosità della Grecia arcaica e classica.
- Un primo asse di ricerca verte sul problema della divinazione nel mondo antico, affrontato in una prospettiva di genere e di simbolismo animale, con l’esame dei casi relativi agli oracoli panellenici di Dodona e Delfi e al “caso” della Sibilla a Roma in Età augustea. Alla funzione simbolica dell’animale, e in particolare al ruolo di mediazione esercitato in qualità di strumento di comunicazione con il divino, è dedicato lo studio sul valore culturale della capra nei miti e riti della Grecia antica.
- Un altro campo di interesse riguarda i processi “antropopoietici” o di costruzione dell’umano sottesi alle narrazioni mitologiche e attivati dalle pratiche rituali. Inseribile in un fecondo approccio antropologico-religioso è lo studio del velo come pattern visuale a forte impatto mediatico nell’ambito delle cosiddette culture di invisibilità e, più in generale, l’indagine sulla prossemica e la comunicazione non-verbale attivata dal linguaggio corporale e/o dell’abbigliamento.
- Una terza direttiva d’indagine si concentra sulla topografia degli spazi sacri e la configurazione ideale e materiale del paesaggio religioso che caratterizza particolari agency divine (Helios, Hades, Artemis, Hecate).
- Una quarta direttiva segue invece gli sviluppi dell’applicazione di teorie e metodi mutuati dalle moderne scienze cognitive e sociali ai fatti o fenomeni religiosi di lunga durata.
Le mie ricerche muovono dallo studio di divinità e figure di donne veggenti produttrici di oracoli della Grecia preclassica e classica, intrecciato allo studio del valore culturale e della funzione simbolica attribuiti ad animali e figure zoomorfiche, ovvero all'analisi del portato semiotico e semantico dell’attributo vestimentario, con particolare attenzione rivolta all’uso del velo nell’antica Grecia, avvalendomi di strumenti ermeneutici interdisciplinari e privilegiando per lo più una prospettiva religiosa emica, precipuamente fondata sull’analisi della documentazione antica - sia essa letteraria, epigrafica, archeologica o iconografica. Nella prospettiva più generale della religione intesa come sistema di comunicazione produttore di senso, s’indagano principalmente questioni riconducibili al mito e alla memoria (storica e culturale), al rituale e alla divinazione, al sacrificio e alla definizione del sapere religioso (i.e. sacerdotale), o ancora alla concettualizzazione dell’aldilà, tenendo conto dei contesti mitopoietici e delle processualità antropopoietiche in atto. Studi più recenti hanno affrontato anche temi di taglio trasversale, inerenti, in particolare, al rapporto tra discorso religioso e narrazione cinematografica e alla questione del pluralismo e della tolleranza religiosi nel dibattito teologico e filosofico della prima Età moderna.