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Francesca Biagini

Professoressa associata

Dipartimento di Interpretazione e Traduzione

Settore scientifico disciplinare: L-LIN/21 SLAVISTICA

Temi di ricerca

L'espressione della relazione transfrastica di tipo finale in russo e in italiano

L'espressione della relazione transfrastica di tipo concessivo in russo e in italiano

L'espressione della relazione transfrastica di tipo consecutivo in russo e in italiano

Le congiunzioni polirematiche a contenuto finale in russo

L'utilizzo del Corpus nazionale della lingua russa (NKRJa) nella didattica del russo come L2

L'organizzazione del testo in russo in comparazione con le lingue romanze

La costruzione di un corpus parallelo italiano-russo

 



L'espressione della relazione transfrastica di tipo finale in russo e in italiano: gli obiettivi della ricerca consistono nell'applicazione allo studio delle relazioni transfrastiche nel russo di un approccio che distingua tra piano concettuale e piano dell'espressione e che tenga conto del ruolo svolto in proporzione variabile dalla codifica linguistica e dall'inferenza nell'espressione dei contenuti (cfr. ad esempio Prandi, 2004). Infatti, mentre nel nucleo della frase domina una grammatica puramente formale, delle regole, negli strati periferici la grammatica si presenta come un sistema di opzioni al servizio di strutture concettuali indipendenti. A livello contrastivo questa posizione si riflette nello studio dei mezzi di espressione che diverse lingue mettono a disposizione del parlante per esprimere determinati contenuti concettuali condivisi. Una volta identificate le relazioni concettuali condivise, diventa possibile descrivere con rigore il ventaglio dei mezzi di espressione e confrontare le risorse attivate da lingue diverse. Questo tipo di analisi mette in luce come, a parità di opzioni espressive disponibili in due lingue, spesso una determinata lingua preferisca l'uso di certe forme di espressione rispetto a un'altra.

L'espressione della relazione transfrastica di tipo concessivo in russo e in italiano: la relazione concessiva è degna di particolare interesse innanzitutto perché concettualmente “complessa”, ossia derivata da una relazione più semplice, la relazione causale. La relazione concessiva si presenta inoltre particolarmente ricca di mezzi di espressione nel russo, ampiamente utilizzata in tutti i generi di discorso e non è ancora stata studiata in chiave contrastiva russo-italiano.

Le congiunzioni polirematiche a contenuto finale in russo: Le congiunzioni finali polirematiche sono forme composte da una preposizione, un pronome dimostrativo cataforico e la congiunzione čtoby, come ad esempio dlja togo čtoby, ‘per quello ČTOBY' e rappresentano un tema ancora poco studiato. A fianco di forme ‘cristallizzate' come quelle sopra indicate, si osservano locuzioni meno rigide e semanticamente più trasparenti, contenenti un nome predicativo come: s toj cel'ju, čtoby ‘con quel fine, ČTOBY'. Si tratta di locuzioni con caratteristiche intermedie tra le congiunzioni polirematiche cristallizzate (dlja togo čtoby, ‘per quello ČTOBY') e le locuzioni congiuntive contenenti un nome predicativo (s želaniem, ‘con il desiderio'). Sono strutture che si trovano a metà tra una categoria lessicale e una più grammaticale e mostrano alcune proprietà di entrambe le categorie (cfr. Heine, Claudi e Hünnemeyer 1991, Vinogradov 1947). Un aspetto interessante dello studio delle congiunzioni polirematiche è legato alla loro funzione specifica nell'uso. Non sempre infatti una data congiunzione polirematica risulta sostituibile da una congiunzione semplice come čtoby (‘affinché'). Inoltre, le congiunzioni polirematiche, pur essendo strutture con ordine di successione rigido, ammettono l'inserimento al loro interno di particelle o di frammenti di frase, consentendo così una manipolazione della funzione comunicativa della frase.

L'utilizzo del Corpus nazionale della lingua russa (NKRJa) nella didattica del russo come L2: il Corpus nazionale della lingua russa rappresenta un prezioso strumento per  le ricerche linguistiche ma anche per i discenti del russo come lingua straniera. Da una parte, mette a disposizione dell'utente un vasto numero di testi selezionabili in base a criteri quali il genere, la data di creazione e l'autore, fornendogli una panoramica degli usi e delle tendenze in determinati ambiti. Dall'altra, risulta di difficile utilizzazione per i discenti nei primi stadi di apprendimento del russo e il suo uso, se non guidato da un docente, può risultare scarsamente utile se non controproducente. Le possibilità di applicazione di questo strumento alla didattica del russo come L2 sono ancora in fase di esplorazione e sono indagate da numerosi studiosi di varie nazionalità.    

L'organizzazione del testo in russo in comparazione con le lingue romanze: Questo tipo di analisi si basa sulla metodologia applicata da V.G. Gak (2006). Dagli studi contrastivi esistenti (Gak 2006, Govorucho 2001 e 2005, Biagini Tesi di dottorato 2008) emerge una maggiore diffusione di coordinazione e giustapposizione in russo e un minore utilizzo di pronomi in funzione di ripresa anaforica, dovuto o alla ripetizione del sintagma nominale da riprendere o all'eliminazione della ripresa che viene inferita. Anche per quanto riguarda l'espressione della relazione finale, a fronte delle frequenti forme ipotattiche in italiano, nel russo prevalgono i casi di coordinazione e giustapposizione. In quest'ambito si osserva anche un'elevata frequenza dei gerundi, laddove i testi italiani presentano una frase subordinata o una locuzione congiuntiva contenente un nome predicativo. Infine, in russo la nominalizzazione della frase finale è molto più frequente che in italiano.  In generale in russo prevale quello che Givón (1979) ha definito ‘pragmatic mode of discourse', caratterizzato dalla coordinazione, mentre in italiano domina il  ‘syntactic mode' con la subordinazione. Una distinzione simile a quella di Givón è tracciata da Arutjunova (1998) che parla di ‘prosa gerarchica' e ‘prosa attualizzante'. Questo fenomeno potrebbe trovare una spiegazione su base diacronica.