L'espressione della relazione transfrastica di tipo finale in
russo e in italiano
L'espressione della relazione transfrastica di tipo concessivo
in russo e in italiano
L'espressione della relazione transfrastica di tipo consecutivo
in russo e in italiano
Le congiunzioni polirematiche a contenuto finale in russo
L'utilizzo del Corpus nazionale della lingua russa (NKRJa) nella
didattica del russo come L2
L'organizzazione del testo in russo in comparazione con le
lingue romanze
La costruzione di un corpus parallelo italiano-russo
L'espressione della relazione transfrastica di tipo
finale in russo e in italiano: gli obiettivi della ricerca
consistono nell'applicazione allo studio delle relazioni
transfrastiche nel russo di un approccio che distingua tra piano
concettuale e piano dell'espressione e che tenga conto del ruolo
svolto in proporzione variabile dalla codifica linguistica e
dall'inferenza nell'espressione dei contenuti (cfr. ad esempio
Prandi, 2004). Infatti, mentre nel nucleo della frase domina una
grammatica puramente formale, delle regole, negli strati periferici
la grammatica si presenta come un sistema di opzioni al servizio di
strutture concettuali indipendenti. A livello contrastivo questa
posizione si riflette nello studio dei mezzi di espressione che
diverse lingue mettono a disposizione del parlante per esprimere
determinati contenuti concettuali condivisi. Una volta identificate
le relazioni concettuali condivise, diventa possibile descrivere
con rigore il ventaglio dei mezzi di espressione e confrontare le
risorse attivate da lingue diverse. Questo tipo di analisi mette in
luce come, a parità di opzioni espressive disponibili in due
lingue, spesso una determinata lingua preferisca l'uso di certe
forme di espressione rispetto a un'altra.
L'espressione della relazione transfrastica di tipo
concessivo in russo e in italiano: la relazione concessiva
è degna di particolare interesse innanzitutto perché
concettualmente “complessa”, ossia derivata da una relazione più
semplice, la relazione causale. La relazione concessiva si presenta
inoltre particolarmente ricca di mezzi di espressione nel russo,
ampiamente utilizzata in tutti i generi di discorso e non è ancora
stata studiata in chiave contrastiva russo-italiano.
Le congiunzioni polirematiche a contenuto finale in
russo: Le congiunzioni finali polirematiche sono forme
composte da una preposizione, un pronome dimostrativo cataforico e
la congiunzione čtoby, come ad esempio dlja togo
čtoby, ‘per quello ČTOBY' e rappresentano un tema ancora
poco studiato. A fianco di forme ‘cristallizzate' come quelle sopra
indicate, si osservano locuzioni meno rigide e semanticamente più
trasparenti, contenenti un nome predicativo come: s toj
cel'ju, čtoby ‘con quel fine, ČTOBY'. Si tratta di
locuzioni con caratteristiche intermedie tra le congiunzioni
polirematiche cristallizzate (dlja togo čtoby, ‘per
quello ČTOBY') e le locuzioni congiuntive contenenti un nome
predicativo (s želaniem, ‘con il desiderio'). Sono strutture
che si trovano a metà tra una categoria lessicale e una più
grammaticale e mostrano alcune proprietà di entrambe le categorie
(cfr. Heine, Claudi e Hünnemeyer 1991, Vinogradov 1947). Un aspetto
interessante dello studio delle congiunzioni polirematiche è legato
alla loro funzione specifica nell'uso. Non sempre infatti una data
congiunzione polirematica risulta sostituibile da una congiunzione
semplice come čtoby (‘affinché'). Inoltre, le congiunzioni
polirematiche, pur essendo strutture con ordine di successione
rigido, ammettono l'inserimento al loro interno di particelle o di
frammenti di frase, consentendo così una manipolazione della
funzione comunicativa della frase.
L'utilizzo del Corpus nazionale della lingua
russa (NKRJa) nella didattica del russo come L2: il Corpus
nazionale della lingua russa rappresenta un prezioso strumento
per le ricerche
linguistiche ma anche per i discenti del russo come lingua
straniera. Da una parte, mette a disposizione dell'utente un vasto
numero di testi selezionabili in base a criteri quali il genere, la
data di creazione e l'autore, fornendogli una panoramica degli usi
e delle tendenze in determinati ambiti. Dall'altra, risulta di
difficile utilizzazione per i discenti nei primi stadi di
apprendimento del russo e il suo uso, se non guidato da un docente,
può risultare scarsamente utile se non controproducente. Le
possibilità di applicazione di questo strumento alla didattica del
russo come L2 sono ancora in fase di esplorazione e sono indagate
da numerosi studiosi di varie nazionalità.
L'organizzazione del testo in
russo in comparazione con le lingue romanze: Questo tipo di
analisi si basa sulla metodologia applicata da V.G. Gak (2006).
Dagli studi contrastivi esistenti (Gak 2006, Govorucho 2001 e 2005,
Biagini Tesi di dottorato 2008) emerge una maggiore diffusione di
coordinazione e giustapposizione in russo e un minore utilizzo di
pronomi in funzione di ripresa anaforica, dovuto o alla ripetizione
del sintagma nominale da riprendere o all'eliminazione della
ripresa che viene inferita. Anche per quanto riguarda l'espressione
della relazione finale, a fronte delle frequenti forme ipotattiche
in italiano, nel russo prevalgono i casi di coordinazione e
giustapposizione. In quest'ambito si osserva anche un'elevata
frequenza dei gerundi, laddove i testi italiani presentano una
frase subordinata o una locuzione congiuntiva contenente un nome
predicativo. Infine, in russo la nominalizzazione della frase
finale è molto più frequente che in italiano. In generale in russo
prevale quello che Givón (1979) ha definito ‘pragmatic mode of
discourse', caratterizzato dalla coordinazione, mentre in italiano
domina il ‘syntactic
mode' con la subordinazione. Una distinzione simile a quella di
Givón è tracciata da Arutjunova (1998) che parla di ‘prosa
gerarchica' e ‘prosa attualizzante'. Questo fenomeno potrebbe
trovare una spiegazione su base diacronica.