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Fabrizio De Ponti

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche

Settore scientifico disciplinare: BIO/14 FARMACOLOGIA

Temi di ricerca

Parole chiave: farmacologia clinica e prescrizione razionale sicurezza dei farmaci QT lungo da farmaci farmacologia gastrointestinale sistema nervoso enterico modelli animali di patologie umane applicazioni dell’intelligenza artificiale in medicina

- Sindrome del QT lungo (studi farmacoepidemiologici su farmaci che prolungano l'intervallo QT dell'elettrocardiogramma e studi sul farmacoforo di molecole che bloccano i canali hERG del potassio)

- Studi di farmacoepidemiologia e farmacoutilizzazione

- Farmacologia dell'apparato gastroenterico con particolare riferimento alla motilità intestinale ed allo sviluppo di modelli di infiammazione intestinale

- Farmacologia del sistema nervoso enterico con particolare riferimento a meccanismi di apoptosi



1) “QT LUNGO DA FARMACI: APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE PER L'IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEL RISCHIO” [Progetto strategico di Ateneo E.F. 2006 (2007-2009); Progetto FP7 - ARITMO: http://cordis.europa.eu/result/rcn/53249_en.html]

Introduzione: recentemente, numerosi farmaci sono stati revocati per motivi di sicurezza legati alla loro interazione con il canale del potassio denominato hERG, che provoca l'allungamento dell'intervallo QT, importante fattore di rischio per lo sviluppo di aritmie cardiache potenzialmente fatali. Pertanto, l'interazione con il canale hERG è di grande interesse per quanti si occupano dello sviluppo di farmaci e per le Agenzie regolatorie. Durante lo sviluppo preclinico dei farmaci, esistono diversi modelli per valutare (in vitro e in vivo) il rischio di allungamento dell'intervallo QT e consentire una precoce interruzione del processo di sviluppo per molecole con potenziale proaritmico. Nessuno di essi, tuttavia, è di per sé sufficientemente predittivo ed i costi del processo risultano molto elevati. Nel corso degli studi clinici, d'altra parte, il numero dei pazienti arruolati è troppo limitato per ottenere informazioni sul reale rischio di allungamento del QT direttamente nell'uomo. Attualmente, circa il 60% dei nuovi composti di potenziale impiego come farmaci risulta positivo ai test che valutano la capacità di bloccare il canale hERG e di conseguenza il loro sviluppo è abbandonato precocemente. Vi è, pertanto, un'urgente necessità di mettere a punto un approccio multidisciplinare per risolvere questo problema.

Obiettivo: l'obiettivo generale è lo sviluppo di metodi per il riconoscimento precoce dei farmaci in grado di interagire con il canale hERG, tramite la costituzione di una rete di studiosi che comprenderà chimici farmaceutici, esperti in biologia molecolare e strutturale, esperti in farmacologia, farmacologia clinica e farmacoepidemiologia, farmacogenetisti e biostatistici. L'obiettivo specifico della fase di start-up è articolato in tre punti: 1) sviluppare modelli in silico di blocco di hERG, da utilizzare come strumenti per il riconoscimento precoce delle molecole che possono interagire con hERG; 2) partecipare ad una rete di farmacoepidemiologia per quantificare l'esposizione della popolazione a farmaci in grado di allungare l'intervallo QT (utilizzando dati di prescrizione) e per quantificare l'incidenza di aritmie cardiache indotte da farmaci (tramite studi osservazionali); 3) sviluppare un protocollo di screening per identificare le varianti nei geni che codificano per i canali ionici cardiaci implicati nell'allungamento dell'intervallo QT indotto da farmaci.

Gruppo di ricerca e integrazione delle competenze: il progetto sarà svolto da subunità con esperienze scientifiche complementari e riconosciute in ambito internazionale e promuoverà una collaborazione internazionale su uno dei temi della Strategic Research Agenda della European Innovative Medicines Initiative. Esso è stato accuratamente disegnato per assicurare massimo coordinamento ed integrazione delle attività, ottimizzando l'uso delle risorse umane.

Piano di lavoro e risultati attesi della fase di start-up: il piano di lavoro è suddiviso in 3 parti, ciascuna svolta da una subunità. Le attività della Subunità di Modellistica molecolare riguarderanno sia lo sviluppo di modelli in silico, sia la definizione di protocolli computazionali per il riconoscimento precoce dell'interazione con hERG. La Subunità di Farmacologia Clinica/Farmacoepidemiologia si occuperà della caratterizzazione del rischio di allungamento del QT indotto da farmaci nella popolazione. La Subunità di Farmacogenetica svilupperà un protocollo di screening per identificare le varianti genetiche nei geni dei canali ionici cardiaci implicati nell'allungamento dell'intervallo QT indotto da farmaci, allo scopo di caratterizzare lo spettro e la frequenza delle varianti genetiche dei canali ionici cardiaci nella popolazione. L'integrazione dell'attività della Subunità di Modellistica molecolare con quella delle altre subunità verrà così realizzata: a) i farmaci che la Subunità di Farmacoepidemiologia avrà individuato come responsabili di allungamento dell'intervallo QT verranno considerati per uno studio in silico rivolto a definire la loro modalità di legame con hERG; b) i polimorfismi che la Subunità di Farmacogenetica avrà identificato come associati al rischio di QT lungo da farmaci saranno considerati in uno studio in silico che indagherà il loro possibile ruolo nella variazione delle proprietà strutturali e/o funzionali del canale.

Possibili vantaggi tecnologici, terapeutici ed economici a medio-lungo termine: i metodi per sviluppare farmaci più sicuri rappresentano un vantaggio di per sé. In particolare, l'uso di metodi in silico a questo fine consente di contenere i costi elevati tipici degli esperimenti in vitro e in vivo. Inoltre, la valutazione farmacoepidemiologica comparativa delle classi di farmaci in commercio rispetto alla loro capacità di allungare l'intervallo QT permette una continua rivalutazione del bilancio rischio-beneficio. La definizione della variabilità genetica nella popolazione italiana pone le basi per l'identificazione delle varianti associate ad aritmia cardiaca e per lo sviluppo di test genetici per un riconoscimento precoce del rischio di QT lungo da farmaci. Il progetto porterà verosimilmente a linee guida per un uso più sicuro dei farmaci nei pazienti e potrà essere esteso anche ad ambiti nazionali ed internazionali tramite collaborazioni da sviluppare nella fase a medio-lungo termine.

Contributo all'innovazione: la necessità urgente e attualmente non ancora soddisfatta di un'identificazione precoce della capacità di interagire con hERG, oltre a quella di una farmacoepidemiologia/faramcovigilanza dei farmaci che allungano il QT è una motivazione forte per proporre questo progetto come possibile strumento per superare un importante “collo di bottiglia” nello sviluppo dei farmaci, oltre che per promuovere un uso più sicuro dei farmaci nei pazienti. Un altro elemento di innovatività è rappresentato dalla particolare natura multidisciplinare del nostro approccio (sviluppo di una strategia di drug design  basata su una forte integrazione tra farmacogenetica, farmacoepidemiologia e modellistica molecolare).

2) FARMACOLOGIA DELL'APPARATO GASTROINTESTINALE E DEL SISTEMA NERVOSO ENTERICO.

Le malattie infiammatorie intestinali o IBD (Inflammatory Bowel Disease, tra cui Morbo di Crohn e Colite Ulcerosa) sono patologie croniche di natura idiomatica, comunemente associate ad alterazioni quali un'aumentata secrezione ed un'alterata motilità. Esse contribuiscono alla genesi di sintomi come dolore addominale e diarrea. Inoltre, l'infiammazione intestinale determina cambiamenti sia strutturali sia funzionali del Sistema Nervoso Enterico (SNE), inducendo variazioni dell'eccitabilità e delle proprietà sinaptiche dei neuroni enterici. A livello del colon di pazienti affetti da IBD, si osserva un'alterazione della motilità in parte attribuita ad alterata funzionalità dei nervi inibitori (la colite indotta da TNBS produce una perdita transitoria della regolazione nitrergica della contrattilità della muscolatura liscia), tuttavia anche il sistema nervoso simpatico costituisce una porzione importante dell'input inibitorio verso l'intestino. È possibile utilizzare diversi modelli sperimentali di infiammazione intestinale per studi fisiopatologici e per saggiare nuovi farmaci con potenziale terapeutico nel trattamento delle IBD, poiché questi modelli sono in grado di riprodurre il quadro patologico delle malattie infiammatorie umane, tra cui morbo di Crohn e colite ulcerosa. Tra i modelli più utilizzati e diffusi allo scopo di studiare gli effetti protettivi dal danno infiammatorio, i più utilizzati sono il modello di colite da DNBS e da DSS nel roditore (ratto, topo). Essi differiscono per risposta infiammatoria dei tessuti, attivazione immunologica e severità del processo infiammatorio. Nel modello da DNBS, l'infiammazione riguarda l'intera parete intestinale, ed è caratterizzata da necrosi ed infiammazione acuta, seguita da un infiltrato cronico di cellule mononucleari e da rari granulomi. Nei ratti trattati con DNBS, si osserva un aumento dei livelli di PGE2, leukotriene B4, IL-1 and IL-6, ma non si ha evidenza di un intervento di cellule T nella colite, mentre nel topo c'è una chiara evidenza di una risposta Th-1 mediata. Nel modello da DSS solo la mucosa è interessata da infiammazione. I danni precoci comprendono accorciamento del colon, scomparsa delle cripte ed in seguito ulcerazione ed infiltrazione di neutrofili e cellule mononucleate, con un coinvolgimento nella fase cronica della colite di una risposta di tipo Th1 e Th2. OBIETTIVI - Studio dei meccanismi del danno durante l'infiammazione intestinale. - Saggio di farmaci con attività protettiva nell'infiammazione e di potenziale impiego clinico. - Studio dei meccanismi protettivi e della possibile modulazione dell'infiammazione da parte dei farmaci attivi nei modelli di infiammazione utilizzati METODI - Utilizzo di modelli di infiammazione intestinale di tipo chimico nel ratto e nel topo. - Metodiche istologiche per la valutazione del danno e della sua riparazione - Saggi enzimatici per la valutazione del grado di infiammazione (saggio della mieloperossidasi) - Dosaggi di citochine proinfiammatorie mediante metodiche ELISA - Metodiche di immunoistochimica ed immunofluorescenza su tessuto per valutare i possibili effetti di infiammazione e farmaci sull'espressione di proteine e/o recettori - Metodiche di biologia molecolare (estrazione di RNA, DNA e proteine; retrotrascrizione e amplificazione di DNA tramite RT-PCR; analisi di proteine tramite western blot) - Colture primarie di neuroni enterici - Studi funzionali in vitro su strisce di tessuto (muscolatura liscia, LMMP, ecc) per studiare l'effetto dell'infiammazione e di diversi farmaci sulla contrattilità ed eccitabilità muscolare sia in condizioni basali che sotto stimolo elettrico RISULTATI PRELIMINARI Nel nostro laboratorio abbiamo saggiato diversi farmaci in due modelli di colite sperimentale nel ratto; fra questi, p.es., un agonista del recettore beta3-adrenergico ha dimostrato un ruolo protettivo dal danno indotto da DNBS (valutazione macroscopica e microscopica), una dimuzione del grado di infiammazione (MPO) ed un decremento del livello di citochine proinfiammatorie (TNF-alfa, IL-1b e IL-6), suggerendo un ruolo del recettore beta3-adrenergico nel modulare il processo infiammatorio e offrendo le basi per uno studio più approfondito del meccanismo attraverso il quale ciò avviene.

PUBBLICAZIONI

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