La malattia e l'esperienza che essa rappresenta vanno oltre la
medicina in particolare sia nelle malattie mentali (depressione,
schizofrenia, disturbi del comportamento alimentare, ecc) sia nelle
demenze (Alzheimer, compromissioni cognitive, CIND), in quanto esse
influenzano in modo determinante i rapporti sociali dell'individuo.
E' fondamentale, quindi, per gli psichiatri non solo la valutazione
degli aspetti clinici ma anche delle dimensioni sociali della
malattia mostrando le relazioni che intercorrono tra contesto
sociale, familiare e relazionale del paziente, al fine di ottenere
un quadro globale che consenta di intervenire in modo mirato e
personalizzato. Di grande importanza, dunque, per approfondire
questi aspetti è l'analisi sociologica che si avvale di strumenti
di indagine anche di tipo qualitativo, con l'obiettivo di
approfondire la conoscenza delle reti sociali all'interno delle
quali un soggetto è inserito e di conseguenza il supporto sociale
che ne può derivare.
DEMENZE
Questi studi sono stati realizzati
attraverso una serie di progetti di ricerca, nell'ambito di
importanti collaborazioni e nazionali (Università Vita-Salute San
Raffaele di Milano) e internazionali (Department of Neurotec,
Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden), che hanno l'obiettivo di
rilevare i fattori di rischio per le demenze e di affinare la
diagnosi delle patologie psichiatriche associate alle demenze e di
migliorare il trattamento delle demenze stesse. Grazie agli studi
di popolazione a cui la dott.ssa Barbara Ferrari ha partecipato è
stato evidenziato il fondamentale ruolo della depressione e del
deterioramento cognitivo sulla disabilità negli anziani.
ICTUS E
DETERIORAMENTO COGNITIVO
Altro tema di ricerca affrontato in una recente pubblicazione è
stato l'ictus come fattore di rischio sia del deterioramento
cognitivo che della demenza, nell'ambito di un'analisi
epidemiologica che ha considerato altresì le diverse variabili
sociodemografiche.
L'IPOTESI
DELLA “RISERVA CEREBRALE” NELLE DEMENZE
Dagli studi di popolazione descritti, è
stata rafforzata l‘ipotesi della riserva celebrale, in cui
l'elevata scolarizzazione pare dotare il soggetto di un'ampia
“riserva intellettiva”, posticipando la comparsa della malattia
dementigena.
DISTURBI
DEPRESSIVI NELLA POPOLAZIONE ANZIANA
Un altro tema di ricerca è stato quello del
late-life depression. Questi studi sono stati condotti nell'ambito
dello studio di popolazione di Faenza (Faenza Community Aging
Study), da cui è stato evidenziato che la late-life depression è
molto frequente, e si distingue dai disturbi depressivi del giovane
e dell'adulto per una elevatissima disabilità e comorbidità con
malattie fisiche.
DEPRESSIONE E
DIPENDENZA DA ALCOL
Ha partecipato, inoltre, ad un lavoro sulla possibile dipendenza da
alcol da parte di pazienti affetti da disturbi della sfera
depressiva e ansiosa. Sono stati valutati pazienti in regime di
ricovero ospedaliero con diagnosi di dipendenza da alcol al momento
del ricovero e dopo 5 settimane di disintossicazione con scale
psicosometriche per la valutazione della depressione e ansia. I
risultati contribuiscono ad enfatizzare gli effetti depressiongeni
e ansiogenici dell'abuso alcolico, al contrario degli effetti
antidepressivi e ansiolitici del trattamento da disintossicazione
da alcol. E' importante dunque l'importanza della disintossicazione
alcolica per quanto concerne la prognosi a lungo
termine.
PERSONALITA'
E
GENETICA
Negli ultimi anni la correlazione tra
personalità e genetica è stata ampiamente studiata. In particolare
la forte associazione con il gene transporter della serotonina.
Saranno necessari in futuro ulteriori approfonditi studi per
convalidare i risultati ottenuti ma è stato ampiamente dimostrato
che i fattori genetici hanno un importante ruolo nel determinare le
caratteristiche della personalità di ciascun individuo.