Parole chiave:
DIFESA DAL RISCHIO ALLUVIONALE
GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE
BACINI NON STRUMENTATI
MODELLISTICA AFFLUSSI-DEFLUSSI
MODELLISTICA DI ALLAGAMENTO
Le linee di ricerca attive abbracciano un'ampia rosa di tematiche
idrologiche, idrauliche e delle costruzioni idrauliche in generale: 1) analisi dei processi idrologici
dominanti nella formazione dei deflussi fluviali finalizzate alla
classificazione dei bacini idrografici; 2) tecniche statistiche di
stima di valori di portata, o di altezze di pioggia di durata
assegnata associati ad una prefissata frequenza probabile; 3)
modelli afflussi-deflussi per il preannuncio idrologico:
affidabilità di modellistica concettuale e black-box al variare
dell'anticipo temporale di previsione; 4) analisi
numerico-sperimentali che affrontano problematiche ricorrenti della
modellistica idraulica monodimensionale (1D), quasi-bidimensionale
(quasi-2D) e bidimensionale (2D) di moto vario per correnti a
pelo libero; 5) messa a punto di modelli numerici di allagamento
attraverso l'impiego combinato di rilievi laser-scanning e
mappatura delle aree inondate.
Linea 1): le indagini in corso si propongono di pervenire ad una
miglior comprensione dei processi che dominano la formazione dei
deflussi superficiali attraverso la simulazione idrologica o
l'impiego di tecniche di analisi multiregressiva. Il fine è quello
di porre le basi per lo sviluppo di metodi di stima affidabili e
statisticamente robusti da utilizzare per la valutazione indiretta
dei deflussi di magra e di piena con assegnata frequenza probabile
in corrispondenza di sezioni fluviali non strumentate, o dotate di
serie storiche di lunghezza assai limitata. Le attività di ricerca
descritte sono condotte con riferimento ad un insieme di bacini
idrografici localizzati all'interno di una vasta area geografica
ricadente nelle regioni Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo. Linea 2):
La presente linea di ricerca si concentra sul perfezionamento delle
procedure di stima di uso consolidato e sulla messa a punto e sulla
verifica di tecniche innovative, che siano impiegabili in siti
caratterizzati dalla limitatezza (assenza) di osservazioni dirette
della grandezza idrologica di interesse. Con riferimento alla
valutazione della portata di progetto in sezioni non strumentate,
le attività in corso sono rivolte all'analisi delle reali
possibilità di impiego pratico di stimatori grafici quali le curve
inviluppo probabilistiche delle portate al colmo di piena,
recentemente proposte in letteratura dai componenti del gruppo di
ricerca. Linea 3): Nel contesto del preannuncio idrologico basato
su modelli afflussi-deflussi, assume cruciale importanza la
capacità del modello di mantenere una ragionevole affidabilità
delle previsioni all'allungarsi dell'orizzonte temporale di
riferimento. Infatti, la messa in opera di efficaci misure di
mitigazione del rischio richiede la disponibilità di anticipi
temporali delle previsioni sufficientemente ampi. Un secondo
fondamentale aspetto riguarda la valutazione dei requisiti minimi
di disponibilità di dati idrometeorologici storici necessari per la
parametrizzazione del modello: il problema è particolarmente
importante per i modelli “a scatola chiusa” che non tentano una
riproduzione dei processi idrologici ma si basano esclusivamente
sulle informazioni ritraibili dai dati di calibrazione. In tale
ottica, l'attività di ricerca analizza le capacità predittive di
modelli black-box basati su reti neurali e di modelli di tipo
concettuale, confrontandone le prestazioni all'allungarsi
dell'orizzonte temporale del preannuncio ed esaminando l'influenza
del periodo utilizzato nella procedura di calibrazione. Linea 4):
Le moderne tecniche di rilievo topografico di tipo laser-scanning
(LiDAR) consentono di pervenire ad una precisa definizione della
topografia del corso d'acqua naturale e permettono di affrontare
diverse problematiche connesse alla modellistica numerica 1D e
quasi-2D. In particolare, le attività di indagine in corso in
questo ambito impiegano modelli digitali delle quote del terreno ad
elevata risoluzione ricavati per complessi sistemi fluvio-golenali,
a partire dai quali vengono implementati modelli 1D o quasi-2D
basati su diverse discretizzazioni della geometria dell'alveo. Il
fine è quello di ottenere, attraverso simulazione numerica, utili
indicazioni riguardo a due questioni frequentemente dibattute in
ambito scientifico. La prima è relativa al problema del
miglioramento dell'efficacia nella laminazione dei deflussi di
piena attraverso diverse strategie di gestione delle aree golenali
(c.d. scelta fra golene aperte, golene chiuse e golene a
riempimento programmato). Il secondo è invece relativo
all'identificazione di linee guida da utilizzare nella definizione
del rilievo topografico ottimale per l'implementazione e l'utilizzo
di modelli idraulici 1D e quasi-2D (c.d. distanza minima tra le
sezioni trasversali e loro giacitura ottimale in pianta). Le
analisi mirano ad integrare le indicazioni presenti in letteratura
relativamente ai problemi specificati, che ad oggi appaiono
lacunose e talvolta contraddittorie. Con riferimento alla
modellazione 2D dei fenomeni di allagamento, nell'ambito
del "Progetto strategico per il miglioramento delle
condizioni di sicurezza idraulica dei territori di pianura
lungo l'asta principale del fiume Po" - Autorità di Bacino Fiume
Po- sono allo studio indagini rivolte a identificare: (1)
valutazione dell'intensità idraulica connessa a scenari di rottura
arginale per la valutazione e gestione del rischio residuale in
fascia C; (2) indagine sugli effetti della laminazione controllata
delle piene al limite di prevedibilità all'esterno delle arginature
maestre. Linea 5): La possibilità di implementare un'affidabile
modellistica di allagamento è condizionata dalla possibilità di
disporre di idonee informazioni idrologiche e da quella di
rappresentare adeguatamente il dominio spaziale in cui evolve il
fenomeno. Un notevole impulso in tal senso è stato dato
recentemente dalle moderne tecniche di rilievo topografico
precedentemente descritte (v. Linea 4) e dalle mappature delle aree
inondate realizzate attraverso algoritmi di elaborazione delle
immagini ASAR (Airborne Synthetic Aperture Radar). Le attività di
ricerca in corso sono tese a valutare la capacità di riproduzione
delle aree inondate durante eventi alluvionali realmente osservati
di differenti codici di calcolo bidimensionali che utilizzano
schematizzazioni agli elementi finiti o ai volumi finiti,
implementati sulla scorta di una topografia LiDAR e calibrati
utilizzando le sole informazioni desumibili da mappature ASAR delle
aree inondate di elevata risoluzione.