Le principali attività di ricerca riguardano il popolamento dell'area padana e adriatica nel periodo preromano, condotte attraverso lo studio degli abitati e delle necropoli con particolare riguardo alle città etrusche di Marzabotto, Spina e Adria. Campi specifici di approfondimento riguardano lo studio delle manifestazioni scrittorie, della cultura materiale supportato da un approccio archeometrico. Ulteriori campi di approfondimento sono lo studio delle abitazioni nell'Italia preromana, con particolare riguardo all'ambito etrusco e a quello piceno, e inoltre principi e applicazioni dell'Archeologia virtuale.
1. La città etrusca di Marzabotto: L’attività di ricerca è legata allo scavo archeologico che la Cattedra di Etruscologia svolge con cadenza annuale dal 1988. Ha partecipato dal 2004 alle indagini nel santuario di Tinia (Regio I – insula 5) e quindi dal 2008 è responsabile di settore a quelle della cd. Area Nord (Regio I – 5) e del Tempio di Uni (Regio I – 4a-4b). Ha inoltre partecipato allo studio e all’edizione dei materiali dello scavo della Casa 1, Regio IV – 2 (1988-1998). Nel quadro delle attività di scavo e del relativo studio dei materiali, si occupa delle ceramiche a vernice nera e figurate di produzione etrusca e collabora con il Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali (BiGeA) dell’Università di Bologna (responsabili: R. Braga) per le analisi archeometriche. Tale collaborazione ha portato a incrementare la banca dati conservata presso il BiGeA, di riferimento per l’area Adriatica centro-settentrionale nel periodo preromano e romano, e ha permesso di approfondire lo studio delle produzioni locali e delle importazioni nell’Etruria padana di V-III sec. a.C. Ha inoltre collaborato allo studio della documentazione epigrafica della Casa 1, Regio IV - 2, con particolare attenzione ai graffiti e alla loro contestualizzazione. Legate allo scavo sono le ricerche svolte dallo scrivente sull’architettura della città etrusca, domestica e templare, sulle ricostruzioni digitali delle strutture e sulla loro fruizione. Quale P.I. del progetto FIRB 2013 KAINUA. Restituire, percepire, divulgare l'assente. Tecnologie transmediali per la città etrusca di Marzabotto, si è infatti occupato dello studio di vecchi contesti di scavo, della loro ricostruzione e dei metodi di restituzione digitale dell’intera città etrusca e della sua fruizione. Un primo traguardo, cioè la restituzione del Digital Terrain Model dell’intero sito e le prime sperimentazioni sui metodi di fruizione delle ricostruzioni virtuali, è stato presentato in occasione del Digital Heritage 2015 di Granada. In tale quadro, ha affrontato l’analisi della documentazione di scavo del cd. Isolato Mansuelli (Regio IV - 1), scavato tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, con la finalità dello studio dell’architettura domestica di queste strutture e la ricostruzione delle loro fasi. I risultati di questo studio sono stati presentati al XXIII Convegno Internazionale di Studi sulla Storia e l’Archeologia dell’Etruria Dalla capanna al palazzo. Edilizia abitativa nell’Italia preromana. Basandosi sui più recenti scavi del Tempio tuscanico di Uni, si è proposta una analisi architettonica di questa struttura templare supportata da un innovativo metodo di progettazione ingegneristica delle costruzioni, denominato ArchaeoBIM; tale lavoro è stato presentato in diverse sedi, con un taglio più legato alla ricostruzione filologica nella rivista Archeologia e Calcolatori e con un approfondimento legato alla ricostruzione digitale delle strutture e la loro analisi ingegneristica nel Convegno Internazionale Arqueológica 2.0 , dove è stato vinto il premio Best Paper dato dal Comitato scientifico. L’insieme dei risultati del progetto è quindi confluito nel Convegno Internazionale KAINUA 2017. Kwonledge, Analysis and Innovative Methods for the study and the dissemination of ancient urban areas, tenuto a Bologna nell’aprile 2017 e avente per tema principale proprio i nuovi metodi di studio e di disseminazione delle realtà urbane antiche. Parallelamente, si è svolta una notevole attività di divulgazione dei risultati raggiunti, attraverso contributi in riviste, siti web, documentari e rappresentazioni teatrali, conferenze.
2. I porti etruschi nel Delta padano: Allo studio delle città etrusche del Delta padano lo scrivente ha dedicato ampio spazio di ricerca nella prospettiva della ritualità funeraria, della cultura materiale e della documentazione epigrafica, della ricostruzione del paesaggio.
Per la città di Adria e il suo territorio ha sviluppato una ricerca su tutta la documentazione epigrafia etrusca e dei relativi contesti. Dopo alcuni lavori sullo studio di sepolture di periodo ellenistico con iscrizioni e delle iscrizioni di periodo tardo-arcaico e i loro contesti di scavo, l’intera documentazione è confluita nell’edizione del fascicolo Inscriptiones Atriae et in agro atriano repertae del Corpus Inscriptionum Etruscarum IV, I, 1. È in corso di stampa un lavoro di commento al fascicolo del CIE.
La necropoli di Valle Trebba di Spina è stata oggetto del progetto di dottorato del scrivente. Collabora allo studio e all’edizione scientifica dell’intera necropoli (direttore scientifico: E. Govi), occupandosi della ricostruzione dello scavo e del paesaggio antico e delle dinamiche di occupazione della necropoli. All’interno del progetto, speciale ambito di indagine è lo studio della ceramica a vernice nera, per la quale si è avvalso dell’esperienza acquisita a Marzabotto e la collaborazione del BiGeA, portando risultati relativamente all’individuazione di produzioni locali già dal V sec. a.C., alla caratterizzazione dei gruppi di impasto anche su base tecnologica, ed inoltre ad una riflessione sulle seriazioni crono-morfologiche finalizzata alla elaborazione di un Atlante tipologico per la necropoli. Sempre in merito alla cultura materiale, recentemente lo scrivente ha studiato gli specchi noti per il sito di Adria e per la necropoli di Valle Trebba di Spina, curando assieme a G. Sassatelli il fascicolo 8 del Corpus Speculorum Etruscorum sui Musei dell’Etruria padana. Lo studio sui porti del Delta padano ha permesso l’elaborazione di lavori dedicati alla comparazione di queste realtà sia da un punto di vista della ritualità funeraria sia da quello della documentazione epigrafica. I risultati di queste analisi sono stati presentati in convegni dedicati alla ritualità funeraria, come quello di Fisciano del 2008 assieme ad A. Pozzi, dove le due realtà sono state equiparate mettendo in rapporto contesti funerari ed iscrizioni, in quello di Bologna del 2013, dove si sono analizzate ritualità, cultura materiale ed onomastica nel periodo ellenistico, e quindi nel Convegno di Orvieto del 2015, dove si sono messe a confronto le sepolture più antiche di Adria e Spina. Più recentemente, assieme a G. Morpurgo e C. Pizzirani è stato presentato un quadro sui metodi di indagine delle necropoli dell’Etruria padana, con particolare attenzione al confronto tra Bologna e Spina, e inoltre assieme a E. Govi e C. Pizzirani si sono approfondite le problematiche relative ai fenomeni di interazione culturale tra Etruschi e Greci.
3. L'epigrafia etrusca, celtica, italica e latina: L’epigrafia etrusca è il tema principale percorso attraverso lo studio sistematico di corpora, come dimostrano i lavori sui graffiti di Marzabotto e su Adria e fra questi il fascicolo del CIE IV, I, 1, oltre che la costante collaborazione all’opera di edizione dell’intera Sectio I del Volumen IV, a cura di G. Sassatelli e che ha come obiettivo la raccolta della documentazione epigrafica di tutta l’Etruria padana (volumi in corso di realizzazione: Spina; restanti siti dell’Etruria padana).
Lo scrivente ha inoltre prestato molta attenzione verso l’analisi epigrafica e onomastica di Spina, con particolare attenzione alle emergenze di presenze onomastiche e scrittorie allotrie. Proprio la forte presenza di stimoli culturali non etruschi in questi porti, ha portato il scrivente a interessarsi alle manifestazioni epigrafiche italiche, celtiche e latine. Inoltre, la collaborazione con i Gruppi di Ricerca dell’Ateneo che lavorano in area marchigiana, ha portato allo studio di importanti manifestazioni scrittorie relative alle prime fasi di romanizzazione, come ad esempio l’alfabetario di Suasa, uno dei più antichi finora noti e inoltre all’analisi di questa particolare categoria dell’epigrafia latina, dimostrandone le influenze culturali non-romane sottese. Sempre in ambito marchigiano, lo scrivente ha studiato l’iscrizione rinvenuta in un recente scavo di Senigallia attribuendola a una cultura gallica e problematizzandola all’interno di un panorama molto complesso tra Celti e Romani nell’ager Gallicus.
Recentemente lo scrivente ha curato un percorso permanente sulle iscrizioni etrusche esposte nel Museo Archeologico Nazionale “G. Cilnio Mecenate” di Arezzo, permettendo anche l’esposizione di reperti sostanzialmente inediti di grande rilievo documentale.
4. Area marchigiana: Lo scrivente collabora con i Gruppi di Ricerca dell’Ateneo attivi in area marchigiana. È responsabile dello studio della fase preromana dello scavo di via Cavallotti 24 di Senigallia, diretto da G. Lepore e da M.R. Ciuccarelli. A partire dal 2018 fa parte del Gruppo di Ricerca del progetto AlmaIdea Grant Junior Dal reperto al paesaggio: analisi archeologica e modellazione virtuale nelle necropoli picene di Numana (AN), coordinato da Vincenzo Baldoni; il progetto, finanziato con bando competitivo interno all’Ateneo, si propone di analizzare con tecniche innovative il paesaggio funerario antico e i contesti tombali inediti di una delle più importanti necropoli (Quagliotti-Davanzali) dell’emporio di Numana, principale sito di riferimento della civiltà picena durante il I millennio a.C. Questo progetto si pone all’interno degli interessi del scrivente verso l’area adriatica, la ricostruzione del paesaggio funerario, lo studio della cultura materiale e l’applicazione di innovative tecnologie per la ricostruzione di questi contesti.
5. Archeologia Virtuale: assieme al collega ing. Simone Garagnani, lo scrivente ha approfondito le problematiche dell'Archeologia virtuale in merito alla ricostruzione di interi complessi urbani, l'uso dei modelli digitali per la ricerca, la sperimentazione di nuove metodologie di ricostruzione virtuale (ArchaeoBIM).