Organizzazione / Ente
Università di Trento
Nazione:
Italy
Biografia:

Roberto Caso è Professore Associato di Diritto Privato Comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza e il Dipartimento dell’Università di Trento, dove insegna Diritto civile, Diritto Comparato della Proprietà Intellettuale e Diritto Privato dell’Informatica. Fa parte del gruppo LawTech dell’Università di Trento. E’ autore di numerosi volumi e saggi in materia di Proprietà Intellettuale, Diritto dei Contratti, e Privacy.

Date
Nov
30
2012
10:15
To
10:45
Rettorato, Sala VIII Centenario

Il plagio, Terminator e l’ascesa delle macchine: quel che il diritto e i software (non) possono fare

Il plagio è un concetto occidentale e relativamente recente. Ancora più recente è la sua regolamentazione. Una regolamentazione alimentata dalle norme informali e dalle norme formali del diritto statale.
A fronte del dilagare di un “cut & paste” disinvolto e predatorio, innescato dall’uso massivo di Internet, si sta delinenado la possibilità di rispondere alla minaccia della tecnologia ricorrendo alla tecnologia stessa. Insomma, se alla digitalizzazione si deve imputare l’incentivazione di prassi emulative e scarsamente originali, è sempre nella logica informatica che occorrerebbe trovare la cura.
In ambito accademico, tale risposta sarebbe rappresentata dai software che intercettano il plagio fornendo ai decisori istituzionali i dati di base per provvedere a sanzionare i plagiari.
Sulla diffusione e l’uso di questi software indaga già un’ampia letteratura e il dibattito è ancora aperto.
Lo scopo della relazione è di richiamare l’attenzione sul fatto che il plagio rimane un concetto inafferabile e, per molti aspetti, ingovernabile sul piano giuridico.
Prova ne sia che la legge sul diritto d’autore non nomina né definisce il plagio e che la giurisprudenza di tutti i sistemi giuridici occidentali oscilla nell’individuazione delle nozioni di creatività e orginalità.
Se è vero che i software antiplagio possono essere un utile strumento a istruire le pratiche accademiche sul contrasto del plagio, non è men vero che la decisione sul cosa sia plagio, per quanto impefetta e fallibile essa sia, debba essere riservata all’uomo.
In un’epoca che sacralizza l’ascesa delle macchine, è necessario tornare a ribadire il principio di supremazia dell’uomo. L’insegnamento della creatività e il governo del plagio sono innanzitutto questione di etica e di norme informali. Ai docenti accademici spetta innanzitutto il compito faticoso, ma al tempo stesso fondamentale, di insegnare a essere creativi, ricordando quanto la storia testimonia inequivocabilmente: l’emulazione è parte fondamentale dell’insegnamento e dell’apprendimento.
Terminator deve ancora aspettare.