Parole chiave:
Sistema olfattivo
Sistema acustico
immunoistochimica
rigenerazione
1- E' stato studiata la potenzialità delle cellule staminali
provenienti da cordone ombelicale umano nel ripristino di alcuni
epiteli sensoriali danneggiati permanentemente da agenti tossici ed
il differenziamento delle cellule embrionali di Rhesus in vari
ambienti di coltura. 2- E' stata studiata la distribuzione dei
residui glucidici sulle membrane dei recettori del sistema
olfattivo nei Vertebrati. Inoltre è stato studiato nei Teleostei l'
effetto tossico sui neuroni olfattivi di basse concentrazioni di
rame ed anche il loro processo rigenerativo. 3- E' stata studiata
la vascolarizzazione cerebrale e la sua caratterizzazione
enzimatica in Ambystoma e in Lacerta che presentano capillari doppi
caratterizzati dalla GLUT-1. 4- E' stata studiata la distribuzione
della GFAP e della vimentina nelle cellule gliali in un Dipnoo e in
due specie di Sauri, rilevando diverse tipologie di cellule
gliali.
La prima linea di ricerca studia la potenzialità delle cellule
staminali ematopoietiche CD133+ nella riparazione di epiteli
sensoriali danneggiati permanentemente da agenti tossici.
L'indagine è stata condotta allo scopo di verificare se le cellule
staminali CD133+ derivate dal cordone ombelicale umano iniettate
endovena in topi nod-scid pretrattati con dichlobenil, un erbicida
che causa la necrosi selettiva e permanente dell'epitelio olfattivo
nella regione dorso-mediale, possano giungere a livello
dell'epitelio e contribuire alla sua riparazione. Come indiatori
dell'engraftment sono stati utilizzati tre microsatelliti umani
(CODIS) e l' HLA-DQα1 DNA, le analisi condotte con PCR hanno rmesso
in evidenza chimerismo in varitessuti compresa la mucosa olfattiva
ed il bulbo a 7 e 31 giorni dal trapianto di HSC. Le indagini
istochimiche ed immunocitochimiche hanno messo in evidenza il
ripristino morfologico della regione dorso-mediale nei topi
trapiantati con HSC in contrasto con il permanere della lesione nei
non trapiantati., Anche la multi-color FISH ha confermato
l'engraftment nell'area dell'epitelio olfattivo in rigenerazione.
Questi dati indicano che le cellule staminali migrano nella regione
danneggiata e favoriscono il ripristino dell'epitelio
olfattivo.
Inoltre è stato preso in esame il destino delle HSC anche in topi
nod-scid resi sordi mediante trattamento con canamicina e/o rumore.
Le indagini mediante PCR hanno rivelato anche in questo caso
l'avvenuto engraftment in vari tessuti compreso l'organo di Corti.
Le indagini istologiche, istochimiche ed immunocitochimiche hanno
confermato anche in questo caso la riparazione del danno
all'epitelio sensoriale
Nell'ambito dello studio sulle cellule staminali sono state
indagate anche le condizioni colture ottimali per dirigere cellule
multipotenti di Primati nel differenziamento verso varie linee
cellulari. Cellule staminali embrionali derivate da blastocisti
sono in grado di differenziarsi in vitro in molte linee cellulari
differenti quali: neuronale, emopoietica, epiteliale, vascolare,
muscolare liscia e cardiaca, adiposa e condroide. La tipologia di
differenziamento dipende dal microambiente della coltura cellulare.
Per anni si è ritenuto che la matrice extracellulare fornisse
unicamente il substrato di attacco per le cellule, più recentemente
si è osservato che la matrice extracellulare svolge un ruolo
fondamentale nell'adesione cellulare, nella migrazione ed anche nel
differenziamento cellulare. Poiché durante lo sviluppo embrionale,
le cellule staminale devono migrare ed interagire con il loro
microambiente, sono state allestite co-colture tridimensionali su
collagene di cellule staminali embrionali di Rhesus con fibroblasti
o cheratinociti umani irradiati. Le osservazioni dimostrano che, in
queste condizioni, le cellule staminali producono un proprio
repertorio di molecole, quali recettori per la matrice
extracellulare, di adesione cellulare e glicoconiugati di membrana,
trasformando il microambiente in una nicchia dove si accrescono e
si differenziano.
Un'altra linea di ricerca esamina la distribuzione e la densità dei
residui glucidici presenti sulle membrane delle cellule
recettoriali del sistema olfattivo dei Vertebrati. I recettori
olfattivi costituiscono un interessante modello sperimentale per lo
studio del differenziamento neuronale, in quanto presentano
la caratteristica di sottostare, per tutta la vita dell'animale, ad
un continuo turnover. Ciclicamente i recettori olfattori muoiono e
sono sostituiti da nuovi neuroni per proliferazione di cellule
localizzate nella zona più profonda dell'epitelio olfattorio. Con
il differenziamento queste cellule inviano il loro assone nel nervo
olfattorio fino a ricostituire a livello centrale le connessioni
sinaptiche (glomeruli) del recettore precedente. In questi
meccanismi di differenziamento, fascicolazione degli assoni e
riformazione delle appropriate connessioni nel bulbo olfattorio, un
ruolo determinante è svolto da glicoconiugati presenti sulle
membrane dei recettori. Per studiare la composizione molecolare in
carboidrati delle membrane dei recettori olfattori è stato
utilizzato il binding delle lectine come sonda molecolare
estremamente precisa in grado di discriminare gruppi di neuroni in
base alla composizione molecolare in carboidrati delle loro
glicoproteine di membrana. I numerosi lavori in proposito hanno
percorso la scala filogenetica dei Vertebrati dai Ciclostomi ai
Mammiferi. Dall'insieme dei dati sperimentali finora ottenuti si
evidenzia che il sistema olfattorio dei Vertebrati è altamente
conservativo sia per quanto riguarda l'organizzazione strutturale
che la composizione in carboidrati delle membrane dei
recettori.
Poichè è stato dimostrato che basse concentrazioni di rame possono
causare la morte dei recettori olfattori, in esemplari adulti di
pesci (Tilapia mariae) sono stati studiati gli effetti prodotti
dall'esposizione per 4 giorni a differenti concentrazioni di rame
(20, 40 and 100 microg/l) e le modalità di rigenerazione dopo
esposizione a 20 microg/l. I risultati ottenuti con l'impiego della
colorazione con Fluoro Jade-B dimostrano l'esistenza di una
relazione diretta tra entità del danno e concentrazione del rame e
come il trattamento determini la morte per necrosi unicamente dei
neuroni olfattivi. E' stato inoltre studiato il processo di
riparazione mediante l'impiego di tecniche immunoistochimiche con
anti-PCNA, che evidenzia le cellule in mitosi, e la fosfoproteina
associata alla crescita neuronale (GAP-43), che colora
selettivamente le cellule che hanno iniziato il differenziamento in
senso neuronale. Il picco massimo di mitosi nella regione basale si
osserva al termine del trattamento con rame e le cellule neoformate
sono GAP-43 positive, indicando che si tratta di neuroni in fase di
differenziamento. Dopo 3 giorni dalla fine del trattamento i nuovi
neuroni olfattori hanno raggiunto la loro normale collocazione
nella porzione centrale dello spessore dell'epitelio e il
prolungamento dendritico presenta il caratteristico “bottone
terminale” sulla superficie libera. Dopo 10 giorni il
processo riparativo può essere considerato terminato in quanto sia
la morfologia sia la localizzazione dei due anticorpi ricalca la
situazione dei controlli.
Un'altra linea di ricerca studia le caratteristiche della glia
nell'encefalo e nel midollo spinale di alcuni Vertebrati (Dipnoi,
Sauri, Cheloni e Anfibi Urodeli) mediante il rilevamento
immunoistochimico e citochimico della proteina fibrillare gliale
acida (GFAP) e della vimentina. Nei Dipnoi e negli Urodeli è stata
dimostrata la presenza di un solo tipo di elemento astrocitario: le
cellule della glia radiale ependidale o taniciti. Queste cellule
hanno un aspetto morfologico complesso. Il loro corpo cellulare è
localizzato nello strato ependimale o periependiamale formando
rispettivamente la glia radiale ependimale o periependiamale. Dal
corpo cellulare prende origine un lungo prolungamento radiale che
attraversa tutto lo spessore del parenchima nervoso prendendo
rapporti mediante caratteristiche espansioni terminali con i vasi
del parenchima e della superficie piale, formando rispettivamente
lo strato gliale perivascolare e submeningeo. Queste cellule sono
GFAP positive e vimentino negative in Protopterus e in Ambystoma,
mentre presentano l'opposta caratterizzazione in Triturus. Nei
Rettili oltre alla glia radiale, è stato evidenziata la presenza
nel tetto ottico e nel midollo spinale di astrociti stellati e, per
quello che riguarda l'intensità di marcatura, un certo grado di
eterogeneità tra le cellule dello stesso tipo gliale. Ciò
nonostante la condizione dei rettili sembra ancora morfologicamente
più primitiva rispetto a quella degli Uccelli e dei Mammiferi
sostenendo l'ipotesi che i Rettili rappresentino una tappa
fondamentale nell'evoluzione delle cellule gliali dei
Vertebrati.