Temi generali:
Storia della dottrina e della prassi giuridica tra Medio Evo ed
inizio dell'era moderna
Attuali temi specifici di studio:
Storia del notariato e dei formulari notarili tra XI e XIII
secolo
Storia degli enti ecclesiastici tra Medio Evo ed età moderna
Storia del testamento tra legislazione, scienza e prassi
Evoluzione della costituzione britannica tra la fine del XVII e
l'inizio del XIX secolo
La dottrina e la prassi giuridica costituiscono, insieme alla
produzione normativa, i tre interlocutori di un dialogo costante,
seppur non sempre consapevole, che si ritrova probabilmente in ogni
società, almeno nel mondo occidentale. Ciò è particolarmente vero
nel periodo che precede l'era del diritto codificato, in cui, da un
lato, il patrimonio normativo di riferimento era concentrato, in
maniera dapprima quasi esclusiva, poi comunque prevalente, nel
Corpus Iuris giustinianeo, affiancato dalla ricca produzione
del diritto canonico e, dall'altro lato, in cui la scienza
giuridica costituiva un'indispensabile chiave per la comprensione
di quel patrimonio, la sua attualizzazione e la creazione di una
complessa rete di rapporti. Lo studio di tale sistema giuridico,
però, rischierebbe di risultare miope se si dimenticasse che questo
insieme di sollecitazioni poteva trovare esiti non necessariamente
coerenti nella prassi del tempo, esiti certo più difficili da
indagare, ma la cui conoscenza è probabilmente ineludibile.
In specifico:
- L'analisi del
notariato e dei formulari notarili ha lo scopo di verificare sino a
che punto esisteva un dialogo tra il mondo della scienza giuridica
e quello di chi operava quotidianamente a contatto con i singoli
individui, ed in particolare se nella configurazione concreta di
atti e contratti esisteva una stretta dipendenza dalle istruzioni
dei giuristi o dallo stesso dettato normativo o se invece, come
sovente si può constatare, restava un ampio spazio di autonomia per
le parti ed il notaio stesso. Non solo, si può anche indagare con
efficacia il modo in cui si configuravano determinate figure
contrattuali (e non strettamente tali), anche attraverso l'uso di
date clausole: figure a volte sorte dalle prassi locali, più che
dal diritto romano. Questo confronto risulta particolarmente
illuminante nei secoli dall'XI al XIII, che vedono sia
l'affermazione del notariato pubblico che lo sviluppo dell'Ars
Notaria.
- L'evoluzione
delle istituzioni ecclesiastiche permette un duplice livello di
approfondimento. Da un lato, l'indagine mette in evidenza lo
sviluppo del diritto canonico ed il modo in cui, attraverso di
esso, si andava costruendo una società giuridicamente organizzata,
in grado, al contempo, di adattarsi plasticamente all'evolversi
della realtà circostante. Dall'altro lato, la mutevole qualità dei
rapporti tra istituzioni ecclesiastiche e laiche permette di
cogliere una complessa rete di normative così come di posizioni
dottrinali, alla prova in un campo in cui gli elementi giuridici,
politici e morali si intersecano e possono, talvolta, delineare un
orizzonte inaspettato. È un punto in cui la prassi acquista una
valenza fondamentale.
- Lo studio del
testamento in Italia, infine, costituisce un interessante banco di
prova. L'analisi tanto della dottrina quanto della prassi a partire
dal XIII secolo sino alla fine dell'ancien régime evidenzia
il netto predominio del testamento nuncupativo, che in realtà,
contrariamente alla lettera, è caratterizzato come testamento
scritto redatto da un notaio; le altre forme testamentarie sono
poco attestate, o al massimo trovano spazio in normative locali. Il
passaggio al diritto codificato vede un mutamento nelle forme; la
prassi del XIX e XX secolo si orienta sempre più verso un
predominio dell'olografo, malgrado i malumori crescenti di parte
della dottrina e degli stessi pratici del diritto.
- L'analisi della storia costituzionale britannica mostra un
sistema che si evolve non attraverso atti formalizzati o sull'onda
di ardite costruzioni dottrinali, ma per via di confronti tra
poteri, alla ricerca di un assetto che si viene creando di giorno
in giorno, in un riequilibrarsi di rapporti di forza. La
riflessione successiva potrà poi inquadrare questi mutamenti sotto
forma di convenzioni costituzionali, ma ciò è solo frutto di una
lettura a posteriori, utile semmai a porre le basi di ulteriori,
non sempre prevedibili sviluppi. Il gioco dei rapporti è vitale per
la costituzione britannica: attraverso di esso si potranno creare
istituzioni e regole di conodtta, mentre altre potranno sparire e,
a fronte di un quadro formalmente immutato, nuove relazioni
verranno a trasferire il centro effettivo del potere e il cuore
dell'azione di governo.