Natura e cultura
In ordine al problema del rapporto tra natura e cultura, il
panorama contemporaneo sembra contraddistinguersi per una marcata
propensione al riduzionismo, vuoi nel senso della riduzione della
natura a cultura (si pensi a tutti coloro che considerano la natura
una semplice “categoria sociale”), vuoi nel senso della riduzione
della cultura a natura (si pensi a certo evoluzionismo radicale che
considera la nostra cultura e il mondo umano in generale come punti
d'arrivo di uno sviluppo partito da determinate comunità batteriche
primordiali). Ad essere in gioco è qui soprattutto il problema
della “natura dell'uomo”, l'interpretazione che diamo del nostro
essere “animali culturali”, diciamo pure, della relazione
specialissima e irriducibile, in cui, nell'uomo, stanno appunto
natura e cultura.
La pluralità delle culture
Ogni cultura esprime in ultimo una modalità di essere uomini. Di conseguenza mi sembra errato leggere la diversità tra le culture come espressione di universi chiusi l'uno rispetto agli altri, trascurando che tale diversità esprime invece, sempre, una comune umanità. Credo che il problema dell'identità culturale e dei possibili conflitti tra culture vada interpretato alla luce di tale prospettiva antropologico-culturale.
Bioetica e politica
Quali sono gli effetti che il surriscaldamento del dibattito pubblico su temi eticamente sensibili - la nascita, la morte, il dolore- potrebbero avere sull'assetto istituzionale delle nostre liberaldemocrazie?
Religione e politica
Come gestire politicamente, ossia culturalmente e istituzionalmente, nel rispetto dei principi fondamentali che stanno alla base delle nostre liberaldemocrazie, il ritorno della religione sulla scena pubblica? Che cos'è il fondamentalismo religioso? Come si forma il cosiddetto "pensiero estremo"?