Principali linee di ricerca:
1) Effetti e usi sociali dei media: riguarda un campo di indagine
che va dall'approfondimento teorico delle principali teorie dei
media che dagli anni venti e trenta del Novecento ad oggi si sono
susseguite in ambito statunitense ed europeo, alla ricerca empirica
inerente gli “usi” e i piaceri che le audiences femminili e
maschili traggono dalla fruizione abituale di specifici prodotti
culturali. Ad esempio, ho svolto una ricerca qualitativa sul
pubblico di alcune soap opera intervistando personalmente più di
100 spettatrici e spettatori.
2) Genere e media: l'interesse inerente all'intreccio tra “genere”
(gender, la costruzione sociale del femminile e del
maschile) e i “media” (sia "vecchi" che "nuovi") mi ha portata a
svolgere numerose ricerche sulla rappresentazione di genere nei
contenuti dei media (pubblicità, fiction, informazione, riviste di
moda), considerando principalmente i ruoli rivestiti, gli stili di
vita, le caratteristiche e i valori veicolati da donne e uomini, e
soffermandomi in particolare sulla costruzione sociale del corpo,
sia femminile che maschile. Ad esempio, ho di recente analizzato le
strategie pubblicitarie delle principali reti televisive messe in
atto per sostenere l'ideale di bellezza femminile della snellezza,
funzionale alla vendita di numerosi prodotti merceologici.
3) Media Education: ho svolto ricerche sugli effetti dei
media sui minori e in particolare sull'influenza che i media, e la
televisione in primis, esercitano sulla costruzione
dell'immaginario infantile e la costruzione dell'identità di
genere. In particolare ho collaborato a ricerche che hanno rilevato
le attività di Media Education svolte nella scuola
primaria e scondaria italiana, oltre a testare
la disponibilità ad introdurre la Media Education come
nuova disciplina.
4) Comunicazione politica: ho svolto ricerche di contenuto
qualitative sull'immagine dei politici (uomini e donne) veicolata
dalla stampa nazionale italiana e recentemente ho riassunto le
principali riflessioni prodotte dalle studiose femministe sulla
pratica diffusa degli uomini politici italiani di utilizzare il
corpo delle donne come merce di scambio, dunque sul nesso "sesso,
potere, denaro".
5) Violenza di genere: ho analizzato i paradigmi interpretativi
sottostanti le principali ricerche italiane sulla violenza alle
donne e ora è in corso una ricerca sulla rappresentazione della
violenza di genere nei principali quotidiani italiani (versione
cartacea e on-line).
1) Effetti e usi sociali dei media. Tra gli aspetti più
interessanti emersi dall'analisi delle teorie dei media vi è
innanzitutto una sostanziale sospensione di giudizio sugli effetti
dei media: se gli indirizzi teorici più recenti concordano su una
maggiore “attività” o un aumentato livello di consapevolezza da
parte del pubblico, ad ogni elezione politica si continua a temere
la grande forza di persuasione soprattutto della televisione, in
linea con una visione “apocalittica” degli effetti dei media.
L'alternanza di queste posizioni (quella degli “apocalittici” e
quella degli “integrati”) dagli anni venti del Novecento ad oggi ha
portato a riflettere sulla necessità di condurre più ricerche
qualitative sul pubblico (che permettono di indagare ciò che i dati
Auditel, ad esempio, non possono rilevare, come l'indice di
gradimento effettivo di certi programmi) al fine di metterne in
evidenza le opinioni, le capacità critiche e al contempo i
condizionamenti subiti. Dalle ricerche sul pubblico svolte finora
emergono numerosi “usi” della televisione e di internet che fanno
pensare ad una maggiore “competenza mediatica” acquisita negli
ultimi decenni: oltre a fare compagnia e ad intrattenere, i media
permettono di riflettere su se stessi e sulla propria vita, di
scambiarsi opinioni e veicolare informazioni, e in certe occasioni
di “resistere” all'ideologia dominante. Un altro aspetto analizzato
riguarda nello specifico il dibattito sulla possibilità che i media
(vecchi e nuovi) costruiscano una sfera pubblica, ossia un luogo in
cui i cittadini e le cittadine possano accedere e partecipare alla
vita politica del paese: per quanto riguarda l'uso di internet,
ragionare sul digital (gender) divide o sulla e-democracy, permette
di riflettere sulle tante disuguaglianze sociali ancora esistenti
nelle nostre moderne società industrializzate.
2) Genere e media: questo ambito teorico e di ricerca è molto
articolato. Nonostante si sia sviluppato prevalentemente negli
Stati Uniti e nei paesi nordeuropei, si segnala una ripresa di
interesse anche in Italia (in seguito al suo emergere negli anni
settanta del Novecento sotto la spinta del movimento femminista). I
temi indagati riguardano la rappresentazione di genere nei
contenuti di pubblicità, fiction, intrattenimento e informazione;
l'analisi delle carriere femminili e maschili all'interno delle
organizzazioni dei media e il relativo dibattito sul tema “donne e
potere”, ossia sulla necessità o meno che le donne, per esprimere
un “punto di vista femminile sul mondo” abbiano accesso a posizioni
di potere; l'analisi dell'audience femminile e maschile di
specifici contenuti, che permette di osservare come ogni abitudine
di fruizione si integri nelle routine quotidiane e rifletta la
divisione dei compiti tra donne e uomini. I risultati emersi dalle
ricerche compiute a livello internazionale e nazionale
sull'argomento - e dalla sottoscritta (analisi della
rappresentazione di genere nelle riviste periodiche di moda
femminile e maschile, nei programmi d'informazione e attualità
della Rai, analisi del pubblico femminile di Beautiful e di Un
posto al sole, ecc.) - offrono un quadro composito e complesso: da
un lato assistiamo ad un aumento dei ruoli legittimati per donne e
uomini che alludono ad una maggiore parità tra i sessi (ad esempio,
le immagini della donna in carriera o dei padri che accudiscono i
figli); dall'altro sono molteplici gli aspetti che fanno dubitare
dell'effettivo intento da parte del sistema dei media di
valorizzare il genere femminile (ad esempio, le donne faticano ad
occupare ruoli di rilievo all'interno delle organizzazioni dei
media, così come nei contenuti la loro rappresentazione è spesso
ambivalente, come dimostra la grande enfasi riservata al corpo
delle donne che deve essere “perfetto”, ossia snello, perfettamente
modellato e soprattutto mantenuto giovane e sexy nel tempo, pena
l'esclusione dal regno del successo in ogni sfera della
vita).
3) Media Education: gli aspetti indagati dalla sottoscritta
relativamente al tema "Media Education” riguardano il dibattito a
livello internazionale e nazionale inerente gli effetti dei media
sui minori; la costruzione dell'immaginario infantile ad opera dei
media - a partire dal presupposto che la fruizione dei media occupa
molto spazio nel tempo libero di bambini e bambine (tv, computer,
videogiochi, chat, cellulare, libri, ecc.). Da una ricerca svolta
su circa 600 bambini/e sulla fruizione dei media e sulla vita da
adulti da loro immaginata, emerge che chi fruisce maggiormente del
solo mezzo televisivo più facilmente viene influenzato dai valori
più diffusi dalla tv (come bellezza, ricchezza e fama); viceversa,
coloro che seguono una dieta multimediale, viaggiano e leggono
maggiormente esprimono un immaginario più fantasioso, fuori dagli
schemi “pubblicitari”. Il ceto d'appartenenza incide, così come
emergono molte differenze di genere. I media, in concomitanza con
le altre agenzie di socializzazione, influenzano il processo di
costruzione dell'identità di genere fornendo modelli femminili e
maschili a cui ispirarsi. Altre ricerche hanno rilevato le
esperienze di Media Education effettuate nella scuola primaria e
secondaria italiana: da una ricerca condotta nelle scuole
dell'Emilia Romagna, Lombardia e Puglia, risulta che gli insegnanti
sono convinti dell'importanza dei media nella vita dei giovani
(hanno abbandonato una posizione allarmistica) e al tempo stesso,
dell'importanza dell'intervento attivo della scuola
nell'incentivare la riflessione sull'uso dei media. Rimane però uno
scarto tra le ottime intenzioni degli insegnanti e l'effettivo
impiego dei media e/o attività didattiche riconducibili alla Media
Education.
4) Comunicazione politica: tra gli aspetti più generali emersi
dalle varie ricerche svolte sull'immagine dei politici (uomini e
donne) veicolata dai talk show e dalla stampa vanno sottolineate le
molte strategie di spettacolarizzazione della comunicazione
politica che si intrecciano al fenomeno della personalizzazione
della politica, ossia l'accentramento dell'attenzione su un solo
leader di un partito e/o di una coalizione. Ad esempio, la caduta
della barriera tra pubblico e privato provocata dall'esposizione
mediatica dei politici, se da un lato produce un avvicinamento dei
politici al pubblico, dall'altro li pone spesso al centro di
scandali.
5) Violenza di genere: ho individuato due principali paradigmi
interpretativi della violenza alle donne all'interno della
letteratura italiana sul tema. Un primo approccio teorico è
quello che definisce la violenza come "violenza tout court",
semplificando molto il problema, considerandolo cioè un problema di
ordine pubblico (infrazione di norme morali di comportamento e una
questione di controllo sociale); un secondo approccio,
invece, parte dal concetto simbolico e culturale di
violenza che si inscrive nel corpo delle donne e che riguarda
l'ineguale distribuzione di potere all'interno della relazione tra
i sessi a favore degli uomini (violenza fisica, sessuale,
psicologica perpretata nell'ambito della relazione, che può
sfociare nel "femicidio", ossia nell'uccisione della donna da parte
del compagno/marito o ex).