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Roberto Vecchi

Professore ordinario

Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne

Settore scientifico disciplinare: L-LIN/08 LETTERATURA PORTOGHESE E BRASILIANA

Prorettore per la didattica

Coordinatore Centro Formazione Insegnanti dell'Alma Mater Studiorum — Università di Bologna

Temi di ricerca

Parole chiave: Il pensiero portoghese Storia e letteratura Storia concettuale Studi Subalterni e storia letteraria Il pensiero brasiliano Memoria e postmemoria

-Studi interdisciplinari portoghesi e brasiliani
-Studi postcoloniali (Atlantico Sud, postocolonialismi lusofoni, culture africane di espressione portoghese ecc)
-Pensiero portoghese e brasiliano
-Teoria critica (soprattutto nelle intersezioni con studi subalterni, filosofia politica ecc.)
-Storia concettuale


Le direttrici di ricerca si concentrano sui principali nodi letterari, storici e teorici delle culture lusofone. In tale prospettiva, si inquadrano ricerche sui problemi mimetici della esperienza traumatica, quando si iscrive nelle pagina più complesse della storia portoghese (la guerra coloniale), così come l'interesse per il rapporto biopolitico tra spazio e potere, in diversi contesti culturali di riferimento che funzionano come studi di caso (dal contesto razziale della colonia, alla emarginazione metropolitana delle città brasiliane etc.) Ancora, una linea di studio riguarda l'approfondimento delle osmosi della letteratura con la storia (la fondazione romantica del Brasile o il nesso tra cultura e democrazia nel dopoguerra brasiliano) o della saggistica autointerpetativa promossa dal "pensiero portoghese". In chiave poi di rinnovamento storiografico, collaboro alla riformulazione della idea di storia letteraria brasiliana, muovendo da una analisi del concetto di subalternità.
Su trauma, violenza e rappresentazione, ho lavorato a due progetti di ricerca internazionali coordinati dal Centro di Estudos Sociais della Università di Coimbra e finanaziati dalla FCT portoghese. Si tratta di ricerche nell'ambito degli studi culturali che affrontano il problema della irrapresentabilità della esperienza traumatica, dunque della problematicità della costruzione di una memoria collettiva. Il fatto storico considerato è la guerra coloniale che, pur attraversando intere generazioni, non ha ancora avuto una adeguata elaborazione storiografica, se si eccettua il lavoro malinconico svolto dalla letteratura. Le ricerche si propongono di studiare a) il trauma come rappresentazione all'interno del contesto famigliare, soprattutto dal punto di vista dei figli di genitori affetti da stress post traumatico; b) di costruire una antologia poetica dei testi dedicati alla guerra coloniale, nella consapevolezza che il testo poetico è particolarmente sensibile ad operare, come una pellicola fotografica, sul trauma personale, permettendo di studiare e meglio definire il meccanismo testimoniale. Circa le rappresentazioni dello spazio nelle culture omeoglotte, ho affrontato, in particolare nell'ambito del progetto strategico "Topografia delle culture" da me coordinato, il tema del rapporto tra spazio e potere e soprattutto sui modi di rappresentazione. La non coestensività tra spazio e potere rende particolarmente stimolante il groviglio di rapporti che si istituiscono; l'apporto introdotto dalla riflessione contemporanea sulla biopolitica (Agamben, Esposito, Virno etc.) fornisce una strumentazione nuova a penetrante su un tema per eccellenza foucaultiano. In particolare, la mia declinazione non solo teorica del tema affronta due contesti di studio a) l'ambito coloniale portoghese attraverso la definizione di un regime di apartheid che però non opera solo con categorie biologiche (e le sue rappresentazioni); b) il contesto delle periferie delle metropoli brasiliane, la cui cultura ha assunto nel corso dell'ultimo decennio, un peso rilevante nell'ambito della produzione letteraria e culturale. I rapporti tra letteratura e storia sono al centro di una ricerca in fase di conclusione all'interno di un gruppo internazionale eurobrasiliano, attualmente impegnato ad approfondire il tema della fondazione francese del Brasile. Si tratta di una ricerca interdisciplinare che affronta le opere in particolare di Ferdinand Denis (viaggiatore, poligrafo e primo autore di un profilo della letteratura brasiliana a ridosso della nascita del Brasile) e del pittore storico Jean-Baptiste Debret. Non si tratta solo di scavare all'interno della tradizione romantica brasiliana che fonda di fatte le narrative di nazione –in una prospettiva dunque postcoloniale- ma anche di definire meglio i nessi tra viaggiatori europei e contesto tropicale nell'arco del primo Ottocento. Il progetto si costruisce attraverso una fitta trama di incontri, scambi, discussioni, che permettono di inquadrare il tema da una molteplicità di prospettive (nel caso specifico, soprattutto sul versante del rapporto tra testo e immagine, dal momento che Debret faceva parte della cosiddetta Missione francese, investita del compito istituzionale di fondare un Accademia brasiliana delle Belle Arti). Con un gruppo di ricerca brasiliano poi, ho in corso un progetto sulla riconfigurazione della storia letteraria, a partire da presupposti definiti nell'ambito della critica culturale. La prima fase è stata occupata da una revisione della materia assumendo come punto di vista la matrice –latente o denegata- tragico moderna della cultura brasiliana. Tale indirizzo di studio si combina attualmente con una disanima intorno alla rappresentazione della subalternità, a partire non solo dal canone indo-inglese dei Subaltern Studies ma soprattutto dalla radice gramsciana di detta prospettiva. In questo ambito, vanno inquadrati gli studi in corso intorno alla rappresentazione del subalterno derivati dall'analisi di opere quali Os Sertões di Euclides da Cunha e A menina morta di Cornelio Penna, articolati anche sul rapporto tra testo e immagine che entrambi pongono. Anche tale indirizzo scientifico è sostenuto da una non accessoria riflessione teorica. Il progetto Estrema Europa-Occidente nasce dall'intento di valorizzare il cosiddetto "pensiero portoghese", la saggistica cioè che tematizza in chiave anche drammatica la ontologia nazionale e la particolarità della condizione storica, coloniale e postcoloniale, portoghese. Il progetto, sostenuto da una forte collaborazione editoriale, si è inaugurato con la pubblicazione del saggio di Eduardo Lourenço, Il labirinto della saudade, prosegue con la pubblicazione della Correspondencia de Fradique Mendes in corso di stampa e con la preparazione da altri due volumi di saggistica sulla interpetazione del Portogallo e della sua storia cultruale.