La ricerca si svolge lungo due direttive. Una prima, storico- filosofica e b)
una legato alla storia e all'epistemologia della lettura. I due
temi di ricerca sono interconnessi in relazione al tema
dell'intenzionalità.
a) Per quanto concerne l'ambito filosofico ci si muove intorno
alla realzione tra le nozioni di mente e anima in una
prospettiva storico-filosofica sia teorico sistematica. Una
prima area di indagine verte sullo studio degli atti
mentali e i loro oggetti nei testi di psicologia e teologia della
tarda scolastica nonché confronti sistematici con teorie
contemporanee. E' in gioco la nozione di atto intenzionale, il
ruolo della volontà nella conoscenza; quello del soggetto
nella percezione del mondo esterno; l'analisi delle teorie
della conoscenza che comprende i casi standard
come le esperienze di illusioni, sia a livello percettivo
sia intellettivo. Sono in questione la nozione di mente,
quella di oggetto in quanto percepiti e pensato e quella relativa
alla dialettica tra il loro status ontologico e l'attività
noetica del soggetto. Una seconda linea di ricerca filosofica,
direttamente legata alla prima, verte sulle relazioni tra la teologia tardo medievale intesa come analisi delle
condizioni di possibilità di una fenomenologia dell'esperienza
religiosa. Anche in questo caso, ci si interroga sullo status
ontologico degli oggetti di indagine, e in particolare sulla
dialettica tra oggetti pensati dalla mente umana e mente divina
nell'ottica di una critica radicale al fatalismo teologico.
Particolare interesse, in questa concezione, è dedicato allo studio
della contingenza. L'idea di base è quella di riprendere il tema
della contingenza e, in particolare, un argomento ancora più
circoscritto - in grado tuttavia di lasciare libere interpretazioni
e le letture di autori e temi - è quello dell'analisi tra la contingenza e la stabilità del passato, intesa questa sia
come stabilità delle leggi naturali e logiche che ne governano
l'ordine sia come relazione con un passato pensato come stabile. Il
che non esclude, ovviamente, proprio perché dominio
dell'instabilità per eccellenza, i contingenti futuri. A ciò si
associa uno sforzo di comprensione storiografica del rapporto
di continuità e di opposizione tra le discussioni medievali e le
discussioni filosofiche moderne e contemporanee, con particolare
riferimento alla distinzione tra verità storiografica e
giustificazione, ricostruzione e traduzione di concetti
storiografici, storia delle idee e laicità del lavoro dello storico
nei confronti di temi ed esperienze religiose.
b)Per quanto concerne l'epistemologia della lettura, in una
concezione volutamente contraria al concetto di verità perenne,
astorica e indipendente dal contesto sociale, ci si dedica
allo studio dei problemi legati alle modalità di
fruizione di contenuti editoriali, allo statuto ontologico
(nell'ottica di una ontologia applicata) dei differenti
supporti e alla loro relazione con le diverse modalità di lettura
che i supporti della contemporaneità autorizzano e determinano
nella comunità dei lettori sulla base della nozione di
intenzionalità collettiva. Anche in questo caso, l'analisi si
confronta continuamente con l'evoluzione sistematica, ma non
determinista, delle modalità di lettura intese come
compresenze di libere scelte intenzionali. La ricerca
vuole indicare aspetti di continuità e
di rottura che orientano l'epistemologia e la definzione
ontologica dei supporti documentali per il tresporto, il controllo
e la circolazione della conoscenza, con l'avvicendarsi degli
schermi alla carta e lo sviluppo di tecnologie che determinano da
un lato la convergenza, e dall'altro la differenziazione del
consumo di cultura. Come sostiene
Roger Chartier, «la paura della cancellazione ha tormentato le
società europee all'inizio dell'era moderna»; i documenti scritti
hanno avuto il ruolo, a un certo stadio della storia umana, di
scongiurare l'ossessione della perdita; eppure, il pieno
raggiungimento della fase della scrittura, e dei suoi procedimenti
di trasmissione culturale, comporta il pericolo di una
proliferazione testuale incontrollabile, di un discorso senza
ordine né limiti (Chartier). I libri, insomma, oltre che veicoli
dei testi e incarnazione per eccellenza della trasmissione
culturale, sono oggetti
deperibili, in cui la memoria si deposita, prolifera, o si
polverizza.
Tale prospettiva è particolarmente interessante in un momento di
profondi mutamenti storici nel consumo di libri e cultura. Questi
sono dovuti da un lato alla digitalizzazione del libro, che
determina la migrazione dei testi, e dall'altro alla
diffusione di materiali alternativi rispetto alla carta. La ricerca
intende approfondire queste tematiche attraverso lo studio della
relazione epistemologica della lettura come atto intenzionale, i
suoi oggetti, il loro status ontologico e sociale e la nozione
di conoscenza collettiva e intenzionalità sociale.
La ricerca sui fondamenti della teoria
dell'intenzionalità, e sugli aspetti psicologici, percettivi e
ontologici dell'oggetto intenzionale, indaga uno degli snodi
teoretici del pensiero medievale che si sono rivelati tra i più
influenti sullo sviluppo della filosofia delle mente e
della fenomenologia contemporanee. L'indagine del proponente
si rivolge principalmente all'esame della natura del discorso
teologico in autori come, Severino Boezio, Duns Scoto, Pietro
Aureolo, Ockham e, in ambito contemporaneo, Franz Brentano, R. M.
Chisholm, L. Zagzebeski, J. Hintikka e C. Normore. L'affinità tra
le loro concezioni suggerisce un'interpretazione “noetica” del
discorso teologico in generale, già sottolineata da Karl Barth a
proposito di Anselmo, e permette di valutare la specificità della
riflessione teologica medievale in continuità con gli sviluppi
della discussione contemporanea, pre-fenomenologica (cfr. F.
Brentano) e analitica (Chisholm, Hintikka, Zagzebeski).
Il tema della seconda linea di ricerca è strettamente connesso con
l'oggetto della prima. Il proponente si rivolgerà alla figura di
Giovanni Duns Scoto, Ockham, Pietro Aureolo ma anche sulla
tradizione dei commenti al De Anima di Aristotele nonché su una
rilettura in chiave contemporanea del testo aristotelico. In
particolare si concentrerà l'attenzione sulle nozioni di
intenzionalità, rappresentazione e contenuto
mentale, contingenza e libertà dell'azione e della volizione.
La ricerca tende a mostrare il carattere di novità della concezione
di Duns Scoto e di Aureolo che si fonda essenzialmente sulla
capacità di stabilire un piano sincronico di possibilità,
presupposto per un piano di riferimento semantico e non temporale
per Scoto, visivo e percettivo per Aureolo, logico semantico per
Ockham. La centralità della discussione per la dottrina del libero
arbitrio è nota e le sue implicazioni teologiche riconducono al
tema della natura del pensiero teologico medievale e del suo
rapporto con la riflessione filosofica moderna e contemporanea, e
in particolare alla critica al fatalismo teologico cui si
contrappone un pluralismo metodologico base per lo sviluppo di
esiti indeterministi. La ricerca si allargherà ai precedenti
anselmiani della concezione di Scoto e al loro comune riferimento a
discussioni epistemologiche e di teoria della percezione (compresi
i temi legati ai futuri contingenti) nelle opere di Boezio,
Pietro Aureolo, Ockham nonché alla loro ripresa (e sotto quale
segno) nella filosofia contemporanea.
L'attenzione delle ricerche progettate sui temi precedenti è
costantemente rivolta al rapporto tra le dottrine medievali prese
in esame e le discussioni filosofiche moderne. Nella terza linea di
ricerca il tema della relazione tra pensiero medievale e pensiero
contemporaneo viene posto come oggetto principale e diretto di
riflessione. La ricerca, già avviata, mira ad indagare anche
i presupposti teorici della nozione storiografica di continuità e
ad indagare la dipendenza della continuità e discontinuità delle
dottrine sul piano storico dalla continuità e discontinuità di
corrispondenti punti di vista e interessi storiografici. Linee di
riflessione che pongono in discussione aspetti rilevanti della
modernità nonché la nozione di una verità assoluta, perenne,
presente sia nelle riflessioni neoscolastiche e tradizionaliste sia
in alcune tesi di filosofia analitici nel loro rivolgersi alla
storia come oggetto di studio. Smascherare queste forme ideologiche
e deterministe, sulla linea già dal neoilluminismo italiano,
è compito di tale linea di indagine.
Un aspetto essenziale e comune a tutte le indagini prospettate è
dall'indagine sulla evoluzione moltiplicazione dei supporti per la
fruizione dei testi e i mutamenti storici nella modalità di
lettura. Ad esempio, è in oggetto lo studio delle nuove
tecnologie multimediali (dal we al e-book) per la diffusione e la
conservazione delle informazioni, proprio in linea con un discorso
che vede la scienza e la produzione culturale nel suo insieme come
imprese mosse da un costitutivo pluralismo metodologico e fruitivo;
esse sono costruzioni del sapere aperte, perfettibili,
metodologicamente e tecnologicamente libere da pregiudizi
storiografici, dogmatici ed economici. La rilevanza di tale aspetto
per l'efficacia dell'indagine propone la storia della lettura di
prodotti editoriali, cartacei e multimediali, come tema specifico
ed autonomo di ricerca. La forma digitale della rappresentazione
del testo viene indagata quindi sia nelle sue implicazioni
teoriche, che conducono ad una ridefinizione della nozione stessa
di testualità, sia nei suoi aspetti pratici, che riguardano la
gestione e la distribuzione dei contenuti destinati alla produzione
editoriale sia in quelli teorici, che si concentrano sullo statuto
ontologivo di testi e supporti nell'ottica di una relazione tra
intenzionalità collettiva (Searle) e ontologia applicata. Di qui
l'importanza fondamentale di una continua osmosi e legame tra
indagini scientifiche e loro divulgazione attraverso una,
potenzialmente, infinita e aperta (secondo la tipica modalità di
fruizione enciclopedica) fruizione che parte dalla
costitutiva e intenzionale libertà di scelta del lettore
di variare modalità di lettura contribuendo a determinare funzione
e status ontologico di testi e supporti.