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Pier Cesare Rivoltella

Professore ordinario

Dipartimento delle Arti

Settore scientifico disciplinare: PAED-02/A Didattica e pedagogia speciale

Temi di ricerca

a) Media Literacy

Già dai primi anni ’90 ha lavorato a definire lo statuto epistemologico della Media Education ("Media Education", Carocci, Roma 2001) e a disegnare il profilo professionale del media educator ("Le professioni della Media Education", Carocci, Roma 2001, con Chiara Marazzi).

Negli anni successivi ha approfondito gli aspetti di ricerca della Media Education, con particolare attenzione ai temi della formazione degli insegnanti e dei consumi mediali di bambini e adolescenti ("Media Education. Fondamenti didattici e prospettive di ricerca", La Scuola, Brescia 2005).

Nel 2006 partecipa al Seminario Internazionale "Educational Innovation. Perspectives of Internationalization", che si tiene ad Hang-Zou, in Cina (ora il contributo, "Media Education: Perspective Training for Teachers and Educators", è contenuto negli Atti del Seminario (Zehiang University Press, Hang-Zou, 2007). Sempre nel 2006 viene portata a termine la ricerca Mediappro, condotta con ricercatori di 10 paesi europei sul rapporto tra adolescenti e media digitali (produce il volume "Screen Generation", Vita e Pensiero, Milano 2006). Nel 2008 realizza una ricerca sull’uso dei cellulari da parte degli adolescenti ("Puoi parlare? Gli adolescenti al tempo del cellulare") in collaborazione con l’équipe di ricerca di Anammaria Ajello dell’Università la Sapienza di Roma: la ricerca produce il volume "Guinzaglio elettronico" (Donzelli, Roma 2010).

Nel marzo 2007 partecipa al primo Congresso sulla Media Education del Medio Oriente, a Ryad, come risultato di un processo avviato e sostenuto da un gruppo di lavoro dell’Unione Europea di cui ha fatto parte.

Sempre nel 2007 prende parte come Senior Consultant al Media Literacy Project, un progetto della Comunità Europea, coordinato da Josè-Manuel Perez-Tornero della Universitat Autonoma de Barcelona, volto alla mappatura delle attività di Media Education nei Paesi Europei.

Nel 2008 viene chiamato a partecipare, sempre come Senior Consultant, al Progetto EuroMEduc con cui la Comunità Europea intende celebrare i cinque anni dal Congresso di Belfast attraverso una ricerca-azione sulla presenza delle tecnologie digitali nei consumi dei più giovani.

Dal 2009 a oggi la ricerca sui temi e i metodi della Media Education si allarga al campo della prevenzione e dell’educativa sociale. In tale direzione vanno inquadrate una serie di ricerche-intervento orientate alla messa a punto di una nuova metodologia di intervento, la Peer & Media Education. Il risultato di questa riflessione è il volume: "Il tunnel e il kajak. Teoria e metodo della Peer&Media Education" (Franco Angeli, Milano 2014). Nel 2017 definisce il paradigma delle tecnologie di comunità ("Tecnologie di comunità", La Scuola, Brescia 2017) che viene fissato negli anni successivi in metodologia di intervento ("La scala e il tempio. Teoria e metodo per le tecnologie di comunità, Franco Angeli, Milano 2021). Il quadro delle sue ricerche trova una provvisoria conclusione in una ripresa del framework della Media Education alla luce delle nuove caratteristiche della società informazionale ("Media Education. Idea, metodo, ricerca", La Scuola, Brescia 2017) e in una ricerca di meta-analisi sul concetto e le forme della Media Education ("Nuovi Alfabeti. Educazione e culture nella società postmediale", Scholé, Brescia 2020).

b) Education Technology

Una prima linea di ricerca, in questo secondo ambito, è l’indagine teorica e applicativa sulla didattica e la valutazione dell’e-learning. Essa è documentata dalla pubblicazione di contributi su ruolo e funzioni dell’e-tutor ("Teachers, Tutors, and mentors: new Roles or Professionals?" - con P. Ardizzone-, Hershey 2006), sul rapporto tra ICT e assetti organizzativi ("Education and Organization: ICT, Assets, and Values", Hershey 2006), sulle sfide delle nuove tecnologie alla formazione. Su quest’ultimo aspetto realizza il progetto più compiuto coordinando la riflessione di un pool di ricercatori internazionali e facendola confluire nel volume: "Digital Literacy" (Hershey, 2008).

Dopo il 2008 la ricerca sull’e-Learning si declina nella verifica dei nuovi modelli di coaching e nella messa a punto di un metodo di formazione blended – il BLEC Model – che viene impiegato sia nella formazione degli insegnanti che in alcuni specifici progetti come il coordinamento delle scuole in ospedale della Regione Lombardia. La sperimentazione in quest’ultima direzione, avviata nel 2009, produce nel 2013 un volume curato insieme a M. Modenini ("La lavagna sul comodino", Vita e Pensiero, Milano 2013).

A livello internazionale partecipa, tra gli altri, al progetto ELF, un progetto di Trasferimento dell'Innovazione (TOI) all'interno del programma comunitario LLP - Leonardo da Vinci che ha l'obiettivo di riflettere sul ruolo dell'E-tutor in 9 paesi europei. Sul tema dell’e-tutoring coordina la riflessione del suo staff di ricerca compendiandola nel volume: "E-tutor", Carocci 2006.

Una seconda linea di ricerca è quella della ricerca applicata Essa passa in particolare attraverso progetti di ricerca nazionali e internazionali.

A livello nazionale, ha fatto parte come coordinatore di unità di ricerca, di un gruppo di Università che attraverso un progetto PRIN (2006-2008) hanno prodotto riflessione sull’uso delle ontologie per la ricerca e la didattica delle Scienze dell’Educazione. Questa attività di ricerca, già documentata da alcuni contributi (tra cui: "Filosofia delle Web Ontologies. Nuovi orizzonti, vecchi problemi", in N. Paparella (a cura di), "Ontologie, simulazione, competenze", Amaltea, Melpignano 2007, pp. 35-53) è confluita in un volume che documenta la ricerca condotta nei due anni del PRIN organizzandosi attorno al tema della comunicazione formativa ("Ontologia della comunicazione didattia", Vita e Pensiero, Milano 2010).

Una terza linea di ricerca è relativa al rapporto tra tecnologie didattiche e formazione degli insegnanti e dei docenti universitari. Essa ha preso corpo in diverse ricerche in Italia e all’estero, tra cui si segnala la collaborazione in corso con il NICA (Nucleo de Investigação sobre Comunicação e Arte) della Universidade Federal de Santa Catarina (Brasile) per la mappatura delle competenze ICT degli insegnanti finalizzata alla definizione di modelli per la loro formazione e la partecipazione alla rete internazionale “Alfamed” che raccoglie ricercatori di oltre 20 università tra Europa e America Latina.

L’avvento dei tablet e dei dispositivi digitali mobili ha segnato una nuova fase della ricerca su questo versante. Essa ha generato il progetto MOTUS e, dal 2013, la fondazione dell’Osservatorio sui Media e i Contenuti Digitali nella Scuola per il monitoraggio del progetto SMART FUTURE in partnership con Samsung Italia.

Questa traiettoria di ricerca negli ultimi anni si allarga a comprendere l'Higher Education, prende corpo nella ricerca e nella formazione sulla didattica a distanza e aumentata digitalmente e trova la sua sintesi per ora definitiva nel volume: "Apprendere a distanza. Teorie e metodi", Raffaello Cortina, Milano 2021).

c) Ricerca Didattica

La ricerca didattica si è sviluppata in modo particolare nella triplice direzione dello sviluppo di una metodologia laboratoriale originale – gli Episodi di Apprendimento Situati (EAS) –, della ricerca sui rapporti tra didattica e neuroscienze e della drammaturgia didattica.

Il primo versante ha portato alla costitutizione di un gruppo di ricerca nazionale – che si è raccolto sotto la sigla “Nuova Didattica” – cui partecipano una ventina di studiosi di altrettante università italiane. Tale gruppo ha prodotto la realizzazione del volume: L’agire didattico (curato con P.G. Rossi, La Scuola, Brescia 2012, che sta per giungere alla terza edizione) e il varo di un nuovo progetto editoriale per lo sviluppo professionale degli insegnanti: si tratta della rivista "Essere a Scuola", fondata nel 2017 e oggi giunta alla quinta annata di pubblicazione.

Nel 2013, l’uscita del volume: "Fare didattica con gli EAS" (La Scuola, Brescia) ha sancito l’avvio di un vasto processo di ricerca applicata a livello nazionale che si è tradotto nell’attivazione di una community di insegnanti esperti di EAS e in una serie di sperimentazioni sul territiorio ora documentate nel volume: "Didattica inclusiva con gli EAS", La Scuola, Brescia 2015. L'anno dopo, il volume "Che cos'è un EAS", sempre pubblicato dall'editrice La Scuola, completa per il momento il percorso teorico della metodologia.

Nella direzione della ricerca sulla neurodidattica si devono segnalare due volumi ("Neurodidattica", Cortina, Milano 2012 e "La previsione. Neuroscienze, Apprendimento, Didattica", La Scuola, Brescia 2014) e una serie di contributi su riviste nazionali e internazionali funzionali a cercare una nuova via basata sulla collaborazione della didattica con le neuroscienze cognitive.

Infine, a partire dal 2017, attraverso la collaborazione con Nadia Carlomagno, contribuisce a progettare il master "Teatro, pedagogia e didattica" presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, della cui Faculty fa parte. L'idea del master è di far dialogare teatro e didattica per promuovere un approccio "drammaturgico" all'agire didattico inteso come arte della vita (Pradier). Questo percorso di ricerca ha già preso forma in contributi in rivista nazionale e internazionale e trova per ora la sua conclusione nel volume: "Drammaturgia didattica", Scholé, Brescia 2021.

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