PAOLA FABBRI
Professore Associato, in servizio dal 15/10/2014
SSD ING-IND/22 Scienza e Tecnologia dei Materiali
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale
e dei Materiali (DICAM)
Università di Bologna
Informazioni relative al percorso scientifico e
professionale
1. ATTIVITA' DI RICERCA SCIENTIFICA E DI TRASFERIMENTO
TECNOLOGICO
L'attività di ricerca scientifica è stata svolta
principalmente nel settore dei materiali polimerici,
sviluppando aspetti diversi della materia, che riguardano la
sintesi e la caratterizzazione di nuove strutture polimeriche e
copolimeriche funzionali per la modifica chimica di superfici ed
interfacce di materiali polimerici, la compatibilizzazione di
miscele polimeriche incompatibili mediante miscelazione in fuso in
presenza di compatibilizzanti nell'ottica del riciclo di plastiche
miste, sviluppo di coatings ibridi organico-inorganici
multifunzionali e protettivi per substrati plastici, vetrosi e
metallici, materiali per applicazioni biomedicali, sviluppo di
scaffold a matrice polimerica per applicazioni in ingegnetia
tissutale, compositi e nanocompositi a matrice polimerica, e la
caratterizzazione chimico-fisica e meccanica dei prodotti
ottenuti.
Fino al 2014 le ricerche sono state svolte principalmente presso
il Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari" dell'Università di
Modena e Reggio Emilia, ma spesso in collaborazione con altre
Università Italiane ed Enti di Ricerca stranieri. L'attività di
ricerca è stata comunque sempre mirata alla comprensione delle
relazioni esistenti tra struttura molecolare e proprietà finali dei
materiali, sia di massa che di superficie, in funzione di specifici
requisiti funzionali ed applicativi e per la costruzione di
dispositivi plastici funzionali. Questo approccio ha permesso
l'instaurarsi di salde collaborazioni di ricerca e sviluppo anche
con diverse Aziende (sia nazionali che straniere) che operano nel
settore della trasformazione di materie plastiche, e ha dato luogo
ad un'intensa e costante attività di trasferimento tecnologico per
il supporto alle attività di ricerca e sviluppo nonché produttive
di industrie di settore.
Nel suo complesso l'attività di ricerca svolta dal 2000 al 2022 ha portato alla pubblicazione di oltre 90 articoli su riviste
scientifiche internazionali, scrittura di capitoli e traduzione di
libri, stesura e deposito di brevetti (indici bibliometrici al 27/09/2022, fonte Scopus: H-index=30 , numero totale di citazioni: 2470). I
risultati dell'attività scientifica sono stati assiduamente
divulgati mediante presentazioni a congressi nazionali ed internali
di settore, per complessive più di 95 comunicazioni orali e più di 80 poster.
Di seguito è riportata breve descrizione delle principali
attività scientifiche svolte.
- POLIIDROSSIALCANOATI:
STUDIO DELLE POTENZILITÀ APPLICATIVE DELLE NUOVE "PLASTICHE VERDI"
I poliidrossialcanoati (PHA) sono biopolimeri termoplastici
sintetizzati da alcune specie di batteri attraverso processi di
fermentazione, che in natura vengono immagazzinati dall cellule a
scopo di riserva energetica, come fonte di carbonio. Ne
esistono di diverse strutture macromolecolari, che per le proprietà
chimico-fisiche e termo-meccaniche, prestandosi quindi ad un ampio
spettro di applicazioni tipicamente dedicate alle plastiche
tradizionali, provenienti da fonte petrolchimica. I vantaggi
principali di questo tipo di biopolimeri sono rappresentati dalla
possibilità di produrli mediante chimica a basso impatto ambientale
partendo da scarti delle lavorazioni agricole, senza quindi
competizione con le catene alimentari, la loro completa
biodegradabilità in siti di compostaggio ed in acque non
batteriologicamente pure (come fiumi e mari), ed infine la
possibilità di trasformarli e processarli come le tradizionali
matrici plastiche provenienti da fonte petrolchimica. Dall'anno
2010, primi in ambito nazionale, è stato articolato un intensivo
programma di ricerca dedicato alla valutazione delle potenzialità
applicative di queste bioplastiche in settori di largo impatto (ad
es. packaging) ed in ambiti tecnologicamente avanzati (biomedicale,
sensoristica, fotovoltaico, automotive, etc.) al fine di
comprenderne le peculiarità sia di prodotto sia di processo e
poterne quindi supportare la diffusione a livello industriale. A
tal fine è stato creato un gruppo di lavoro sui PHA che, coordinato
dalla Dr.ssa Paola Fabbri, riunisce dottorandi, assegnisti di
ricerca e ricercatori accademici ed afferenti ad Aziende del
territorio impegnate nella produzione e trasformazione di PHA, che
conduce sistematicamente attività di ricerca nei suddetti settori e
si occupa di seguire gli sviluppi tecnologici relativi a tali
materiali innovativi. Questa tematica di ricerca ha permesso il
coinvolgimento nel progetto europeo SEAFRONT - FP7-OCEAN-2013,
Collaborative Project, KBBE - Food, Agriculture and Fischeries and
Biotechnology, intitolato "Innovative antifouling materials for
maritime applications" finanziato per 48 mesi, in cui si è
Responsabile del subcontract dedicato allo sviluppo di formulazioni
antifouling a base di poliidrossialcanoati con solubilità
programmata in ambiente marino.
- SVILUPPO DI COMPOSITI
POLIMERO/GRAFENE PER APPLICAZIONI ELETTRONICHE
Il grafene è un materiale dotato di particolari proprietà, quali
l'eccezionale capacità di trasporto elettronico e l'effetto Hall
quantistico, che lo rendono particolarmente promettente per lo
sviluppo di sensori elettronici. Data la sua struttura chimica è
però di manipolazione molto complessa, e le peculiarità chimiche ne
rendono difficile l'omogenea dispersione all'interno di matrici
polimeriche. In tale ambito sono stati intrapresi studi riguardo
tecniche di preparazione di compositi polimero/grafene altamente
omogenei ed elettricamente conduttivi mediante fotopolimerizzazione
UV-indotta di resine acriliche ed epossidiche, e mediante di
polimerizzazione in-situ di poli(butilene tereftalato), per la
realizzazione di materiali facilmente utilizzabili in dispositivi
elettronici. Nell'anno 2013, è iniziata la ricerca sulle
potenzialità di accoppiamento di grafene ed altre nanocariche
carboniose con bioplastiche.
- SVILUPPO DI SCAFFOLD
BIOCOMPATIBILI A MATRICE POLIMERICA PER APPLICAZIONI IN INGEGNERIA
TISSUTALE
L'enorme progresso segnato negli ultimi decenni dalle
biotecnologie, in termini di sviluppo di nuove tecniche di
rigenerazione e ricostruzione sia in-vitro che in-vivo di tessuti
biologici, è stato fortemente influenzato dall'avanzamento della
scienza biomedica dell'ingegneria tissutale, ovvero di quel settore
dell'ingegneria che si occupa della progettazione di materiali
biocompatibili adatti ad agire da supporto e da guida nei processi
di proliferazione cellulare mediante coltura. A questo scopo i
materiali polimerici sono risultati particolarmente adatti, grazie
all'ampia modulabilità delle loro caratteristiche chimiche,
meccaniche e fisiche, ed alla possibilità di fungere da matrici in
compositi che inglobano componenti inorganiche bio-induttive dei
processi di rigenerazione di tessuti biologici. L'ingegneria
tissutale permette quindi la progettazione e la realizzazione di
strutture tridimensionali adatte ad agire come scaffold, secondo
strategie che tengono conto non solo delle caratteristiche
chimico-fisico-meccaniche del supporto stesso, bensì anche dei
fattori biochimici e molecolari della crescita e del
differenziamento delle cellule e dei tessuti che sullo scaffold
dovranno proliferare in maniera guidata.
In questa ottica è stata intrapresa una ricerca mirata alla
progettazione di diversi scaffold per la rigenerazione di tessuto
osseo, a matrice polimerica bioriassorbibile (policaprolattone),
contenenti una fase dispersa di natura inorganica a carattere
osteo-induttivo (idrossiapatite HA o biovetro). Nel caso del
rinforzo con HA, è stata ottimizzata una tecnica di sintesi in-situ
di un reticolo poroso di HA direttamente all'interno di una
soluzione polimerica, morfolgia che dovrebbe favorirne un migliore
inglobamento nel tessuto osseo rigenerato. Nel caso del biovetro
invece, la tecnica preparativa prevede solamente la dispersione
della fase inorganica preformata in una matrice polimerica. Gli
scaffold vengono ottenuti in morfologia altamente porosa, con
cavità interconnesse, mediante applicazione della tecnica del
salt-leaching, e la loro citotossicità è già stata dimostrata
nulla.
- SVILUPPO DI MATERIALI
PER DISPOSITIVI OPTOELETTRONICI
Sensori ottici di tipo chimico e biochimico sono al centro di
importanti ricerche e sviluppi per applicazioni industriali,
ambientali e di monitoraggio biomedicale. Il sempre crescente
interesse deriva da svariate proprietà che questi sistemi e queste
tecnologie possono offrire. Questi tipi di sensori infatti basano
le proprie prestazioni su una vasta gamma di tecnologie ottiche già
consolidate per analisi di tipo chimico e biochimico, su una ampia
scelta di materiali e componenti dalle grandi potenzialità
optoelettroniche e dalla flessibilità geometrica, che permette di
ottenere configurazioni che spaziano da dispositivi miniaturizzati
basati su guide d'onda ottiche a sonde ottiche telecomandate.
L'utilizzo della tecnica sol-gel per produrre materiali per la
sensoristica ottica chimica e biochimica sta attirando notevole
interesse da parte della ricerca scientifica. Questo è dovuto a una
serie di vantaggi, tra cui principalmente la facilità di
fabbricazione e la flessibilità nella progettazione del materiale
propria di questa tecnica. Nella maggior parte delle applicazioni,
i materiali ottenuti con la tecnica sol-gel sono utilizzati per
fornire una matrice microporosa nella quale sono inglobati
componenti reattive (come gli indicatori acido-base) e nella quale
molecole più piccole possono diffondere interagendo con essi.
Questi materiali vengono utilizzati in un vasto campo di
applicazioni sensoristiche (da applicazioni massive a sottili films
depositati su opportune superfici, da fibre ottiche rivestite nella
parte terminale o in quella laterale secondo diverse modalità
sperimentate dai diversi ricercatori), poiché garantiscono tempi di
risposta solitamente più brevi rispetto ai sensori
tradizionali.
In questa ottica sono state intraprese ricerche riguardanti lo
svilupo di materiali ibridi organici/inorganici applicabili su
fibra ottica, prodotti con la tecnica sol-gel, contenenti
indicatori ottici sensibili alla variazione di pH, pO2, pCO2, per
la realizzazione di sensori rapidi, reversibili ed economici.
- IBRIDI
ORGANICI-INORGANICI MEDIANTE PROCESSI SOL-GEL E LORO APPLICAZIONE
COME COATINGS PROTETTIVI DI SUBSTRATI POLIMERICI
Nell'ultimo decennio grande attenzione è stata rivolta alla
preparazione di ibridi organici-inorganici ottenuti attraverso il
processo sol-gel per via della possibilità di unire in un unico
materiale le caratteristiche tipiche dei materiali inorganici con
quelle dei materiali polimerici. Attraverso il processo sol-gel è
possibile sintetizzare materiali ibridi in cui le due fasi
inorganica e polimerica sono altamente interconnesse, con
dimensioni dei domini dell'ordine di nanometri. A tutt'oggi la loro
principale applicazione è quella dei coatings protettivi per
migliorare proprietà di superficie quali proprietà barriera,
resistenza al graffio, all'abrasione, alla fiamma, resistenza
all'attacco batterico.
Nell'ambito di tale filone di ricerca sono stati preparati
ibridi organici-inorganici per reazione sol-gel fra polimeri
trietossisilano terminati e tetraetossisilano variando sia il peso
molecolare che il numero di funzionalità della componente organica.
Tali ibridi sono stati applicati come coatings protettivi a
substrati polimerici trasparenti (in particolare
polimetilmetacrilato e policarbonato) per aumentarne la resistenza
all'innesco della fiamma ed al graffio, e per una diminuzione del
coefficiente di attrito apparente.
Sono stati inoltre preparati e caratterizzati ibridi a base di
silice in cui la componente organica è a base di
perfluoropolieteri. Nel presente caso l'applicazione di questi
materiali è rivolta alla modifica della bagnabilità e del
coefficiente d'attrito di superfici plastiche, vetrose, ceramiche e
metalliche.
Inoltre, nell'ambito di un progetto di ricerca nazionale PRISMA,
sono stati sviluppati coatings ibridi organici inorganici da
applicare su materiali polimerici termoplastici utilizzati nel
settore packaging al fini di modificarne sensibilmente le proprietà
barriera nei confronti di diversi gas (vapor d'acqua, ossigeno,
anidride carbonica).
- SINTESI ED UTILIZZO DI
NANOPARTICELLE PER LA MODIFICA ED IL RINFORZO DI MATRICI
POLIMERICHE
L'emergere delle nanotecnologie come nuovo approccio nell'ambito
della scienza dei materiali rappresenta una vera e propria
rivoluzione per la possibilità di modificare le proprietà chimiche,
fisiche, meccaniche e funzionali dei materiali. Di particolare
rilievo è l'apporto delle nanotecnologie al settore dei compositi
polimerici, per la preparazione di nanocompositi polimerici
ottenuti inglobando particelle che abbiano almeno una dimensione
dell'ordine dei nanometri in una matrice polimerica, che viene così
modificata e rinforzata. Questa combinazione di polimero e
nanoparticelle permette di ottenere sistemi ibridi con proprietà
meccaniche, termiche ed elettriche che solitamente sono di gran
lunga superiori a quelle della matrice polimerica non rinforzata.
In quest'ottica di sviluppo di materiali polimerici nanocompositi
innovativi, rinforzati con nanoparticelle inorganiche, ci si è
occupati di entrambi gli aspetti fondamentali del problema:
1. sviluppare metodi di sintesi innovativi per la preparazione
di nanoparticelle inorganiche modificate in superficie per
garantire una migliorata adesione interfacciale con la matrice
polimerica in cui le nanoparticelle (che hanno solitamente natura
idrofila della superficie) vengono inglobate;
2. valutare accuratamente il miglioramento subito dalle
proprietà (funzionali e meccaniche, di bulk e/o di superficie)
della matrice polimerica a seguito dell'inglobamento di
nanoparticelle.
Per il primo punto è stato sviluppato un metodo di sintesi
one-pot di nanoparticelle core-shell aventi un'anima interna ricca
di silice ed un guscio esterno ricco di carbonio (atto a favorire
un'adeguata interazone interfacciale fra nanoparticella e matrice
polimerica), mediante reazione sol-gel con addizione di vinil
trietossisilano (VTEOS) durante l'avanzamento delle reazioni di
idrolisi e condensazione del tetraetossisilano (TEOS), precursore
appunto del core di silice delle nanoparticelle. Su nanoparticelle
di titania sintetizzate per via idrotermale o mediante tecnica
sol-gel, è stata invece apportata una modifica chimica per renderle
idrofobiche mediante grafting di octadecilsilano sui gruppi –OH
presenti alla superficie.
Per quanto riguarda invece il secondo punto, sono stati studiati
gli effetti dell'inglobamento di nanoparticelle in matrici
polimeriche termoplastiche o termoindurenti, e sono state valutati
gli incrementi in termini di proprietà meccaniche del bulk o della
superficie della matrice polimerica
- COPOLIMERI A BLOCCHI A
BASE DI PERFLUOROPOLIETERI E LORO IMPIEGO PER LA MODIFICA DI
PROPRIETÀ DI SUPERFICIE DI POLIMERI
La disponibilità commerciale di macromeri perfluoropolieterei
(PFPE) formati da unità -CF2CF2O- e -CF2O- statisticamente
distribuite e aventi gruppi funzionali reattivi alle
estremità rende possibile la preparazione di copolimeri contenenti
blocchi fluorurati. La semplice miscelazione fisica di polimeri
commerciali con PFPE, a causa della loro elevata incompatibilità
termodinamica, porta alla rapida essudazione del macromero
fluorurato con conseguente formazione di prodotti con proprietà
estetiche e meccaniche inaccettabili. Al contrario, l'impiego di
piccole percentuali di copolimeri a blocchi contenenti blocchi PFPE
come additivi di polimeri tradizionali permette in molti casi di
ottenere prodotti con proprietà di massa praticamente invariate e
con modifiche significative delle proprietà di superficie, in
conseguenza di una spontanea migrazione verso l'interfaccia
polimero-aria dei blocchi PFPE. In tal senso, copolimeri a blocchi
poli(caprolattone)-perfluoropolietere-poli(caprolattone) sono stati
sintetizzati ed utilizzati come additivi per la modifica delle
proprietà di superficie di matrici polimeriche termoplastiche
convenzionali come il PVC e resine poliestere insature, e come
modificanti chimici per superfici nanostrutturate con cavità
ottenute mediante il metodo delle breath figures.
- COMPATIBILIZZAZIONE DI
MISCELE POLIMERICHE PER IL REIMPIEGO DI RIFIUTI PLASTICI MISTI
La legislazione vigente sul recupero ed il riciclo dei materiali
in un'ottica di conservazione delle materie prime, incoraggia
fortemente il riciclo delle materie plastiche, e fra queste
soprattutto le poliolefine ed il PVC. ma anche il PET poiché di
quest'ultimo ne vengono utilizzate enormi quantità nel settore
dell'imballaggio, soprattutto di bottiglie per liquidi, che si
possono in parte recuperare successivamente all'uso grazie alla
raccolta differenziata dei rifiuti.
A causa della incompatibilità termodinamica fra materie
plastiche come PE, PVC e PET però, il loro processo di miscelazione
porta alla formazione di un prodotto di riciclo con proprietà
meccaniche estremamente scadenti. E' chiaro dunque che la ricerca
di composti che abbiano un'effettiva capacità compatibilizzante per
miscele plastiche è di grande interesse tecnologico oltre che
scientifico. E' stato ampiamente dimostrato che l'addizione di
copolimeri a blocchi o aggraffati opportunamente scelti è in grado
di migliorare la situazione di incompatibilità tra due polimeri,
riducendo l'energia interfacciale fra le fasi, creando una più fine
dispersione di queste ed aumentandone la reciproca adesione, dando
quindi luogo alla formazione di una microstruttura multifasica che
può presentare una resistenza meccanica soddisfacente. Per questo
sono stati preparati e caratterizzati copolimeri
etilene-co-vinilalcol (EVOH) e
polietilene-g-policaprolattone (PE-g-PCL) utili nella
compatibilizzazione di miscele PE/PET (sia EVOH che PE-g-PCL), e di
miscele PE/PVC (PE-g-PCL). Le miscele sono state preparate in
diversi rapporti ponderali e con diverse quantità di
compatibilizzante, sia da soluzione che mediante un mescolatore
interno di tipo Haake Rheomix, e dei prodotti risultanti sono state
determinate sia la morfologia (mediante SEM) che le proprietà
meccaniche (prove a trazione e impatto). Nel caso di blends PE/PET
è stato inoltre preso in considerazione l'effetto dovuto alla
presenza dei catalizzatori di transesterificazione residui nel PET
sul processo di compatibilizzazione. I risultati hanno mostrato
notevole diminuzione della separazione fra le fasi per le miscele
compatibilizzate, dimostrando la possibilità di riciclare senza
separazione preventiva miscele di PE, PVC e PET ottenendo materiali
con soddisfacenti proprietà meccaniche.
- MODIFICA SUPERFICIALE
DI COMPOSTI A MATRICE CELLULOSICA MEDIANTE REAZIONE CON COMPOSTI
ORGANOMETALLICI DI ALLUMINIO E BORO O MEDIANTE COUPLING REATTIVO
CON ORGANOSILANI
La modifica chimica della superficie di fibre cellulosiche ha
attirato notevole attenzione negli ultimi anni a causa del
crescente interesse per l'utilizzo di fibre naturali come agenti di
rinforzo per materiali plastici. La qualità dell'interfaccia
fibra/matrice gioca un ruolo fondamentale sulle proprietà
meccaniche del composito risultante, e spesso richiede la modifica
superficiale delle fibre per raggiungere un ottimo livello di
compatibilità con la matrice e quindi una buona adesione. Le
funzionalità sfruttabili per queste reazioni di coupling su fibre
cellulosiche includono fra gli altri gli isocianati, le anidridi,
gli anelli ossiranici ed i silossani. Ulteriori miglioramenti in
termini di compatibilità con la matrice si possono opi ottenere
mediante la formazione di entanglements fra le catene della matrice
e lunghe catene aggraffate alla superficie delle fibre. In
quest'ottica composti organometallici del boro e dell'alluminio
sono stati utilizzati come reagenti intermedi per la modifica
superficiale di fibre naturali recanti gruppi OH in superficie, per
permettere il successivo aggraffaggio di un'ampia varietà di
strutture chimiche al substrato naturale. La notevole differenza di
reattività fra AlEt3 e BEt3 favorisce l'utilizzo del primo per la
modifica superficiale di fibre cellulosiche, nonostante il secondo
attiri notevole attenzione per la documentata azione biocida che i
composti del boro svolgono sui materiali lignei. Un altro filone
della ricerca ha riguardato lo studio dei meccanismi di
adsorbimento di diversi silossani sulla superficie di fibre
cellulosiche, che avvengono mediante reazioni di coupling condotte
in ambiente inerte a temperatura elevata (120°C). Nelle reazioni di
coupling sono stati utilizzati a tal fine silossani recanti diverse
funzionalità chimiche (es. -C=C- , -NH2-) che fossero in grado di
partecipare come unità comonomeriche in reazioni di poliaddizione o
policondensazione di precursori monomerici condotte in situ sulla
matrice cellulosica modificata.
2. Altre informazioni relative al PERCORSO SCIENTIFICO
§ 1999: Laurea in Chimica
Industriale, indirizzo Ricerca e Sviluppo dei Materiali ,
conseguita in data 19/03/1999 presso la Facoltà di Chimica
Industriale dell'Università di Bologna a seguito della discussione
della tesi dal titolo “Fotoiniziatori polimerici contenenti in
catena laterale il gruppo fotosensibile del canforchinone,
utilizzabili in applicazioni odontoiatriche”.
§ 1999: Abilitazione alla
professione di Chimico (esame di stato), conseguita nella 1a
sessione 1999 presso l'Università degli Studi di Camerino.
§ 01.04.1999-30.3.2000: Borsa di
studio presso il Dipartimento di Chimica Applicata e Scienza
dei Materiali della Facoltà di Ingegneria dell'Università di
Bologna, per svolgimento di attività di ricerca sull'argomento
“Sintesi e Caratterizzazione di Poliesteri Ionomerici”, nell'ambito
di una collaborazione scientifica con General Electric, Plastic
Division (NY, USA).
§ 03.07.2000-09.07.2002:
Conseguimento del Master triennale in Biomateriali
rilasciato dal CIRMIB (Centro Interuniversitario di Ricerca sui
Materiali per l'Ingegneria Biomedica), dall'Università di Trento e
dal Politecnico di Milano, attraverso il raggiungimento del numero
di crediti necessari mediante la frequenza di scuole di formazione
e la discussione della tesi con titolo “Importanza delle
caratteristiche di superficie per i biomateriali polimerici”,
avvenuta durante la IX Scuola CIRMIB sui Biomateriali tenutasi ad
Ischia Porto (Na) 8-12 luglio 2002.
§ 2003: Conseguimento del
Dottorato di Ricerca in “Ingegneria dei Materiali” (ciclo XV),
svolto nel triennio 2000-2003 presso l'Università di Modena e
Reggio Emilia, a seguito della discussione della tesi dal
titolo: "Modification of surface and interface properties of
polymer materials" avvenuta in data 26/02/2003.
§ 01.12.2002-28.02.2003: Borsa di
studio del Consorzio Interuniversitario Nazionale per la
Scienza e la Tecnologia dei Materiali (INSTM) nell'ambito di un
progetto di ricerca in collaborazione con TetraPak Carton Ambient,
per lo svolgimento della seguente ricerca: “Caratterizzazione di
films di polietilene”, responsabile scientifico Prof. F.
Pilati.
§ 01.03.2003-31.03.2004: Borsa di
studio del Consorzio Interuniversitario Nazionale per la
Scienza e la Tecnologia dei Materiali (INSTM) nell'ambito del
progetto di ricerca in collaborazione con Prochimica Novarese per
lo svolgimento della seguente ricerca: “Sintesi di poliesteri da
utilizzare come additivi in fibre tessili”, responsabile
scientifico Prof. F. Pilati.
§ 01.04.2003-31.07.2003: Contratto di
ricerca a tempo determinato con il Dipartimento di Chimica “G.
Ciamician” dell'Università di Bologna nell'ambito di programmi
finanziati dalla Comunità Europea per lo svolgimento di
“Caratterizzazione termo-meccanica di materiali polimerici
sintetizzati per via enzimatica” e “Caratterizzazione della
composizione superficiale di materiali polimerici mediante tecnica
XPS con relativa elaborazione ed interpretazione degli spettri”,
responsabile scientifico Prof.ssa Mariastella Scandola.
§ 01.08.2003 al 30.10.2005:
titolare di Assegno di ricerca presso il Dipartimento di
Ingegneria dei Materiali e dell'Ambiente dell'Università di Modena
e Reggio Emilia, SSD ING-IND/22 Scienza e Tecnologia dei Materiali,
settore Materiali Polimerici, tutore Prof. Francesco Pilati.
2.2 PERIODI DI FORMAZIONE SCIENTIFICA ALL'ESTERO
- 01.10.2001-30.11.2001: laboratorio “Materiaux Polimeres”
della EFPG (Ecole Française de Papeterie et des Industries
Graphique), Institut Nationale Polytechnique de Grenoble (Francia),
sotto la supervisione dei Proff. Alessandro Gandini e Naceur
Belgacem, per ricerche sul tema “Utilizzo di composti
organometallici di Alluminio e Boro per la modifica superficiale di
composti a matrice cellulosica”.
- 2003-2005: Institut fϋr Polymerforschung IPF, Dresden
(Germania); nell'ambito di una collaborazione scientifica
instaurata con IPF, sono stati frequentati in più occasioni diversi
laboratori specializzati sulla sintesi e la caratterizzazione di
materiali polimerici. In particolare durante il mese 09/2003 sono
stati effettuati presso il Laboratorio Tecnologico (Technicum, IPF)
studi di miscelazione reattiva di materiali polimerici in presenza
di additivi compatibilizzanti appositamente progettati; durante
l'anno 2004, nell'ambito del Programma Vigoni finanziato
bilateralmente da CRUI e DAAD, sono state svolte ricerche
sull'argomento “Sviluppo di superfici ultraidrofobe mediante
polimeri nanostrutturati” che hanno implicato la frequenza dei
laboratori chimici e di caratterizzazione presso IPF ed hanno
permesso l'acquisizione di conoscenze sia sulle tecniche di
preparazione e caratterizzazione di tali superfici.
- 27.07.2008-04.09.2008: "Visiting Scientist" presso la
Free State University, Qwa Qwa Campus, Phuthaditjhaba (South
Africa), nei laboratori diretti dal prof. A.S. Luyt, nell'ambito
del progetto di cooperazione scientifica bilaterale
Italia-Sudafrica finanziato dal Ministero degli Affari Esteri dal
titolo "Nanoparticles for polymers reinforcement: a step towards
the sustainable development of advanced materials" per il triennio
2008-2010; approfondimento delle conoscenze relative alla
determinazione delle proprietà dinamico-meccaniche di materiali
polimerici e compositi nanostrutturati.
- 20.07.2009-30-08.2009: "Visiting Scientist" presso
l'Università di Aveiro (Portogallo) nell'ambito della
collaborazione scientifica con i proff. Alessandro Gandini, Joao
Rocha e Luis Carlos; svolgimento di ricerche riguardanti lo
sviluppo di materiali ibridi organici-inorganici per applicazioni
in sensoristica ottica e l'acquisizione di competenze sulla tecnica
di NMR allo stato solido.
§ 20.09.2009-04.10.2009: "Visting Scientist" presso
il Polytechnic Institute of New York University (NYU-Poly),
Brooklyn (USA), nell'ambito della collaborazione scientifica con il
prof. Jovan Mijovic; acquisizione di competenze sulla spettroscopia
di rilassamento dielettrico per la caratterizzazione dei materiali
polimerici nanostrutturati.