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Venture Capital e Corporate Venture Capital
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Imprenditorialità – Spin-off Industriali ed Accademici, Modelli di
Business
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Innovazione e Tecnologia - Brevetti
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Opzioni Reali
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Mercato dei veicoli elettrici
Gli interessi di ricerca che caratterizzano il mio percorso
accademico ruotono attorno al concetto di finanza
imprenditoriale. In particolare, l'analisi si è concentrata sul
venture capital (VC) come mezzo di finanziamento di imprese
giovani, innovative e con alto potenziale di crescita. In linea
generale, i lavori indicati nel CV seguono i seguenti filoni:
- Venture capital e brevetti
- Venture capital e spin-off
- Venture capital e intervento pubblico
- Corporate venture capital
1. Venture capital e brevetti – All'interno di quest'area
di indagine, il focus è posto sulla valutazione del portafoglio
brevettuale di imprese di nuova creazione da parte di fondi di
venture capital (VC).
· L'obiettivo del lavoro "“How
good are VCs at valuing technology? An analysis of patenting and VC
investments in nanotechnology" (c/ Federico Munari) è analizzare se
determinate caratteristiche degli investitori di VC - quali il
grado di specializzazione, il tipo di affiliazione ed il livello di
esperienza – determinano una diversa capacità valutativa del
portafoglio brevettuale delle imprese finanziate. In particolare,
viene indagata la relazione esistente tra la dimensione e la
composizione del portafoglio brevetti di nuove imprese ad alta
tecnologia e l'ammontare di finanziamento ricevuto da fondi di VC.
Il lavoro si basa su un campione di 332 nuove imprese finanziate da
VC a livello mondiale all'interno del settore delle
nanotecnologie.
· Il lavoro "IP-backed finance"
(c/ Federico Munari e Chiara Odasso), contenuto all'interno del
libro The economic valuation of patents. Methods, and
applications (in corso di pubblicazione nell'anno 2010, Edward
Elgar Publishing Limited), è relativo all'utilizzo dei brevetti, da
parte di imprese innovative di nuova creazione, come mezzo
strategico per accedere a finanziamenti in VC. La giustificazione
teorica risiede nell'impossibilità da parte di investitori di VC a
ricorrere a metodi di valutazione finanziaria tradizionali per la
stima del valore di imprese giovani e appartenenti a settori ad
alta incertezza. In tali contesti, la capacità di innovazione,
misurata attraverso lo svilupo di nuovi brevetti, può quindi
aiutare l'investitore esterno nell'individuzione del potenziale
valore dell'impresa. Il capitolo sintetizza lo stato dell'arte
della ricerca scientifica in tale ambito e fornisce diversi esempi
pratici caratterizzanti l'attuale realtà europea ed americana.
2. Venture capital e spin-off – Grazie alle conoscenze
sviluppate attraverso il precedente filone di ricerca, si è
evidenziata la necessità di porre l'attenzione al confronto fra
diversi tipi di imprese di nuova creazione per individuare
possibili differenze nella loro abilità di attrarre finanziamenti
di VC.
· In particolare, il focus del
lavoro "Do venture capitalists have a bias against investment in
academic spinoffs? Evidence from the micro and nanotechnology
sector in the UK" (c/ Federico Munari), basato su un campione di
124 spin-off accademici e 132 nuove imprese operanti nei settori
delle micro e nanotecnologie nel Regno Unito, è posto sia sulla
distinzione fra spin-off accademici e non accademici, sia sulla
differenziazione tra diversi tipi di spin-off accademici in base a
quattro dimensioni principali: (a) ampiezza dei portafogli
brevettuali, (b) presenza di collaborazioni con partner
industriali, (c) prestigio e reputazione scientifica
dell'università di affiliazione e (d) tipo di modello di
business.
3. Venture capital e intervento pubblico – Il terzo
filone di ricerca analizza il coinvolgimento del settore pubblico,
anche in partnership con investitori privati, nell'ambito
del sostegno del mercato del VC e dell'innovazione. Gli interventi
pubblici, infatti, possono agevolare lo sviluppo dei mercati
finanziari, determinare agevolazioni fiscali per investimenti in
capitale di rischio, supportare l'imprenditorialità e favorire le
relazioni tra imprenditori ed investitori.
· Il lavoro "Assessing the impact
of public venture capital programmes in the United Kingdom: Do
regional characteristics matter?" (c/ Federico Munari) esamina come
le politiche di investimento di fondi ibridi pubblico-privati
variano in relazione a caratteristiche regionali relative a diversi
gradi di sviluppo imprenditoriale e di innovazione. Analizzare come
tali caratteristiche impattano l'efficacia di iniziative pubbliche
di VC risulta essere un aspetto critico per fornire linee-guida per
la valutazione degli interventi pubblici e per mettere in evidenza
gli elementi che potrebbero condurre ad impieghi inefficienti delle
risorse pubbliche. Il lavoro si basa su un campione di 898 imprese
finanziate da VC ibridi e privati nel periodo 1998-2007 nel Regno
Unito.
· Il lavoro "A cross-country study
on investment readiness. How can entrepreneurs increase attitude
towards equity finance?" (c/ Gordon Murray), infine, analizza i
problemi legati al finanziamento tramite VC da una prospettiva di
domanda. Lo studio mira a comprendere come team imprenditoriali in
cerca di risorse finanziarie esterne possano incrementare la
probabilità di ricevere finanziamenti. In particolare, il lavora
cerca di valutare il grado di efficacia dell'intervento pubblico
tramite la realizzazione di programmi di Investment
Readiness aventi due principali obiettivi: (a) rendere più
consapevoli gli imprenditori riguardo agli strumenti finanziari
basati sul capitale di rischio e (b) incrementare la qualità delle
proposte di business degli imprenditori. Lo studio è stato
commissionato dalla BERR (UK Department for Business Enterprise
& Regulatory Reform) sotto la supervisione del Prof. Gordon
Murray.
4. Corporate venture capital (CVC) – La quarta
area di ricerca è alla base della mia tesi di dottorato dal titolo
Corporate Venture Capital: How established firms use external
resources to create new competencies. Lo studio del CVC è stato
condotto lungo due principali linee. La prima ha privilegiato il
confronto rispetto al VC, con particolare riguardo alle differenti
abilità valutative dei portafogli brevettuali delle imprese
finanziate. L'output scientifico è rappresentato dal manoscritto 5
precedentemente descritto. La seconda linea ha, invece, indagato il
ruolo del CVC come alternativa a diversi meccanismi di sviluppo e
gestione di conoscenza, competenze ed innovazione all'interno di
grandi gruppi industriali. Tre sono gli studi derivanti da tale
ricerca.
· Il lavoro "An integration of the
resource based view and real options theory for investments in
outside opportunities" (c/ Nalin Kulatilaka) è stato sviluppato nel
2008 durante un periodo all'estero come visiting scholar
presso la Boston University dove ho potuto collaborare col
Prof. Nalin Kulatilaka, uno dei maggiori riferimenti nel mondo
accademico relativo all'applicazione della teoria delle opzioni
reali a temi di management. L'obiettivo del lavoro è analizzare
sotto quali condizioni grandi imprese industriali delineano la
propria direzione strategica con l'obiettivo di creare nuova
conoscenza. In particolare, utilizzando una combinazione della
teoria della resource-based view e della teoria delle
opzioni reali, viene messa luce su come il grado di affinità fra le
competenze della grande impresa industriale e del partner, da un
lato, ed il livello di incertezza esogena, dall'altro, influenzano
la scelta fra quattro diverse forme di collaborazione: CVC,
alleanza strategica, joint venture ed
acquisizione.
· Lo studio "The search of
complementarity in explorative strategies: The relationship between
corporate venture capital investments and corporate
diversification" (c/ Federico Munari) indaga la relazione esistente
fra investimenti in CVC e grado di diversificazione, entrambi
intesi come meccanismi di esplorazione di nuova conoscenza.
Il primo, infatti, permette di acquisire conoscenza
esternamente tramite il finanziamento di piccole imprese; il
secondo, invece, attraverso lo sfruttamento di risorse
interne. Sulla base di un campione di 221 fondi di CVC
appartenenti a 186 imprese americane nel periodo 1996-2006, si è
cercato di comprendere se l'impiego di risorse esterne (tramite
CVC) ed interne (tramite diversificazione) sia caratterizzato da un
rapporto di complementarietà o di
sostitituzione.
· Il lavoro "Patents as measure of
exploration and exploitation strategy: The case of CVC investments"
(c/ Enrico Forti), infine, rappresenta l'estensione “naturale” del
lavoro precedente. Più precisamente, il legame fra investimenti in
CVC e diversificazione interna viene indagato non solo da un punto
di vista esplorativo (inteso come ricerca di nuova
conoscenza), ma anche sotto una lente di sfruttamento di
conoscenza sviluppata precedentemente dalle imprese (comunemente
indicata in letteratura col termine exploitation). Inoltre,
tale studio evidenzia come diverse combinazioni strategiche di
esplorazione e sfruttamento, dentro ed oltre i confini
organizzativi, impattano sulla performance finanziaria delle
imprese. Le analisi si basano su dati longitudinali relativi alle
scelte strategiche di 328 imprese americane con almeno un fondo di
CVC attivo nel periodo 1996-2006.
5. Altri progetti di ricerca – Parallelamente ai
precedenti contributi, la mia attività di ricerca si è anche
focalizzata su altri due aspetti.
· Il lavoro "A meta-analytic
answer to an old dilemma: Do M&As create value? Evidence from
European banks" (c/ Federica Angeli ed Enrica Bolognesi) indaga se,
e sotto quali condizioni, operazioni di fusione ed acquisizione nel
settore bancario creano valore per i soggetti coinvolti. Per questo
studio è stata applicata la tecnica della meta-analisi, uno
strumento di ricerca “secondario” che, integrando i risultati
provenienti da diversi studi “primari”, permette di fornire una
sintesi sull'argomento di indagine. In particolare, il lavoro
riassume i risultati di 17 event studies su 931 operazioni
di fusione e acquisizione nel contesto europeo.
Infine, dal luglio 2009, la posizione di post-doc presso
l'Università di Bologna e lo SPRU (Science and Technology Policy
Research) – University of Sussex, mi ha permesso di avvicinarmi
ad un rilevante tema di ricerca all'interno del contesto di
innovazione tecnologica: la network analysis. L'output
scientifico "Geographical clusters, networks and performance: A
review of the empirical literature" (c/ Andreas Al-Laham, Simone
Ferriani e Gianni Lorenzoni) segue tale direzione e presenta una
review della letteratura sulle relazioni di rete all'interno di
distretti industriali tecnologici. In particolare, la review si
articola lungo due macro-tematiche: (a) l'indagine delle cause e
conseguenze delle reti sociali su diversi indicatori di performance
quali il trasferimento di conoscenza, la scoperta e lo sfruttamento
di nuove opportunità imprenditoriali, la sopravvivenza e la
crescita d'impresa, la produttività innovativa e la performance
finanziaria e (b) la dinamica delle reti sociali all'interno dei
distretti industriali sotto una logica evolutiva.