- Ruolo dei recettori tirosin-chinasici in oncologia animale
- Mecanismi molecolari di cancerogenesi collegati
all'inquinamento ambientale
- Metodiche istologiche utili ai fini prognostici in oncologia
animale
- Patologie dell'apparato gastrointestinale
- Meccanismi di cancerogenesi virale
Ruolo dei recettori tirosin-chinasici in oncologia
animale. Valutazione dell'impatto dell'espressione e
attivazione dei recettori tirosin-chinasici su prognosi e
pianificazione terapeutica. In particolare, (a) valutazione della
correlazione fra mutazioni attivanti il proto-oncogene
c-kit, espressione aberrante del recettore transmembranario
tirosin-chinasico KIT, grado istologico di malignità,
decorso clinico ed efficacia della terapia antirecettoriale
specifica con inibitori tirosinchinasici (terapia a bersaglio
molecolare) nei mastocitomi e nei GIST (tumori gastrointestinali
stromali) di cane e di gatto; Il mastocitoma è una neoplasia
maligna comune nel cane e nel gatto, a primitiva insorgenza cutanea
o viscerale. Diversi studi, anche condotti dal nostro gruppo, hanno
evidenziato sovraespressione e anomala distribuzione del recettore
tirosinchinasico KIT (CD117). Ricerche recenti hanno inoltre
evidenziato la presenza di mutazioni attivanti a carico del gene
c-kit, in analogia a quanto si verifica nell'uomo nei tumori
gastrointestinali stromali (GIST). Nella prospettiva di utilizzare
farmaci anti-tirosinchinasici nella terapia di queste neoplasie, lo
scopo della ricerca è verificare in una casistica di mastocitomi di
cane e di gatto la frequenza e la tipologia di mutazioni a carico
del proto-oncogene c-kit e di correlare i risultati con
l'espressione immunoistochimica del recettore KIT, il grado
istologico di malignità, il comportamento biologico e la risposta
al trattamento anti-tirosinchinasico specifico. Le metodiche da
applicare prevedono la valutazione immunoistochimica
dell'espressione di CD117 e l'analisi mutazionale di c-kit
(microdissezione laser su campioni istologici, estrazione del DNA,
amplificazione in PCR e sequenziamento delle mutazioni). (b)
valutazione del grado di espressione del recettore
tirosin-chinasico EGFR (recettore del fattore di crescita
epidermico) nel carcinoma squamocellulare, nel timoma, nel
carcinoma polmonare e nel carcinoma uroteliale del cane e del gatto
e opportunità di impiego di farmaci inibitori specifici; (c)
valutazione del grado di espressione del recettore
tirosin-chinasico PDGFR (platelet derived growth factor receptor)
nei sarcomi dei tessuti molli. Studio dei r cettori
tirosin-chinasici (KIT, EGFR, PDGFR, VEGFR, ERB2, ALK) e altri
meccanismi molecolari (KRAS,COX) in oncologia animale: indagini
immunoistochimiche e/o mutazionali per valutarne il ruolo nella
cancerogenesi e come indicatori diagnostici, prognostici e
predittivi nel mastocitoma (cane e gatto), nel carcinoma
squamocellulare (cane e gatto), nel carcinoma polmonare (cane), nei
tumori gastrointestinali stromali (cane e gatto), nel carcinoma
gastrico (cane) e nei carcinomi nasali (cane)
Mecanismi molecolari di cancerogenesi collegati
all'inquinamento ambientale. Ruolo di polveri atmosferiche
inalate nella cancerogenesi polmonare, valutazione diagnostica e
prognostica del marker immunoistochimico TTF-1, classificazione
istologica, individuazione di marker prognostici in correlazione
con il comportamento biologico, ruolo di sovraespressione
immunoistochimica e/o di mutazioni di EGFR. La ricerca rappresenta
la continuazione di studi iniziati nel 2004 sulle neoplasie
polmonari del cane. Studi già effettuati hanno dimostrato che nei
polmoni di cani con carcinoma polmonare primitivo sono depositate
polveri inalate in quantità superiore rispetto a quanto rilevabile
in polmoni non neoplastici, dimostrando un possibile ruolo
cancerogeno diretto degli inquinanti ambientali, che nel cane era
stato finora solo ipotizzato sulla base di dati epidemiologici. Lo
studio mira a focalizzare i meccanismi della cancerogenesi
polmonare da inquinamento, con la caratterizzazione delle
alterazioni immunoistochimiche, enzimatiche e genomiche correlabili
all'azione di tali sostanze, in particolare in relazione al ruolo
di EGFR. Inoltre si intende valutare l'utilità del marker
immunoistochimico TTF-1, quanto a capacità di differenziare fra
neoplasie polmonari primitive e secondarie, e quanto a capacità
prognostiche di fornire informazioni sul comportamento
biologico.
Metodiche istologiche utili ai fini prognostici in
oncologia animale. I n particolare (a) valutazione
istologica dei margini di escissione chirurgica delle neoplasie
cutanee e sottocutanee nel prevedere l'insorgenza di recidive
locali; (b) nuovi sistemi di grading istologico e citologico del
mastocitoma canino. I tumori cutanei e sottocutanei sono
neoplasie molto comuni nel cane e nel gatto, per cui l'asportazione
chirurgica può essere risolutiva, a patto che l'intervento di
escissione rimuova completamente il tessuto neoplastico. Nel caso
in cui persistessero cellule tumorali si favorirebbe lo sviluppo di
recidive locali, che in genere sono caratterizzate da un
comportamento biologico più aggressivo, tanto che un eventuale
secondo intervento ha meno probabilità di essere risolutivo
rispetto al primo. La valutazione istologica dei margini di
escissione è una procedura piuttosto indaginosa, che ha lo scopo di
valutare se i margini chirurgici sono infiltrati o meno da cellule
tumorali, e quindi di prevedere lo sviluppo di una recidiva
locale.
Patologie dell'apparato gastrointestinale. S
tudi su enterite linfoplasmocitaria cronica e linfoma intestinale
del cane e del gatto riguardo le difficoltà di diagnosi
differenziale (istologica, immunoistochimica e biomolecolare) e i
possibili meccanismi di transizione. Elicobatteriosi gastrica del
cane, confronto fra evidenze cliniche, endoscopiche,
istopatologiche e biomolecolari.
Meccanismi di cancerogenesi virale, in
particolare nel sarcoide equino.