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Giuliano Bettini

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie

Settore scientifico disciplinare: VET/03 PATOLOGIA GENERALE E ANATOMIA PATOLOGICA VETERINARIA

Direttore Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie

Temi di ricerca

Parole chiave: cancerogenesi recettori tirosin chinasici mastocitoma carcinoma squamocellulare inquinamento atmosferico oncologia patologia animale citologia chemioterapia immunoistochimica

  1. Ruolo dei recettori tirosin-chinasici in oncologia animale
  2. Mecanismi molecolari di cancerogenesi collegati all'inquinamento ambientale
  3. Metodiche istologiche utili ai fini prognostici in oncologia animale
  4. Patologie dell'apparato gastrointestinale
  5. Meccanismi di cancerogenesi virale


Ruolo dei recettori tirosin-chinasici in oncologia animale. Valutazione dell'impatto dell'espressione e attivazione dei recettori tirosin-chinasici su prognosi e pianificazione terapeutica. In particolare, (a) valutazione della correlazione fra mutazioni attivanti il proto-oncogene c-kit, espressione aberrante del recettore transmembranario tirosin-chinasico KIT, grado istologico di malignità, decorso clinico ed efficacia della terapia antirecettoriale specifica con inibitori tirosinchinasici (terapia a bersaglio molecolare) nei mastocitomi e nei GIST (tumori gastrointestinali stromali) di cane e di gatto; Il mastocitoma è una neoplasia maligna comune nel cane e nel gatto, a primitiva insorgenza cutanea o viscerale. Diversi studi, anche condotti dal nostro gruppo, hanno evidenziato sovraespressione e anomala distribuzione del recettore tirosinchinasico KIT (CD117). Ricerche recenti hanno inoltre evidenziato la presenza di mutazioni attivanti a carico del gene c-kit, in analogia a quanto si verifica nell'uomo nei tumori gastrointestinali stromali (GIST). Nella prospettiva di utilizzare farmaci anti-tirosinchinasici nella terapia di queste neoplasie, lo scopo della ricerca è verificare in una casistica di mastocitomi di cane e di gatto la frequenza e la tipologia di mutazioni a carico del proto-oncogene c-kit e di correlare i risultati con l'espressione immunoistochimica del recettore KIT, il grado istologico di malignità, il comportamento biologico e la risposta al trattamento anti-tirosinchinasico specifico. Le metodiche da applicare prevedono la valutazione immunoistochimica dell'espressione di CD117 e l'analisi mutazionale di c-kit (microdissezione laser su campioni istologici, estrazione del DNA, amplificazione in PCR e sequenziamento delle mutazioni). (b) valutazione del grado di espressione del recettore tirosin-chinasico EGFR (recettore del fattore di crescita epidermico) nel carcinoma squamocellulare, nel timoma, nel carcinoma polmonare e nel carcinoma uroteliale del cane e del gatto e opportunità di impiego di farmaci inibitori specifici; (c) valutazione del grado di espressione del recettore tirosin-chinasico PDGFR (platelet derived growth factor receptor) nei sarcomi dei tessuti molli. Studio dei r cettori tirosin-chinasici (KIT, EGFR, PDGFR, VEGFR, ERB2, ALK) e altri meccanismi molecolari (KRAS,COX) in oncologia animale: indagini immunoistochimiche e/o mutazionali per valutarne il ruolo nella cancerogenesi e come indicatori diagnostici, prognostici e predittivi nel mastocitoma (cane e gatto), nel carcinoma squamocellulare (cane e gatto), nel carcinoma polmonare (cane), nei tumori gastrointestinali stromali (cane e gatto), nel carcinoma gastrico (cane) e nei carcinomi nasali (cane)
 

Mecanismi molecolari di cancerogenesi collegati all'inquinamento ambientale. Ruolo di polveri atmosferiche inalate nella cancerogenesi polmonare, valutazione diagnostica e prognostica del marker immunoistochimico TTF-1, classificazione istologica, individuazione di marker prognostici in correlazione con il comportamento biologico, ruolo di sovraespressione immunoistochimica e/o di mutazioni di EGFR. La ricerca rappresenta la continuazione di studi iniziati nel 2004 sulle neoplasie polmonari del cane. Studi già effettuati hanno dimostrato che nei polmoni di cani con carcinoma polmonare primitivo sono depositate polveri inalate in quantità superiore rispetto a quanto rilevabile in polmoni non neoplastici, dimostrando un possibile ruolo cancerogeno diretto degli inquinanti ambientali, che nel cane era stato finora solo ipotizzato sulla base di dati epidemiologici. Lo studio mira a focalizzare i meccanismi della cancerogenesi polmonare da inquinamento, con la caratterizzazione delle alterazioni immunoistochimiche, enzimatiche e genomiche correlabili all'azione di tali sostanze, in particolare in relazione al ruolo di EGFR. Inoltre si intende valutare l'utilità del marker immunoistochimico TTF-1, quanto a capacità di differenziare fra neoplasie polmonari primitive e secondarie, e quanto a capacità prognostiche di fornire informazioni sul comportamento biologico.

Metodiche istologiche utili ai fini prognostici in oncologia animale. I n particolare (a) valutazione istologica dei margini di escissione chirurgica delle neoplasie cutanee e sottocutanee nel prevedere l'insorgenza di recidive locali; (b) nuovi sistemi di grading istologico e citologico del mastocitoma canino.  I tumori cutanei e sottocutanei sono neoplasie molto comuni nel cane e nel gatto, per cui l'asportazione chirurgica può essere risolutiva, a patto che l'intervento di escissione rimuova completamente il tessuto neoplastico. Nel caso in cui persistessero cellule tumorali si favorirebbe lo sviluppo di recidive locali, che in genere sono caratterizzate da un comportamento biologico più aggressivo, tanto che un eventuale secondo intervento ha meno probabilità di essere risolutivo rispetto al primo. La valutazione istologica dei margini di escissione è una procedura piuttosto indaginosa, che ha lo scopo di valutare se i margini chirurgici sono infiltrati o meno da cellule tumorali, e quindi di prevedere lo sviluppo di una recidiva locale.

Patologie dell'apparato gastrointestinale. S tudi su enterite linfoplasmocitaria cronica e linfoma intestinale del cane e del gatto riguardo le difficoltà di diagnosi differenziale (istologica, immunoistochimica e biomolecolare) e i possibili meccanismi di transizione. Elicobatteriosi gastrica del cane, confronto fra evidenze cliniche, endoscopiche, istopatologiche e biomolecolari.

Meccanismi di cancerogenesi virale, in particolare nel sarcoide equino.