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Giovanni Matteucci

Professore ordinario

Dipartimento di Filosofia

Settore scientifico disciplinare: M-FIL/04 ESTETICA

Direttore Dipartimento di Filosofia

Temi di ricerca

Parole chiave: estetica antropologia strutture dell'esperienza fenomenologia arte contemporanea teoria della percezione Everyday Aesthetics

Principali ambiti di ricerca

 - Fenomenologia della percezione ed Estetica fenomenologica

- Estetica analitica e Pragmatismo

- Prospettive estetiche delle recenti teorie della mente

- Teoria critica della Scuola di Francoforte

- Filosofia della moda e Teoria dell'estetizzazione

- Everyday Aesthetics

 

Profilo della ricerca

A partire dallo studio di prospettive teoriche spesso poste ai margini dei contesti che hanno dominato il dibattito filosofico durante il XX secolo, la ricerca ha approfondito questioni connesse ai temi della forma, del simbolo e del senso.

Tali questioni sono state dapprima esaminate all'interno del pensiero di Wilhelm Dilthey e della sua scuola (Georg Misch, Hans Lipps, Josef König…), ricostruendo  e interpretando i programmi di estetica che ne costituiscono un essenziale banco di prova. Esiti principali di queste ricerche, svolte durante il periodo di formazione dottorale e post-dottorale, sono stati alcuni saggi e interventi, le traduzioni di importanti opere di Dilthey, e tre monografie in italiano e in tedesco.

Successivamente la ricerca si è mossa su un orizzonte più ampio. Fulcri essenziali sono state le indagini sulle forme simboliche di Ernst Cassirer, la tradizione tedesca dell'antropologia filosofica (Plessner e Gehlen), il pragmatismo di Dewey in quanto antropologia dell'estetico, la teoria critica francofortese (in particolare, la teoria estetica di Adorno) e alcuni esiti recenti della filosofia analitica e post-analitica. Anche in questo caso la ricerca si è concretizzata in interventi, saggi (non solo in italiano), edizioni critiche di testi stranieri e alcune monografie. Obiettivo generale  sotteso alle indagini compiute su vari autori e differenti prospettive è stato il tentativo di individuare e far emergere la base potenziale  di uno studio antropologico della sensibilità, della percezione e degli oggetti estetici alternativo ai canoni del pensiero kantiano e post-kantiano che ha dominato la riflessione estetica negli ultimi due secoli.

Sul piano storico-filosofico, ciò ha portato a indagare e, in un certo senso, a riabilitare momenti di una matrice minoritaria e “perdente” che ha comunque contribuito in maniera significativa alla nascita dell'estetica moderna (rappresentata in opere di autori come Vico, Du Bos e Herder). Sul piano teoretico, orizzonte di queste indagini è la ricognizione critica della dimensione estetica del senso sulla base di un approccio in grado di coniugare fenomenologia delle dinamiche percettive, analisi delle grammatiche della creatività, ricostruzione della realtà pragmatica dell'estetico e dell'arte. Particolarmente importante è risultata la messa in discussione della funzione rappresentativa e denotativa dell'opera d'arte e l'evidenziazione della natura espressiva della dimensione estetica in quanto forma di vita, spostando l'attenzione al modo in cui registro sensoriale e registro linguistico si combinano nella formulazione del giudizio e nell'elaborazione del discorso critico relativamente a fenomeni basati sull'intreccio tra fattori espressivi, emotivi e cognitivi.

Muovendo dal medesimo orizzonte ma, al tempo stesso, cercando di svilupparlo in nuove direzioni, negli ultimi anni la ricerca è stata ulteriormente ampliata verso l'analisi di fenomeni di esteticità diffusa, come quelli studiati dalla Everyday Aesthetics e dalla filosofia della moda. Alla base di questi sviluppi vi è la concezione dell'estetico in quanto “campo relazionale” secondo il modello della mente estesa.