La principale ricerca di interesse attuale è lo studio delle
collisioni protone-protone all'acceleratore LHC con il
rivelatore CMS.
Le camere a deriva (Drift Tubes) del rivelatore di muoni di CMS,
alla cui realizzazione i fisici di Bologna in CMS hanno
contribuito, sono state installate nell'esperimento e messe
in funzione. Continua la attività dedicata all'allineamento, alla
calibrazione, ai test del trigger elettronico dei muoni.
Anche nel 2009 è continuata la presa dati con raggi cosmici con
campo magnetico del rivelatore a 3.8 Tesla (CRAFT09).
Nella settimana 7-11 Settembre 2009 si è svolta a Bologna la
Physics Week di CMS. Lo scopo di questo Convegno internazionale era
quello di discutere il livello di preparazione dell'esperimento per
fare fisica con le prime collisioni di LHC.
Le prime collisioni protone protone di LHC con fasci di 450 GeV
ciascuno sono state osservate in data 23 Novembre 2009.
A parte l'esperimento CMS, negli ultimi anni sono state
portate a termine alcune analisi di OPAL al LEP. La presa dati
dell'esperimento è terminata nel 2000.
Le analisi per OPAL riguardano dati ottenuti con LEP e le
analisi per CMS, allo stato attuale, riguardano dati da raggi
cosmici con campo magnetico del rivelatore acceso (CRAFT09).
L'attività d'analisi di OPAL riguarda Higgs, bosoni intermedi
W, QCQ e Top. Il trattamento dei dati in CMS affronta anche
aspetti che vanno dalla preparazione dei job di analisi allo
sviluppo dei servizi necessari per accedere ai dati.
La ricerca nanotecnologica è attualmente indirizzata
allo sviluppo di una sorgente di elettroni ad emissione di
campo basata su nanotubi di carbonio, per applicazioni in macchine
"Sorgenti di Ioni a Ciclotrone Elettronico" (ECRIS). L'interesse in queste applicazioni deriva dal fatto che
l'iniezione aggiuntiva di elettroni nella camera al plasma di un
ECRIS migliora in modo significativo le prestazioni della
macchina.
Il rivelatore di muoni dell'esperimento CMS (Compact Muon
Solenoid) e' stato installato al CERN di Ginevra, dove nel
2010 inizierà a prendere dati dalle collisioni protone-protone a
inizialmente a 7 TeV e successivamente 10 TeV del collisionatore
LHC (Large Hadron Collider). Le prime collisioni protone protone di
LHC con fasci di 450 GeV ciascuno sono state osservate in data 23
Novembre 2009.
Nell'estate del 2009 durante una lunga presa dati di raggi
cosmici con campo magnetico (CRAFT, Cosmic Run at Four Tesla), le
camere DT (drift tubes) del
rivelatore di muoni selezionarono alcune centinaia di milioni di
cosmici con il magnete acceso a 3.8 Tesla. Sebbene le DT fossero
utilizzate in una configurazione dedicata e con una
sincronizzazione ad hoc per raggi cosmici, furono anche effettuati
test specifici per valutare la prestazione aspettata nella
configurazione di presa dati da LHC. Durante la presa dati CRAFT le
camere DT e il trigger locale hanno mostrato un buon funzionamento
e stabilità.
Nella settimana 7-11 Settembre 2009 si è svolta a Bologna la
Physics Week di CMS. Lo scopo di questo Convegno internazionale era
quello di discutere il livello di preparazione dell'esperimento per
fare fisica con le prime collisioni di LHC.
Gli esperimenti i cui dati sono stati analizzati nel 2009 sono
OPAL e CMS.
Per il primo si tratta delle analisi finali a esperimento ormai
concluso, mentre per il secondo l'attività di analisi è in piena
crescita. In particolare per OPAL si tratta di analisi relative
alla ricerca di nuove particelle (bosoni di Higgs carichi, predetti
in estensioni del Modello Standard, e particelle supersimmetriche
che violano la R-parità).
L'attività di analisi di CMS ha riguardato studi dei dati da
raggi cosmici volti principalmente a valutare l'efficienza dei vari
sottorivelatori e trigger. Infine numerosi sono stati gli esercizi
di analisi (riguardanti ad es. la fisica del Top, la QCD, la fisica
dei B, alcuni aspetti dell'Higgs MSSM ecc.) effettuati anche al
fine di verificare la funzionalità dell'accesso ai dati reali e a
quelli da montecarlo.
In effetti, la simulazione e l'accesso ai dati di CMS avviene in
ambiente distribuito “alla Grid” (WLCG, World-wide LHC Computing
Grid project) attraverso una serie di strumenti e servizi software
e middleware sia proprietari di CMS che condivisi con i vari
progetti Grid europeei, nazionali e globali. L'attività di ricerca
in questo campo riguarderà lo sviluppo, messa in funzione operativa
ed utilizzo di strumenti di accesso ed analisi dei dati in ambiente
distribuito. Nello specifico strumenti per:
• lo spostamento dei dati in particolare dal CERN al Tier1
italiano di CMS e di seguito ai Tier2 italiani;
• la preparazione di job di analisi mascherando la complessità
del sistema distribuito di calcolo (Grid) all'analizzatore;
• la gestione quotidiana e la verifica del grado di affidabilità
dei vari servizi distribuiti nei diversi Tiers;
• la gestione e produzione dei dati simulati;
• la sicurezza cibernetica delle infrastrutture informatiche utilizzate nel complesso sistema di acquisizione ed analisi dati di CMS.
Attualmente Gian Piero Siroli ricopre il ruolo di responsabile della sicurezza cibernetica delle infrastrutture di calcolo della collaborazione CMS, infrastrutture estese a livello intercontinentale.
La ricerca nanotecnologica è attualmente indirizzata
allo sviluppo di una sorgente di elettroni ad emissione di
campo basata su nanotubi di carbonio, per applicazioni in macchine
"Sorgenti di Ioni a Ciclotrone Elettronico" (ECRIS). La ricerca si
è concentrata sui seguenti punti.
-
Preparazione delle matrici di nanotubi di carbonio, confinate in
uno stampo di allumina anodica porosa.
-
Caratterizzazione al SEM per analizzare il grado di riempimento dei
pori e lo stato di crescita dei nanotubi.
-
Verifica dell'emissione di campo dei campioni. Sono state raggiunte
elevate densità di corrente, fino a 50-60 mA/cm2, a campi elettrici
di moderata intensità, circa 10 V/micron.
-
Simulazione con software opportuno (COMSOL Multiphysics) delle
proprietà di emissione di campo, da parte dei nanotubi di
carbonio.
-
La robustezza della sorgente di elettroni al trattamento di plasma
è stato verificata in plasma di aria e di azoto. I risultati hanno
dimostrato che lo stampo di alumina non si deteriora sotto l'azione
erosiva del plasma, sino a dosi di 300 C/cm2. Inoltre i nanotubi di
carbonio sono ancora in grado di emettere dopo il trattamento di
plasma, grazie all'azione protettiva dello stampo di
allumina.