Foto del docente

Gian Luca Tusini

Associate Professor

Department of Cultural Heritage

Academic discipline: L-ART/03 History of Contemporary Art

Useful contents

NORME REDAZIONALI PER TESI ED ELABORATI

 

Norme per l’ordinamento del testo e delle note di tesi ed esercitazioni.

 

(Gian Luca Tusini)

 

1.  Ordinamento del testo

 Oltre a quanto stabilito dalle norme sulla redazione della tesi, visibili e scaricabili alla pagina laurea e prova finale si veda quanto segue.

Buona prassi insegna che l'Introduzione va scritta per ultima cioè a tesi finita, perché deve dare in sintesi un quadro completo dell'elaborato e anticiparne pure le conclusioni (che non vanno scritte in forma autonoma ma appunto diluite nell'Introduzione medesima.

È preferibile non usare la prima persona singolare ("io credo, io penso...."etc., etc) ma o il pluralis maiestatis (meglio definirlo in tal caso pluralis modestiae):"noi pensiamo", "riteniamo", "è nostra convinzione") quando si esprimono proprie opinioni, oppure le forme verbali impersonali: "si ritiene", "si pensa" ecc., ecc.

I numeri vanno scritti in lettere ad eccezione degli anni. Ad es.: tremila e non 3000.

Devono essere rese in corsivo tutte le parole in lingua diversa rispetto a quella del testo, le citazioni dei titoli di libri e di opere di qualsiasi genere (musicali, teatrali, d’arte figurativa ecc.), nonché la citazione del titolo di capitoli, saggi articoli, ecc.

Si racchiude tra virgolette caporali « » il titolo del periodico (giornale, mensile, rivista ecc., ecc.) da cui sono stati tratti capitoli, saggi ed articoli.

Ugualmente tra virgolette « » si pongono le parole o i brani citati (anche se in lingua diversa da quella del testo) che non occupino più di pochi righi (quattro o cinque), senza " a capo" rispetto al periodo. I brani lunghi riportati vengono invece scritti con un carattere di corpo inferiore (se si vuole in corsivo) rispetto a quello utilizzato normalmente. In questo caso si ricorre all’ “a capo” e si omettono le virgolette, lasciando qualche interlinea sopra e sotto per separare la citazione stessa dal testo principale.

SI RICORDI SEMPRE CHE IL CORSIVO SOSTITUISCE LE VIRGOLETTE (SI STA PARLANDO DI CITAZIONI) E VICEVERSA. Quindi: non << abcdef ghi lmno>>  ma o <<abcdef ghi lmno>> oppure abcdef ghi lmno.
Nel caso non si citi parola per parola ma si sintetizzi CON PROPRIE PAROLE il pensiero dell'autore cui si fa riferimento, non si usano le virgolette ma si richiama in nota sempre e comunque quanto scritto  con la sigla Cfr. (che vuol dire: confronta), seguito da autore, titolo del testo e pagine relative al pensiero richiamato, come nella nota che cita normalmente; ad esempio: Cfr. G. L. Tusini, La pelle dell'ornamento, BUP, Bologna, pp. 77 - 89. BISOGNA SEMPRE RIPORTARE GLI ESTREI IN NOTA DI QUANTO ESPRESSO DA ALTRI!!!!!!!!!

Le virgolette alte doppie o doppi apici "..." si usano solo allorquando si dà al termine tra di esse un significato un poco diverso dall'usuale o non normale in quel contesto, oppure in caso di ulteriore citazione all'interno di una citazione già tra virgolette «...». Se in una citazione è compresa una citazione ulteriore questa ultima va o tra <> o tra "" "".

Si ricorda che l'appropriazione di scritti altrui, in tutto o in parte (cioè senza dichiarare l'autore, dunque la volgare copiatura), costituisce reato di plagio ai sensi dell'articolo 1 della legge 19 aprile 1925, n. 475, e come tale passibile di denunzia all'Autorità giudiziaria.






2.  Ordinamento delle note


Si premette che la correttezza delle note è un requisito imprescindibile per il carattere scientifico dell'elaborato. 

Tutte le note vanno riportate a piè di pagina, con un corpo inferiore a quello del testo ed una inferiore interlineatura. Si possono anche utilizzare le note a fondo di ciascun capitolo ma sono sconsigliabili per la loro scomodità di consultazione.

I richiami alle note saranno rappresentati — nel testo — da numeri cardinali in apice, secondo la apposita modalità del programma in uso. I segni di interpunzione seguono il numero di richiamo della nota; fanno eccezione il punto esclamativo ed il punto interrogativo che, invece, lo precedono. 

Uno scritto a stampa si cita nel seguente modo: iniziale maiuscola del nome dell’autore, seguita dal punto (oppure nome proprio per intero senza punto), cognome dell’autore in maiuscolo o maiuscoletto, titolo in corsivo, (nel caso di traduzione in italiano inserire: trad. it., indicazione eventuale del prefatore, curatore o traduttore con il maiuscolo solo per le iniziali), editore luogo di stampa, anno di pubblicazione, eventuale numero dell’edizione, indicazione del volume in numeri romani — in caso l’opera sia divisa in più tomi — e della pagina in cifra araba.

ad es:

G. ROSSI, Il mio gatto, Einaudi, Torino 1988, pag. 4.

J. RED, Il mio gatto, trad. it., Einaudi, Torino 1988, pag. 4.

Se gli autori di un testo sono più di uno, i cognomi (in maiuscolo, o maiuscoletto) si separano con una virgola.

Se il testo ha un curatore (e contiene contributi di diversi autori) si cita in questo modo il testo generale: Mario Rossi (a cura di),Titolo, editore, città anno, pagina/e.

Se si deve citare un saggio contenuto all'interno, la prima volta si citerà:

Paolo Bianchi, Titolo-a, in Mario Rossi (a cura di) Titolo-b, editore, città anno, pagina/e. Per le volte successive basta la citazione del saggio particolare con: cit.

Se lo scritto citato è apparso in un periodico, dopo il titolo in corsivo si cita la testata del periodico tra virgolette « », il numero dell’annata o del volume in romano, l’anno o anche il mese di pubblicazione (indicato dal numero corrispondente in cifre arabe), e le pagine citate.

Le opere già citate in precedenza nel corso della trattazione si richiamano ripetendo il cognome dell’autore per esteso, titolo o parte del titolo se troppo lungo (naturalmente non devono sorgere equivoci), seguito dall’abbreviazione cit., oppure scrivendo in corsivo Ibidem e numero di pagina (solo se la nota immediatamente precedente riguardi lo stesso autore e lo stesso testo).

Tutti i suesposti elementi di una citazione vanno separati mediante virgola, più citazioni successive mediante punto e virgola.

In alternativa a tutto ciò si può usare il metodo cosiddetto “autore data”: nella nota si metterà il cognome dell’autore seguito dall’anno di pubblicazione dell’opera citata, seguito da virgola e indicazione della pagina. Si avrà cura poi, nella bibliografia, di far corrispondere al sistema autore data, sulla stessa linea separata da due punti o punto e virgola, l’indicazione bibliografica completa, cioè iniziale del nome, cognome (sempre maiuscolo o maiuscoletto), titolo in corsivo, eventuale segnalazione, “trad. it.”, eventuali volumi, luogo di stampa, editore e data. Se uno stesso autore ha più opere nello stesso anno, nella nota si farà seguire il nome da; “a”, “b”, “c”, ecc., ecc.

I titoli delle opere d’arte, quando menzionate nel testo, vanno in corsivo; la citazione dei medesimi riportata in nota deve menzionare l’iniziale del nome e il cognome per esteso dell’autore in maiuscolo, il titolo dell’opera in corsivo, l’anno di composizione, il museo o la collezione in cui si trova nonché la città relativa. Anche in tal caso tutti gli elementi della citazione vanno separati da virgola.

 

Esempi:

 

per le opere d'arte, da inserire generalmente com didascalia all'immagine o nell'elenco delle stesse:

 V. VAN GOGH, I girasoli, 1888, Coll. Carral S. Tyson, Philadelphia

 

per i saggi:

J. Rewald, Il Postimpressionismo, trad. it. , Sansoni, Firenze 1967, p.218 e ssgg.

oppure:  REWALD 1967, p 123. (Nella bibliografia finale, accanto a questa specificazione, senza però indicazione di pagina, si metterà tutto il riferimento per esteso).

H. Hauser, Storia sociale dell’arte, trad. it., Einaudi, Torino 1956, I, p.31.

C. Millet, Barnett Newman, in «Rivista», I, 1973, gennaio-febbraio, pp.9-11.

 

Per le citazioni successive:

 

MORRIS, Titolo o parte del titolo, cit., p.10.

oppure, nel caso anche la precedente si riferisca alla stessa opera:

Ibidem, p.10. 

 

Altri esempi su come fare le note e la bibliografia:

Esempio di stili di citazione per La pelle dell'ornamento : dinamiche e dialettiche della decorazione tra Otto e Novecento

TUSINI 2008, (seguita dal numero di pagina; se si riassume senza citare verbatim 
si fa precedere TUSINI da : Cfr., cioè "confronta").


Tusini, Gian Luca. 2008. La pelle dell'ornamento: dinamiche e dialettiche della decorazione tra Otto e Novecento. Bologna: Bononia University Press.

TUSINI, G. L. (2008), La pelle dell'ornamento: dinamiche e dialettiche della decorazione tra Otto e Novecento, Bologna, Bononia University Press.

Tusini, G. L., La Pelle Dell'ornamento: Dinamiche E Dialettiche Della Decorazione Tra Otto E Novecento. Bologna: Bononia University Press, 2008.

Tusini, Gian Luca, La pelle dell'ornamento: dinamiche e dialettiche della decorazione tra Otto e Novecento. Bologna: Bononia University Press, 2008.

L'importante è che il "modello" di citazione sia lo stesso e sia coerente lungo tutta la trattazione.

Nel caso sia necessario si rediga anche una sitografia, separata dalla bibliografia.

 

Avvertenza:

Per quanto non contemplato si invitano gli studenti a uniformarsi alle convenzioni in uso. In ogni caso occorre che una volta scelta una convenzione questa venga mantenuta per l'intero testo. Il testo deve dunque essere uniforme.

La tesi va completata da un indice sommario che contenga la ripartizione di essa in parti, capitoli e paragrafi.

E' consigliabile un elenco delle immagini pubblicate.

Come già anticipato non sono necessarie le "Conclusioni" redatte in forma autonoma a fine elaborato. L' "Introduzione", che si raccomanda di scrivere a tesi conclusa, potrà contenere considerazioni conclusive e riassuntive.


Attenzione: norme anti-plagio

A partire dalla sessione di marzo 2019 la LM in Arti Visive adotterà il supporto informatico Compilatio, previsto dall’Università di Bologna: il software affianca l’attività di verifica dei docenti su qualità e originalità delle tesi di laurea.