La sottoscritta ha iniziato la sua attività di studio e di
ricerca presso il dipartimento DISTART della Università di Bologna
negli ultimi mesi del 2001.
Dopo un primo periodo dedicato allo studio di tematiche
generali, nell'ambito della meccanica delle strutture e della
dinamica applicata all'ingegneria sismica, si è applicata
all'approfondimento dei seguenti temi di ricerca principali:
1. analisi dei fenomeni torsionali indotti dall'azione sismica
su edifici caratterizzati da eccentricità in pianta tra “baricentro
delle masse” e “baricentro delle rigidezze” (argomento della tesi
di dottorato);
2. valutazione dell'affidabilità delle strutture nei confronti
del rischio sismico, tramite l'analisi statistica dei valori di
resistenza e di azioni dinamiche cui sono sottoposti i
sistemi e con particolare riferimento alla ricerca di Intensity
Measures efficienti per la creazione di un set di sismi di
riferimento, per un dato sito, da utilizzarsi in analisi dinamiche
di tipo time-history;
3. studio e applicazione della metodologia progettuale
innovativa del Performance Based Seismic Design;
4. inserimento di smorzatori in strutture in c.a. per la
mitigazione degli effetti dell'azione sismica,
5. sviluppi analitici per la valutazione degli effetti
dell'azione sismica su silos a fondo piano contenenti materiali
granulari;
6. ricerca sperimentale su pannelli portanti in conglomerato
cementizio armato.
Analisi dei fenomeni torsionali indotti dall'azione
sismica su edifici caratterizzati da eccentricità in pianta tra
“baricentro delle masse” e “baricentro delle rigidezze”
Dall'analisi dei danni indotti da recenti eventi sismici
distruttivi è emerso come una notevole percentuale di crolli sia
direttamente riconducibile agli effetti torsionali indotti
dall'azione del sisma sulle strutture caratterizzate da una non
regolarità in pianta, ovvero dalla non coincidenza in pianta
tra il centro delle masse e il centro delle rigidezze (strutture
eccentriche). Tali strutture, qualora sottoposte ad eccitazioni di
tipo dinamico, sviluppano una risposta torsionale, la cui entità
può incrementare, in maniera significativa, il picco locale della
loro risposta dinamica, rispetto a quello ottenuto nel caso di
sistemi equivalenti non eccentrici.
Il contributo scientifico dato da Giada Gasparini è iniziato
durante la tesi di laurea e si è sviluppato nel corso dei 3 anni di
dottorato e dei 3 anni di assegno di ricerca ed è stato articolato
in varie fasi:
- collaborazione
con il Prof. Tomaso Trombetti e con il Prof. Joel P. Conte
(University of California UCSD, San Diego) nella definizione
analitica di un metodo semplificato (denominato metodo ALFA)
per valutare la propensione allo sviluppo di fenomeni torsionali,
propria di strutture eccentriche (nel caso specifico strutture
dotate di un sistema di isolamento alla base), sotto eccitazione
sismica, attraverso l'identificazione di un parametro chiave,
dipendente solo dalle caratteristiche del sistema, chiamato ALFA.
lo studio è stato affrontato a partire dalle equazioni del moto di
un sistema eccentrico ad un piano ipotizzato rigido, a tre gradi di
libertà, ottenendo, tramite l'analisi modale, le risposte del
sistema in termini di spostamenti e rotazioni; analizzando le
componenti armoniche delle risposte con i diagrammi di Argand e
tramite il paragone con i fenomeni dei battimenti (beating
phenomena), è stata individuata una relazione tra la massima
risposta rotazionale e il massimo spostamento che subisce la
struttura in oscillazioni libere. Il rapporto tra queste due
grandezze, adimensionalizzato grazie al prodotto con il raggio di
inerzia dello sviluppo in pianta del sistema in oggetto, definisce
il parametro ALFA. Nel caso di sistemi non smorzati, è stata
ottenuta una espressione analitica esatta in forma chiusa del
parametro ALFA. Nel caso di strutture dotate di smorzamento
sono state invece ricavate alcune espressioni analitiche empiriche,
ricavate dalla minimizzazione degli scarti quadratici medi sui dati
ottenuti tramite simulazioni numeriche. In entrambi i casi, i
valori di ALFA sono funzioni della eccentricità relativa del
sistema, del rapporto tra le frequenze disaccoppiate longitudinali
e rotazionali del sistema (parametro ), e del coefficiente di
smorzamento ξ.
- Validazione
sperimentale dell'affidabilità del metodo semplificato basata
su dati ricavati da registrazioni di accelerografi situati in
edifici esistenti (collaborazione con il Prof. J. Stewart della
University of California UCLA, Los Angeles), sottoposti a sismi
recenti, a seguito di estese verifiche numeriche e
dell'interpretazione dei risultati ottenuti da test su tavole
vibranti (Rice University e Bristol University). Una prima
verifica è stata condotta nel caso di sistemi che hanno un
comportamento elastico lineare, mettendo a confronto i risultati
ottenuti da simulazioni numeriche e dai test delle tavole vibranti
con i valori della rotazione massima calcolata sulla base del
parametro ALFA non smorzato, smorzato e stocastico. Una seconda
verifica è stata condotta nel caso di comportamento non lineare dei
sistemi, mettendo a confronto i risultati ottenuti da simulazioni
numeriche e dai test della tavola vibrante di Bristol con i valori
della rotazione massima calcolata sulla base del parametro ALFA non
lineare.
- Simulazioni
numeriche (n. 11600) compiute su un considerevole numero di
strutture rappresentative di sistemi torsio-rigidi e
torsio-flessibili sottoposti a input sismico e variazione del
parametro ALFA in funzione del periodo fondamentale dei sistemi. Il
risultato fondamentale che si ottiene è che la media dei valori di
ALFA ottenuto dalle simulazioni è sempre contenuto all'interno
dell'intervallo descritto dal parametro ALFA smorzato (con indice
di smorzamento pari al 5%) e del parametro ALFA non smorzato (che è
stato dimostrato essere un limite superiore per tutti i casi
analizzati).
- Approccio
genetico per l'inserimento ottimale di smorzatori viscosi
all'interno di strutture asimmetriche dotate di comportamento
torsionale e verifica della sua efficacia. La procedura
proposta è basata sull'utilizzo degli algoritmi genetici e fa uso
di selezionati indici di prestazione (Performance Indexes)
fondati sulla risposta di sistemi eccentrici a input stocastici di
tipo white noise. I risultati ottenuti indicano che, al fine
di ottenere strutture eccentriche caratterizzate da una ridotta
risposta locale di picco, è consigliabile introdurre sistemi di
smorzatori che minimizzino la risposta laterale (longitudinale
e/o trasversale). Infatti, sistemi di smorzatori che minimizzano la
risposta laterale della struttura mostrano anche una riduzione
della risposta torsionale, cosicché anche la risposta globale
risulta ridotta, mentre, al contrario, sistemi di smorzatori
viscosi che minimizzano direttamente la risposta torsionale delle
strutture possono causare elevate risposte dello spostamento
laterale che, a loro volta, portano a elevati valori della massima
risposta.
- Ricerca di una
formulazione analitica del valore del parametro ALFA in campo
non lineare e conseguente estensione della validità di
applicazione del metodo semplificato in tale dominio. Qualora si
consideri una risposta non lineare degli elementi della struttura,
in modo grossolano si può dire che avviene un cambiamento della
“matrice di rigidezza del sistema”, che si traduce in un cambio
di posizione del centro delle rigidezze. Tale centro delle
rigidezze non può essere definito in maniera univoca. In campo non
lineare la ricerca in corso si sta focalizzando
sull'identificazione di alcuni nuovi parametri strutturali da cui
ALFA si considera dipendente; il parametro più significativo che
verrà analizzato nel prosieguo dell'attività di ricerca è il
coefficiente di struttura che indica il livello di
escursione in campo plastico della struttura.
Inserimento di smorzatori in strutture in c.a. per
la mitigazione degli effetti dell'azione sismica
E' ben noto come gli smorzatori viscosi inseriti nelle strutture
siano in grado di mitigare gli effetti dinamici dovuti a sisma
attraverso la dissipazione dell'energia cinetica trasmessa dal
terreno alla struttura, tanto che si contano già numerose
applicazioni su edifici soprattutto negli Stati Uniti e in
Giappone. L'adozione di tali dispositivi per la realizzazione di
controventi dissipativi è stata oggetto di numerosi studi
scientifici recenti e non solo in centri di ricerca internazionali
di consolidata tradizione (come, ad esempio, la State University of
New York di Buffalo, la University of California di Berkeley e la
Kyoto University in Giappone), ma anche in Italia.
Tra i vari dispositivi studiati (isolamento sismico alla base,
controllo di tipo attivo, passivo ed ibrido), gli smorzatori
sismici di tipo viscoso hanno mostrato di essere in grado di
fornire prestazioni ottimali (attraverso l'incremento delle
capacità dissipative del sistema strutturale “edificio+dissipatori”
senza fare ricorso ad elevate richieste di duttilità negli elementi
strutturali) a fronte di costi di installazione relativamente
ridotti. In tale ambito, il tema dell'ottimizzazione simultanea del
posizionamento e del dimensionamento degli smorzatori è apparso in
parte non approfondito e di una indubbia utilità applicativa
In relazione all'utilizzo di smorzatori viscosi per la
mitigazione degli effetti del sisma, Giada Gasparini ha collaborato
con il Prof. Tomaso Trombetti e il Dott. Stefano Silvestri per la
messa a punto una metodologia per l'individuazione e la
implementazione di sistemi di smorzamento “ottimali” in relazione
alla identificazione del sistema di smorzatori in grado di
massimizzare la dissipazione di energia sotto input sismico a
parità di costo del sistema, da inserire in strutture di tipo
shear-type. Il risultato principale di tali ricerche è stata
l'individuazione di una disposizione dei dissipatori viscosi
( “fixed-point placement”) basata sulle proprietà fisiche della
componente proporzionale alle masse della matrice di smorzamento
alla Rayleigh, in grado di fornire riduzioni fino al 70% delle
sollecitazioni indotte nelle strutture dall'azione del sisma,
rispetto alle prestazioni offerte dagli stessi dissipatori disposti
in modo tradizionale (“inter-storey placement”).
Giada Gasparini ha effettuato una ricerca in merito ai vantaggi
offerti dall'inserimento in tali strutture di smorzatori viscosi
aggiuntivi aventi il fine di migliorarne il comportamento sismico,
attraverso un concreto esempio applicativo, condotto con
riferimento ad un edificio ad uso commerciale che presenta uno
sviluppo in pianta di circa 70x80 mq, e si sviluppa su due piani
per un'altezza totale di circa 10.50 m. Sono state prese in
considerazione diverse soluzioni strutturali sia di tipo
tradizionale che di tipo innovativo; i risultati mostrano come
l'utilizzo di sistemi di controventamento di tipo tradizionale
siano in grado di soddisfare i requisiti di normativa a scapito,
però, di elevate ed insostenibili sollecitazioni sia nella soletta
di piano, che nelle travi e nei pilastri facenti parte del sistema
stesso di controventamento. Al contrario, l'inserimento di sistemi
di controventamento di tipo dissipativo consente di ridurre
efficacemente gli effetti del sisma, facendo rientrare le
prestazioni della struttura all'interno delle limitazioni imposte
dalla normativa, senza tuttavia generare azioni eccessivamente
elevate nei diversi elementi strutturali (dissipatori compresi). In
particolare, a parità di prestazioni offerte sulla struttura, i
sistemi di controventamento di tipo dissipativo sono soggetti ad
azioni all'incirca pari ad un terzo delle corrispondenti azioni che
nascono nei sistemi di tipo tradizionale.
Tali attività di ricerca hanno visto la collaborazione con
alcune delle maggiori ditte produttrici di smorzatori (Taylor
Devices, FIP).
Analisi probabilistica della pericolosità sismica e
ricerca di “Intensity Measures” efficienti per la creazione di un
set di sismi di riferimento, per un dato sito, da utilizzarsi in
analisi dinamiche di tipo time-history
In un framework Performance Based Seismic Design risulta
centrale la determinazione della “domanda” imposta alla
struttura dall'azione sismica. La domanda, in genere, viene
valutata mediante una serie di analisi dinamiche non lineari
utilizzando input sismici di progetto di tipo time-history
(accelerogrammi) eseguite per diversi livelli sismici di
progetto e mediante l'individuazione di opportuni “Engineering
Demand Parameter”.
Passaggio fondamentale risulta essere pertanto la corretta
identificazione degli accelerogrammi di progetto che si devono
utilizzare nelle analisi. Tale identificazione è ottenuta
attraverso l'associazione dell'input sismico ad un dato valore
della probabilità di superamento, in un determinato periodo di
osservazione, di uno specifico valore di soglia di un opportuno
“Ground Motion Parameter” comunemente indicato con “Intensità
Measure” (IM). Esempi: PGA o PGV, , etc.
A tal proposito, Giada Gasparini, in collaborazione con il Prof.
Tomaso Trombetti e il Dott. Stefano Silvestri, ha sviluppato una
analisi probabilistica di pericolosità sismica che perviene
alla determinazione delle funzioni di probabilità (PDF e CDF)
relative al fatto che, in una data località e in un dato tempo
di osservazione, si abbiano valori di accelerazione massima del
terreno (PGA) o di velocità massima del terreno (PGV) superiori a
valori prefissati. Tale analisi si basa sulla metodologia di
Cornell del 1968 (schematizzazione dell'occorrenza dei terremoti
come processi di Poisson, legge di occorrenza di Gutenberg-Richter,
…), aggiornata secondo quanto recentemente proposto in letteratura
ed adattata alla realtà statistica e/o geofisica del territorio
italiano attraverso la legge di attenuazione di Sabetta-Pugliese
del 1996, l'analisi di completezza di Mulargia-Gasperini-Tinti del
1987 e l'utilizzo delle più recenti zonazioni sismiche (ZS4 del
1996 e ZS9 del 2004) e dei più aggiornati cataloghi parametrici dei
terremoti (NT.4.1.1 del GNDT del 1997 e CPTI2 dell'INGV del 2004).
E' stato implementato in un codice di calcolo l'algoritmo che
consente di ottenere, per un qualsiasi sito italiano e per un
prefissato tempo di osservazione, la curva di distribuzione
cumulativa di probabilità (CDF) della PGA, della PGV o di una
qualsiasi Intensity Measure di cui sia nota la legge di
attenuazione.
A partire dai risultati delle analisi di pericolosità sismica
sviluppate si è proposta una Intensity Measure di tipo
vettoriale basata sulla combinazione di PGA e PGV. Al fine di
identificare l'Intensity Measure “ottimale” per la creazione di
gruppi di accelerogrammi che siano al tempo stesso
efficienti (in termini di dispersione della risposta
strutturale) e rappresentativi per un dato sito, si è
confrontata con l'efficienza di tale Intensity Measure con
l'efficienza di altre (sia di tipo scalare che di tipo vettoriale)
proposte in recenti contributi scientifici. Analisi dinamiche non
lineari di tipo time-history condotte utilizzando come input gruppi
di sismi ottenuti a partire da coppie di valori di PGA e PGV hanno
mostrato risultati molto meno dispersi di analisi simili
condotte utilizzando come input gruppi di sismi ottenuti a partire
da altre Intensità measures proposte in letteratura.
Studio e applicazione della metodologia progettuale
innovativa del “Performance Based Seismic Design”
La progettazione di strutture civili in grado di fornire
prefissate prestazioni sismiche risulta essere particolarmente
impegnativa, data la complessa e molteplice caratterizzazione
sia dell'azione sismica (non una azione, ma diverse possibili
azioni caratterizzate da diverse probabilità di verificarsi) che
della risposta strutturale. A tal fine, negli ultimi anni,
hanno avuto particolare successo le metodologie di studio che vanno
sotto il nome di Performance Based Seismic Design (PBSD)
Le fasi in cui si articola il PBSD possono essere sinteticamente
riassunte come segue:
a.
valutazione della pericolosità sismica del sito di interesse
(identificazione di una serie di set “omogenei” di input sismici,
ciascuno caratterizzato dalla stessa probabilità di verificarsi in
un dato periodo di osservazione),
b.
scelta dei livelli prestazionali (attraverso
l'individuazione di opportuni parametri prestazionali e relativi
limiti prestazionali) e degli obiettivi prestazionali di
progetto: performance objectives (associazione di una probabilità
ad un livello),
c.
definizione di una soluzione progettuale in grado di soddisfare i
performance objectives (attraverso lo sviluppo di una serie di
analisi dinamiche incrementali - IDA e Multi IDA - della struttura
in esame, in modo da confrontare le prestazioni offerte con i
performance objectives),
d.
identificazione e pianificazione dei controlli di qualità in
fase di progettazione, di costruzione, di manutenzione e gestione
dell'edificio, capaci di garantire il mantenimento nel tempo degli
obiettivi prestazionali conseguiti in fase di progetto.
Il cuore della metodologia PBSD consiste nella capacità di
definire e raggiungere specifici obiettivi prestazionali, ossia
nella capacità di garantire (nei limiti della precisione
ingegneristica) che la struttura si trovi ad operare nell'ambito di
ciascun specifico livello prestazionale con una data
probabilità.
Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Ing. Claudio Ceccoli, di
cui Giada Gasparini fa parte, ha completato lo studio di una
prima applicazione di metodologie progettuali di tipo PBSD per
l'adeguamento sismico mediante isolamento alla base di un edificio
in monumentale in muratura (Teatro Galli di Rimini) in
relazione al progetto di ricerca PRIN 2000 “Adeguamento sismico di
edifici monumentali tramite isolamento sismico e materiali
innovativi”.
Sviluppi analitici per la valutazione degli effetti
dell'azione sismica su silos a fondo piano contenenti materiali
granulari
Nella problematica generale relativa alla valutazione delle
azioni indotte dal sisma sulle pareti di silos a fondo piano
contenenti materiali granulari (tipo cereale) risulta di
particolare interesse la valutazione delle azioni orizzontali. Tali
azioni vengono usualmente valutate (i) ipotizzando un
comportamento rigido del silos e del contenuto (il che
equivale a considerare silos e contenuto soggetti alle
accelerazioni del terreno) e (ii) assumendo che la massa di
cereale corrispondente a tutto il contenuto del silos meno
(eventualmente) il cono di base avente inclinazione pari all'angolo
di attrito interno del cereale venga equilibrata dalle spinte
orizzontali fornite dalle pareti (supponendo che la forza
sismica che nasce nel cono di base venga equilibrata per attrito
alla base e pertanto non si scarichi sulle pareti). Questo
approccio progettuale non è tuttavia supportato da specifici studi
scientifici a riguardo; infatti, nonostante vi siano molte
pubblicazioni sul comportamento sotto sisma di silos contenenti
liquidi, in letteratura non sono presenti pubblicazioni a carattere
scientifico relative al comportamento dinamico, e tanto meno sotto
sisma, di silos a fondo piano contenenti materiali granulari.
Il contributo scientifico dato da Giada Gasparini (in
collaborazione con il Prof. Ing. Tomaso Trombetti e il Dott. Ing.
Stefano Silvestri) consiste in una serie di sviluppi analitici
volti alla valutazione dell'effettivo comportamento di silos a
fondo piano contenenti cereali soggetti ad una accelerazione
costante orizzontale e ad una accelerazione costante verticale.
In particolare, tali sviluppi, mantenendo valida l'ipotesi (i),
hanno condotto alla determinazione analitica, sulla base di
considerazioni di equilibrio dinamico e di attrito, delle effettive
spinte orizzontali che nascono sulle pareti del silos.
I risultati ottenuti mostrano come le spinte orizzontali che
nascono sulle pareti del silos siano sensibilmente inferiori a
quelle ottenibili secondo l'ipotesi (ii). Per una migliore
comprensione fisica dei risultati ottenuti, ad una espressione
analitica corrispondente alle spinte orizzontali che si scaricano
sulle pareti del silos è stata anche accoppiata una
rappresentazione fisica dei risultati ottenuti in termini di
quotaparte della massa del cereale che effettivamente grava (in
termini di spinta orizzontale) sulle pareti del silos. I risultati
ottenuti hanno consentito inoltre la formulazione di una procedura
per la progettazione sismica di tali silos.
Ricerca sperimentali su pannelli portanti in
conglomerato cementizio armato
Il comportamento sismico di strutture a pareti portanti in
conglomerato cementizio armato (c.c.a.) sta riscuotendo negli
ultimi anni una particolare attenzione da parte della comunità
scientifica internazionale, in quanto nell'ultimo ventennio solo
pochi progetti di ricerca si sono occupati di tale argomento. La
causa principale delle scarse ricerche sul tema è da imputare
principalmente a problematiche legate alle imprese di costruzioni,
non certamente al possibile comportamento sismico non ottimale
delle strutture a pannelli portanti.
Giada Gasparini, in collaborazione con il gruppo di lavoro
costituito dal Prof. Ing. Claudio Ceccoli, dal Prof. Ing. Tomaso
Trombetti, dal Dott. Ing. Gilberto Dallavalle, dal Dott. Ing.
Stefano Silvestri e dal Dott. Ing. Daniele Malavolta, si è occupato
attivamente sia dell'organizzazione e progettazione, che della
interpretazione scientifica (con sviluppo di modelli analitici in
grado di cogliere il comportamento sperimentale) di prove di
carico ciclico sotto azione orizzontale di pannelli in
c.c.a.
Nel dettaglio, le prove riguardano due tipologie di pannelli
portanti:
· pannelli costituiti
da un unico strato di calcestruzzo (di spessore pari a circa 14 cm)
con opportuna armatura orizzontale e verticale (posta al centro
dello spessore della parete). Tale procedimento costruttivo,
denominato ISOTEX della Ditta C.&P. Costruzioni di
Boretto (RE), prevede la realizzazione di pareti portanti e solai
mediante il getto di conglomerato cementizio ordinario all'interno
di blocchi cassero a perdere in legno-cemento (zone
alvelolari di alleggerimento). Le facce a contatto di due
blocchi successivi hanno forature semicircolari creando in tal modo
il collegamento orizzontale (lunetta). Viene così realizzato un
ordinato reticolo di cavità, verticali ed orizzontali, che, qualora
riempite di conglomerato cementizio ordinario, realizzano una
parete forata.;
· pannelli costituiti
da due croste esterne (di spessore apri a circa 4 cm) di
calcestruzzo gettate su entrambe le facce di un pannello di
alleggerimento in polistirolo opportunamente sagomato. Tale
procedimento costruttivo, denominato NIDYON dal nome della
ditta produttrice di Santarcangelo di Romagna (RN), prevede la
realizzazione di pannelli utilizzando come materiale di base
blocchi stampati di polistirene espanso (di spessore variabile
con un minimo di 6cm), rete elettrosaldata ottenuta a partire da
filo di acciaio in bobine (fili con diametro pari a circa 3mm) e
connettori trasversali in direzione orizzontale in quantità pari a
circa 40-50/mq. Si tratta di pannelli caratterizzati da notevole
leggerezza e maneggevolezza, anche di lunghezze notevoli, che
vengono completati in cantiere mediante getto delle due croste di
calcestruzzo.
Al fine di ottenere una adeguata caratterizzazione del
comportamento sismico (rigidezza, resistenza, duttilità) di tali
pannelli, sono state condotte prove pseudostatiche con carico
verticale costante e con carico orizzontale ciclico sia su pannelli
singoli che su un sistema con pianta ad H rappresentativo di una
porzione di struttura a due piani.
I risultati ottenuti mostrano un buon comportamento duttile,
valori di carico orizzontale di snervamento sempre paragonabili
(o addirittura superiori) ai carichi verticali di prova, il
mantenimento della capacità di resistenza ai carichi verticali
anche dopo il danneggiamento provocato dal carico orizzontale.
Anche il degrado delle caratteristiche meccaniche dei pannelli
appare sostanzialmente accettabile.
Tale attività di ricerca è volta alla redazione di Linee
Guida per le verifiche sismiche di strutture a pareti portanti
in conglomerato cementizio armato, sulla base della interpretazione
dei risultati delle prove sperimentali condotte e sulla base delle
normative tecniche vigenti.